martedì

L'AFRICA DEL DUCE. I Crimini Fascisti in Africa



Antonella Randazzo

L'AFRICA DEL DUCE
I crimini fascisti in Africa


Ed. Arterigere - Pagg. 365

Il libro ripercorre, dall'avvento del fascismo fino alla caduta di Mussolini, gli eventi più significativi del colonialismo fascista, attraverso documenti ufficiali, lettere, quotidiani e altre pubblicazioni dell'epoca. L’Istituto Luce si curò di mostrare soltanto gli aspetti piacevoli e rassicuranti di ciò che accadeva nelle colonie: soldati che aiutavano i bambini, che costruivano strade, ascari incolonnati che facevano il saluto fascista o che ammiravano le opere del genio italiano. Non furono mostrate le terribili immagini dei morti, delle operazioni di bombardamento con i gas, oppure i campi di prigionia. Tutto apparì agli italiani come un’avventura utile, una missione di “civiltà”. I retroscena furono nascosti e sarà difficile portarli alla luce anche dopo molto tempo.
Come nella propaganda di oggi, i soldati italiani apparivano buoni e altruisti, in "missione di pace e civilizzazione".
Le foto di ciò che realmente accadeva durante la guerra in Etiopia furono fatte circolare soltanto dopo il conflitto. Non erano foto del Luce, ma di soldati e di giornalisti stranieri. In queste foto si videro immagini agghiaccianti: corpi sventrati, bambini mutilati, la testa mozzata del degiac Hailù Chebbedé esposta sulle piazze di Socotà e Quoram, e altre atrocità commesse dai soldati italiani. I bombardamenti terribili con gas tossici avevano sterminato intere tribù, ma nulla si sapeva in Italia.
Il nazifascismo fu uno dei volti del potere del gruppo egemone, un volto che si era espresso così ferocemente, fino a quel momento, soltanto fuori dall’Europa, nelle terre considerate di nessuno, dove si poteva saccheggiare e sfruttare impunemente. Dove i crimini più terribili non venivano nemmeno conosciuti e la vita delle persone non valeva nulla.
Questo libro permette di capire profondamente le dinamiche distruttive proprie del colonialismo, e i metodi di dominio sui popoli.
E' una pubblicazione che parla di fatti del passato, ma che apre la mente alla comprensione dei metodi distruttivi utilizzati anche oggi nel Terzo Mondo.
Oggi, dopo più di sessant'anni, il problema del colonialismo è ancora tragicamente aperto. Dopo i recenti fatti riguardanti la Libia, si può dire che il neocolonialismo occidentale è ancora una tragica realtà, e continua a produrre sofferenza e morte. Analoghi a quelli del passato sono i tentativi di far credere nella missione filantropica e democratica delle autorità occidentali.
Le tecniche di dominio diventano sempre più sofisticate, in virtù del progresso scientifico e tecnologico, ma le motivazioni rimangono tragicamente le stesse.



INDICE


INTRODUZIONE.......................................................7

CAPITOLO I - Dallo Stato liberale al fascismo........21

CAPITOLO II - Il duce e la politica estera..............73

CAPITOLO III - La pacificazione della Libia.........107

CAPITOLO IV - Le guerre in Somalia...................147

CAPITOLO V - La costruzione dell'Impero..........163

CAPITOLO VI - L'Apartheid di Mussolini............235

CAPITOLO VII- La caduta del fascismo e la perdita delle colonie..269

CONCLUSIONI....................................................307

DOCUMENTI......................................................317

BIBLIOGRAFIA..................................................357



INTRODUZIONE

Ancora oggi, dopo più di sessant'anni, esistono diversi luoghi comuni sul periodo coloniale e sul periodo fascista, che non trovano alcun riscontro nella realtà storica dei fatti. Ad esempio, molti italiani abbracciano ancora il punto di vista proposto, dopo l'armistizio, da monsignor Domenico Tardini, che in un promemoria destinato agli americani sosteneva che gli errori di Mussolini erano iniziati alleandosi con la Germania di Hitler. Secondo Tardini, l'alleanza con la Germania aveva allontanato Mussolini dalla tradizione italiana e della Chiesa. Il duce "agendo di testa sua" era stato indotto ad entrare in guerra. Le argomentazioni di Tardini omettono e negano una serie di fatti storici ormai accertati e documentati. Il regime fascista aveva già portato l'Italia alla rovina (prima ancora dell'alleanza con Hitler) con la sua politica economica da saccheggio e con la guerra d'Etiopia. Tardini non fa emergere il carattere violento e bellico dell'ideologia fascista, che spinse Mussolini, appoggiato dai suoi complici e dal re, prima ad avvicinarsi ai paesi imperialistici, che vedeva come i più forti, e poi ad entrare in guerra al loro fianco presagendo una vittoria eclatante e vantaggiosa. Non era stato soltanto Mussolini a volere la guerra, ma tutti i fascisti (industriali, banchieri, agrari e parte del popolo) e anche il re, lo testimoniano parecchi documenti e giornali dell'epoca che inneggiavano alla "guerra lampo". Un altro elemento che confuta l'idea di Tardini è l'aggressione brutale che Mussolini aveva già attuato contro l'Etiopia. In Etiopia era stata praticata una politica imperialistica e violenta, che era la natura stessa del fascismo, da cui derivò l'avvicinarsi a Hitler. Quindi, l'imperialismo e la scelta della guerra erano già insite nella politica espansionistica del duce e non furono affatto dovute all'imposizione o all'influenza di Hitler.
La tesi di Tardini, pur essendo del tutto errata, è ancora presente nella coscienza degli italiani, anche per i fatti successivi all'armistizio, cioè il voltafaccia del re e l'arresto di Mussolini. Questi fatti spinsero molti a prendere le distanze dal duce e a cercare delle giustificazioni, dato che fino a poco prima si erano dichiarati suoi devoti sostenitori. Si affermò così il mito del duce che era stato traviato dal diabolico Hitler.
Ma la verità, sempre più dura e spiacevole dell'illusione, è che il regime fascista fu un sistema politico-economico criminale, sostenuto attivamente da molti italiani.
Questo libro tratta dei crimini commessi nelle colonie africane, parecchi crimini, che possono competere con la cattiveria e la criminalità di Hitler.
Il colonialismo italiano è una parte di storia poco conosciuta, soprattutto perché per molti anni si è attuato un vero e proprio insabbiamento degli eventi più crudeli. I motivi dell'insabbiamento istituzionale e politico sono dovuti a diversi fattori, politici ed economici. L'Italia intraprese il percorso coloniale senza una razionalità ben precisa, motivata da ragioni legate al periodo storico, cioè dal prestigio e dal desiderio di imporsi come grande potenza europea. L'impresa coloniale non è stata un affare conveniente per il paese (sia nel periodo liberale che fascista), e richiese un costo molto alto, sia economico che di vite umane (italiane ma soprattutto africane). Un altro motivo dell'oblio è che il colonialismo non fu una parte di storia per noi onorevole. Abbiamo anche noi, come gli altri paesi europei, seguito la logica del profitto e della sopraffazione, con la pretesa assurda di rimanere comunque 'brava gente'. In Italia si è affermato un altro luogo comune non suffragato dai fatti: che avessimo realizzato nelle nostre colonie una sorta di 'colonialismo buono e quasi pacifico'. Nel periodo coloniale, e anche successivamente, si diffuse l'idea che la nostra indole di persone socievoli e cordiali si fosse manifestata anche in ambito coloniale, e avessimo realizzato una sorta di paradiso per gli indigeni. Ma non andò così. Il potere coloniale italiano inflisse agli indigeni ogni sorta di violenza e sopruso: dalla deportazione alla giustizia sommaria, dall'espropriazione delle terre alla decimazione del bestiame, dal lavoro forzato alla segregazione razziale. Le repressioni, il razzismo e le espropriazioni erano già ampiamente praticati anche nel periodo liberale, ma sotto il fascismo si ebbero diverse leggi che autorizzarono la segregazione razziale, e una serie di provvedimenti che per gli indigeni equivalevano alla morte o alla miseria. Il fascismo impedì con ogni mezzo la formazione di una borghesia indigena, non permise agli indigeni di acquisire conoscenze, se non quelle basilari e rudimentali, e li estromise da tutte le posizioni di potere, rendendoli esclusivamente sudditi, completamente sottomessi al potere italiano.
L'uso dei gas mortali fu per molto tempo negato. Mussolini cercò di cancellarne le tracce documentarie, e anche dopo la sua caduta era difficile parlarne senza essere accusati di calunnia o di avere poco rispetto per le forze armate.
Anche negli anni '60 le documentazioni sulle guerre coloniali omisero parecchi elementi e non mirarono a fare chiarezza sui fatti. Ad esempio, un libro di Vincenzo Lioy sulle operazioni dell'Aeronautica in Eritrea e in Libia, pubblicato nel 1964 dal "Comitato per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa", non spiega e non chiarisce la lotta della resistenza libica, limitandosi a parlare di "ribelli", proprio come si faceva durante il fascismo per nascondere che il popolo libico non voleva il dominio italiano. Sotto il fascismo la propaganda si prodigò a diffondere l'idea che gli indigeni delle colonie si sottomettessero con entusiasmo alla superiore civiltà italiana, ricevendo non pochi benefici. Negli anni '60 ormai si poteva conoscere la verità storica. Tuttavia, Lioy non cita nemmeno l'uso dei gas, pur avendo a disposizione documenti e telegrammi che lo testimoniavano inconfutabilmente. Ammettere l'esistenza di un popolo che rifiutava il dominio italiano, come avverte Salerno, equivaleva ad ammettere che la terribile repressione attuata dal governo fascista era diretta a tutto il popolo libico, cioè "riconoscere che in molti casi, forse nella maggioranza dei casi, gli aviatori italiani gettarono le loro bombe su concentramenti di civili e non, invece, su gruppi di soli armati". (1)
Negli anni '70 il presidente libico Muhammar Gheddafi parlava di gravi crimini commessi dall'Italia contro i libici. Quello che raccontava, cioè l'uso dei gas, le uccisioni arbitrarie, il genocidio della popolazione del Gebel e i campi di concentramento, apparvero come esagerazioni. L'Italia non aveva conoscenza dei veri fatti accaduti e conservava ancora le notizie date dalla propaganda, cioè notizie di "lavoro italiano", di miglioramento della situazione delle colonie e di fiere coloniali in cui venivano mostrati soltanto gli aspetti commerciali e superficiali della situazione nelle colonie. Ma alcuni autori, come Eric Salerno, Angelo Del Boca o Giorgio Rochat, fecero studi approfonditi e trovarono telegrammi, documenti e lettere che testimoniavano che in Libia erano avvenuti fatti criminali gravissimi. La "missione civilizzatrice" e le belle immagini del "lavoro italiano" avevano nascosto il genocidio del popolo libico, attuato soprattutto per fare spazio ai coloni italiani.
Per realizzare i suoi obiettivi Mussolini si valse di collaboratori che condivisero con lui completamente i disegni criminali, e a volte lo superarono in crudeltà. Uno di questi fu il Maresciallo Rodolfo Graziani, che nel 1937 attuò in Etiopia una repressione senza limiti di crudeltà. Fu troppo persino per il duce, che volendo migliorare l'immagine del fascismo, decise di sostituirlo con il più mite Duca D'Aosta.
Mussolini si occupò di reprimere definitivamente la lotta partigiana in Libia, e poté sperimentare la potenza dell'Aviazione italiana contro la popolazione inerme, su cui fece gettare una grande quantità di gas mortali.
La propaganda fascista parlava di gruppi fanatici e bande criminali che venivano sconfitti dalla civiltà evoluta dell'Italia, che portava pace e benessere ovunque.
Si arrivò a comandare agli aviatori di bombardare ovunque vedessero qualcosa che si muoveva nei luoghi non soggetti al dominio italiano. Lo scopo era quello di terrorizzare la gente, per indurla alla totale sottomissione. Un altro scopo era quello di studiare attentamente gli effetti dei gas sulla popolazione. Uno dei tanti protagonisti, l'aviatore Vincenzo Biani, nel suo libro "Ali sul deserto", scrisse:

“Gli occhi degli aviatori, raccolta la visione dello spettacolo, riprendevano la fissità scrutatrice della indagine fredda, quando si trattava di guidare di nuovo la propria macchina sul folto della massa nemica.
(...) Una carovana di un centinaio di cammelli, terrorizzati dalle prime esplosioni, si erano allontanati in gran fretta, dondolando sulle groppe i loro carichi malfermi, ma due Romeo, che li avevano visti, volsero da quella parte.
Il primo passo sputando addosso alle bestie una spruzzata di pallottole che nella maggior parte andarono a vuoto, poi l'Arma s'incantò e non volle più saperne di sparare.
Il pilota si arrampicò per aria lasciando libero il campo al compagno che sopraggiungeva, rasente a terra, dalla coda verso la testa della carovana, mettendo a segno un intero caricatore sui fianchi dei cammelli.
Molti stramazzarono a terra, scoprendo i ventri obesi e annaspando nell'aria con le zampe lunghissime, unico mezzo a loro disposizione per dire che erano dispiacenti di morire. Ma nessuno li compianse.
(...) Una volta furono adoperate alcune bombe ad iprite, abbandonate dal tempo di guerra in un vecchio magazzino ed esse produssero un effetto così sorprendente che i bersagliati si precipitarono a depositare le armi”. (2)

Gli appelli delle comunità islamiche a denuncia dei crimini che l'Italia stava attuando non servirono a nulla. Eppure erano appelli chiari e ben documentati. Uno di essi, ad esempio, diceva:

“La gente ha appreso che l'Italia ha diretto ottantamila arabi del Gebel el Akdar e li ha posti nel deserto di Sirte togliendo loro i propri terreni col pretesto di volerli colonizzare per mezzo degli italiani i quali sanno fare meglio degli arabi. Il mondo ha appreso che l'esercito italiano ha occupato Cufra ed ha ucciso una quantità di arabi che difendevano il proprio paese. (...) La storia dell'umanità, anzi la storia dei barbari, non ha mai registrato fin adesso maggiori atrocità né più vili, né più selvagge di quanto hanno fatto, questa volta, gli italiani in Tripolitania e nella Cirenaica.
(...) Gli italiani si sono incamminati verso Cufra preceduti dagli aeroplani i quali incominciarono a lanciare bombe sulle abitazioni uccidendo gran numero di donne, bambini e vecchi. Quando poi gli italiani hanno occupato Cufra estenuando i disgraziati arabi con la superiorità delle loro armi, hanno permesso il massacro in Cufra per la durata di tre giorni nei quali hanno commesso atti a cui nessuno può pensare.
(...) hanno squarciato il ventre delle donne (...). Della popolazione di Cufra furono uccisi in combattimento duecento martiri mentre essi difendevano le loro abitazioni e il loro onore.” (3)

L'Italia del fascismo era un'Italia repressa duramente dalle leggi fasciste, un'Italia che sempre più veniva soggiogata dall'unico punto di vista fascista, nell'incapacità di capire le tante insidie della propaganda. Il re e la Chiesa si mostravano sempre più entusiasti del fascismo e delle sue politiche coloniali.
Il re, grazie a Mussolini, avrà la Corona imperiale, mentre la Chiesa, oltre ai vantaggi dei Patti Lateranensi, avrà la garanzia di vedere tutelati i suoi interessi economici. Il Banco di Roma, come altre banche e imprese, sarà protagonista di prima grandezza nelle vicende coloniali italiane. La spinta delle banche e delle imprese è stata sempre molto forte nell'appoggiare le guerre coloniali, era stato così anche per la guerra italo-turca di conquista della Libia, nel 1911-1912, così sarà anche per la guerra etiopica. Nel mondo capitalistico italiano erano molti i settori, ad esempio quello armatoriale, quello cantieristico o navale, che traevano enormi profitti dalle vicende coloniali.
Caratteristiche proprie del colonialismo fascista furono la massiccia propaganda e la rigida censura, che crearono consensi e nascosero gli aspetti più terribili dei fatti coloniali, impedendo denunce e indignazioni, che furono presenti nel periodo liberale. Nel fascismo la guerra all'Etiopia venne propagandata come una guerra nazionale, che avrebbe permesso all'Italia di salire un primo scalino per riaffermare la sua antica grandezza. Mussolini, attraverso l'aggressione all'Etiopia, tenterà di sollevare le sorti di un paese economicamente distrutto, in cui la gente iniziava ad accorgersi che il fascismo non era dalla parte delle persone comuni, e in cui molti giovani erano disoccupati e annoiati dalle restrizioni del regime. La guerra d'Etiopia permetterà a tutti di sentirsi protagonisti. Scrisse Indro Montanelli:

“Ognuno voleva passare alla Storia come il conquistatore di qualcosa: Starace fece il diavolo a quattro per entrare per primo a Gondàr. E Badoglio ebbe il suo daffare per tenere in freno iniziative spericolate e per dirimere gelosie e rivalità. Per la marcia su Addis Abeba, dopo l'ultima conclusiva battaglia, si dovettero contingentare i posti d'imbarco sugli automezzi della colonna: volevano andarci tutti.
(...) Non era un'altra Italia che nasceva in Abissinia, ma la stessa Italia, coi suoi gerarchi, i suoi uggiosi rituali, la sua jungla di regolamenti contraddittori, le sue clientele, le sue fazioni.” (4)

Non erano pochi quelli che sapevano, ma per molti anni anche i protagonisti della guerra d'Etiopia negarono la crudeltà praticata nelle colonie. Del resto, anche altri crimini del fascismo apparivano inesistenti. Il mondo intero osannò il governo antidemocratico e repressivo del fascismo. Ad esempio, nell'America del 1932, un sondaggio che chiedeva chi è "il più grande uomo del mondo" vide vincitore Mussolini, e il "New York Times" lo definì "l'uomo di Stato più chiaroveggente del momento". Negli anni '30, nessuno più si ricordava o diceva come quel governo era salito al potere.
Il nazifascismo fu uno dei volti del potere capitalistico, un volto che si era espresso così ferocemente, fino a quel momento, soltanto fuori dall'Europa, nelle terre considerate di nessuno, dove si poteva saccheggiare e sfruttare impunemente. Dove i crimini più terribili non venivano nemmeno conosciuti e la vita delle persone non valeva nulla. Lo studioso Ali A. Dawi fa notare come alcune caratteristiche del diritto internazionale hanno permesso che il colonialismo fosse legale:

“Il diritto internazionale tradizionale, di origine europea, è largamente fondato sulla distinzione tra le nazioni civilizzate (europee) e quelle che non lo sono (non-europee). Questo diritto riserva alle prime i benefici del 'diritto pubblico europeo' e consacra il loro diritto di porre le seconde sotto la dominazione coloniale. Inoltre, il diritto internazionale e coloniale non costituiva altro se non delle regole adottate dagli Stati colonialisti per limitare la loro competizione coloniale. D'altro canto, il diritto interno dello Stato colonizzatore non può, evidentemente, arbitrare i propri rapporti con il paese colonizzato. In effetti, questo diritto non è che l'espressione della forza bruta del vincitore”. (5)

Fino a quando una cultura si sentirà superiore alle altre avverrà una sorta di "dualismo morale", che farà coesistere due aspetti contrastanti: quello del rispetto della persona umana e dei suoi diritti nello Stato di Diritto, e quello delle persone appartenenti ad altre terre, considerate inferiori e, quindi, devono sottostare alla volontà degli appartenenti alla cultura che ha formulato il diritto stesso, nella doppia legislazione.
Tutte le potenze europee, anche quelle che si dichiarano democratiche, hanno attuato nelle colonie una crudeltà senza limiti, con la giustificazione della presunta superiorità culturale dell'Europa. Solo per fare qualche esempio, gli inglesi massacrarono i mahdisti del Sudan, i tedeschi gli Herero in Namibia e i belgi i congolesi.
Mussolini, con la guerra d'Etiopia, suscitò indignazione da parte dell'opinione pubblica inglese perché negli anni '30 stava emergendo una nuova sensibilità verso le terre non europee. L'opinione pubblica occidentale induceva a pensare che il periodo coloniale, con i suoi crimini e le terribili repressioni, stesse tramontando. Ma così non sarà, e anche dopo la Seconda guerra mondiale avverranno parecchi massacri contro i popoli che lottavano per la loro libertà. Ricordiamo, ad esempio, i Mau Mau del Kenya, che furono considerati dagli inglesi "feroci e selvaggi terroristi" soltanto perché volevano le loro terre, e furono repressi ferocemente fino alla sconfitta. I Mau Mau, alla fine della guerra, avevano ucciso complessivamente 100 inglesi, mentre questi ultimi avevano massacrato e deportato almeno 130.000 indigeni, praticando torture nei campi di concentramento appositamente creati. Anche in Algeria avvenne un genocidio tra il 1954 e il 1961. I francesi, pur di conservare il dominio sulla colonia, uccisero un milione e mezzo di patrioti algerini.
Le potenze europee furono ambigue e di fatto condiscendenti verso la ferocia coloniale dell'Italia fascista, e dopo la Seconda guerra mondiale i vincitori aiutarono l'Italia a insabbiare i crimini commessi contro l'Etiopia. Non potevano certo permettere che un paese africano istituisse una Norimberga contro un paese europeo, altrimenti quante Norimberga avrebbero potuto essere istituite per i crimini commessi in Africa!
La violenza espressa dal regime fascista era stata accettata e ritenuta utile: il cosiddetto "biennio rosso" aveva terrorizzato l'intera Europa dei privilegi, e aveva spinto le autorità ad accogliere con favore sistemi politici rigidi e autoritari, in cui il potere era concentrato nelle mani di poche persone. Si crearono stretti legami, sin dai primi attacchi squadristi, fra industriali incattiviti dai continui scioperi, imprenditori agricoli e fascisti.

L'appoggio del potere economico capitalistico fu dato a Mussolini, così come a Hitler, e quest'ultimo seguì tutti i passi già fatti dal primo per realizzare un sistema di potere analogo, che permettesse l'egemonia assoluta della classe che deteneva il potere economico-finanziario-industriale. Quando Hitler ebbe il potere, la politica finanziaria ed economica era già tutta stabilita e il führer non la modificò affatto. Il quadro era stato posto dalla Reichsverband, che era l'Associazione degli industriali tedeschi, successivamente diventata Wirtschaftslenkung, "imprese private guidate", ma, al contrario di ciò che si faceva intendere, non era lo Stato a guidare le imprese ma erano le imprese ad avere il potere statale. Queste associazioni non furono create da Hitler, e i programmi finanziari ed economici furono stilati da persone di alto livello nella preparazione finanziaria: da grandi banchieri e da industriali.
Il 14 Febbraio del 1929, papa Pio XI, felice per la firma dei Patti Lateranensi, in un discorso all'Università Cattolica di Milano, così parlava di Mussolini: "Siamo stati nobilmente, abbondantemente assecondati dall'altra parte. E forse occorreva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare".(6)
Mussolini era stato l'uomo della Provvidenza anche per gli industriali, che il 7 Marzo del 1920, al Congresso della Confindustria, approvarono un documento in cui si affermava che: "Il Congresso fa voti per un indirizzo di governo che realizzi la disciplina nel potere. (...) Porti alla direzione dello Stato uomini e metodi nuovi". In Mussolini videro uno di questi "nuovi" uomini. Fin dall'inizio il fascismo fu improntato alla sopraffazione e all'ideologia della prevalenza del più forte. I metodi violenti si imposero prima della Marcia su Roma, e il 28 Ottobre del 1922 il fascismo, come in una grande manifestazione propagandistica, ottenne una legalità che non ebbe mai nella sostanza.
In politica internazionale il fascismo non poteva che abbracciare un nazionalismo ad oltranza, e dopo la proclamazione dell'impero prese inizio un percorso atto a riscattare il malcontento nazionalista del primo dopoguerra. La sete di potere di un esiguo gruppo era insita al fascismo e, insieme al mito della forza, ne rappresentò la caratteristica essenziale.
Con le conquiste africane affiorò in Mussolini lo spettro della mescolanza delle razze e la paura che gli indigeni coloniali potessero pretendere l'uguaglianza con gli italiani. Da queste paure derivò una legislazione volta a rassicurare il duce e i gerarchi fascisti che la superiorità della razza italiana si sarebbe imposta sulla nera, e che le due razze sarebbero state tenute separate e distinte in difesa dell'"orgoglio di razza" del dominante.
Nel periodo liberale l'Italia non era stata meno crudele con gli indigeni coloniali: identica era la sete di conquista, il saccheggio delle ricchezze e lo sfruttamento della manodopera. Tuttavia, il duce attuò un vero e proprio "apartheid", progettato da scienziati di regime che teorizzarono "l'ibridismo" come un pericolo per la supremazia del bianco. Le leggi razziali del fascismo furono approvate a partire dal 1937, e non furono dirette soltanto contro gli ebrei, ma riguardarono soprattutto indigeni e zingari.
Il libro ripercorre, dall'avvento del fascismo fino alla caduta di Mussolini, gli eventi più significativi del colonialismo fascista, attraverso documenti ufficiali, lettere, quotidiani e altre pubblicazioni dell'epoca.
Oggi, dopo più di sessant'anni, il problema del colonialismo italiano è ancora tragicamente aperto. La Libia non ha ottenuto nemmeno che venissero rispettate le minime richieste, cioè che venissero aiutati a sminare i campi riempiti da mine durante la Seconda guerra mondiale, e conoscere il destino delle persone libiche deportate nelle isole italiane di Ponza, Ustica, Favignana e Tremiti, di cui non si è saputo più nulla. Secondo alcune stime le mine terrestri erano circa 10 milioni, molte delle quali hanno già prodotto gravi incidenti, nella maggior parte dei casi a bambini. I libici chiedono all'Italia di risarcire le vittime delle mine e di ottenere le mappe necessarie allo sminamento.
L'Italia non ha mai chiaramente e approfonditamente fatto i conti col passato coloniale, e la perdita di tutte le colonie dopo la Seconda guerra mondiale fece si che quel passato venisse considerato già concluso, senza bisogno di capirlo e di rigettarlo in modo critico e cosciente.
Un sintomo di rimozione immediata senza conoscenza critica è il divieto di proiettare nelle sale italiane il film “Il Leone del deserto”, che rappresenta alcuni tragici episodi della resistenza libica e della lotta di Omar el-Mukhtàr, il capo eroico fatto impiccare da Graziani nel lager di Soluch.
Anche l'inchiesta televisiva “Fascist Legaci” di Ken Kirby e Michael Palumbo sui crimini di guerra italiani in Africa e nei Balcani non è mai apparsa sugli schermi della televisione di Stato, nonostante la Rai-Tv avesse acquistato il filmato diversi anni fa.
Ci chiediamo, con Angelo Del Boca: "A quando i processi postumi ai Badoglio, ai Graziani, ai De Bono, ai Lessona, ai Cortese, ai Maletti e a tutti gli altri responsabili dei genocidi africani rimasti impuniti?"


NOTE

1) Salerno Eric, "Genocidio in Libia", Manifestolibri, Roma 2005, pp. 57-58
2) Salerno Eric, op. cit., pp. 63-64
3) Salerno Eric, op. cit., pp. 39-40
4) Montanelli Indro, Cervi Mario, "L’Italia Littoria", Milano 1979, pp. 347-349.
5) Dawi Alì A., “Alcuni aspetti giuridici della colonizzazione italiana della Libia”, in Angelo Del Boca (a cura di), “Le guerre coloniali del fascismo”, Laterza, Roma-Bari, 1991, p. 361.
6) Chabod Federico, “L’Italia Contemporanea 1918/1948”, Einaudi, Torino 1961.


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mercoledì

OLTRE L’ERA DELL’INGANNO - Verità impietose sulle truffe che soggiogano i popoli



Antonella Randazzo

OLTRE L’ERA DELL’INGANNO
Verità impietose sulle truffe che soggiogano i popoli



Il Premio Nobel Harold Pinter disse: “Ciò che ci circonda è un grande arazzo di menzogne su cui ci nutriamo”.
Negli ultimi anni, sempre più persone si stanno accorgendo dell’esistenza di questo “arazzo di menzogne”. Schiere di politici, giornalisti e pseudo-intellettuali, non bastano più a proteggere “l’arazzo”. Truffe e menzogne stanno emergendo, e da ciò deriva una maggiore consapevolezza.
Il libro “Oltre l’era dell’inganno” ha come obiettivo principale quello di fare il punto sulla consapevolezza raggiunta in tutti i settori importanti dell’esistenza umana: Scienza, Storia, Economia, Finanza, cultura e comunicazione.
Si deve fare il punto di ciò che è stato per andare oltre, per vedere cosa ci si propone per il futuro.
Con un alto livello di consapevolezza si può scegliere di abbracciare una realtà migliore, comprendendo che assumersi la responsabilità della propria esistenza significa indebolire chi della deresponsabilizzazione personale ha fatto la base del suo potere.
Questo libro analizza molti aspetti nei quali la nostra cultura non appare libera, e coloro che vogliono mantenere lo "status quo" hanno bisogno di ingannare per continuare ad esercitare potere.
Lungi dall’essere individui impotenti e passivi come l’attuale sistema ci vorrebbe, si può abbracciare una visione della realtà che vede noi stessi come gli artefici della nostra esistenza, capaci di concepire e creare un’esistenza migliore.
La sfida è quella di concepire sistemi alternativi, per creare un mondo in cui prevalga la pace, e i governi siano guidati da persone oneste e sagge. Dove ci sia un’equa distribuzione delle risorse e dove la giusta informazione sostituisca la menzogna e l’inganno, che finora hanno controllato le nostre vite.



INDICE

INTRODUZIONE....................................................................5


CAPITOLO I - GLI INGANNI MEDIATICI...........................................................................11
Par. I. 1 - I canali mediatici informativi
Par. I. 2 - La televisione e il cinema
Par. I. 3 - I condizionamenti mediatici diretti ai più giovani
Par. I. 4 - La rete Internet
Par. I. 5 - Comunicazione sociale e propaganda
Par. I. 6 -Il condizionamento e la Programmazione Neuro Linguistica.
Par. I. 7 - Altri metodi di controllo


CAPITOLO II - IL SISTEMA POLITICO..........................................................................179
Par II. 1 - Partiti, Sindacati e lavoratori


CAPITOLO III - LE MISTIFICAZIONI STORICHE ..........................................................................................223


CAPITOLO IV - ERRORI E INGANNI DELLE SCIENZE UFFICIALI......................................................................256
Par. IV. 1 - Cos’è che garantisce la conoscenza scientifica?
Par. IV. 2 - La questione del metodo
Par. IV. 3 - Gli scienziati babbei
Par. IV. 4 - La Fisica Quantistica
Par. IV. 5 - Il Big Bang e la fisica delle molte dimensioni
Par. IV. 6 - La Farmacologia
Par. IV. 7 - Medicina e cure alternative
Par. IV. 8 - I crimini della Psichiatria
Par. IV. 9 - La scienza dogmatica e le stranezze
Par. IV. 10 - La Patafisica: il rifiuto creativo della Scienza ufficiale

CAPITOLO V -LE TRUFFE DEL SISTEMA ECONOMICO-FINANZIARIO...............................................................430
Par. V. 1 - Il falso capitalismo
Par. V. 2 - Le corporation transnazionali
Par. V. 3 - Il sistema finanziario e il Signoraggio
Par. V. 4 - Controllo dell'economia e Borsa
Par. V. 5 - Mercato monetario e Borsa
Par. V. 6 - Banche occidentali e banca islamica
Par. V. 7 - Proposte per nuovi sistemi finanziari

BIBLIOGRAFIA..............................................................566




INTRODUZIONE

Quando veniamo al mondo troviamo una realtà già costituita nei minimi dettagli: apprendiamo come vestirci, cosa mangiare, come salutare, come relazionarci agli altri, ecc. Crescendo, non ci accorgiamo neppure che dall'esterno ci giunge una serie di imposizioni su una quantità enorme di comportamenti. Ci adattiamo a tutti gli aspetti formali della realtà, e ad essi conformiamo la nostra mente.
Alcune convenzioni semplificano la vita, e tanto maggiore è la loro uniformità, tanto minore sarà lo sforzo individuale di assumersi responsabilità e di spiegare le proprie scelte agli altri. Tuttavia, esistono aspetti della realtà che dovrebbero implicare un'assunzione di responsabilità da parte dei singoli individui. Ad esempio, la scelta del sistema finanziario più adeguato o dell'assetto politico. Di fatto tali scelte non sono compiute consapevolmente dagli individui, ma preesistono a loro. Non è dato ai cittadini comuni, anche di maggiore età, di assumere decisioni su questi aspetti importanti della realtà. Molti credono che non sia così così perché si illudono che andando a votare esercitano potere politico, ma in realtà i candidati sono scelti dai Partiti.
Il punto è: chi decide per noi? Chi ha interesse a mantenere un determinato assetto? In che modo tale assetto viene mantenuto invariato nei suoi aspetti fondamentali? Perché la situazione attuale del pianeta vede la maggior parte delle persone vivere in miseria o in preda a gravi problemi economici e risulta comunque difficile abbattere un sistema così iniquo?
Questo libro analizza tali questioni, individuando molti aspetti nei quali la nostra cultura appare controllata da gruppi di potere, che hanno interesse a mantenere lo "status quo", e dunque hanno bisogno di ingannare per continuare ad esercitare potere. Questo vuol dire che il sistema attuale è basato sull'inganno. L'inganno riguarda quasi tutti i settori dello scibile, nei quali vengono prodotte conoscenze che determinano persino le credenze che abbiamo su noi stessi.
In molti settori, compresi quello scientifico e storico, ci vengono date conoscenze talvolta inesatte, mistificate o addirittura false, per indurci a credere che il sistema attuale sia accettabile, oppure per condizionare le menti a tal punto da eliminare le risposte indesiderate.
La Scienza ufficiale sembra essere una fonte esatta e imprescindibile di conoscenza, dalla quale trarre importanti informazioni su ciò che siamo, su come dobbiamo comportarci o curarci.
In realtà viviamo in un mondo che ci è sostanzialmente sconosciuto. Il nostro stesso cervello ci è sconosciuto. Non sappiamo, ad esempio, come il corpo calloso armonizzi i due emisferi cerebrali, né come le singole funzioni cognitive siano collegate alle zone del cervello neomammifero.
La Scienza ufficiale parla di “materia”, ma non è in grado di definire con esattezza tale realtà (1), che dovrebbe stare alla base della conoscenza del mondo fisico. La Fisica dei Quanti ci dice che la “materia”, così come viene intesa dalla Fisica tradizionale, non esiste, essendo l'universo caratterizzato dalla mancanza di solidità. Gli atomi, da cui dovrebbe derivare la realtà fisica, non sono solidi, ma quasi totalmente vuoti. Come alcuni scienziati precisano, “se un atomo avesse le dimensioni di una cattedrale, il nucleo sarebbe grande all'incirca come una monetina da dieci centesimi. In ordine a ciò si potrebbe dire che il vuoto può essere pieno e il pieno vuoto” (2).
All’interno della biotecnologia, si ignorano gli aspetti del cosiddetto “DNA spazzatura”, come l’intuito, la coscienza, l’empatia, la creazione artistica e il libero impulso dell’anima. L'essere umano risulta appiattito dalla sicurezza che egli sarebbe soltanto quel 5% di DNA, mentre, ovviamente, egli è molto di più, in quanto anche se non conosciuti dalla scienza, gli aspetti di quel 95% del DNA determinano la sua realtà.
Dunque, sappiamo pochissimo della realtà naturale e umana, tuttavia siamo indotti a credere che l'uomo ha raggiunto proprio in questi ultimi anni una notevole conoscenza.
Nonostante le sicurezze sulla realtà dovrebbero essere scarse, su questo pianeta la maggior parte delle persone possiede una certa sicurezza su ciò che va considerato "realtà". Miliardi di persone danno per scontati molti aspetti che hanno "ereditato" come veri dai loro genitori, che a loro volta li hanno ereditati dalla loro famiglia. Noi tutti siamo indotti ad abbracciare una determinata realtà perché l'abbiamo appresa dalla nascita. Metterla in discussione è difficile, e pochi lo fanno.
Non si tratta di una questione di mediocrità, ma piuttosto di credulità, di abitudine o di comodità. Moltissime persone si fidano delle religioni o di altre ideologie, credendo che attraverso di esse potranno capire la realtà e vivere meglio. Ma chi ha creato queste ideologie? Chi “costruisce” la realtà che miliardi di persone assumono come vera? Se sappiamo così poco della realtà, su cosa dovremmo costruire la nostra immagine del mondo?
Si punta a convincerci, in modo spesso affascinante, che la tecnologia possa di per sé offrire un importante segno di progresso dell'uomo contemporaneo. Allo stesso tempo però l'uomo di oggi sa ben poco della realtà in cui vive, egli ignora persino le vere caratteristiche del sistema finanziario, della realtà fisica o quantistica.
Nel mondo contemporaneo, siamo stimolati a credere ad una nostra presunta superiorità rispetto agli esseri umani del passato, ma allo stesso tempo siamo indotti ad accettare passivamente aspetti della realtà fondamentali per la nostra esistenza. Le nostre capacità cognitive sono sempre più appiattite dallo schermo TV e da una realtà già data, davanti alla quale diventiamo sempre più passivi.
Ogni generazione viene convinta di vivere in un periodo "speciale", come se il passato fosse peggiore rispetto al presente, e come se gli sviluppi scientifici o tecnologici potessero garantire una maggiore felicità o una maggiore evoluzione degli individui.
Gli ultimi secoli sono stati indicati come "speciali" dal gruppo dominante: l'Illuminismo nel Settecento voleva convincere che l'umanità fosse entrata nella fase della “ragione”, spazzando via la superstizione o l'irrazionalità; nel secolo successivo, il Positivismo convinse molti a credere nell'infallibilità della Scienza ufficiale, ed alcuni scienziati, ad oggi, fanno assurgere il campo scientifico ad unica fonte di conoscenza.
Nella convinzione di essere i protagonisti e artefici della tecnologia, ne diventiamo i passivi fruitori e le vittime.
Questo libro dimostra che la comodità di non essere responsabili di decidere per gli aspetti importanti dell'esistenza è come un boomerang, che ci colpisce inesorabilmente prima o poi.
Molte persone credono che l'economia abbia leggi “naturali” che le proteggono, ma in realtà anch'essa, come risulta evidente, non ha come obiettivo principale la sicurezza e il benessere dei popoli. L'inganno, dunque, si articola su ogni settore dell'esistenza umana, anche su quello economico e finanziario, anzi, proprio da questi settori nasce la maggiore truffa che i popoli subiscono da secoli.
Il sistema economico-finanziario attuale è basato sull’ignoranza dei popoli circa le sue vere caratteristiche, che saranno ampiamente spiegate in questo libro. Fenomeni come la concentrazione del potere mediatico, il Signoraggio, la mistificazione della Storia e gli inganni della Scienza, saranno chiariti e opportunamente argomentati. Si capirà come mai i popoli, pur dando gran parte dei propri guadagni per pagare il debito pubblico, si ritrovano più indebitati di prima. Si capirà come mai i programmi televisivi sono sempre più simili in tutto il mondo, e le notizie dei Tg sempre più stereotipate e appiattite.
La tesi ampiamente provata da questo libro è che il sistema attuale non è un sistema libero e democratico come molti credono, e ciò diventa evidente quando ci si rende conto di vivere in un sistema che non soltanto non rispetta i diritti degli individui, ma cerca di imporre un ordine precostituito, nel quale ogni essere umano dovrebbe diventare come un semplice burattino, piegato passivamente a ciò che un gruppo ristretto di persone decide. Tuttavia, i popoli vengono convinti di vivere in una "democrazia".
Sembrerebbe uno scenario assurdo, ma questa realtà appare chiara, e persino evidente, quando si inizia a perdere la disponibilità a credere di vivere in un sistema voluto da tutti, o l'unico possibile poiché dovuto alla “natura” umana. Queste stesse convinzioni sono frutto del condizionamento, anzi, ne rappresentano il risultato più importante.
La prova dell'esistenza di questa situazione è nell'analisi che questo libro fa dei settori più importanti della realtà in cui viviamo: i mass media, la Scienza, la Storia, l'Economia e la Finanza. In ognuno di questi settori è possibile individuare una serie di inganni e truffe contro i cittadini comuni. Si tratta di far credere ciò che non è, propugnando un consenso e un'accondiscendenza che altrimenti non si avrebbe.
L'inganno, come questo libro prova, è talvolta grossolano e basato sul potere di manipolare le informazioni dei media. La gente è spinta a credere a ciò che non è, oppure ad accettare realtà facsimili o mistificate. E' su questo inganno che si basa l'intera civiltà occidentale, spacciata per “democratica” ma profondamente fascista. Come disse Gandhi: “La democrazia occidentale nelle sue attuali caratteristiche, è una forma diluita di nazismo o fascismo. Al più è un paravento per mascherare le tendenze naziste e fasciste dell'imperialismo” (3).
Analizzando la realtà storica è possibile capire che negli ultimi secoli il potere si è via via concentrato nelle mani di un gruppo di famiglie, che si sono arricchite grazie al sistema finanziario, alle guerre e al controllo politico. Tale potere è stato trasmesso per eredità e rafforzato anche ai nostri giorni, attraverso il controllo della politica, della conoscenza e dei media.
Abbiamo una mondo in cui gli esseri umani vivono con opportunità e condizioni diverse. Alcuni vivono nel cosiddetto Terzo Mondo, in condizioni di estrema miseria, subendo guerre e dittature feroci, mentre altri vivono in abitazioni lussuose e mangiano cibi di prima qualità. Dunque chi ha creato la realtà attuale si cura di mantenere privilegi e ricchezza in alcuni ambienti, e di fomentare guerre e creare povertà in altri. La felicità umana dipenderebbe dunque dalla zona geografica in cui si nasce o dalla famiglia di origine. Tale assetto è favorevole solo ad una percentuale minima della popolazione mondiale, pari a circa il 10% della popolazione. Ma perché la stragrande maggioranza degli abitanti la accetta o non ha abbastanza forza per abbattere tale sistema?
Questo libro risponde a questa domanda, spiegando accuratamente gli inganni che servono a mantenere il sistema attuale e a farlo apparire come l'unica realtà possibile. Si tratta di inganni che riguardano i principali canali utilizzati per la “costruzione” della realtà: i mass media, la Scienza, la Storia, l'Economia e la Politica.
Per liberarsi dall'inganno e costruire un'altra realtà è necessario guardare il mondo con occhi diversi dal solito, uscendo dal condizionamento. Si rimane prigionieri quando si è disposti a credere di non esserlo, pur non avendo attuato quei processi di autoconsapevolezza necessari ad uscirne. E' proprio su questo che trae forza l'inganno: sulla disponibilità a credere che si possa facilmente e senza contributo personale costruire un futuro migliore e rispettoso dei diritti umani. Ciò non sarà mai possibile poiché la crescità è stata sempre, e sempre sarà, un frutto del senso di responsabilità, e dell’impegno, che iniziano proprio dal voler comprendere la realtà attuale, con coraggio e animo sincero.


NOTE

1) A questo proposito si veda: Penrose Roger, "La strada che porta alla realtà. Le leggi fondamentali dell’universo", Rizzoli, Milano 2004 e Greene Brian, "La trama del cosmo", Einaudi, Torino 2004.
2) Barrow John D., "Da zero a infinito. La grande storia del nulla", Mondadori, Milano 2005.
3) Gandhi Mohandas K., "Teoria e pratica della nonviolenza", Einaudi, Torino 1996, pp. 140-141.



ALCUNI ARGOMENTI TRATTATI NEL LIBRO:
- Significato e poteri della Scienza ufficiale.
- Falsità scientifiche e storiche.
- Caratteristiche della Borsa e dell’Alta Finanza.
- Storia della Borsa e del modello finanziario attuale.
- Tecniche di persuasione mediatiche e politiche.
- Significato e scopo della politica e dei sindacati attuali.
- Strumenti di mistificazione applicati in diversi settori mediatici.
- Proposte concrete per cambiare l’assetto finanziario attuale.
- Come la consapevolezza può produrre frutti nella realtà.


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domenica

DAL FASCIO ALLO SFASCIO Conoscere l’Italia per sapere cosa sta accadendo



Antonella Randazzo

DAL FASCIO ALLO SFASCIO
Conoscere l’Italia per sapere cosa sta accadendo


Le parole ricorrenti sui giornali stranieri che puntano l’attenzione sull’Italia non sono affatto lusinghiere: c’è chi scrive “Berlusconi buffone”, chi parla di un pericolo “bancarotta dello Stato” , e chi invoca il “salvataggio”.
Cosa sta accadendo in Italia?
Perché ci troviamo così bersagliati?
Perché gli italiani sono sempre più poveri?
Perché l'Italia dovrebbe svendersi ai cinesi?

Questo libro nasce per capire meglio la situazione in cui ci troviamo, e soprattutto per far emergere i modi possibili per uscire dalla situazione attuale.

Per affrontare una situazione bisogna prima capirla bene. Per dirla con il giornalista e scrittore Domenico Bartoli: “Faccia piacere o no… nella Storia bisogna restare… Così facendo più facilmente capiremo perché dal regime soffocante del fascio siamo alla confusione… dello sfascio”.

Il libro considera la migliore produzione editoriale sulla Storia d’Italia, mirando a dare una panoramica chiara e semplice di quello che gli italiani hanno vissuto dall’avvento del fascismo fino all’epoca attuale, dal punto di vista sociale, politico, economico e finanziario.
L’obiettivo è quello di andare oltre la propaganda, trovando gli elementi che determinano i fatti dei nostri giorni e i potenziali per uscirne.



INDICE


INTRODUZIONE....................................................................7

CAPITOLO I - COME FU IMPOSTO IL FASCISMO ……....13
Par. I. 1 - Gli italiani e il fascismo
Par. I. 2 - Il culto della personalità
Par. I. 3 - Antifascismo vero e falso
Par. I. 4 - La Seconda guerra mondiale
Par. I. 5 - Resistenza e occupazione

CAPITOLO II – IL DOPOGUERRA ….................................99
Par. II. 1 - Il limite allo sviluppo
Par. II. 2 - Enrico Mattei

CAPITOLO III – GLI ANNI DELLA CONTESTAZIONE ..133
Par. III. 1 – Pace e guerra
Par. III. 2 – Sessantotto e oltre

CAPITOLO IV – LA GLOBALIZZAZIONE E
L’ECONOMIA ITALIANA ..….............................................179
Par. IV. 1 – La guerra di Oriana
Par. IV. 2 – Il berlusconismo
Par. IV. 3 – Economia e Finanza
Par. IV. 4 – Cause dei problemi italiani
Par. IV. 5 – Cos’è il Debito Pubblico
Par. IV. 6 – Gli italiani e la situazione economica

CAPITOLO V– L’ITALIA DEL NUOVO MILLENNIO ..…273
Par. V. 1 – Italiani in divenire
Par. V. 2 – Il Gruppo sociale
Par. V. 3 – Chi può cambiare l’Italia?
Par. V. 4 – Il nuovo Risorgimento italiano

BIBLIOGRAFIA.................................................................355



INTRODUZIONE


Molti giornali esteri ci descrivono come un Paese in grave declino, con problemi gravissimi. Scrive Charlotte Jacquemart sul giornale svizzero "Neue Zürcher Zeitung": “L’Italia soffre la penale Berlusconi”. Il giornale spagnolo "El País" scrive: “Berlusconi si è trasformato in un populista senza popolo e non c’è nulla di più patetico né di più dannoso”. Aggiunge il giornale brasiliano "Monitor Mercantil": “L’unificazione italiana, vecchia di più di un secolo e mezzo, è un esempio caratteristico di come l’unificazione monetaria ed economica, insieme all’unificazione politica di una regione specifica, invece di sfociare nell’eliminazione delle disuguaglianze nei territori lontani dal centro, possano aumentarle e portarle a un punto di massima esasperazione… In Italia non è solo Berlusconi ad essere in crisi, ma la stessa Seconda Repubblica nata dalle ceneri della Prima, all’inizio degli anni ‘90, e dopo la decadenza della Democrazia Cristiana.”
Si legge sul giornale svizzero "Basler Zeitung": “Il miracolo Berlusconi è finito. Le possibilità che possa sopravvivere alle prossime elezioni politiche sono davvero scarse… Molti italiani sicuramente ne hanno abbastanza degli scandali… L’Italia certo in confronto è uscita bene dalla crisi, e gli italiani sono degli attenti risparmiatori, ma notano che ora non si va avanti”.
La pubblicazione brasiliana "Diário Comércio, Indústria & Serviços" si avventa contro il nostro Paese parlando di “Farsa italiana”. E addirittura, l’economista della New York university, Nouriel Rondini scrive: “In Giappone si rischia di avere presto il sesto premier in soli 5 anni in termini di instabilità politica, peggio dell’Italia degli anni 1960-70! Con l’aggravante che lì c’è un buffone come Silvio Berlusconi.”
Ma qual è la vera situazione del nostro Paese, e come hanno influito i fatti accaduti quest’anno?

Questo libro nasce per capire la situazione dell’Italia nelle sue caratteristiche che la accomunano ad altri Paesi europei e negli aspetti particolari italiani.
Partiamo da un periodo assai importante della nostra Storia, che anche oggi può farci capire molto dell’Italia. Per dirla col giornalista e scrittore Domenico Bartoli: “Faccia piacere o no… nella Storia bisogna restare… Così facendo più facilmente capiremo perché dal regime soffocante del fascio siamo alla confusione… dello sfascio” (1).

I muri maestri della Finanziaria non possono essere toccati. Affrontiamo una situazione che non si era verificata negli ultimi 25 anni. Il risultato è notevole e la maggioranza può rivendicarne la piena paternità... So che vengono mosse delle critiche a questa Finanziaria. Dicono che bastavano 15 miliardi, ma sarebbero stati solo per il risanamento. Che è fatta solo di tasse, e invece i tagli ci sono. Che mancano le riforme, ma è difficile farle con la finanziaria. La strada delle riforme va programmata e non sarà indolore. Dicono anche che la Finanziaria punisce l'impresa ma questa ne è invece l'unica beneficiaria. Che non ha una missione, ma spetta a noi indicarla sapendo che il problema non è evitare l' uscita dall'Ue ma di spiegare che qui lavoriamo per un paese con orizzonte più alto. (2)


Chi ha detto queste parole? Berlusconi da recente? No, Tommaso Padoa-Schioppa nel 2006, quando era ministro dell'Economia del secondo Governo Prodi.
Bisogna capire perché da anni le nostre autorità ci ripetono sempre le stesse cose, come una litania.
Ci viene chiesto un sacrificio con la promessa di un miglioramento, ma passano gli anni e siamo sempre al punto di prima, anzi le cose peggiorano. Siamo arrivati a ben due manovre nell’arco di soli due mesi, una di oltre 54 miliardi, dopo i circa 47 miliardi della manovra di luglio.
Chi incassa tutti questi miliardi?
Perché da tempo ormai le nostre autorità non parlano di sviluppo economico e di occupazione?
Perché molte aziende falliscono o si trovano in serie difficoltà e il governo non fa nulla?
Perché cresce il precariato e la disoccupazione ma il governo non da’ a questi problemi il peso che dovrebbero avere?
Negli ultimi tempi i mass media hanno seminato ansia e insicurezza gridando alla “crisi”.
Ma qual è la causa di questa “crisi” e di tanto allarmismo?

Questo libro racconta la Storia d’Italia come mai è stata raccontata, per poter mettere in chiaro le caratteristiche peculiari del nostro Paese, la situazione degli ultimi anni, e i potenziali per uscire dal pantano in cui oggi l’Italia si trova.
Quest’anno le nostre autorità hanno organizzato la festa del 150° anniversario dell’Unità.
Che significato hanno avuto questi festeggiamenti?

Bartoli, si stupì nel vedere un’insegna che diceva “Gelati all’italiana”. Egli notò che il termine “all’italiana” da tempo è utilizzato in modo ironico e dispregiativo, come si può capire da un titolo dato ad un film divertente del 1961, "Divorzio all’italiana".
Fare “all’italiana” è stato inteso come fare in modo approssimativo, confuso, disordinato, furbesco e poco onesto. Mentre molti francesi e inglesi non difettano in sciovinismo, e lo slogan più diffuso tra gli americani è “ti meriti l’America!”, diversi autori, riguardo agli italiani, parlano di “patriottismo capovolto”.
Gli italiani sarebbero più orientati a trovare i difetti della propria nazione piuttosto che i pregi. A testimonianza di questo ci sono gli usi del linguaggio comune, come osserva Bartoli:

“Espressioni come ‘genio italico’, ‘patria del diritto’, ‘primato italiano’, eccetera, hanno rovesciato esattamente il loro significato: prima esaltavano, ora deridono il sentimento nazionale. Non che manchino i motivi, i fatti, gli episodi, i personaggi per arricchire e popolare la tragica e grottesca epopea. Il nuovo pantheon che i patrioti capovolti hanno edificato per il loro culto è pieno di figure e di motti, e celebra date memorabili e imprese leggendarie. Anzi, è così denso di avvenimenti e di eroi che i suoi temi possono passare dalla descrizione entusiastica delle vergogne militari a quella della corruzione civile, alternando sapientemente il racconto della viltà degli italiani (vera o immaginaria) alla dimostrazione della loro incapacità di governarsi e a lasciarsi governare. Gesta Dei per italos. Questo modo di ragionare è diffuso, dove più dove meno, in ogni ceto, partito o gruppo perché ognuno trova qualche motivo di protesta e di risentimento contro la comunità nazionale… Da tutte le parti dello schieramento politico, così, le critiche più aspre, le denunce più insultanti, convergono nell’attacco contro l’astrazione chiamata Italia. ‘Questo Paese!’, ‘Che Paese!’ esclamano i critici, i denunciatori come se non fosse il loro Paese. De Grulle parlava della sua patria come di una persona viva e sacra: Notre dame la France. Per molti di noi, invece, l’Italia è diventata un diavolo, sia pure bonario il più delle volte. Le accuse muovono da punti di vista diversi, e diversi sono i fatti contestati, ma la violenza delle espressioni è pressappoco la stessa. L’unanimità si fa nella condanna senza scampo dell’Italia, cioè di noi stessi. La strana concordia nazionale sorge da stati d’animo e interessi contrastanti, ed è in realtà lo specchio delle nostre insanabili divisioni. Da essa non viene una manifestazione di solidarietà sia pure perversa: ne deriva un’altra serie di motivi di profonda lacerazione, attenuati soltanto dallo scetticismo alla fine trionfante in tutti e su tutto… Sostengo… che il tono del pessimismo trionfante è spesso eccessivo e odioso, e che, se si vuole salvare l’Italia, bisogna, prima o poi, rovesciare questa tendenza distruttiva.”(3)


Se questa considerazione è vera, occorre capire da cosa deriva e come influisce sui fatti del nostro Paese la tendenza italiana al pessimismo e ad avere uno scarso orgoglio italiano. Di certo ci sono parecchi giornalisti e pseudo-intellettuali che hanno sfruttato questa tendenza italiana per attirare l’attenzione e convincere. Nel panorama dei giornalisti e scrittori non è difficile trovare chi particolarizza la situazione italiana, la riduce alle beghe politiche e ad un gruppo di corrotti e mafiosi, di cui denuncia le malefatte, convinti che altri paesi, persino l’Albania, siano migliori del nostro. Non meno rari sono quelli (politici, giornalisti o scrittori) che vorrebbero risolvere i problemi italiani con le loro frasi dette senza approfondire la complessa situazione: “bisogna che ci sia un ricambio della classe politica”, “il cittadino deve essere attivo”, o “la classe politica è debole”, “siamo colpiti perché non c’è dialogo politico”, oppure "Serve un governo tecnico", ecc.
In questo libro si parla anche di come i problemi italiani vengono intesi dalle autorità, e di quello che i mass media non dicono, lasciando incomprensibili alcuni fatti importanti.
La domanda principale è: Perché uno dei paesi più belli del mondo, con un patrimonio storico, artistico, e paesaggistico che non ha eguali, è sempre più sceso in graduatoria persino nel settore del turismo?
E che dire del settore della moda, in cui l’Italia ha sempre primeggiato?
Perché l’imprenditoria italiana si trova così in difficoltà?
Cosa sta accadendo all’Italia?
Serve ancora chiedere, come fanno alcuni, un “ricambio della classe politica” o un “governo forte”?

Se approfondiamo, notiamo che c’è un settore che non soltanto non ha crisi, ma ha avuto un incremento enorme: da circa 14 miliardi del 2001 è salito a oltre 60 miliardi del 2010.(4) Si tratta del mercato italiano del gioco d’azzardo. Negli ultimi anni i giochi numerici (SuperEnalotto e WinForLife) hanno incrementato le entrate miliardarie, come tanti altri giochi.
Cosa sta succedendo per indurre milioni di italiani a credere che soltanto la strada della “fortuna” possa dare loro il benessere economico?
Cosa si sta vivendo oggi in Italia?
Quando la nostra attenzione va al passato, e vediamo le folle che osannavano Mussolini ci chiediamo: com’è stato possibile? Com’era possibile acclamare persino un annuncio di guerra?
Com’era possibile non accorgersi di quello che stava realmente accadendo?
Come potevano gli italiani dell’epoca essere così ignari e obbedienti al regime?
Il libro spiega come fu possibile tutto questo, provando che è più facile capire il passato che il presente, dovendo, nel caso in cui gli eventi riguardano le nostre vite, avere a che fare con la nostra situazione emotiva ed esistenziale.
Ogni popolo si trova in un contesto sociale, culturale, mediatico e politico, e dall’esterno riceve determinate informazioni e stimoli. E’ questo contesto ad avere potere nel determinare la comprensione degli eventi che accadono, inducendo a far propri determinati significati avallati dal mainstream e dalle autorità, o ad andare oltre.
Più un sistema è corrotto, più le autorità che giustificano e avallano quel sistema avranno bisogno di produrre significati divergenti dalla verità, producendo una serie di menzogne che hanno lo scopo di proteggere quel sistema.
Le domande che emergono sono: Quanti cittadini ad oggi sono spinti ad accettare ciò che non dovrebbero accettare? Quanti hanno il coraggio di ragionare in modo autonomo rispetto alle fonti ufficiali? Quanti sono disposti ad applaudire quel politico che appare autorevole, senza approfondire a chi realmente è asservito?
Il libro considera la specificità della situazione italiana, analizzando fatti storici e sociali, che permettono di chiarire eventi e scelte che determinano la situazione italiana dei nostri giorni.
I fautori del Risorgimento dicevano che bisognava “fare gli italiani”, dopo si è parlato di “fare l’Europa”, ad intendere quell’unità economica e finanziaria che oggi più che mai appare fragile, quando non pericolosa e inquietante.
Il libro analizza anche tutti i passaggi importanti che hanno condotto ad aderire all’Unione Europea, e le conseguenze che si ebbero. Mettendo a fuoco i fatti finanziari, economici, e politici più importanti vissuti dagli italiani negli ultimi decenni, è possibile capire appieno il significato della “crisi” degli ultimi anni, e soprattutto cosa sta accadendo nella società civile, e cosa potrà accadere in un futuro assai prossimo.


NOTE

1) Bartoli Domenico, "Gli anni della tempesta. Alle radici del malessere italiano", Editoriale Nuova, Milano 1981, p. 41.
2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/10/29/offensiva-di-fassino-rutelli-piu-riforme.html
3) Bartoli Domenico, "Gli anni della tempesta. Alle radici del malessere italiano", op. cit., pp. 90-91.
4) Fonte: Quotidiano.net


ALCUNE DOMANDE A CUI IL LIBRO RISPONDE

- Come fu imposta l’ideologia fascista?
- Che tipo di società si ebbe in seno al fascismo?.
- Quali fatti importanti della Seconda guerra mondiale non sono stati detti?
- Cosa possono imparare gli italiani di oggi dalla conoscenza del periodo del fascismo?
- Chi erano realmente gli antifascisti?
- Quali furono le caratteristiche del dopoguerra dal punto di vista politico, economico e finanziario?
- Quali furono i fatti significativi della Resistenza?
- Quali sono i rapporti dell’Italia con l’Europa e il resto del mondo?
- Cos’è la Globalizzazione?
- Cos’è il neoliberismo?
- Quali sono i prodotti finanziari più diffusi e come incidono sull’economia?
- Quali sono gli avvenimenti più importanti degli anni Ottanta e Novanta?
- Quali sono le caratteristiche più importanti dell’Italia del nuovo millennio?
- Che effetti sta producendo la crisi del 2011 nel nostro Paese?
- Quali sono i potenziali degli italiani?
- Chi incassa il debito pubblico?
- Come agiscono e quali sono i Movimenti, i Partiti e le Associazioni che si sono formati in Italia negli ultimi anni?
- Che progetti di cambiamento politico, economico e finanziario esistono?



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martedì

DISSIMULAZIONI MASSONICHE

COSA SONO E COME OPERANO LE RETI MASSONICHE DAL XVIII SECOLO AI NOSTRI GIORNI

Di Antonella Randazzo



Nell’Ottocento, il popolo italiano capiva che i politici e la Corona erano controllati dalla massoneria, e provava disagio per questo. Lo studioso Matteo S. Giordano spiegava: “Chi volesse pigliarsi il fastidio di leggere tutti i discorsi della Corona, fatti in Italia dal 1860 sin’oggi, troverebbe che i Ministri de’ diversi partiti, succedutisi in ogni tempo, han mai permesso che in quella solenne ricorrenza fosse profferita la parola di Dio; e alla Provvidenza han fatto sostituire il caso e la fortuna della stella d’Italia (a cinque punte! Mi spiego?), alla fede in Lui quell’altra nel progresso della scienza e nell’avvenire della patria”.

Cos’è davvero la massoneria e che ruolo ha oggi? Per quale motivo, nel corso dei secoli, è diventata il tabù dei tabù?
E’ davvero così poco importante per la nostra vita quotidiana come sembra?
Come mai nelle maggiori indagini della magistratura emergono gruppi di affiliati massoni che agiscono in modo truffaldino o criminale? Perché molti mafiosi sono affiliati alla massoneria?
Sono stati scritti moltissimi libri sulla massoneria, ma nessun libro, prima di questo, ha spiegato con chiarezza il ruolo delle reti massoniche nel sistema di potere attuale.
In questo libro emerge una sorta di “schizofrenia” del fenomeno massonico. La massoneria è stata raccontata come “tutto” e il contrario di “tutto”. Ovvero essa è stata descritta con categorie antitetiche: democratica e istituita per controllare; spirituale e satanica; militaristica e orientata alla libertà; tollerante e piena di pregiudizi verso le donne e i neri; ideologicamente neutrale e con un corpo ideologico rigido; orientata alla fratellanza universale e motivata alle guerre, ecc.
Dall’analisi storica e sociologica degli ultimi secoli, emerge il senso di questa rete di potere e controllo, si comprende chi la capeggia e gli effetti che produce nella realtà. Il testo percorre le fasi storiche più importanti della massoneria, facendo luce su come i più importanti fatti storici, economici e finanziari siano strettamente legati a questo fenomeno.
Il libro tratta anche gli aspetti psicologici, antropologici e sociologici del fenomeno, non trascurando il contesto in cui le varie massonerie sono nate e si sono sviluppate.



INDICE

INTRODUZIONE................................................................5

CAPITOLO I - Le dissimulazioni massoniche ……............23
Par. I - Il B’nai B’rith
Par. II - L’Ordine dei Templari
Par. III - Società massoniche dichiaratamente violente e razziste
Par. IV - Massoneria anglo-americana oggi

CAPITOLO II - Massoneria in Italia ….........................102
Par. I – Risorgimento massonico insanguinato
Par. II - La Loggia Propaganda
Par. III - Massoneria e finanza
Par. IV- L'Istituto per le Opere di Religione (IOR)
Par. V - Allusioni nei mass media

CAPITOLO III – Oltre la dissimulazione ..…................183
Par. I – Un altro percorso iniziatico
Par. II - I Rosacroce
Par. III – I pochi e i molti
Par. IV - Simbologia Massonica
Par. V - Massoneria e satanismo

CAPITOLO IV – Gli adepti .………….............................245
Par. I - Reclutamento per lavaggio del cervello
Par. II – Gli adepti all’Opus Dei
Par. III – Paura, infelicità e potere

CAPITOLO V – Demolire le reti massoniche...............289
Par. I - La loggia Propaganda Due e la Commissione Anselmi
Par. II - Mafia, Massoneria e Servizi Segreti
Par. III - Sconfiggere le reti massoniche

BIBLIOGRAFIA...........................................................351




INTRODUZIONE

Moltissimi libri sono stati scritti sulla massoneria, specialmente negli ultimi tre secoli. Nella maggior parte dei casi si tratta di libri scritti da massoni allo scopo di dare un’immagine prestigiosa e positiva dell’organizzazione. Molti altri libri sono stati scritti da cattolici e non, per far emergere volti meno rispettabili delle associazioni massoniche.
Questo libro non può essere posto né nella prima categoria né nella seconda, dato che non è né pro-massoneria né anti-massoneria. Ci è sembrato riduttivo e parziale partire da un presupposto propagandistico oppure oppositivo. Il nostro intento era quello di portare alla luce quello che la massoneria risulta essere dal punto di vista storico e sociale. La ricerca storica dovrebbe semplicemente considerare i fatti storici connessi all’argomento, senza alcun interesse a modificare fatti e testimonianze per apologizzare o avversare.
Anche se sono stati scritti moltissimi libri sulla massoneria, ad oggi rimane un argomento non chiaro, valutato come “strano”, non univoco e confuso.
Coscienti del retroterra di confusione, mistificazione e scetticismo che ha accompagnato tale argomento, abbiamo cercato di fare chiarezza consultando testi di vari autori, massoni e non.
L’opinione comune vede questo tema come “esotico”, “bizzarro” e non rilevante al fine di comprendere la realtà in cui si vive.
La stessa ricerca dei materiali è problematica: non è possibile accedere direttamente agli archivi se non si è “accademici accreditati”, e dunque dall’ambiente massonico e dai suoi archivi vengono esclusi tutti coloro che non sono adepti o che non hanno alcun incarico accademico rilevante.
Considerando la letteratura sulla massoneria, quello che salta all’occhio è che, anche le pubblicazioni più precise, dettagliate e complete, glissano su alcuni argomenti, o non li trattano in modo così chiaro e completo come trattano altri aspetti. Ad esempio, uno degli argomenti poco toccati e chiariti è quello dei vertici massonici, ovvero del controllo delle logge massoniche da parte di chi ha creato la massoneria e la diffonde. Un altro argomento è quello del culto luciferino, testimoniato da non pochi massoni o ex massoni, e documentabile attraverso varie simbologie, riti e comportamenti massonici.
Un problema che emerge nello studio della massoneria riguarda una sorta di “schizofrenia”. Addentrandosi nella ricerca si capisce che la massoneria è stata raccontata come “tutto” e il contrario di “tutto”. Ovvero essa è stata descritta con categorie antitetiche: democratica e istituita per controllare; spirituale e satanica; militaristica e orientata alla libertà; tollerante e piena di pregiudizi verso le donne e i neri; ideologicamente neutrale e con un corpo ideologico rigido; orientata alla fratellanza universale e motivata alle guerre, ecc.
Insomma, cos’è davvero la massoneria e che ruolo ha oggi? E’ davvero così poco importante per la nostra vita quotidiana come sembra?
Dall’analisi storica e sociologica degli ultimi secoli, la massoneria emerge come una sorta di rete di potere e controllo, capeggiata da un vertice che talvolta pianifica con largo anticipo gli eventi voluti e ha i mezzi finanziari e politici per realizzarli. In particolare, dalla creazione della Loggia Madre di Londra, queste reti sono state istituite in molti paesi, Italia compresa.
Per molto tempo, dopo l’Unità d’Italia, i governi italiani furono accusati di essere governi massoni. Di fatto moltissimi politici erano massoni, così come molti militanti nei Partiti, nei Sindacati, molti giornalisti, imprenditori, banchieri, latifondisti, ecc.
I massoni ebbero un ruolo rilevante nel periodo risorgimentale, ma anche dopo. Essi influirono sulle scelte belliche, sulla Marcia su Roma, e persino sull’avventura dannunziana a Fiume.
Pochi italiani sanno che in Italia, fino agli anni Venti dello scorso secolo molti italiani sapevano che i governi post-unitari erano sotto controllo della massoneria e se ne lamentavano sentendosi in un sistema opprimente. Intellettuali come Benedetto Croce e Luigi Einaudi rilasciavano dichiarazioni esplicite su questo argomento. Frasi come “Per quanto mi sia sforzato, non sono riuscito a trovar nulla che potesse esser detto in favore di una così comica e così camorristica come la massoneria” (detta da Einaudi), non stupivano nessuno perché era noto che maestri massoni come Lemmi condizionassero le scelte di governo, allineandole con la volontà delle alte autorità massoniche, che coincidevano col gruppo dominante, che intendeva tenere in scacco il paese impedendone ogni spontaneo e libero sviluppo.
Sia alla Camera che al Senato c’erano persone che denunciavano tale situazione, anche se le loro denunce non sortivano alcun effetto concreto essendo in minoranza. Ad esempio il senatore Santini, durante una seduta ebbe a dire: “Del resto, aveva detto a maggio il parlamentare di Palazzo Madama, quali finalità, quale rispettabilità presenta questa associazione? A me piace parlar chiaro: quali ne sono le eccelse autorità? Noi sappiamo che coloro i quali vi presiedono hanno tante scarse benemerenze e tradizioni liberali, che non fino al ’70, ma fino al ’75 erano papalini temporalisti. Il che qui, in Roma nostra sanno tutti, anche i selci delle dirute strade. Ciò non può essere oltre tollerato. E potrei, se non fosse per amor di brevità, dar lettura di brani di frammassoni onesti, che bollano a sangue la ridicolosamente misteriosa associazione. Vi sono prospettati i ridicoli misteri, le molteplici buffonate, i pomposi giuramenti, le pagliaccesche funzioni e una infinita serie di altre amenità, proprio in contraddizione con ogni liberale ordinamento” (1).

Alcuni autori parlano di “pregiudizio” ancora presente fino agli anni Venti dello scorso secolo, che induceva a vedere la massoneria come fomentatrice di rivoluzioni. Altri sostengono che tale presunto “pregiudizio” deriverebbe dal fatto che il cattolicesimo avversava la massoneria e aveva interesse a screditarla o a metterla in cattiva luce. Si vuol far credere che non ci siano fatti concreti che inducano a ritenere che la massoneria abbia esercitato un potere iniquo.
Ma dai fatti emersi, si comprende che di pregiudizio non si tratta, e che parlare di “pregiudizio”, così come anche parlare di “massoneria deviata”, serve a convincere della buona fede della massoneria.
Un’altra cosa che salta all’occhio quando si studiano testi scritti da massoni è che in quasi tutti questi libri c’è una parte (spesso posta alla fine del libro) in cui si dà una chiara stoccata a chi solleva il fatto che le reti massoniche abbiano avuto ruoli storici spesso di tipo criminoso. Questi autori mirano ad accusare coloro che sollevano questa realtà di essere “scettici” e “sospettosi”. Alcuni autori ritengono che si tratti di “antimassoneria” oppure di “”complottismo” privo di prove oggettive e razionali.
Si vuole dunque far passare una denuncia fondata su fatti storici precisi e verificabili per un atteggiamento mentalmente non equilibrato o emotivo. Questa tecnica è assai comune nella propaganda che mira a proteggere lo status quo da coloro che, sollevando certe questioni normalmente occultate, possono metterlo a repentaglio.
Si tratta certamente di un atteggiamento paradossale. Per usare una metafora: se qualcuno di noi vedesse una persona rubare e gridasse “al ladro!” non verrebbe certo accusato di essere contro la persona vista rubare, e nemmeno si sospetterebbe che la persona che sta denunciando un reato possa essere mentalmente disturbata, dato che il reato esiste. Lo stesso dicasi per i misfatti criminali provocati dalle reti massoniche di potere: chi li denuncia e può provarli non dovrebbe certo essere accusato di essere “antimassone” o mentalmente disturbato da una “natura sospettosa”. Eppure, ancora oggi molti autori massoni cercano di screditare chi denuncia i crimini delle reti massoniche additandoli come irrazionali e glissando sulle prove concrete. Ad esempio, scrive Laurence Gardner:
“Chi aderisce alla teoria del complotto considera la dabbenaggine dei più come un atteggiamento infantile… sono dubbiosi, sono per natura sospettosi… è quasi un atteggiamento filosofico che intende la ricerca della verità come la possibilità di sollevare i veli che ad arte la occultano agli occhi dei più…Il messaggio negativo di fondo è che, sempre e in tutti i casi, i governi sono corrotti, l’industria è corrotta, tutto è corrotto, allo scopo di creare un ambiente e situazioni di instabilità diffusa, dove poter mantenere attivo un potere di base” (2).
Con queste parole Gardner vuole far credere che la corruzione e i crimini del gruppo di potere legato alle reti massoniche siano un’invenzione di menti “filosofiche” di persone che di natura sono “sospettose”. Ovvero, egli vuole convincere i lettori che i crimini oggettivi e verificabili non esisterebbero.
Questo libro prova che questi crimini purtroppo esistono e non sono inventati da “menti filosofiche” o da persone “sospettose per natura”. Noi preferiremmo di certo che fosse così, ma non lo è.
La verità è ben altra, e chiudere gli occhi per timore di essere screditati a colpi di stoccate miranti a mettere in dubbio razionalità ed equilibrio non è moralmente auspicabile. E non servirebbe ad altro che a proteggere il potere criminale di coloro che agiscono attraverso la massoneria.
Come questo libro dimostra, è possibile provare con fatti storici che le reti massoniche esistono e ad oggi assolvono a compiti ben precisi.
Chi solleva la retorica della “teoria del complotto” lo fa per deviare l’attenzione dai fatti. Gli autori che cercano di portare alla luce il fenomeno delle reti massoniche non sono “antimassoneria” o fissati con presunti “complotti” ma persone motivate a vedere obiettivamente come opera il potere, al di là della propaganda.
D’altronde, come si potrebbe pensare che le tantissime persone che negli ultimi secoli hanno inteso il fenomeno massonico come una “ragnatela di potere internazionale” siano tutte matte o affette da una natura “eccessivamente sospettosa”? Sarebbe davvero esemplare dal punto di vista sociologico questo accanimento di parecchie persone contro la massoneria se essa fosse davvero soltanto un’”associazione filantropica”.
Il lettore attento, onesto e intelligente non si fermerà alle etichette ma considererà i fatti. C’è una chiara differenza tra chi fa propaganda, chi polemizza per difendere proprie posizioni ideologiche e chi fa opera di Storico.
Chi solleva i paradossi della massoneria è stato anche tacciato per ignorante, dato che si sta riferendo in modo univoco ad un fenomeno complesso e variegato. Certamente, come emerge anche da questo libro, nel suo percorso storico la massoneria ha mostrato diverse facce, e di sicuro non bisogna stigmatizzare tutti gli adepti. Sarebbe del tutto sbagliato sostenere che tutti i membri della massoneria siano persone motivate al potere e al controllo, così come sarebbe sbagliato pensare che tutti gli adepti delle logge siano consapevoli degli scopi delle reti massoniche. Come scriveva Renè Guénon: “Vi sono molti massoni, dovremmo dire addirittura la maggior parte, persino nei gradi più alti, ai quali è estranea ogni conoscenza reale della massoneria” (3).
Questo libro spiega la natura, gli scopi e gli effetti delle organizzazioni di natura massonica, andando oltre l’immagine ufficiale della massoneria e le feroci critiche rivolte a chi osa sollevare alcuni fatti storici che smentiscono quest’immagine.
Molte cose relative alla massoneria generano legittimi sospetti, ad esempio il fatto che i nostri presidenti della Repubblica sono assai propensi a fare “saluti” e “discorsi” rivolti alla massoneria, facendo intendere una certa simpatia o vicinanza. Ad esempio, Francesco Cossiga, al tempo in cui era Presidente della Repubblica mandò un saluto in occasione del convegno massonico del 21 marzo 1987. Il telegramma diceva: “Ai partecipanti e a quanti si riconoscono nel Grande Oriente d’Italia invio un cordiale e sincero augurio a operare secondo gli ideali di libertà, di giustizia e di pace nell’interesse del bene comune” (4).
Anche il nostro attuale presidente Giorgio Napolitano invia saluti e messaggi alla massoneria. Ad esempio, in occasione del convegno promosso dal Grande Oriente d’Italia nel 60° anniversario della promulgazione della Costituzione, il presidente Giorgio Napolitano inviò un telegramma di “apprezzamento”. Dato che non risultano telegrammi di “apprezzamento” o di saluto inviati ad altre organizzazioni esoteriche, ci si chiede come mai esista tale reverenza e considerazione verso la massoneria da parte delle nostre autorità. Questo libro spiega questo e molti altri fenomeni, facendo emergere il vero senso della massoneria, al di là delle dissimulazioni e delle mistificazioni, a cui molti credono anche in buona fede.
E’ certo ingenuo pensare che sia casuale che in molte inchieste della nostra magistratura siano emerse queste reti di potere che agivano in segreto per ottenere diversi risultati: per appropriarsi di denaro pubblico, per controllare la Giustizia, per creare associazioni di vario genere, per truffare, ecc.
Anche da recente, dalle indagini sulla frode al fisco che riguarda dirigenti di Fastweb e Telecom Italia sono emersi chiari collegamenti con logge massoniche. In particolare l’imprenditore Gennaro Mokbel, parlando ad un amico confessava: “Alle 4 e mezzo aspetto un 33˚ grado… Mio cognato è il più alto in grado, ha fatto il costruttore di una famiglia importante Scarozza- Finocchi, l’ex capo del Sisde”. L’interlocutore sottolineava: “Ce ne stanno parecchi: voi, c’è Palazzo Villa Grossi, c’è piazza del Gesù” (5).
Mokbel è il personaggio che fungeva da intermediario fra le società di telecomunicazioni che fatturavano in modo falso e gli esponenti della 'ndrangheta. Dalle indagini sono emersi collegamenti tra Mokbel e Antonio D'Inzillo, un personaggio considerato l’assassino del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis. 

Diverse altre indagini hanno portato gli inquirenti a considerare la comune appartenenza massonica di molti indagati. Chi utilizza l’intelligenza non può non trovare significativo che i mass media non facciano capire che c’è qualcosa che non quadra quando emergono truffe ai danni dello Stato e le persone implicate sono quasi tutte massoni. Le notizie spesso vengono date senza menzionare o senza far ragionare su questo importante elemento. La massoneria è l’illustre assente dei nostri media.
Alcuni massoni si prodigano a far credere che esisterebbe un volto “buono” della massoneria e uno “cattivo” o “deviato”, che sarebbe più raro. Noi non siamo propensi a credere a questa presunta realtà da “dottor Jekyll e mister Hyde”. Questa dicotomia ci appare perlomeno sospetta, considerando che essa offre il vantaggio di additare come “cattiva” o “deviata” la loggia smascherata come criminale (come la P2), “salvando” la bontà di tutte le altre. Se la magistratura non avesse smascherato la P2, essa sarebbe rimasta “buona”. Infatti, non risulta nessun caso in cui siano stati gli stessi massoni a denunciare i crimini di qualche loggia alle autorità, e lo stesso Gelli, accusato di reati gravissimi, come concorso in omicidio, non verrà mai processato seriamente dalla loggia.
Come afferma il giornalista Gianni Cipriani, “il termine ‘deviazione’ è stato creato e utilizzato per far sembrare “eccezione” quello che invece era la regola”.
D’altronde, la concezione manicheistica del buono/cattivo proposta da molti per salvaguardare la credibilità della massoneria, appare del tutto insensata all’analisi dei fatti. Certamente possono esistere persone in buona fede all’interno dell’associazione, ma, come testimoniato da tanti massoni ed ex massoni, si potrebbe parlare piuttosto di una sorta di “degenerazione” della massoneria come originaria associazione iniziatica. Tale degenerazione ha privato la massoneria della sua origine operativa ed esoterica, rendendola un’organizzazione sostanzialmente funzionale al sistema vigente, e da esso controllata.
Non c’è alcun motivo che possa spingere studiosi indipendenti a screditare un’associazione filantropica o esoterica, se davvero di questo si trattasse. Anzi, il mondo oggi proprio di filantropia avrebbe bisogno. Ma i veri filantropi non si nascondono, non si vergognano, non ingannano e non hanno bisogno di esibirsi in particolari “spettacoli rituali”.
La verità che emerge dai fatti storici considerati in questo libro è che la massoneria oggi è un’associazione che ha copiato simboli e riti da molte antiche tradizioni, li ha fatti propri talvolta interpretandoli in modo impreciso o addirittura opposto. Cambiare il significato originario di un numero, simbolo o colore può svelare l’intento di attuare progetti diversi da quello dichiarato, ovvero di asservimento e condizionamento anziché di “progresso spirituale”.
Qui non si vuole certo negare la possibilità che in passato possano essere esistite scuole di “crescita spirituale” che si valevano di conoscenze esoteriche. Quello che si sostiene è che, probabilmente a partire dal XVII secolo, tali organizzazioni sono state cooptare all’interno della massoneria posta sotto controllo dei vertici di potere. Non lo si è fatto per nobili fini, come questo libro prova ampiamente.
Pensiamo a quanta furbizia ci può essere nell’infarcire di magia, mistero, esoterismo e gnosticismo una setta che agendo in segreto potenzia il potere vigente. Da molti secoli il potere viene protetto attraverso ideologie o religioni, e poterlo proteggere addirittura con un’organizzazione che si spaccia per paladina della libertà e della crescita interiore degli individui risulta essere davvero il massimo della strategia propagandistica. Significa ammantare di prestigio e di rispettabilità il potere che l’èlite esercita attraverso i crimini più immondi, e utilizzare spesso anche persone ignare per scopi inconfessabili.
Questo libro spiega anche come gli italiani dimenticarono l’esistenza di un’organizzazione preposta al controllo dei settori più importanti, e come oggi ignorano o credono inverosimile l’esistenza di tali reti.
Oggi molti, quando si trovano di fronte all’argomento massoneria pensano alla P2, che però viene definita massoneria “deviata”. I più acculturati pensano al documento “Protocolli dei Savi di Sion”, che viene usato per dimostrare l’esistenza di un occulto gruppo ebraico che vorrebbe dominare il mondo. Secondo alcuni autori, il documento sarebbe stato prodotto dai servizi segreti dello zar per perseguitare gli ebrei, anche se molte cose che vengono dette rappresentano il modo di agire del potere, sia esso in mani di persone ebree oppure no.
Questi esempi fanno pensare alla massoneria come ad un’organizzazione che ha avuto esempi di estremismo, per favorire la presa del potere da parte di un preciso gruppo. Questo risulta assai riduttivo, dato che le reti massoniche sono a servizio del potere, ovvero sono costituite da persone che hanno fatto giuramento di segretezza e di obbedienza, e dunque operano a favore dei vertici a cui si sono sottomessi. Tali vertici sono costituiti dalle grandi famiglie di potere, che oggi posseggono il controllo finanziario, mediatico, culturale e politico. Dunque, non si tratta di poche logge “deviate” e nemmeno di un gruppo esclusivamente ebraico, ma di gruppi eterogenei che utilizzano reti massoniche per diversi scopi.
Pochi sanno che in seno alla massoneria circolarono, prima di realizzarsi, progetti come l’Unità d’Italia e l’Unione Europea.
Diversi massoni si lamentano del fatto che alcune persone avrebbero “pregiudizi” nei loro confronti o che altri addirittura vogliano disinformare sulla massoneria. Questo libro prova che i migliori mistificatori del fenomeno sono gli stessi massoni, precisamente quelli che conoscono la verità sulle reti massoniche e hanno interesse a nascondere aspetti della massoneria che non sono lusinghieri. La falsa informazione o la disinformazione sono fenomeni tipici del sistema attuale e riguardano anche la massoneria, nel modo in cui sarà ampiamente spiegato in questo libro.
Un’altra reazione che le persone (affiliate o meno) possono avere quando qualcuno solleva il problema dell’esistenza di reti massoniche di potere, è quella di incredulità, stupore. Non credono che possano esistere persone talmente crudeli e ben organizzate da controllare i popoli e tenerli a loro sottomessi con l’inganno. Persino quando vengono mostrate prove inoppugnabili, la reazione di alcuni è: “non è possibile, forse non è così”. E’ una reazione umana quella che si ha di fronte ai crimini più atroci o alle manipolazioni del potere più diaboliche: non si vuole credere, non si vuole pensare che possa essere così.
Su questa incredulità si basa molto del potere del gruppo egemone. Come qualcuno ha detto, “La migliore protezione per un potere iniquo è che nessuno creda ai crimini che sta commettendo".
Altri possono pensare: “ma se fosse vero qualcuno ce lo avrebbe fatto sapere”, ignorando che oggi il sistema dei mass media non è utilizzato allo scopo di far capire la realtà, ma per creare un “rumore di fondo omologante”, ossia per manipolare l’opinione pubblica in modo favorevole al potere.
Si può essere tentati anche a minimizzare o addirittura a negare il potere delle reti massoniche, rimanendo nel fenomeno del “bias di conferma” che ci fa rifiutare tutto quello che non rientra nella forma mentis prevalente.
Per salvaguardare la propria vecchia concezione, qualcuno potrebbe fare uso dello scetticismo, ma si ricordi che lo scetticismo non dà alcuna garanzia di verità. Infatti, quando si solleva un argomento che suscita scetticismo in apparenza sembrerebbe legittimo prenderne le distanze, ma talvolta uno spirito scettico può essere per nulla incline a rifiutare le più assurde contraddizioni e fantasie quando esse sono supportate dal sistema vigente.
Ignorare le reti massoniche o non credere alla loro esistenza equivale a credere che i nostri governi siano liberi e agiscano per l’interesse dei cittadini, che nelle istituzioni i ruoli più importanti siano dati per merito, o che i mass media informino correttamente. Questo, come molti sanno, non è vero, e non sarà possibile finché le persone che avranno ruoli importanti nella vita pubblica saranno controllate da reti di potere.
Dunque, il problema delle reti massoniche è fondamentale per la nostra possibile democrazia e per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Non è affatto un problema “esoterico”, campato in aria o senza alcuna prova tangibile. La propaganda cerca di far credere questo, ma non è la verità.
In Italia e all’estero i personaggi più influenti sono stati e sono massoni, le città e gli edifici più importanti sono stati costruiti seguendo piani massonici, ispirati all’antico Egitto o ad altri saperi esoterici praticati dalla massoneria. Persino i primi due uomini che sbarcarono sulla Luna erano massoni, così come moltissimi scienziati e intellettuali. E’ impossibile che si possa parlare di “caso” a meno che non si voglia dissimulare la realtà.
I simboli di potere massonici e quelli usati dall’élite di potere coincidono. Sono ad esempio, la piramide con il vertice staccato, l’occhio di Horus, l’aquila, il fascio e altri simboli ripresi dall’antica tradizione faraonica o dalla mitologia greco-romana.
Il testo percorre le fasi storiche più importanti, facendo le debite distinzioni fra le diverse formazioni massoniche nate in diverse epoche storiche. Inoltre, saranno trattati anche gli aspetti psicologici, antropologici e sociologici del fenomeno, non trascurando il contesto in cui le varie massonerie sono nate e si sono sviluppate.
La massoneria moderna, nata a Londra nel 1717, può essere collegata strettamente a molti fatti storici avvenuti dall’anno della nascita fino ai nostri giorni. Spesso le sue azioni non hanno avuto alcuna attinenza all’immagine esoterica e filosofica che la massoneria ha voluto dare di sé.
Perché meravigliarsi tanto del fatto che la massoneria, pur millantando riti e principi di alto valore sia nella sostanza un sistema di reti di controllo a servizio del gruppo di potere?
Se pensiamo ad una religione come quella cattolica troviamo la stessa situazione: la Chiesa millanta di avere il potere ricevuto da Dio di guidare i fedeli alla salvezza, ma di fatto, storicamente, è stato uno dei poteri più forti nel controllare i popoli, condizionandone le coscienze. Ad oggi, pur professando onestà e povertà, la Chiesa controlla, attraverso lo Ior, un flusso enorme di denaro e accetta di arricchirsi anche sul traffico di armi e su altri crimini mafiosi.
E che dire dell’attuale sistema politico? Se andiamo a vedere i programmi politici dei maggiori partiti troviamo grandi valori e intenti di essere a servizio dei cittadini. Ma poi cosa avviene di fatto? Dal comportamento dei politici attuale risulta evidente che essi sono a servizio di chi li assolda per fare in modo che essi proteggano e rafforzino il sistema, impedendo ai cittadini di avere un vero sistema politico, che difenda i loro interessi.
E’ dunque chiaro che la massoneria rispecchia molte caratteristiche delle altre istituzioni dell’attuale sistema, in cui l’immagine propagandata non corrisponde affatto alla vera realtà.
Così come la religione dovrebbe avere importanti funzioni spirituali, essendo ispirata a personaggi spiritualmente evoluti, ma spesso risulta semplicemente un sistema di controllo, anche la massoneria, pur ispirandosi a principi esoterici o spirituali importanti, risulta essere un sistema di controllo e potere.
I massoni si definiscono una confraternita con scopo filantropici e esoterici, e con questa definizione giustificano l’esistenza di rituali segreti, i quali sarebbero dovuti allo scopo di trovare principi spirituali superiori, che molti non sarebbero pronti a comprendere. La massoneria, dunque, richiederebbe un lungo percorso di evoluzione, dai primi gradi fino al massimo grado, il 33°.
Se la massoneria fosse davvero quello che propaganda di essere, non si capisce perché all’interno di essa ci sono regole per nascondere i nomi degli adepti, le cose di cui si parla nelle riunioni o addirittura ci sono vincoli per cui un determinato “fratello” non può parlare con un altro “fratello” di certi argomenti se non in Loggia, secondo un determinato rituale e sotto il controllo delle autorità, che possono togliergli la parola quando e come vogliono.
Lasciando perdere i paramenti, gli oggetti pseudo-esoterici, la ritualistica quasi carnevalesca, fronzoli di vario genere ecc., e considerando altri aspetti, non sono poche le perplessità che emergono.
Diversi documenti attestano una sorta di comportamento a volte intimidatorio, altre volte ansioso nel nascondere. Ad esempio, in un documento del 19 novembre 1971, il gran maestro Lino Salvini manda un elenco di massoni che chiedono di essere accettati nella loggia P2, ma scrive soltanto il nome dicendo che “per ‘riservatezza’ vengono coperti i nomi dei massoni qui indicati”. Le autorità massoniche danno spesso prova di essere ossessionate dalla segretezza, volendo tenere segreto tutto ciò che riguarda le logge, come se molte cose fossero inconfessabili. Se si trattasse davvero di un’associazione con finalità di bene perché si vogliono occultare i nomi persino su un documento riservato?
Un altro esempio concreto è dato dal sostegno che il Grande Oriente d’Italia, attraverso il Gran Maestro Lino Salvini, dette alla loggia P2, ufficialmente “deviata”. Non soltanto Salvini riconosce la loggia e le accorda diversi privilegi, ma fa in modo che in essa convergano diversi personaggi importanti delle istituzioni. In una sua circolare, comunica agli iscritti: "Sono lieto di informarti che la P2 è stata adeguatamente ristrutturata… soprattutto, per rafforzare ancor più il segreto di copertura indispensabile per proteggere tutti coloro che per determinati motivi particolari, inerenti al loro stato, devono restare occulti” (6).
Se una persona pratica una religione o sceglie di fare il volontario per la Croce Rossa di solito non ha l’esigenza di occultarlo, e non è ossessionata dalla segretezza come accade in ambiti massonici.
Questo voler rimanere “occulti” è proprio delle organizzazioni massoniche. E quando c’è bisogno di nascondersi vuol dire che c’è qualcosa da nascondere. Questo libro spiega il vero motivo di questa eccessiva esigenza di segretezza.
Molte sono le similitudini fra massoneria e mafia: entrambe le organizzazioni lavorano a favore del gruppo egemone anche se in modo diverso. Entrambe praticano “riti” di assoggettamento, affinché l’adepto si senta vincolato e obbedisca anche quando la sua coscienza lo porterebbe a comportarsi diversamente.
Al contrario della mafia, la massoneria presenta al pubblico una “faccia pulita”, esoterica e talmente misteriosa e bizzarra da far pensare ad un gruppo pittoresco, amante delle vecchie tradizioni illuministe, a cui si rifarebbe per difendere la “libertà”, la “fraternità” e la “legalità”.
Se la massoneria fosse davvero così filantropica come asserisce, come mai non denuncia i crimini che vengono commessi nel Terzo mondo? Come mai non si schiera dalla parte dei più deboli?
Come mai non si occupa delle gravi disparità nella distribuzione delle ricchezze? Come mai non denuncia lo strapotere delle corporations e delle banche?
Nei siti delle logge troviamo la stessa retorica di regime. Ad esempio, nel sito del Grande Oriente d’Italia si possono trovare parole in “ricordo della Shoah”, ma non ci sono condanne per l’invasione dell’Iraq o per la distruzione dell’Afghanistan. I massoni potrebbero obiettare che non vogliono interessarsi di politica o di guerre. Ma se non si è dalla parte degli oppressi com’è possibile essere filantropi? Come si può credere di “difendere con forza l’uguaglianza, le libertà civili, la solidarietà” senza perlomeno denunciare chi fomenta disuguaglianza, ingiustizia e razzismo?
In cosa consiste concretamente il loro prendersi cura degli esseri umani? Non si può essere filantropi se si asseconda chi vuole dominare con la guerra, la povertà e il crimine. Quella portata avanti dalle autorità del Goi risulta essere una vuota retorica, dello stesso stampo di quella del nostro presidente della Repubblica e del papa, personaggi che a parole sostengono “pace, uguaglianza e giustizia” ma non osano parlare di chi ha creato il sistema attuale, basato proprio sull’opposto di questi valori.
La massoneria denuncia, con voce all’unisono delle autorità occidentali, i crimini del passato, come l’Olocausto ebraico, ma glissa sugli Olocausti che stanno oggi vivendo gli immigrati che tentano di uscire da situazioni da incubo provocate dalle corporations e dalle banche. Non è conveniente denunciare i crimini di oggi, mentre è conveniente per la propaganda denunciare quelli di ieri.
Non è credibile la facciata filantropica mostrata dai maestri massoni, a meno che si scelga di ignorare i fatti e di assumere una posizione a dir poco ingenua.
Questo libro prova che la massoneria non è un fenomeno marginale. Essa partecipa al “lavoro” per mantenere il sistema e per impedire che esso possa subire cambiamenti o venga abbattuto dai popoli. Per questo ha partecipato attivamente a tutte le operazioni volte a contrastare i tentativi dei popoli di acquisire maggiore potere. Ad esempio, in Italia la vediamo partecipe, attraverso numerosi suoi esponenti, oltre che alle guerre risorgimentali e ad altri eventi storici, anche ai fatti terroristici degli “anni di piombo” e di vari altri tentativi di tenere sotto controllo il governo italiano, come il “golpe Borghese” e l’assassinio di Aldo Moro.
In questo libro saranno analizzate le tecniche di condizionamento, di asservimento e di controllo delle reti massoniche, chiarendo lo scarto fra l’immagine pubblica della massoneria e la verità su di essa.
Di certo esistono persone che credono alla presunta funzione umanitaria e spiritualistica dell’organizzazione, ma accanto a queste persone, ce ne sono altre che conoscono assai bene le vere funzioni delle reti massoniche. Si tratta di persone che hanno aderito proprio per avere un ruolo importante all’interno del sistema, e di solito ottengono privilegi, denaro e opportunità di diventare “importanti” all’interno di settori come il giornalismo, l’Arma, la finanza, la magistratura o la politica.
La maggior parte dei massoni non sono burattinai ma burattini, poiché le leve del potere sono appannaggio soltanto delle poche persone che stanno al vertice.
La massoneria, come le religioni o istituzioni di vario genere, hanno propugnato l’idea che la libertà consisterebbe nel seguire un’ideologia proveniente dall’esterno, e dunque nel seguire precise autorità.
Questo paradosso, insieme a molti altri, è presente in tutte le organizzazioni di tipo massonico, che propagandano di credere nella libertà ma poi chiedono agli adepti obbedienza e sottomissione alle autorità.
I mass media e i documentari, si prodigano a far associare la massoneria ai principi illuministici, all’esoterismo oppure alle vecchie corporazioni dei liberi muratori, trascurando del tutto di trattare i fattori psicologici, politici e sociologici del fenomeno. Queste fonti ammettono che moltissimi personaggi di potere o di cultura erano o sono massoni, ma ritengono in ultima analisi che questo possa essere casuale oppure una scelta del soggetto che nulla ha a che vedere con il suo comportamento in una determinata carica istituzionale. Quello che si nega è la possibilità che queste organizzazioni possano influire sull’individuo e attraverso di esso creare una rete di controllo che garantisce il potere del gruppo egemone. Ma i fatti sostengono il contrario, ovvero che è possibile imporre un determinato sistema controllando le cariche istituzionali principali e praticando metodi di assoggettamento mentale o di induzione ad un comportamento funzionale ai propri scopi.
Come disse Giancarlo Caselli, “Ci sono cose che non soltanto stiamo dimenticando, ci sono soprattutto cose che si vuole che siano dimenticate, e si vuole che non siano neanche conosciute” (7).
Il primo capitolo mette in evidenza le caratteristiche e le funzioni della massoneria nei diversi periodi storici. Il secondo spiega come le reti massoniche abbiano avuto ed hanno potere nel nostro Paese. Il terzo capitolo spiega lo scarto fra massoneria antica e massoneria moderna; il quarto tratta le maggiori tecniche utilizzate dalla massoneria per assoggettare gli adepti e nell’ultimo capitolo viene affrontato il problema di come estirpare le reti massoniche.
Ovviamente, questo lavoro non pretende di racchiudere tutte le possibilità di comprensione del fenomeno massonico, ma ha l’obiettivo di contribuire a fare chiarezza su un argomento che è stato come pochi bersaglio di mistificazione.
Occorre tener presente che alcune persone hanno interesse a mantenere una potente dissimulazione. Si vuole che i cittadini rimangano ignari e fiduciosi nelle istituzioni, anche quando questo equivale ad un silenzioso quanto criminale assenso. Negare gli aspetti più inquietanti della realtà serve soltanto ad impedire ogni cambiamento.
Questo libro ha lo scopo di contribuire ad accrescere la conoscenza su un fenomeno assai importante, con l’obiettivo di costruire un futuro migliore, di maggiore consapevolezza, necessaria a creare una realtà in cui non possano più prevalere la sopraffazione e il crimine.



NOTE

1) "La Massoneria al Parlamento", con prefazione dell’on. Filippo Meda, Libreria ed. Fiorentina, Firenze 1913, p. 14.
2) Gardner Laurence, "I segreti della Massoneria", Newton Compton Editori, Roma 2009, p. 311.
3) Guénon René, "Forme tradizionali e cicli cosmici", Edizioni Mediterranee, Roma 1981, p. 74.
4) Corona Armando, "Dal bisturi alla squadra. La Massoneria italiana senza cappuccio", Bompiani, Milano 1987, p. 170.
5) http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_08/Mokbel-e-la-massoneria-piccolillo-gianvito_728809d0-2a93-11df-8ae4-00144f02aabe.shtml
6) Circolare in data 11 dicembre 1972.
7) Presentazione alla Feltrinelli di Torino del libro di Camillo Arcuri Sragioni di Stato, http://www.youtube.com/watch?v=bge6cPhaPs8&feature=related



ALCUNI ARGOMENTI TRATTATI NEL LIBRO:
- Inchieste della magistratura sulla massoneria.
- Tecniche di controllo mentale per l’asservimento dei popoli.
- Caratteristiche dell’Alta Finanza.
- Eventi storici progettati in anticipo nelle logge.
- Nascita e caratteristiche della massoneria moderna e contemporanea.
- Meccanismi emotivi che favoriscono le reti di potere.
- Come le reti massoniche agiscono in Italia.
- Le famiglie che hanno creato la massoneria attuale.
- Come la massoneria ha operato nel periodo risorgimentale.
- Come liberarsi dalle reti di potere massoniche.

Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all’Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Scienze dell’Educazione e Diritti Umani.
Ha vinto il Premio Ibiskos con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta", in cui analizza le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa di oggi. Nel 2006 ha scritto il libro "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943", (Kaos Edizioni), e nel 2009 ha pubblicato la ristampa del volume "Dittature. La Storia Occultata" (Espavo). Ha pubblicato anche "Il travagliato Travaglio. Lo strano caso di un informatore disinformato" e "Pirati & Mafiosi. La vera Storia del crimine organizzato".
Da alcuni anni si occupa anche di giornalismo d'inchiesta, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani, cura la pubblicazione del periodico NUOVA ENERGIA e il blog http://lanuovaenergia.blogspot.com/.

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