giovedì

DIETRO LE QUINTE DEL BLOG - Primo anniversario del blog: Anonimi, copyright e luoghi comuni

Questo non è un articolo come gli altri, nel senso che qui non sarà trattato un tema storico, sociale o politico, ma semplicemente si parlerà di come è nato questo blog, e delle cose che sono accadute o accadono nel retroscena. In altre parole, è come un "fuori onda".

In occasione del primo anniversario del blog, mi sembra carino raccontare qualcosa che di solito non si racconta, ovvero tutto quello che accade a causa del blog o prendendo a pretesto il blog.
Prima del marzo 2007, non pensavo affatto di aprire un blog, soprattutto per motivi di tempo, ma anche perché stare davanti ad uno schermo non è quello che preferisco, e mi si addicono di più luoghi come gli archivi, le biblioteche e le librerie.
Un'altra ragione che mi conduceva lontana dalle tipologie di comunicazione virtuali era la formazione che posseggo, e che mi porta ad esprimermi in forme non consone agli spazi virtuali, che di solito presentano messaggi più brevi e meno metodici. In altre parole mi chiedevo quanti fossero disposti a leggere articoli lunghi che spiattellassero senza alcuna censura le verità più scomode, dal Terzo Mondo agli inganni più sottili del sistema.
Un'altra remora era legata al mezzo: le comunità virtuali non sono comunità di persone che interagiscono guardandosi negli occhi. Avendo insegnato, so che si trasmette molto di più parlando direttamente alle persone, e utilizzando ciò che è propriamente umano, e che il computer non potrà mai riprodurre.
L'idea del blog si è fatta spazio a poco a poco, man mano che casualmente trovavo nei forum o blog alcuni post di lettori che chiedevano se avessi un sito o un blog, lamentando di non trovare nulla. Iniziai anche a ricevere direttamente diverse e-mail di lettori che mi chiedevano dove potevano trovare informazioni su di me e sui miei libri. Decisi allora che era opportuno dare qualche informazione tramite un blog.
A un anno di distanza posso confessare che l'esperienza è stata assai positiva, grazie a coloro (molti) che mi hanno espresso simpatia; e persino per coloro (pochissimi) che hanno cercato di destabilizzare il blog, talvolta inviandomi e-mail o post con toni minacciosi.
Oggi ricevo tante e-mail al giorno, purtroppo non riesco a rispondere a tutti, e colgo l'occasione per scusarmi con quelli che non hanno ricevuto alcuna risposta. Per rispondere a tutti la mia giornata dovrebbe essere di almeno 60 ore.
Vi racconterò soltanto le cose più curiose, cercando di rendere questo post più breve degli articoli (ci riuscirò?).
Molte persone mi hanno scritto e-mail nell'anonimato e ciò mi ha divertito molto. Altri mi hanno inviato post o e-mail molto carichi emotivamente. Ho capito che molti lettori di forum e blog utilizzano Internet come un mezzo per sfogare rabbie e frustrazioni, rafforzando lo stereotipo del cyberspazio come spazio "libero", in cui poter dire ciò che nella vita reale non si può dire. Al contrario di ciò che può sembrare, questo non corrisponde a maggiore libertà, ma svela una grande frustrazione prodotta dalla cultura di massa, che reprimendo il reale pensiero e la sensibilità degli individui, produce rabbia e desiderio di sfogo emotivo. Internet incoraggia tale sfogo poiché può permettere di parlare senza avere nome e volto. E' tale anonimato a produrre un senso di licenziosità. Su alcuni forum o blog questa licenziosità viene permessa, come si volesse incoraggiare uno sfogo "innocuo", in quanto privo di pericoli per il sistema. Allo stesso tempo tale deroga alle normali "buone maniere" incoraggia a rendere Internet un luogo non costruttivo o non del tutto costruttivo, poiché chiunque potrà essere insultato e deriso, senza alcun rispetto per la persona. Il rispetto è la base su cui si fonda un dialogo o un'interazione costruttiva, e dunque, venendo a mancare, viene spazzata via ogni possibilità di dialogo costruttivo.
Approfondendo, ho trovato che alcuni autori, analizzando le caratteristiche delle persone che interagiscono su Internet, hanno parlato di "Io minimo",(1) ad intendere che nella maggior parte dei casi si vuole mantenere l'anonimato.
E' stato calcolato che soltanto il 25% dei lettori dei forum forniscono il proprio nome e cognome e l'e-mail, e soltanto il 40% fornisce il proprio nome o soprannome (2). I lettori, anche quando si rivolgono a forum ufficiali, come quelli di "La Repubblica" o "La Stampa", vogliono rimanere sostanzialmente anonimi, come se vi fosse paura di un controllo o di ritorsioni. Ciò appare in contrasto con la voglia di apparire in TV che le persone hanno, e che i "reality show" hanno fatto diventare come un'apparizione assoluta, in ogni momento della giornata. Spettacoli in cui la persona appare in ogni ora del giorno e della notte, in mutande o mentre si lava i denti, perdendo ogni possibilità di privacy. In tal caso l'apparire viene identificato col successo o con l'esistere in quanto "Vip", e dunque perde ogni riferimento a pericoli di controllo da parte del potere o di canali che il potere gestisce. E' un paradosso, in quanto è lo stesso gruppo che controlla la Stampa e Internet ad organizzare i programmi televisivi. Dunque, è illusorio credere che possa esistere un terreno mediatico su cui l'attuale sistema di potere non possa esercitare un qualche grado di controllo. Ma la TV appare alle persone comuni come un terreno di opportunità di successo e di lavoro, e non, quale è, come un canale di controllo dei comportamenti.
L'Io minimo della maggior dei lettori di Internet è una tragica prova della mancanza di un clima sufficientemente democratico da far sentire le persone libere di esprimere le proprie opinioni senza dover occultare la propria identità. La "massa", che subisce manipolazioni pesanti nella formazione di una propria opinione, si sente assediata quando si trova in un luogo in cui potrebbe esprimere liberamente ciò che pensa e sente, e finisce per autoannullarsi e per depotenziarsi nell'anonimato, facendo trionfare sempre e comunque la cultura di massa imposta dal potere dominante.
Anche le e-mail di minaccia ricevute tramite questo blog erano spesso anonime e cercavano di mettermi in difficoltà puntando a criticare la moderazione presente nel blog e il copyright dei miei articoli. Queste persone ignoravano che su Internet ci sono decine di miei articoli privi di copyright. Ho dovuto ricorrere al copyright perché mi sono accorta che molte riviste pubblicavano i miei articoli parzialmente, cioè con le parti più "scottanti" censurate, e non mettevano nemmeno la fonte da cui l'articolo era stato tratto. Dunque, ho dovuto porre un filtro e concedere l'autorizzazione a pubblicarli soltanto dopo aver ricevuto la richiesta, potendo così porre come condizione la pubblicazione integrale dell'articolo e l'indicazione del link. Comunque, ad oggi, tutti coloro che mi hanno richiesto l'autorizzazione l'hanno ricevuta.
Ad ogni modo, credo che sulla questione generale del copyright (mi riferisco al copyright sugli scritti o sulle produzioni artistiche in generale) valga la pena soffermarsi ancora un po', esulando dalla questione del blog. L'accezione negativa con cui è stata associata la parola "copyright" è dovuta ad un luogo comune che, come molti altri luoghi comuni, dovrebbe essere oggetto di analisi prima di suscitare consenso.
Oggi il sistema tende ad annullare il valore della cultura come impegno e studio. E' funzionale all'attuale assetto di potere il trasformare la cultura in svago, intrattenimento o pseudo-cultura. Ciò dovrebbe servire ad indurre le persone comuni a perdere il senso della vera cultura, e il relativo valore che essa dovrebbe avere nel sociale.
Ad esempio i giornali ufficiali tendono ad eliminare le figure di spicco del giornalismo, preferendo personaggi anonimi che talvolta si firmano con sigle. Ciò avviene per svalutare la stessa professione giornalistica, e per pagare poco i giornalisti, privandoli di ogni potere o prestigio.
Persone come Enzo Biagi (compianto anche per il suo coraggio nell'avversare Berlusconi) o Michele Santoro, in futuro saranno sempre più rare, soppiantate da giornalisti/impiegati, assoldati dai partiti proprio perché completamente asserviti al potere e del tutto innocui.
Dunque, il giornalismo serio sarà sempre più svalutato, e l'idea che non ci debba essere copyright nelle produzioni culturali che sono costate tanto lavoro e impegno conferma tale svalutazione, e nega che la cultura possa essere un lavoro importante nel sociale, e possa dare da vivere a chi la produce. Il paradosso è che per attività culturalmente inutili, come la valletta o il prestigiatore, è ovvio ritenere che ci debba essere un guadagno, mentre chi si impegna a studiare e a scrivere per capire la realtà e dare una vera informazione, viene considerato come una persona che dovrebbe far circolare i suoi scritti gratuitamente.
Svilire il valore del giornalismo serio significa svalutare la vera informazione. Oggi i giornali finanziati con soldi pubblici, come "L'Unità", il "Giornale", il "Corriere della Sera" o "La Repubblica", tendono a non pagare o a pagare pochissimo i giornalisti che collaborano, confermando il poco valore che viene dato al giornalismo. Diverso è il caso dei giornalisti di regime, come Bruno Vespa o Francesco Giorgino, che ricevono compensi adeguati al grado di sottomissione al potere e alla copiosa propaganda che attuano a favore del regime.

Nel profondo del nostro animo, sappiamo che il profitto non è così importante come il sistema attuale ci fa credere. Sappiamo che l'arte e la cultura sono di tutti, a prescindere da chi le crea. Tuttavia, l'intellettuale, per produrre cultura, deve acquistare il materiale di lavoro (libri, fascicoli, giornali, documenti, ecc.) e deve impiegare molto del suo tempo per studiare, riflettere, fare i giusti collegamenti e poi scrivere, correggere, rileggere, ecc. Insomma, passa parecchio tempo, in cui, oltre a dover spendere denaro per i materiali, deve anche cibarsi, pagare bollette, ecc. In parole povere, anche se produrre cultura o arte è un'attività assai più gratificante di tante altre, chi lo fa deve anche sopravvivere, a meno che non sia assai benestante. Ciò che fa ha un costo materiale che in qualche modo deve cercare di recuperare. Dunque, pretendere di annullare il copyright, finché il sistema è tale, significa permettere soltanto ai benestanti di produrre arte o cultura, e questo credo non sia la volontà delle persone comuni.
In un altro sistema, non dominato dal profitto e dall'usura bancaria la realtà sarebbe certo ben diversa. I prodotti creativi e culturali sarebbero patrimonio di tutto il sociale, poiché tutti potrebbero sopravvivere dignitosamente senza bisogno di dover mercificare ogni cosa. Ma dovremmo tutti cambiare mentalità. Attualmente nessuno amerebbe sentirsi dire che il suo lavoro non ha valore finanziario o che dovrebbe lavorare senza alcun guadagno. Nel sistema attuale non è possibile condividere il proprio lavoro come puro bene sociale, e se si attribuisce valore finanziario ad attività come fare la velina o mostrare i glutei per le pubblicità, allora a ben ragione occorre riconoscere valore (e costi) a chi produce cultura e informa correttamente.

L'altra questione criticata è quella della moderazione. Gli spazi virtuali come i blog non sono spazi pubblici ma privati, sono come una casa in cui il padrone decide le regole. A casa vostra ospitereste chiunque? Permettereste a chiunque di entrare e magari rompere un soprammobile o insultarvi? Oppure fate una cernita o scegliete le persone verso cui nutrite fiducia?
Così, a mio avviso, dovrebbe essere nei blog, occorre far rispettare le regole del padrone di casa.

Alcune persone intendono Internet come una sorta di "luogo spazzatura" o di "libera espressione estemporanea" (si legga a questo proposito l'articolo http://antonellarandazzo.blogspot.com/2007/08/nella-tela-del-ragno-i-vantaggi-e-le.html). Per essere efficaci nel contrastare la cultura massificante, bisogna saper utilizzare in modo costruttivo Internet, e osteggiare chi ha interesse a rendere lo spazio virtuale una spazzatura (come la TV e altri media), al fine di annullare, nella mischia, gli effetti costruttivi e benefici che potrebbero esserci se i luoghi del cyberspazio fossero "puliti". Occorre far prevalere ciò che è utile e costruttivo, frutto degli aspetti più nobili degli esseri umani, e non gli insulti, il pessimismo, ecc.
Ad ogni modo, se proprio qualcuno vuole continuare ad utilizzare lo spazio virtuale come sfogo, su Internet c'è posto per tutti, senza bisogno di prendersela se gli altri sul loro blog non ci ospitano. Si può sempre aprire un proprio blog e porre le proprie regole, anziché perdere tempo a scrivere e-mail di insulti se qualcuno non ci ha ospitato nel suo.

Per concludere, vorrei di cuore ringraziare tutti, specie i lettori più affezionati, che mi seguono dall'inizio e inviano post. Continuate a leggere i miei articoli, i prossimi tratteranno temi nuovi che ritengo di sicuro interesse.
Vi darò anche notizie circa le eventuali Conferenze a cui prenderò parte.

Con affetto e amicizia
Antonella Randazzo



NOTE

1) Lasch Christopher, "The minimal self", Norton, New York 1984; trad. it. L’io minimo, Feltrinelli, Milano 1985.

2) Fortunati Leopoldina, "L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online", www.lsdi.it/dossier/giornalionline/fortunati.html - 106k

23 commenti:

Emael ha detto...

Ciao Antonella,
anche se non scrivo quasi mai un commento nel tuo blog, ti seguo sempre con molta attenzione.

Colgo ora l'occasione per rinnovarti i miei complimenti per tutti i tuoi articoli che fino ad ora ho letto. Ovvero tutti :-)

bravissima e auguroni di cuore

Emael

Anonimo ha detto...

Post molto bello, con un’accurata e profonda analisi dell’argomento, come tutti quelli del suo blog. Sono uno dei commentatori che fino alla settimana scorsa apparteneva al 75% in anonimato completo, passato poi al 40% di chi fornisce almeno il proprio nome; i motivi? Li ha ben espressi nel post. Non tanto, forse, il timore del “grande fratello”, che penso abbia mezzi più che efficaci per scavare nelle nostre vite (incluse quelle informatiche). Nel mio caso è invece più una forma di presunta difesa dall’elevato numero di persone “disturbate” che circolano in rete, commentatori anch’essi anonimi che chiaramente avrebbero bisogno più che di sfogarsi in un blog, di un bravo professionista che si prenda cura dei loro problemi, ma anche blogger che dichiarano abbastanza apertamente la propria identità e che, di primo acchito, potrebbero sembrare “equilibrati” ma nella realtà, a ben guardare, non lo sono poi così tanto. E’ stato per me abbastanza sorprendente constatare il grado di virulenza che circola in rete, anche al di fuori dei casi di patologia conclamata! Lei scrive giustamente che “i blog non sono spazi pubblici ma privati, una casa in cui il padrone decide le regole”: però una casa molto particolare, senza muri e con finestre attraverso le quali si vede tutto e, se lasciate troppo aperte, si può anche gettare robaccia dentro. L’alternativa sarebbero i newsgroup o forum “chiusi” (a invito), che però farebbero perdere buona parte delle potenzialità insite nel mezzo internet: se lei avesse pubblicato, per esempio, solo in tali gruppi, non avrei mai scoperto una delle più valide voci critiche e dissenzienti presenti oggi in Italia.

A tale proposito mi fa piacere comunicarle che ho ordinato il suo libro “La nuova democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa” che, dopo aver letto tanti suoi post, sono sicuro non deluderà le mie aspettative.

Saluti e auguri di buone feste.

Alfredo

Marcusdardi - Menestrello ha detto...

Ciao Antonella,
Ho letto con interesse questo articolo sul Blog e, come sempre, è tutto condivisibile.
Sono contento che il risultato del Blog sia positivo e ritengo necessario il continuare a discutere su argomenti scottanti che non arriverebbero mai dai canali ufficiali.
Internet ha bene e male, a mio avviso è molto dispersivo poichè ci sono davvero tantissime voci e selezionarle diventa davvero difficile. Forse è tollerato tutto poichè l'audience di ciascun protagonista (tranne forse Grillo) è davvero molto basso.
Ma comunque va bene così.
Attendiamo i tuoi prossimi articoli con interesse.

Antonella Randazzo ha detto...

E' vero, come fa notare Alfredo, che su Internet ci sono anche persone disturbate, che possono, grazie all'anonimato, esibire un comportamento insensato, pesante da tollerare.
Ma queste persone non possono danneggiare nessuno se, come dico nel mio messaggio, si pongono regole chiare.
L'idea di creare "forum chiusi" non è la migliore, anche perché si rischia di formare un'élite e di escludere persone che possono dare un valido contributo.
Quello che provo verso Internet, premesso (come si è capito) che non sono una patita e non vi trascorro molto tempo (anche perché non ne ho), è comunque un senso comunitario, che purtroppo ci priva degli aspetti umani assai importanti nell'interazione sociale costruttiva.
Verso le persone anonime all'inizio provavo tenerezza, e mi divertiva il fatto che non ero certo abituata a non chiamare le persone per nome, e a vederle dietro una sigla o un numero.
Addirittura qualcuno mi ha consigliato di utilizzare io stessa uno pseudonimo, e anche questo mi ha divertita. Ma mi ha anche fatto pensare che oggi si ritiene "normale" che debba essere chi dice la verità a nascondersi, e non chi dice menzogne e truffa. Questa mentalità, per fortuna, non appartiene a tutti.
Per concludere devo dire che i vostri post e i vostri complimenti mi hanno dato (e mi danno) molta energia e forza per continuare a far emergere questa pazza realtà, la cui conoscenza non può non scuoterci dal profondo di noi stessi.
Auguro a tutti buone feste pasquali!

rocco ha detto...

Grazie per il tuo lavoro e passione, i migliori auguri di Buona Pasqua da Rocco.

paolo russo ha detto...

Ciao Antonella.
Questo nascondersi dietro un nome fittizio mette in evidenza i danni provocati da una "sottocultura di massa", che ha ridotto la maggioranza delle persone in un drappello di gregari.
Ora,lasciando da parte gli anonimi maleducati,chi commenta i tuoi articoli vorrebbe vedere una trasformazione radicale della società.
Ma questa trasformazione non può avvenire se non c'è la trasformazione interiore dell'individuo,se non c'è trasformazione psicologica e spirituale.

Per quanto riguarda il blog,cara Antonella,non posso che complimentarmi.
Brava.
Saluti affettuosi e auguri(non di Pasqua,ovviamente..)

Ulisse ha detto...

Credo che dovrai poassare sempre meno tempo in libreria e più tempo sul monitor :) Internet rappresenta comunque una possibilità per tutti di informazione ma sopratutto di partecipazione, se ci sono delle mele marcie, queste, andranno con il tempo messe da parte dal resto della comunità del ciberspazio. Coloro che andrebbero colpiti veramente sono gli editori, la maggior parte dei giornalisti tira avanti per il solito motivo: la paura, la paura di perdere il lavoro, di non potersi mantenere ecc.
P.S.
Resto sempre dell'idea che troppo prolissa
un abbraccio e buona pasqua

Mondart ha detto...

Oplà ...

I blog come "finestra di controllo" del dissenso, e come strumento di "guerriglia disinformativa" ... che ne pensi ?

Quale futuro per i blog e tutta la controinformazione in internet se dovesse passare ad approvazione definitiva la legge Levi - Prodi di regolamentazione dei blog ?

Ciao,
Bruno

Antonella Randazzo ha detto...

Sinceramente, non credo si debba dare così tanta importanza ai blog, in fondo si tratta soltanto di luoghi virtuali dove si può dire anche quello che i canali mediatici ci nascondono.
Ma noi vogliamo costruire una democrazia, non è vero?
Dunque i canali d'informazione dovrebbero essere quelli ufficiali, e dovremmo presumere che soltanto temporaneamente (data l'attuale dittatura mascherata da democrazia), tali canali sono ostruiti dalla propaganda.
Dunque, in futuro dovremmo essere in grado di capire come abbattere la dittatura. E togliere potere a tutti gli uomini come Prodi, Berlusconi, ecc., evitando che con le loro leggi inique sottraggano altra libertà ai cittadini.

Franco ha detto...

Ciao Antonella,
io penso che internet come tutte le cose ha i suoi pregi e i suoi difetti, dobbiamo essere noi navigatori, a saper scegliere. Io ad esempio ho quasi 26 anni, fino al 2005 non sapevo nulla di massoneria, di nuovo ordine mondiale e di personaggi come rockefeller e i morgan eccc.Poi un giorno facendo una ricerca su internet su Adolf Hitler o scoperto il sito di disinformazione.it, e di colpo mi si e aperto un nuovo mondo!. Piano piano ho cominciato a curiosirmi di piu, sia sui fatti storici che sui fatti di attualità, e gli articoli che mi sono piaciuti di più sono i tuoi cara antonella. Per prima cosa o acquistato il libro Dittature la storia occulta, e dopo o preso tutti gli altri tuoi libri, finiti di leggerli li o fatti leggere hai miei genitori e amici nella speranza di far comprendere la realta a piu persone possibili. Ormai il tuo blog e diventato un appuntamento quitidiano per me, e devo dire con soddisfazione anche per alcuni miei amici. Cara antonella o anche scaricato dal sito di arcoins tv un tuo filmato video del maggio del 2007, dove presentavi a torino il libro sui bambini. Sarebbe un sogno cara antonella, vederti sulle reti nazionali come la rai e mediaset,a presentare i tuoi libri al posto di tutti questi giornalisti e storici fasulli, e sopratutto grazie a loro che tra i giovani e non, esiste tanta ignoranza al riguardo di fatti storici molto importanti come ad esempio la crisi del 1929 ecc ecc. Ma io credo che le cose stanno cambiando grazie ad internet, anche io preferisco il guardare negli occhi le persone e poter discutere a tu per tu, ma diciamo la verità, se non fosse stato per interent io e tante persone come me, non avremmo mai saputo tutte le cose che adesso sappiamo, e non avremmo mai acquistato i tuoi libri. Secondo me i tuoi libri come Dittature, e La nuova Democrazia, dovrebbero essere libri di testo nelle scuole al posto degli attuali libri di storia. Mi piacciono anche i siti di Maurizio Blondet, di Giulietto Chiesa eccc,piu ce ne sono meglio è, ormai le informazioni vere senza censura si trovano solo su interent. Cara Antonella continua cosi avrai sempre il mio appoggio, sono molto affezzionato a te, ti ammiro molto, sei la mia autrice preferita adoro il tuo modo di scrivere, vorrei tanto incontrarti per abbracciarti, non immagini l'aiuto che mi hai dato scrivendo i tuoi libri, perche fino a poco tempo fa o sempre creduto nei media e nelle istituzioni, e grazie a te e ad internet mi sento molto piu "libero" come uomo, infatti come diceva qualcuno la verità vi renderà liberi. Grazie ancora Antonella e spero di incontrarti presto perchè ti volgio abbracciare e ringraziare, per tutto il tuo lavoro che fai. Grazie.

Antonella Randazzo ha detto...

Grazie davvero Franco per le cose bellissime che mi scrivi, come ho già avuto modo di dire, i vostri post sono spesso importanti fonti di incoraggiamento per il mio lavoro.
Come giustamente dici, Internet è diventato un canale su cui circolano notizie che vengono nascoste o occultate dai canali ufficiali.
Questo produce in me molta indignazione, perché bisogna pensare che noi, come cittadini, paghiamo tantissimi milioni di euro per l'informazione (TV, giornali) e dunque la truffa la pagano con i nostri stessi soldi. E tengono lontani dalle fonti ufficiali tutti i giornalisti che dicono la verità, offrendo ampio spazio a quelli mediocri e accondiscendenti verso il potere.
Occorre certamente approfittare di Internet per informarsi correttamente, ma occorre pure sentire rabbia e indignazione, quanto basta per non accettare la realtà attuale e per cercare di incoraggiare anche gli altri ad informarsi correttamente per capire cos'è veramente il sistema attuale.

rocco ha detto...

Volevo segnalarti l'iniziativa di Giulietto Chiesa: sta per aprire una tv "verità" dove vorrebbe dare l'informazione senza l'influenza dei partiti. Mi piacerebbe se anche tu ti proponessi per ampliare la tua platea di lettori, sono sicuro che Giulietto Chiesa avrebbe molto piacere alla tua collaborazione, almeno per quello che scrive e dice da anni.

ale ha detto...

Salve Antonella.
Due parole solamente per ringraziarti. Leggo regolarmente i tuoi articoli e mi sto' organizzando per acquistare i tuoi libri. Almeno un grazie te lo devo.
Spero che i tuoi articoli raggiungano sempre piu' persone, in modo da renderle un minimo consapevoli di quello che ci circonda. Grazie per quello che fai.
Ciao
Alessandro Rambelli

Luka78 ha detto...

Ciao, Antonella, sono Luca D'Amico ( Luka78 ) da Roma.
E' il mio primo messaggio che ti lascio da quando frequento il tuo blog. Diciamo che se non ho incominciato a leggerlo da marzo, cioè da quando lo hai "aperto", poco ci manca.
Complimenti per l'impegno che ci metti, anche perchè con ciò che posti, qualcun'altro ci farebbe un libro!
A proposito di libri, l'anno scorso acquistai, da "Disinformazione.it", il tuo libro "Dittature". Bè, che dire, interessante e spiazzante per ciò che è la VERA verità.
Ora ti saluto, auguri per il blog - che possa continuare a lungo - e per la tua vita professionale e non solo.
A presto per altri tuoi articoli.
Luca "Luka78" D'Amico ( Roma )

Akkad ha detto...

Complimenti per gli articoli!!
Volevo chiedere il permesso di "inserire" i due articoli sugli Stegocrati nel blog di Stefano Montanari. Mi sembra l'unico meritevole del mio voto. Ho qualche dubbio sui suoi legami con la Massoneria. In Piemonte si presenta con il Partito Umanista!!!

Grazie

Mauro

Antonella Randazzo ha detto...

Se avrò modo, approfondirò la conoscenza dell'iniziativa di Giulietto Chiesa. Non credo che lui mi conosca o conosca questo blog, ad ogni modo, penso che sarà lui stesso a scegliere i suoi collaboratori.

Grazie per le stupende parole che mi scrivete!

Mauro, pubblica pure nel blog di Stefano Montanari gli articoli sugli Stegocrati, ovviamente, indicando la fonte.

federico ha detto...

Ciao Antonella,

ho provato ad ordinare due volte il libro la nuova democrazia su http://www.internetbookshop.it/ ma risulta irreperibile.

Sai dirmi perchè e dove potrei trovarlo?

grazie
federico

Antonella Randazzo ha detto...

Per avere il libro ci si può rivolgere al proprio libraio
e ordinarlo tramite i seguenti distributori:

PIEMONTE VALLE D’AOSTA LAZIO
BOOK SERVICE
Via Bardonecchia, 174D
10141 Torino
Tel. (011) 7724391/69 - Fax (011) 7724495
e-mail: bookservice@tin.it

LOMBARDIA CANTON TICINO
DISTRIBOOK
Via Quintiliano, 20
20138 Milano
Tel. (02) 58012329 - Fax (02) 58012339
e-mail: distribook@libero.it

VENETO FRIULI TRENTINO
ANGELO VECCHI & C.
Via S. Breda, 26
35010 Limena (PD)
Tel. (049) 8840299 - Fax (049) 8840277
e-mail: vecchisrl@vecchi.191.it

LIGURIA
IL LIBRO DI DALLA VALLE
Via Geirato, 110M
16138 Genova
Tel. (010) 8356581 - Fax (010) 8356865
e-mail: illibro@illibro.191.it

EMILIA ROMAGNA MARCHE ABRUZZO
L’EDITORIALE SRL
Via Dei Fornaciai, 25
40129 Bologna
Tel. (051) 326604 - Fax (051) 326728
e-mail: leditoriale@editorialesrl.191.it

TOSCANA UMBRIA
AGENZIA LIBRARIA TOSCANA
Via Cecioni, 105
50142 Firenze
Tel. (055) 714617 - Fax (055) 711847
e-mail: info@agenzialibrariatoscana.it

CDA - Filiale di Roma
Via di Affogalasino, 44
00148 Roma
Tel. (06) 65795444/52 - Fax (06) 65759070
e-mail: cda.roma@cdanet.it

CAMPANIA MOLISE
CAMPANIA LIBRI
Via della Stadera, 85/bis
80143 Napoli
Tel. (081) 5844990 - Fax (081) 2587187
e-mail: info@campanialibri.com

PUGLIA CALABRIA BASILICATA
DISTRIMEDIA
Via Casamassima Km. 11+545
70010 Z.I. Capurso (BA)
Tel. (080) 4550390 - Fax (080) 4550495
e-mail: amministrazione@distrimedia.it

SICILIA
JANCO DIFFUSIONE EDITORIALE
Via Saponara, Res. 13
98168 Messina
Tel. (090) 359444 - Fax (090) 359443
e-mail: jancome@tiscali.it

SARDEGNA
AGENZIA LIBRARIA FOZZI & C.
Viale Elmas, 154
09122 Cagliari
Tel. (070) 2128011 - Fax (070) 241288
e-mail: agfozzi@tiscali.it

Franco ha detto...

Ciao Antonella,
sono molto cuorioso di sapere quante copie hanno venduto i tuoi libri, sopratutto i libri "Dittature la storia occulta", e "La nuova democrazia". Grazie.

Antonella Randazzo ha detto...

Il libro "Dittature" ha appena esaurito la prima tiratura di mille copie e spero di poterlo ristampare al più presto. Non ho le stime esatte della vendita dell'altro libro, purtroppo temo non si tratti di moltissime copie perché ci sono stati diversi problemi causati dalla distribuzione.

Anonimo ha detto...

Ciao
Brava da 2 mesi ho scoperto tuo blog e amo tuoi argomenti e come sei muuuito chiara e diretta con informazioni sempre valide e attuale.Ho fatto una grande pubblicittà del tuo blog e devo dire che miei amici sono rimasti gratti.Sono Italobrasiliano e vivo in Italia da 6 anni e tuo blog mi è stimulato a fare uno anch'io ma in lingua portoguesa.Potrei usare parte dei tuoi articoli tradotti in portoguese?Sempre con il tuo indirizzo come fonte e rispettando tuoi diritti.Grazie e auguri per il tuo fantastico blog.

Antonella Randazzo ha detto...

Ciao Cabral, grazie per aver informato i tuoi amici dell'esistenza di questo blog.
Certamente puoi tradurre i miei articoli in portoghese
e pubblicarli sul tuo blog, purché vengano tradotti in
forma integrale e venga indicato il link del blog da cui sono tratti.
Buon lavoro!

Alberto ha detto...

Cara Antonella,
trovo nei tuoi scritti un insieme di coraggio, competenza e buon senso che danno autorevolezza alle tue idee, che condivido, ma stentano a diffondersi per gli stessi motivi che tu stessa denunci.
Ho segnalato "L'ipotesi stegocratica" a Don Giorgio, che conosco personalmente e stimo molto, il quale mi ha chiesto se può pubblicarlo sul suo sito (www.dongiorgio.it), ricco di interventi suoi e di altri pensatori liberi.
Vedo che l'hai già concesso a chi te l'ha chiesto, ma per correttezza attendo la tua risposta.
Grazie e a presto
Alberto