venerdì

TERRORISMO DELLE AUTORITÀ STATUNITENSI E PAKISTAN

Di Antonella Randazzo


Dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso, le autorità statunitensi decisero di utilizzare il Pakistan per formare un vero e proprio esercito di terroristi, e per preparare la distruzione dell'Afghanistan. A tale scopo crearono l'Isi (servizi segreti pakistani), e organizzarono le madrasse e i campi di addestramento militare.
Nel 1979 i servizi segreti statunitensi lavorarono per preparare l'ascesa al potere del dittatore Muhammad Zia-ul-Haq, in seguito alla deposizione del legittimo ministro Zulfikar Ali Bhutto. Zulfikar sarà arrestato e poi impiccato.
Il governo di Bhutto era salito al potere nel 1977, aveva realizzato un'importante riforma agraria e dato al paese una nuova Costituzione. Nel 1988 Zia-ul-Haq muore in un incidente aereo, e Benazir Bhutto, figlia di Zulfikar, vince le elezioni e diventa Primo ministro.

Nel 1978, il Partito Democratico del Popolo afghano (PDPA), filo-sovietico, iniziava la "rivoluzione d'aprile" e fondava la Repubblica Democratica dell'Afghanistan, sotto la guida di Nur Muhammad Taraki.
Il nuovo governo non era un governo fantoccio dell'Urss, come gli Usa volevano far credere. Giornali come "New York Times" e "Washington Post", riferirono che il nuovo governo era sostenuto dalla maggioranza degli afghani, e che "la lealtà degli afghani verso il governo è fuor di dubbio".(1)
Il governo di Taraki iniziò ad attuare riforme sociali importanti: introdusse l'assistenza medica gratuita per tutti e iniziò una grande campagna per l'alfabetizzazione. Inoltre, liberò 13.000 prigionieri e abolì il potere feudale nelle campagne, introdusse la libertà di religione e l'uguaglianza fra uomini e donne.
Per queste importanti riforme, il governo afghano si sentiva minacciato dagli Usa, e chiedeva all'Urss di essere aiutato militarmente. Il Cremlino temporeggiava dall'inviare truppe in Afghanistan, perché temeva le critiche dell'Occidente. Ci pensarono gli americani a "risolvere" l'impasse: nel luglio del 1979, senza chiedere il parere del Congresso, l'allora presidente Carter autorizzò un programma segreto per sostenere i mujaheddin, con lo scopo di abbattere il governo afghano. Anni dopo, lo stesso Zbigniew Brzezinski (2) , Consigliere per la Sicurezza Nazionale, confessò a "Le Nouvel Observateur" del 15 gennaio del 1998, che gli Usa avevano attuato in Afghanistan una serie di operazioni di sostegno dei mujaheddin, per alzare le probabilità di un intervento russo:

"Secondo la versione ufficiale della faccenda, gli aiuti ai mujaheddin da parte della Cia sono cominciati durante il 1980, ovvero, dopo che l'armata rossa aveva cominciato l'invasione dell'Afghanistan il 24 Dicembre 1979. La realtà, rimasta fino ad oggi strettamente celata, è completamente diversa: è stato il 3 luglio 1979 che il presidente Carter ha firmato la prima direttiva per aiutare segretamente gli oppositori del regime filo sovietico di Kabul. Quello stesso giorno ho scritto una nota al presidente nella quale si spiegava che a mio parere quell'aiuto avrebbe determinato un intervento armato dell'unione sovietica in Afghanistan... Non abbiamo spinto i russi ad intervenire, ma abbiamo consapevolmente aumentato le probabilità di un loro intervento... Il ruolo fondamentale è svolto dai servizi segreti pakistani (ISI) che ricevono intelligence e finanziamenti da USA e Arabia Saudita (sono questi gli anni dell'alleanza economica tra la famiglia Bush e la famiglia saudita dei bin Laden...). L'ISI gestisce autonomamente i fondi americani e la guerra contro la Russia non viene presentata al popolo afghano e ai volontari stranieri come una guerra pro-America, ma come una jihad islamica contro gli infedeli comunisti. I pochi ufficiali, che in realtà erano a conoscenza del vero ruolo americano, lo hanno silenziosamente accettato".(3)

Nel luglio del 1979, la Cia iniziò ad organizzare l'esercito dei mujaheddin, per realizzare una grande guerra per procura, sul modello di quella già organizzata nel Laos negli anni Sessanta e Settanta. Grazie all'appoggio del governo pakistano e dei servizi segreti (Isi), organizzati dalla Cia, furono addestrati, fra il 1982 e il 1992, 100.000 militanti islamici.
Il Pakistan continuò ad arruolare centinaia di migliaia di mujaheddin, indottrinati nelle madrasse (4) e addestrati nei campi militari afghani. Negli anni Ottanta gli Usa pagarono la gestione dell'Educational Center for Afghanistan. I libri di testo utilizzati nelle scuole furono stampati dall'Università del Nebraska (USA). In uno di questi libri, per la terza elementare, si leggeva: "Un gruppo di mujaheddin attaccano 50 soldati russi di cui 20 rimangono uccisi. Quanti russi riescono a fuggire?", per la quarta uno dei quesiti era: "La velocità di un proiettile sparato da un kalashnikov è di 800 metri al secondo. Se un russo è alla distanza di 3200 metri da un mujaheddin e il mujaheddin mira alla testa del russo, calcolate quanti secondi ci metterà il proiettile per colpire la fronte del russo".(5)
Il programma si concluse nel 1994, ma libri simili vengono ancora utilizzati, come osserva Pervez Hoodbhoy: "Testi finanziati dagli Stati Uniti che spingono i bambini afghani a strappare gli occhi dalle orbite dei loro nemici e a tagliargli le gambe sono ancora facilmente reperibili in Pakistan e in Afghanistan, a volte anche nella loro forma originale".(6)
I talebani rappresentavano la seconda generazione di mujaheddin. Molti di essi erano orfani di guerra, e nella loro vita non avevano visto altro che guerra e distruzione. Erano profughi in Pakistan, bambini senza futuro e senza infanzia, con una situazione psicologica alterata dalla durezza della guerra. Furono accolti nelle madrasse, dove l'indottrinamento degli imam fece credere loro di poter avere un ruolo messianico nel realizzare una società di "veri musulmani". Le predicazioni nelle madrasse pakistane non rispecchiavano le vere tradizioni islamiche di tolleranza e di solidarietà ma, al contrario, inculcavano vecchie tradizioni tribali di derivazione pashtun, che propugnavano un falso Islam, fatto di vendetta, odio, estremismo e usanze primitive. Le "riforme" che i talebani attuarono quando salirono al potere ricordavano le antichissime usanze delle zone più arretrate del paese: chiusero le scuole femminili, vietarono alle donne di uscire di casa anche per fare la spesa, vietarono l'ascolto della musica e ogni sport; agli uomini imposero di tenere la barba lunga e introdussero le mutilazioni del corpo per alcuni reati. Erano stati addestrati ad applicare regole disumane, che poco o nulla avevano a che fare con la vera religione. I talebani rimasero al potere in Afghanistan finché gli Usa non decisero di destituirli, nel 2001.(7)
Nel 1990 diventò Primo ministro pakistano Mohammad Nawaz Sharif, che rimarrà in carica fino al 1993, anno in cui ritornerà Benazir Bhutto. Il potere sarà ripreso da Sharif, in seguito alle accuse di corruzione rivolte alla Bhutto.
Nel 1999, Sharif sarà destituito da un colpo di stato, e condannato all'ergastolo in prima istanza, accusato di alto tradimento e corruzione. Nel 2000 sarà condannato all’esilio (fino al settembre 2007).
Salirà al potere il generale Parvez Musharraf, che, pur promettendo "democrazia", crea una forte dittatura, appoggiata e armata da Washington.
La dittatura ebbe un duplice compito: organizzare il terrorismo finanziato dagli Usa e tenere sotto controllo i gruppi politici islamici, che avrebbero voluto liberare il paese dal giogo statunitense. A questo scopo, nel 2000 vennero messi al bando gruppi come il Jaish-i-Mohamed e il Lashkar-i-Toiba, accusati di essere parte della rete di Al Quaeda. In realtà, dato che il terrorismo detto "islamico" è organizzato e finanziato soprattutto dall'Arabia Saudita e dagli Stati Uniti, altri gruppi potrebbero essere di resistenza pacifica o armata. Le autorità statunitensi hanno tutto l'interesse a creare confusione, per poter continuare ad utilizzare impunemente il terrorismo, a seconda dei propri interessi. Poter additare il "nemico arabo", quale causa di crimini e dittature, rappresenta per le autorità statunitensi uno strumento assai importante: in tal modo viene additato un nemico "reale", e viene creata una netta divisione fra cristiani e arabi. Divisione necessaria per nascondere le vere motivazioni delle persecuzioni contro gli arabi (8) , e per intervenire militarmente come e quando si vuole in qualsiasi paese.
Ad oggi a Karachi c'è una rete di madrasse che serve a fomentare l'integralismo più estremo. Nel Pakistan sarebbero almeno 12.000 le scuole religiose che insegnano l'Islam estremistico, e il governo, pur andando a braccetto con Washington per la "lotta al terrorismo", sembra non accorgersene, dato che non ne ha mai chiusa una. Le madrasse iniziarono ad aumentare negli anni Ottanta, da meno di 300, negli anni Novanta erano salite a 6.700.
Gli studenti sarebbero circa un milione e 400mila. I bambini delle classi popolari non hanno altra scelta che andare a studiare nelle madrasse, dato che la scuola pubblica gratuita è quasi inesistente. L'alternativa è rimanere analfabeti, come il 55% della popolazione. Per le famiglie più povere le madrasse rappresentano un importante sostegno, dato che, oltre a fornire istruzione gratuita, garantiscono anche vitto e alloggio.
Musharraf protegge i luoghi in cui avviene la formazione di terroristi, e incassa finanziamenti americani e sauditi, a sostegno della "Jihad americana".
Esistono numerose testimonianze che sostengono che il "terrorismo" è assai vicino al governo pakistano. Ad esempio, Khalid Kawaja, ex capo dell'Afghan Bureau all'Isi, in un'intervista al "Sole-24 Ore" del 10 ottobre 2007, disse: "Quella Jihad non è mai finita, continua ancora oggi". Kawaja spiegò che egli stesso organizzò cinque incontri tra Osama bin Laden e l'ex premier Nawaz Sharif, al fine di offrire finanziamenti a politici e generali filo-integralisti.
Lo stesso Musharraf, in una sua autobiografia sostenne che in Pakistan è stato creato un "mostro di Frankestein". Il governo pakistano è stato pensato da Washington come un sorta di "esecutivo ombra", che agisce per commettere omicidi, attentati, e per coordinare il traffico di droga e di armi.

In seguito alle elezioni avvenute nell'ottobre scorso, in cui Musharraf è stato accusato di aver attuato brogli per poter vincere, la popolazione pakistana continua a dare segni chiari di rigetto del governo imposto.
Il 18 ottobre 2007 Benazir Bhutto rientrò in Pakistan, grazie ad un'amnistia, dopo otto anni di esilio. Fu accolta da più di 500 mila persone festanti. Durante la festa, a Karachi, si ebbe un terribile attentato, che uccise più di 140 persone e ne ferì 400, e la Bhutto si salvò miracolosamente.
La leader pakistana accusò dell'attentato i servizi segreti pakistani e dichiarò che nonostante l'intimidazione si sarebbe presentata alle elezioni con il Partito del Popolo Pakistano (Ppp). Spiegò i punti salienti del suo programma: "La nostra politica è basata su cinque punti: lavoro, istruzione, energia, ambiente e uguaglianza".(9)
Il marito della Bhutto, Asif Alì Zardari, dichiarò: "Sono in possesso di documenti che provano come elementi del governo abbiano compiuto gli attacchi".(10)
Dopo l'attentato, il portavoce degli Usa, Tom Casey, dichiarò: "Gli Stati Uniti sono a fianco del popolo del Pakistan per eliminare la minaccia del terrorismo e per la costruzione di una società aperta, pacifica e democratica".(11)
Ufficialmente, gli Usa sono sempre contro il "terrorismo" e per la "democrazia", e non si sentono affatto di dover giustificare il loro sostegno finanziario e militare alle dittature, né di dover provare il contrario rispetto alle tante prove esistenti sul fatto che essi stessi organizzano il terrorismo internazionale e lo utilizzano in moltissimi paesi contro la popolazione (Iraq, Afghanistan, Somalia, Etiopia, Birmania, Indonesia, ecc.) e per manipolare eventi. I metodi utilizzati dai gruppi terroristici finanziati dalle autorità statunitensi per mantenere salda una dittatura sono molteplici. Ad esempio, quando c'è un leader che il popolo acclama, vengono organizzati attentati dinamitardi per terrorizzare la popolazione e far capire che quel leader potrà portare soltanto rovina.
In Pakistan da molto tempo il popolo desidera liberarsi dalla dittatura, ma molti gruppi di opposizione vengono esclusi dalle elezioni, accusati di "terrorismo".
Gli Usa approfittano del potere di manipolare i mass media, e della credulità di molti cittadini occidentali, alcuni dei quali forse si accorgono che molte cose non quadrano ma scelgono di credere ai canali informativi ufficiali, che fanno apparire le autorità americane come difensori dei diritti umani e della democrazia.
La Bhutto era stata ministro dal 1988 al 1990 e dal 1993 al 1996. Per cacciarla dal governo, furono preparati "ad oc" scandali di corruzione. Per toglierla definitivamente dalla scena politica, nel 1999 era stata incriminata ancora per corruzione, ma esisterebbero alcune registrazioni che provano che i giudici erano tenuti sotto controllo dall’allora governo di Nawaz Sharif. In seguito all'incriminazione, la Bhutto si rifugiò a Dubai, con i tre figli.
Nel luglio scorso, la Bhutto aveva cercato il dialogo con Musharraf, per realizzare un governo misto, dato che la popolazione mostrava segni evidenti di non tollerare più un governo dittatoriale. L’accordo fu firmato il 5 ottobre scorso, fra il partito di governo PML-Q e il PPP, e prevedeva la rinuncia di Musharraf alla carica di capo delle forze armate, la cancellazione delle accuse infamanti rivolte alla Bhutto, e la condivisione del potere.
Dopo l'arrivo della Bhutto, nel paese era stata scatenata la furia militare e terroristica, volta a tenere impaurito il popolo, e a bloccare ogni tentativo di abbattere la dittatura. Musharraf proclamò lo stato di emergenza, e il 4 novembre furono arrestate almeno 1500 persone, fra queste, magistrati, avvocati, oppositori e attivisti per i diritti umani. Fra gli arrestati c'era anche Nadeem Anthony, membro del Consiglio della Commissione per i diritti umani del Pakistan, arrestato insieme ad altre 50 persone della Commissione.
Si susseguirono diversi attentati terroristici a Karachi e nella zona di Peshawar.
Il 5 novembre gli avvocati entrarono in sciopero per protesta contro il governo, e furono pestati dalla polizia. Raccontano l'ex presidente dell'associazione degli avvocati di Sindh e l'avvocato Akhtar Hussain: "La polizia ha preso gli avvocati a manganellate, appena sono arrivati questa mattina davanti alla Corte suprema. Molti di loro sono stati arrestati".(12)
Insieme agli arresti, agli attentati e alle repressioni del popolo, si ebbero le sceneggiate delle autorità statunitensi, che, come al solito, recitarono la parte del buon padre di famiglia che richiama alla saggezza e al buonsenso. Il presidente statunitense George W. Bush fece un appello al generale Musharraf, invitandolo a sospendere lo stato di emergenza e a "ripristinare la democrazia" (ma quale democrazia?). Bush disse: "Ci aspettiamo che le elezioni vengano tenute il prima possibile, e che Musharraf abbandoni l'uniforme".(13)

L'8 novembre la portavoce del Ppp, Farzana Raja, fece sapere che centinaia di attivisti del partito erano stati arrestati: "Hanno fatto irruzione nelle case dei nostri attivisti in tutto il Panjab, durante la notte. Il numero delle persone arrestate si aggira ora sulle migliaia".(14)
La stessa Bhutto venne messa agli arresti domiciliari il 9 novembre. Il governo le notificò un ordine di arresto della durata di 30 giorni.

La Bhutto era stata fatta rientrare allo scopo di limitare i poteri di Musharraf, "colpevole" di aver agito in modo non conforme ai diktat di Washington. Infatti, quello che i mass media occidentali non hanno reso noto, pur additando il dittatore, era che Musharraf, il 10 novembre scorso aveva firmato un accordo con l'Iran per costruire il "gasdotto della pace". Si tratta di un progetto per l'esportazione di gas, che è aperto alla probabile partecipazione dell'India. Il gasdotto Iran-Pakistan-India avrebbe l'obiettivo di trasportare il gas iraniano fino all'estremo Oriente. Il progetto era stato preparato oltre dieci anni fa, ma a causa della guerra in Kashmir era rimasto bloccato.
La proposta sembrerebbe non aver suscitato ancora l'adesione dell'India, per via di disaccordi sul prezzo di scambio. L'affare è vantaggioso per il Pakistan, che riuscirebbe ad avere accesso alle riserve di gas iraniane e a ricevere i diritti derivanti dal trasporto e dal transito verso l'India, stimati in 600/700 milioni di dollari l'anno. Il progetto "gasdotto della pace" avrebbe suscitato interesse anche da parte della Cina, che vede l'autostrada indo-pakistana come la via più veloce e più conveniente per far transitare il gas dal Golfo Persico all'Himalaya. Il gasdotto dovrebbe entrare in funzione nel 2009, con la probabile adesione della Cina.
Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, durante la sua visita in Asia, già nel 2005, aveva disapprovato il progetto, con la consapevolezza che avrebbe potuto sminuire il progetto americano del gasdotto che trasporta gas dal Turkmenistan al Pakistan via Afghanistan, e impedito alle autorità statunitensi di indebolire il governo di Teheran.
Il governo statunitense avrebbe cercato di boicottare il progetto, convincendo il governo indiano a non partecipare, e destabilizzando sia il governo iraniano che quello pakistano.
Le autorità statunitensi stanno facendo di tutto pur di continuare a controllare le risorse energetiche e le relative reti di gasdotti e oleodotti.
L'India, pur subendo le pressioni di Washington, mostra aperture verso l'Iran e la Russia, dimostrando così di capire che la costruzione di una rete di gasdotti al di fuori del controllo diretto americano equivale all’autonomia delle potenze asiatiche. Dunque, un Pakistan destabilizzato (e dotato di nucleare, come tutti sanno), potrebbe essere utile anche per indebolire eventuali governi troppo distanti dalle politiche Usa.
Secondo Al Jazeera, l'India vorrebbe incrementare i commerci con l'Iran, e a tale scopo avrebbe chiesto al Pakistan un aiuto per migliorare la rete di infrastrutture, viarie e ferroviarie, lungo il confine ad Oriente. Gli statunitensi sono preoccupati per la vicinanza dell'India e del Pakistan a Teheran, che permette al governo iraniano di avere notevoli vantaggi economici. Peraltro, sia la Cina che l’India hanno firmato con l’Iran contratti notevoli per la fornitura di gas naturale, e non è escluso che in futuro l’Iran diventi uno dei loro maggiori fornitori.
Dunque, come sostengono alcuni osservatori, Washington vorrebbe un Pakistan con un governo instabile e caotico, affinché si verifichino diversi attentati terroristici, per creare insicurezza e paura sia all'interno del paese che nelle zone vicine (India, Afghanistan, Khasmir).

Gli Stati Uniti, nel luglio scorso, avevano persino organizzato le trattative fra Islamabad e Londra (dove si trovava la Bhutto), allertati da un personaggio che temevano diventasse loro "infedele". Nel giro di poche settimane Musharraf fu descritto dai media occidentali come il personaggio che era sempre stato: un dittatore feroce. Quello che si ometteva era che egli era sempre stato al soldo di Washington, e se le autorità statunitensi ora lo additavano, quale dittatore, c'era un motivo. Il motivo è sempre il solito, com'era stato anche nel caso di Saddam Hussein: il dittatore non si stava piegando completamente alla volontà di chi lo aveva messo al potere.
Inoltre, la popolazione pakistana era sull'orlo del collasso, piegata da anni di miseria e di dittatura. Richiamare in patria la Bhutto significava sedare in parte le sollevazioni, e ridare speranza al popolo. Tutto questo però non poteva durare a lungo perché la Bhutto non garantiva agli Usa una sottomissione acritica e totale, e lo dimostra il fatto che nella sua campagna elettorale stava denunciando le scuole per terroristi, le coperture al terrorismo del governo e altri crimini. Donna di estrema intelligenza e carisma, la Bhutto non aveva risparmiato stoccate, dicendo, dopo l'attentato a Karachi: (il responsabile) "non è un musulmano", (perché uccidere innocenti è) "contro la nostra religione".(15)
La Bhutto, il 23 dicembre scorso, aveva denunciato le scuole coraniche come luoghi in cui si "trasformano i bambini in assassini". Senza alcun timore, denunciò anche gli impliciti appoggi del governo al terrorismo, dicendo ad una congregazione di almeno 25.000 persone: "Hanno sempre cercato di bloccare le forze democratiche, ma non hanno fatto nulla per prendere estremisti, terroristi e fanatici".(16)
Per questo suo modo di parlar chiaro e schietto, la Bhutto era amatissima dal suo popolo e all'estero, e per l'attuale sistema di potere rappresentava un serio pericolo.
Il suo ritorno è stato accompagnato da terribili attentati, attuati con lo scopo di intimorire la popolazione e di scoraggiare la stessa Bhutto, che però non si è piegata e ha pagato con la vita il suo coraggio.
Con l'uccisione della Bhutto a Rawalpindi (mentre stava tenendo un comizio per la campagna elettorale per le elezioni parlamentari dell'8 gennaio), in seguito ad un attentato suicida, il 27 dicembre, è scomparsa una persona che rappresentava la speranza del Pakistan di liberarsi dalla morsa del terrorismo e dalla dittatura.
Tutte le autorità hanno condannato l'attentato, anche quelle americane, ma è evidente che l'uccisione della Bhutto è stata preparata da chi aveva interesse a non rischiare di vedere il trionfo del suo partito e il suo ritorno al potere.
Dopo l'attentato, la folla si è sollevata a Peshawar, ed è stata duramente repressa con gas lacrimogeni e manganelli. Il popolo pakistano sa cosa effettivamente accade nel paese, e come il controllo degli Usa impedisce la nascita di governi realmente scelti dai cittadini.
Gli statunitensi hanno mostrato tutta la loro ambiguità e malafede verso la Bhutto, utilizzandola per indebolire i poteri di Musharraf e per tenere buono il popolo, mentre dietro le quinte architettavano una sua uscita di scena, in quanto troppo pericolosa. Infatti, la Bhutto, avendo il sostegno della maggior parte dei pakistani, e volendo realizzare un governo assai più democratico di quelli amati da Washington, poteva rappresentare un serio ostacolo ai piani degli Usa di mantenere il controllo sul paese.

Nell'ottobre scorso, il consigliere politico di Benazir, Israr Shar, egli stesso vittima di un attentato terroristico in cui perse le gambe, aveva dichiarato:

"La strage di Karachi con i suoi 140 morti è una sorta di 11 settembre alla pakistana, ma qui i terroristi non hanno bisogno di venire da fuori: sono infiltrati e con forti appoggi nei servizi di sicurezza... Con il suo ritorno Benazir rischia la pelle.(17) ... Benazir è l'erede del padre, l'uomo che quando salì al Governo fece un gesto simbolico e decisivo: assegnò una carta di identità nazionale a tutti i pachistani, a decine di milioni di persone che avevano appena un nome, privati di ogni diritto di parola. Decise che l'istruzione per i poveri era gratis, fece nazionalizzare le scuole e le industrie più importanti, parlò e agì in nome del popolo e non di un'élite che lui conosceva bene. Erano idee socialiste, che poi attuò con le nazionalizzazioni e la riforma del latifondo: le gente ignorava le ideologie ma pensava che Zulfikar venisse incontro ai loro bisogni. Il generale Zia ul Haq lo fece impiccare nel '79, due anni dopo il colpo di stato, perché sapeva che con lui vivo non avrebbe potuto trascinare il Paese verso l'islamismo e la deriva autoritaria... Sono un laico, un secolarista, e credo che ce la faremo ancora una volta, Benazir ci salverà".(18)

La stessa Bhutto, dopo l'attentato a Karachi, aveva detto: "Più delle minacce dei radicali islamici temo il governo, le sue strutture parallele di ex generali e agenti dei servizi che potrebbero eliminarmi. Neppure io credo che siano stati gli integralisti il 17 luglio a farci saltare in aria: per noi sono un minaccia ma non la principale".(19)

I media occidentali, dopo la notizia dell'attentato a Rawalpindi, ripeterono pappagallescamente "Il Pakistan è il maggiore alleato degli Stati uniti contro il terrorismo di al Qaeda",(20) ma nessun giornalista si è chiesto come mai il terrorismo ha il potere di uccidere chi vuole, in paesi in cui i governi filoamericani controllano a tappeto ogni centimetro del territorio. La logica risposta è che quello che accade in Pakistan è quasi sempre organizzato dallo stesso governo, e che le strategie di Washington volevano dare un avvertimento a Musharraf e destabilizzare l'area, ma non intendevano affatto, pur avendola illusa, mettere al potere una persona non completamente controllabile, e per di più amatissima dal popolo. Musharraf, odiato dal popolo, non sarebbe oggi più utile agli Usa, che di solito destituiscono chi non serve più a mantenere sottomessi i popoli o chi non obbedisce ai loro diktat.
Il Pakistan è oggi un paese in cui il popolo è tenuto in miseria, in cui il 73% dei cittadini vive con meno di due dollari al giorno. Vivendo in condizioni di miseria, repressi da un governo militare, i pakistani si ribellano e chiedono condizioni di esistenza più dignitose e un governo che pensi realmente a governare il paese.
Negli ultimi anni l'economia è cresciuta del 7-8% l'anno, ma come osserva lo scrittore Zahid Hussein: "Questa rimane una società divisa in due: ci sono quelli che accendono l'aria condizionata e quelli che non hanno mai visto l'elettricità in casa".(21)
Le Forze armate pakistane ricevono dagli Usa almeno un miliardo di dollari all'anno, per essere più efficaci nelle repressioni e nel controllo del territorio. Il popolo pakistano, al contrario degli europei, non crede alla favoletta degli americani che chiedono alleanza per la "guerra al terrorismo", e sa molto bene che le armi vengono impiegate per tenere sottomessa la popolazione e per organizzare il terrorismo.
Ora che le speranze sono state così duramente spezzate, il popolo pakistano è ancora più inferocito di prima, e occorrerà una durissima repressione militare per sedarlo. Forse le autorità statunitensi riusciranno a trovare un personaggio a loro fedele che possa anche riscuotere consensi fra il popolo (ovviamente attraverso l'inganno). Forse continueranno a sostenere Musharraf, oppure destabilizzeranno ulteriormente il paese, attraverso il terrorismo e le repressioni militari, per tenere l'intera zona nel caos (Kashmir, Afghanistan, India e Pakistan), e cercare di manipolare i governi, in vista di possibili scelte non gradite.


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PER APPROFONDIRE

Ahmed Nafeez Mosaddeq, "Guerra alla verità. Tutte le menzogne dei governi occidentali e della Commissione "Indipendente" Usa sull'11 settembre e su Al Qaeda", Fazi Editore, Roma 2004.
Arundhati Roy, "Guida all'impero per la gente comune", Tea, Milano 2006.
Mamdani Mahmood, "Musulmani buoni e cattivi. La guerra fredda e l'origine del terrorismo", Laterza, Bari 2005.



NOTE

1) "Washington Post", 1 giugno 1979.
2) Ahmed Nafeez Mosaddeq, "Guerra alla verità. Tutte le menzogne dei governi occidentali e della Commissione "Indipendente" Usa sull'11 settembre e su Al Qaeda", Fazi Editore, Roma 2004, p. 14.
3) Intervista di Zbigniew Brzezinsky a "Le Nouvel Observateur" , 15 Gennaio 1998.
4) In arabo significa "scuola", le madrasse sono le scuole religiose islamiche.
5) Cit. Mamdani Mahmood, "Musulmani buoni e cattivi. La guerra fredda e l'origine del terrorismo", Laterza, Bari 2005, p. 156.
6) Hoodbhoy Pevez, "The genesis of Global Jihad in Afghanistan", relazione presentata alla Conferenza The Civil War and Cold War, 1975-1990, presso l'Institute of African Studies della Columbia University, il 14-15 novembre del 2002.
7) A questo proposito si legga:
http://www.disinformazione.it/distruzione_afghanistan.htm
8) A questo proposito si legga: http://www.disinformazione.it/iran_sceneggiate_per_invadere.htm
9) http://news.excite.it/estero/491482
10) Fonte: Adnkronos/Ign, 19 ottobre 2007.
11) Fonte: Adnkronos/Ign, 19 ottobre 2007.
12) http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=44361
13) http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=44402
14) http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=44488
15) http://www.peacereporter.net/default_news.php?ndata=2007-10-19&idn=43767
16) http://news.excite.it/estero/498273
17) http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2007/10/pakistan
18) "Il Sole 24ore", 18 ottobre 2007.
19) "Il Sole 24ore", 18 ottobre 2007.
20) Telegiornale di Raidue, 27 dicembre 2007, ore 18,30.
21) "Il Sole 24ore", 7 ottobre 2007.

mercoledì

GLI ANGELI FERITI DEI PARADISI TURISTICI

Di Antonella Randazzo


Negli ultimi anni, con l'abbassarsi delle tariffe aeree e la nascita di Resort e villaggi turistici nelle più belle località del Terzo Mondo, è stata creata una situazione paradossale quanto inquietante. Attraverso il turismo di massa, le persone già svantaggiate e depauperate da secoli di colonialismo, vengono ulteriormente danneggiate, e in molti casi ridotte a schiavi o a merce.
Secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2010 saranno un miliardo le persone che faranno viaggi turistici all'estero. Dunque il turismo è un mercato in crescita. E' emerso che i turisti appartengono a 20 Paesi, tutti nel Nord del mondo. Chi vive in un Paese povero non può viaggiare, se non clandestinamente, rischiando la vita. E in quel caso non si tratta di turismo.
Gli abitanti dei paesi poveri non soltanto non fanno turismo, ma a causa del turismo sono costretti a subire regimi dittatoriali e miseria. Infatti, nei paesi del Terzo Mondo, la ricchezza portata dal turismo finisce quasi completamente nelle tasche degli imprenditori stranieri e dei dittatori dei regimi-fantoccio.
La quantità di europei che si recano nei cosiddetti paradisi turistici è in aumento. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di persone che ignorano completamente le condizioni politiche, sociali ed economiche dei paesi in cui vanno.
Dalle statistiche risulta che l'Italia è uno dei paesi che più pratica il turismo sessuale. Sembrerebbe che ogni anno centinaia di migliaia di pensionati, padri di famiglia, impiegati, imprenditori, e altre persone del tutto insospettabili, si rechino nei paradisi del turismo sessuale per avere rapporti sessuali con ragazze giovanissime, talvolta bambine di 12 o 13 anni.
I governi di questi paesi sanno benissimo cosa accade, e perché c'è un flusso così alto di turisti, ma, anche quando approvano leggi che proibiscono la pedofilia e la prostituzione, chiudono entrambi gli occhi di fronte al turismo sessuale. Si tratta di governi-fantoccio, che permettono lo sfruttamento delle risorse da parte dalle grandi imprese straniere, costringendo la maggior parte della popolazione a vivere in condizioni di miseria tali da essere costretta allo sfruttamento lavorativo o sessuale.
La propaganda occidentale nasconde o mistifica la vera situazione del turismo di massa, e parla di "globalizzazione" e di "sviluppo delle aree povere".
Gli europei sono indotti a credere che il turismo nei paradisi turistici sia tutto sommato conveniente per le popolazioni indigene, che non possono non trarre vantaggio, dato che i turisti portano denaro. La parola "colonialismo" non viene affatto associata al turismo, eppure se si analizza bene la situazione di questi paesi si comprende come tale termine spieghi esattamente la situazione in cui queste popolazioni vivono.
A partire dalla fine degli anni Settanta dello scorso secolo, il Fondo Monetario Internazionale ha imposto le "ristrutturazioni", che miravano a sfruttare le bellezze naturali di questi luoghi, sviluppando il turismo. L'obiettivo principale era quello di indebitare i paesi e costringere le autorità locali ad approvare leggi che dessero alle imprese straniere il potere di costruire alberghi e Resort, sapendo di poter avviare un lucroso turismo, senza pagare tasse, e potendo sfruttare le risorse naturali. Si tratta, in altre parole, di saccheggio coloniale, che mira a privare le popolazioni dei loro diritti e, impoverendole, costringerle a lavorare per salari da fame o a prostituirsi. La globalizzazione ha seminato miseria e ha rafforzato regimi dittatoriali senza scrupoli. Il processo di globalizzazione non è altro che un modo "legale", utilizzando il perverso meccanismo del debito e imponendo condizioni favorevoli soltanto alle imprese.
Per molti anni in Occidente i mass media hanno fatto credere nella menzogna che l'Fmi e la Bm agissero per incrementare lo sviluppo economico dei paesi poveri, mentre invece facevano tutto il contrario. Spiega l'economista Joseph Stiglitz:

"Oggi, pochi difendono l’ipocrisia nel pretendere di aiutare i paesi in via di sviluppo nel forzarli ad aprire i loro mercati ai buoni e avanzati paesi industriali i quali d’altro canto mantengono protetti i loro prodotti, politiche che rendono i ricchi più ricchi e i poveri più poveri e incrementando la rabbia.... (i funzionari dell'Fmi) cambiano il mandato e gli obiettivi, mentre dovrebbero starsene tranquilli, in modo sottile, dal servire gli interessi economici globali, sono passati a servire gli interessi della finanza globale... La mentalità coloniale – la certezza di conoscere cosa sia meglio per i paesi in via di sviluppo - persiste... La globalizzazione oggi non sta lavorando per i poveri del mondo. Non si sta occupando molto dell’ambiente. Non sta lavorando per la stabilità dell’economia globale."(1)

I paradisi turistici sono tali soltanto per i turisti occidentali, mentre per la maggior parte della popolazione locale sono luoghi in cui si vive come all'inferno.
Le mete più ambite sono proprio quelle in cui ci sono feroci regimi mascherati da democrazia, e in cui molti bambini e ragazzine sono costretti a prostituirsi per poter mangiare. Fra queste mete troviamo l'arcipelago delle Maldive, la Thailandia e le isole dell'arcipelago di Capo Verde. Il turismo sessuale, che è in crescita, viene praticato anche nell'Est europeo e in America Latina.
In questi paesi, la globalizzazione ha distrutto le economie locali, e costretto alla miseria e alla fame milioni di persone, facendo aumentare ancora di più il divario fra Primo e Terzo Mondo, e inducendo gli abitanti del Primo Mondo a sfruttare ulteriormente le persone più povere, considerandole alla stessa stregua di oggetti. Il più povero diventa un oggetto privo di diritti, e le aree del turismo sessuale diventano luoghi in cui c'è la possibilità di superare i normali tabù, in cui anche la depravazione più criminale, come la pedofilia, diventa lecita. Tutto ciò avviene nella rivendicazione di una presunta superiorità dell'uomo bianco occidentale, atavico conquistatore e sfruttatore di schiavi.
In molte di queste località il popolo è stato ulteriormente impoverito dall'arrivo delle grandi imprese straniere, che si sono appropriate dei loro beni e sfruttano le risorse locali con enormi agevolazioni legali e fiscali.
In molti di questi paradisi turistici i bambini non hanno scuole e non ci sono ospedali per la popolazione.
Le persone che vivono in questi luoghi vengono considerate prive di valore, e i governi-fantoccio, per avvantaggiare gli investitori, sono disposti a qualsiasi cosa.
Alle Maldive, molte persone percepiscono che il nuovo assetto li vede privi di valore: "non valiamo niente, siamo solo un fastidio... Dio quando ha creato le Maldive è stato generoso, ma ora sono un paradiso solo per voi, per noi invece c'è solo fame, disoccupazione, disperazione, e se qualcuno protesta se la passa davvero male"(2) , dicono.
In Occidente viene diffusa una falsa percezione di ciò che realmente è la globalizzazione e di cosa è accaduto nei luoghi in cui sono sorti i paradisi turistici. In realtà le "democrazie" che gli occidentali portano nei paesi del Terzo Mondo non sono altro che sistemi di dominio economico-finanziario, mascherati dal pluralismo partitico. Le popolazioni diventano "sovrane" soltanto nella scelta di un partito piuttosto che un altro, e siccome tutti i partiti sono controllati dal gruppo egemone, la situazione di governo vedrà comunque il prevalere degli interessi di pochi, mentre la popolazione sarà tenuta sottomessa attraverso le forze militari o il terrorismo. Nelle Maldive, da ben ventinove anni, c'è lo stesso presidente-fantoccio, Maumoon Abdul Gayoom. Nel 2003 Amnesty International, in un rapporto, ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani da parte del regime di Gayoom. In particolare, si tratta di torture, maltrattamenti nelle carceri, arresti arbitrari di intellettuali, militanti politici dell'opposizione e di persone che difendono i diritti umani.
Nello stesso anno tre persone arrestate morirono misteriosamente in carcere, e la popolazione si sollevò. Gayoom, dopo questi fatti promise generiche "riforme", che non sono mai state attuate. Ad oggi la popolazione si ribella contro la dittatura mascherata da democrazia, e si sono avuti arresti in massa.
Così il capo della vera opposizione politica delle Maldive racconta la situazione del paese:

"Mi hanno torturato più volte negli ultimi venti anni. Sono stato nelle loro prigioni speciali sei o sette volte e ho trascorso cinque anni in carcere semplicemente perché avevo espresso le mie opinioni a favore della democrazia... In questo paese ci sono pochissime persone, non più di 50, che si prendono tutti i soldi e beneficiano di tutte le ricchezze delle Maldive, mentre la nostra gente vive nella miseria. Allora alcuni di noi, tempo fa, avevano preparato una lista di Resort da boicottare, dove voi occidentali non dovreste più andare perché sono di proprietà dei dittatori, e andandoci li arricchite e consentite loro di restare al potere. Se continuerete ad andarci sarete contro la nostra gente perché è una vergogna che voi veniate qua e facciate il bagno nel nostro mare, vi sdraiate al sole sulle nostre spiagge mentre nelle isole vicine noi siamo arrestati, torturati e massacrati. E' una vergogna".(3)

L'arcipelago di Capo Verde, che comprende dieci isole e otto isolotti, si trova nell'Oceano Atlantico, 450 km al largo del Senegal e 1200 km a sud delle Canarie. Dal 1995, il Governo iniziò a fare riforme per avvantaggiare le imprese straniere, su pressione degli organismi internazionali. Fra il 1995 e il 2000 fu attuata una politica di liberalizzazione e privatizzazione della maggior parte delle imprese pubbliche. Le imprese che si contendono gli affari sono oggi principalmente spagnole, italiane, portoghesi, inglesi e statunitensi.
L'isola di Sal è la più frequentata dai turisti occidentali, e a causa del turismo di massa l'assetto economico è stato distrutto quasi completamente. Racconta un cittadino capoverdiano:

"Il turismo porta ricchezza solo a pochi... alla gente di Capo Verde la ricchezza non arriva perché c'è una politica che favorisce le imprese straniere. Tutti gli alberghi... non comprano niente qua, anzi entrano in concorrenza con le piccole imprese locali. Noi capoverdiani cominciamo ad avere difficoltà a sopravvivere nel nostro paese... un umile lavoratore capoverdiano non riesce a competere con le multinazionali del turismo, e così una parte della popolazione sta pagando... per l'arrivo del turismo di massa".(4)

I turisti rimangono spesso chiusi nei villaggi, dando profitto soltanto alle imprese straniere. I Resort, pur sfruttando le risorse locali, non pagano tasse e sfruttano i lavoratori dando stipendi medi di 150/200 euro mensili.
Nel nostro paese esiste la Legge 269/98, che negli articoli 5 e 7 condanna e punisce come reato il turismo con scopo sessuale, anche se praticato all'estero. Eppure sono diverse le imprese italiane che si prodigano a costruire villaggi e Resort nelle località del turismo sessuale, e sono centinaia di migliaia gli italiani che ogni anno viaggiano per praticare lo sfruttamento sessuale di ragazzine e bambini. Coloro che promuovono il turismo sessuale o che praticano la pedofilia nei paesi poveri, hanno un senso di impunibilità, dato che è assai raro che qualcuno venga perseguito dalla legge. Le aree povere del pianeta sono considerate come zone in cui tutto è lecito, e sono assai scarsi i controlli e le indagini da parte delle autorità occidentali.
Alcune località della Thailandia sono diventate centri del turismo sessuale. Ad esempio, il villaggio di Pattaya, fino ad alcuni anni fa un semplice villaggio di pescatori, è stato trasformato in un centro di prostituzione in seguito all'arrivo di soldati statunitensi in cerca di "svago".
Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie, soltanto in Thailandia ci sarebbero circa 350.000 prostitute tailandesi e birmane, la maggior parte poco più che ragazzine, che si esibiscono nei locali notturni, e per pochi euro offrono i loro corpi ai turisti. Secondo alcune ricerche, almeno il 50% di queste ragazzine sarebbe sieropositivo HIV. Quelle che si ammalano di solito vengono fatte sparire nel nulla.
"Sono soltanto puttane" dice un turista europeo al giornalista Silvestro Montanaro. "Ma lei ha mai parlato veramente con loro?" chiede il giornalista. Risponde il turista europeo: "Non ne vale la pena... raccontano tutte le stesse storie. Dicono che lo fanno per soldi... che qualcuno è malato, morto o in ospedale".(5)

Le ragazzine raccontano storie di miseria, di ingiustizie, o di agghiaccianti violenze. Ad esempio, una ragazzina birmana raccontò:

"Sono venuta in Thailandia con mia madre, da noi non potevamo più vivere, eravamo ridotte alla fame. Mamma si è trovata un lavoro ma la pagavano pochissimo, e allora ho provato a cercare lavoro anch'io. Un uomo mi ha detto che conosceva un bar in cui avevano bisogno di una ragazza. Ho chiesto se non era un problema che fossi appena una ragazzina, lui mi ha sorriso e ha detto 'no anzi è ancora meglio'. (Disse) che cercavano una bambolina come me. Quando sono arrivata lì ho visto tante ragazze seminude che intrattenevano i turisti. Ho detto a quell'uomo che quel posto non mi piaceva, che mi faceva paura e volevo andare via. Lui mi ha trascinata in una stanzetta e mi ha violentata. Poi è andato via e ha chiuso la porta. Qualche ora dopo è entrato un uomo, era un turista. Mi sono buttata fra le sue braccia (dicendo) 'mi aiuti la prego', ma quello ha cominciato a toccarmi. Ho provato a scappare ma lui mi ha buttata sul letto. Piangevo, urlavo 'sono solo una bambina'. 'Lo so' ha detto lui, ho pagato tanti soldi per averti... Mi ha usata tutta la notte e credo sia andato via soltanto quando sono svenuta... mi sono svegliata in uno strano ospedale, tenuto da dottori amici dei miei padroni. Si perché ora ero una cosa, avevo dei padroni. Dopo due mesi mi hanno riportata a quel bar, ho detto che non avrei fatto più certe cose e i padroni hanno detto che potevo andare via. Anzi, uno di loro ha detto che mi accompagnava, e invece mi ha portato in una casa dove c'erano tanti uomini, dieci o forse di più. Ci sono rimasta tre giorni, tre giorni da incubo. Ho passato un altro mese in ospedale e quando mi hanno riportata in quel bar ero un'altra persona. Da allora faccio tutto quello che vogliono loro. Vado con clienti, rido, li soddisfo. I turisti dicono che sono brava, che sono sexy, la loro bambolina sexy. Giocano con il mio corpo ma a me non importa più niente, tanto sono morta. Sono morta un venerdì di tre anni fa, sotto nessun cielo, invocando mia madre, fra braccia violente e sconosciute che pretendevano amore. Che schifo di amore, mentre il mio cuore si velava per sempre di orrore".(6)

Sono queste le storie orrende che i turisti non vogliono sentire, per usare i corpi delle ragazzine e continuare ad essere i paladini della "democrazia" e di una presunta alta civiltà.
"Goditi la vita" è il motto di questi turisti. E alla domanda sgomenta di Montanaro: "ma come è possibile godersi la vita sfruttando delle ragazzine?", un anziano turista europeo rispose: "Perché no?... basta avere soldi... le compro tutte, compro tutto ciò che voglio".(7)

Alcuni studiosi hanno ravvisato nelle persone che praticano il turismo sessuale delle affezioni patologiche individuali e un notevole atteggiamento di disprezzo verso le persone dei paesi poveri. C'è anche il pregiudizio dovuto all'ideologia diffusa dalla cultura di massa, secondo la quale il valore delle persone dipende dai soldi che hanno, e chi ha soldi può tutto.
Nessuno dei turisti del sesso si interroga su come la prostituzione distrugga la vita di quelle ragazzine, e sul degrado morale e sociale che la mercificazione del corpo produce in chi si vende e in chi compra.
Quello che di sicuro caratterizza queste persone è la doppia morale gravemente impregnata di razzismo. Molte di queste persone hanno avuto figli, forse hanno anche nipoti, e non vorrebbero di certo che qualcuno dei loro familiari vendesse il proprio corpo per denaro, eppure senza alcuno scrupolo usano i corpi di ragazzine straniere come fossero oggetti. Considerano quelle ragazze, per il semplice fatto che non sono nate in Europa, in modo nettamente diverso rispetto alle donne dei loro paesi. Le percepiscono "puttane", senza alcuna considerazione per quello che esse raccontano: storie di miseria, sofferenza e violenza. Vogliono che esse stiano zitte, per poter credere di essere quasi dei benefattori, dando loro pochi euro, con cui compreranno da mangiare. Quelle ragazzine con gli occhi a mandorla, sono per loro oggetti, private della loro umanità e dignità, per offrire piacere sessuale senza rimorsi.
Fa parte del razzismo, più o meno inconscio, credere che in paesi non europei siano così arretrati nei costumi da praticare comunemente la prostituzione o lo sfruttamento sessuale dei bambini, e che dunque, dato che fa parte della "cultura" del posto, diventi lecito per chiunque praticare questi crimini.
Alcuni turisti occidentali, cresciuti con l'idea che gli europei sono moralmente superiori perché "portano democrazia e benessere", credono davvero che ragazzine o bambine provino piacere a fare sesso con uomini europei, spesso anziani, e credono che offrire loro denaro in quelle circostanze possa essere un atto di generosità. Non si chiedono perché quelle ragazze sono costrette a prostituirsi, né quale sia la reale situazione del loro paese, né chi ha la responsabilità del degrado morale e materiale che, specie negli ultimi decenni, ha colpito il loro paese. Non sono interessati a capire chi ha distrutto la loro semplice economia, chi ha sottratto le loro ricchezze e ottiene lauti profitti dalla miseria e dal degrado. Trovare risposte a tutto questo equivale a scoprire gli altarini criminali di chi oggi impone il proprio dominio. Significa scoprire che gli europei sono tenuti nell'ignoranza rispetto a ciò che il gruppo dominante fa nei paesi del Terzo Mondo. Significa capire che i mass media hanno l'obiettivo principale di stimolare le aree meno evolute del nostro cervello, per indurci a credere che l'esistenza umana possa essere ridotta al piacere sessuale mercificato o all'avidità. O che si debba credere che il denaro possa essere l'arbitro dei destini umani, e costringere alcuni alla sofferenza e altri alla sopraffazione.
Quelle ragazzine, come angeli feriti, hanno perduto il contatto con se stesse, strette nel dolore della loro quotidiana, degradante esistenza. Hanno attivato le difese che le estraniano da ciò che è lontano da quello che davvero vorrebbero.
Ma il degrado non riguarda soltanto quei popoli impoveriti e assoggettati con la forza. Riguarda anche quegli occidentali che sfruttano situazioni di degrado per soddisfare i loro istinti più bassi. Quegli occidentali che credono che nascere in una determinata zona geografica possa essere determinante nel decretare il rispetto dei diritti umani o il degrado a merce senza valore. Queste stesse persone, a parole, ritengono importante la loro cultura cristiana e i valori democratici, ma nei fatti non sono disposti a rispettare la persona umana sempre e in ogni luogo, e si fanno complici di gravissimi crimini contro l'umanità. La cultura di massa ha fatto credere loro che si possa mercificare tutto. Questa cultura è distruttiva e degradante, e contrastarla è dovere di ogni persona che crede nel rispetto dei diritti e della dignità umana.


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PER APPROFONDIRE

Beyala Calixthe, "Gli alberi ne parlano ancora", Epoché edizioni, 2007.
Canestrini Duccio, "Andare a quel paese. Vademecum del turista responsabile", Feltrinelli, 2003.
Dell'Agnese Elena, Ruspini Elisabetta, "Turismo al maschile, turismo al femminile. L'esperienza del viaggio, il mercato del lavoro, il turismo sessuale", Edizioni Cedam, 2005.
Miller Alice, "Il Bambino Inascoltato", Bollati Boringhieri, 1992.
Monni Piero, "L'arcipelago della vergogna. Turismo sessuale e pedofilia", Edizioni Universitarie Romane, 2001.
Monzini Paola, “Il mercato delle donne. Prostituzione, tratta e sfruttamento.”, Donzelli, 2002.
O' Grady Ron, "Schiavi o Bambini? Storie di Prostituzione Minorile e Turismo Sessuale in Asia", Edizioni Gruppo Abele, 1995.



NOTE

1) Stiglitz Joseph , "Globalization and Its Discontents", W.W. Norton, New York 2002.
2) Montanaro Silvestro, "C'era una volta", RaiTre, novembre 2007.
3) Montanaro Silvestro, "C'era una volta", RaiTre, novembre 2007.
4) Montanaro Silvestro, "C'era una volta", RaiTre, novembre 2007.
5) Montanaro Silvestro, "C'era una volta", RaiTre, novembre 2007.
6) Montanaro Silvestro, "C'era una volta", RaiTre, novembre 2007.
7) Montanaro Silvestro, "C'era una volta", RaiTre, novembre 2007.

sabato

L'ALCATRAZ MENTALE Le prigioni invisibili

Di Antonella Randazzo


Negli ultimi anni è entrata nel senso comune l'idea che il sistema in cui viviamo non informa su tutto ciò che ha rilevanza per i cittadini. La rete Internet, portando a conoscenza questioni che i mass media non trattano, ha fatto sorgere dubbi circa la correttezza dell'informazione ufficiale, anche fra coloro che non mettono in discussione il sistema. Tuttavia, non molte persone sono consapevoli dell'esistenza di una situazione apparentemente caratterizzata dalla libertà di pensiero, ma in cui, la maggior parte di persone, si aggira inconsapevole all'interno di un contesto socio-esistenziale gravemente manipolato.
L'aspetto fondamentale, che viene tenuto nascosto, è che non è il sistema ad essere a servizio delle persone e a rispettare il loro modo di essere, ma sono le persone che devono adattarsi al sistema, manipolate e trasformate in "società di massa". Del tutto inconsapevolmente, si è indotti ad abbracciare una sorta di prigionia mentale, in cui si accetta la realtà così com'è, convinti di non poter creare qualcosa d'altro. Il risultato è che ci si sente insoddisfatti, stressati o nevrotici, perché non si stanno utilizzando tutte le potenzialità.
Impedire il libero pensiero e la capacità di costruire alternative politiche, economiche ed emotive, rappresenta il fulcro dell'attuale sistema.
Esistono innumerevoli prove a sostegno del fatto che gli esseri umani sono tenuti al guinzaglio da poche persone. Ma, proprio perché al guinzaglio, la maggior parte di persone è disposta a credere che non sia così, pur soffrendo le conseguenze materiali e spirituali della condizione in cui si trova.
Viene stimolato il conformismo, e tutto ciò che fuoriesce dal "normale" è soggetto di rifiuto, quando non di criminalizzazione.
Il conformismo nasce dal bisogno di identificarsi con la realtà esterna, per avere sicurezza e protezione. Ci si può identificare con un gruppo, una nazione o con un'ideologia. Identificarsi evita di fare i conti con se stessi, e di scoprire la propria vera, unica, personalità. Il sistema attuale, rendendo difficile il guardare dentro se stessi, rende debole l'Io, inducendolo ad identificarsi col "livello medio" della società. In tal modo, si diventa propensi a trovare riferimenti all'esterno, anche su aspetti dell'esistenza che dovrebbero essere fortemente personali e personalizzati. Viene potenziata la mediocrità, ovvero il mancato uso delle potenzialità creative e intellettive.
Perché l'attuale sistema di potere è così interessato a creare una tale realtà?
Il pensiero è energia, e come tale non può non produrre effetti sulla realtà. Se così non fosse, perché mai tutte le dittature investono la maggior parte delle risorse a reprimerlo o a manipolarlo?
Sono le convinzioni a costruire la realtà. Per questo motivo, quello che più il sistema teme è la persona spontanea e capace di ragionare con la sua testa.
I mezzi ci comunicazione di massa hanno la funzione principale di dire alle persone come devono ragionare e cosa devono pensare. Lo scopo è quello di passivizzare la popolazione, trasformando il cittadino in persona obbediente. Telegiornali o altri programmi "informativi" fanno credere cose sbagliate o indottrinano con la propaganda, mentre i giochi a quiz, i telefilm o altre produzioni, hanno l'obiettivo di non far ragionare o pensare.
La Storia viene raccontata in modo tale da far intendere un percorso di evoluzione che ha portato alla libertà e al rispetto dei diritti umani da parte del sistema di potere detto "democratico". Ma tutto questo non esiste attualmente su questo pianeta, e nessuno di noi è libero se non si impegna costantemente a capire i meccanismi utilizzati per renderlo prigioniero inconsapevole.
In teoria siamo tutti a favore della libertà di pensiero, ma in pratica le persone che esprimono liberamente le proprie idee e rispettano chi la pensa diversamente da loro sono assai rare. La cultura di massa ci vede tutti conformisti, e allo stesso tempo in lotta. Come fossimo appesi ognuno dentro la propria gabbia.
Il sistema attuale non ci spingerà mai ad essere migliori e capaci di reagire efficacemente contro di esso, ma ci indurrà ad essere pretenziosi e diffidenti verso chi lo contrasta, e passivi o implicitamente accondiscendenti verso il potere.
Come spiega lo studioso Domenico De Simone, le stesse strutture di pensiero sono condizionate dal sistema:

"Nella genesi della parola verità è contenuto il rovesciamento del significato del termine ed il suo legame profondo con il potere. La verità nasce dal potere così come la giustizia. E la legge (lex, dal cui etimo deriva anche la parola legione) è il legame che unisce tra loro i cittadini per mezzo del comando (jus). Non a caso, la coscienza di questa origine ha generato ardite (ed insensate) costruzioni linguistiche come quella per cui “la verità deve essere trasparente” che in sé non significano nulla se non nascondere l’imbarazzo e la confusione di chi si rende conto di pronunciare un ossimoro bello e buono... Com’è evidente, il potere è intimamente connesso con l’articolazione stessa della struttura concettuale posta alla base del nostro pensiero. Ed è questa la ragione per cui ci appare “naturale” pensare alla società in termini di potere e gerarchia".(1)

Uscire dalla cultura di massa è sempre frutto di impegno quotidiano, non si tratta di seguire la linea di minore resistenza, ma di assumere un serio impegno con se stessi, per questo sono pochi quelli che si liberano dalla morsa della "massificazione" di regime.
Per riuscire a liberarsi occorre fare il contrario di ciò che il sistema spinge a fare, occorre alzare la propria autostima, e pensarsi come individui unici, importanti e degni di esprimere tutte le loro potenzialità. Le fondamenta della sottomissione consistono nella mancanza di autostima e nel percepirsi come persone bisognose di trovare all'esterno i parametri necessari all'esistenza.
La scarsa autostima produce frustrazione e paura, si crede di aver bisogno di attingere dall'esterno per avere "sicurezza" e si finisce per sottomettersi ad un gruppo di persone pronte a tutto pur di mantenere il potere, e scarsamente interessate alla nostra salute psicofisica.

Nella società di massa è implicita l'idea che tutti gli appartenenti ad un dato gruppo etnico, religioso o nazionale, dovrebbero fare propri più o meno gli stessi assunti ideologici, e chi fuoriesce dal gregge viene guardato con sospetto, quando non criminalizzato.
Persino fra i gruppi della cosiddetta "controcultura" c'è talvolta una rigidezza analoga a quella presente nel complesso della società di massa, con la differenza che in tal caso gli individui credono di lottare contro il sistema.
Non basta essere capaci di criticare il sistema e di scovarne i paradossi, occorre necessariamente liberarsi dalla sua morsa, che può permanere anche in persone che se ne sentono estranee perché da anni ne denunciano gli aspetti iniqui.
Alcune persone sanno criticare aspramente il sistema ma sono del tutto incapaci di mettere in discussione se stesse, requisito fondamentale per raggiungere l'autonomia di pensiero.
Più si è inconsapevoli del condizionamento, più il sistema ha il potere di indurre a credere a qualsiasi cosa, e costringere persino ad andare in guerra.
Siamo imprigionati all'interno di ciò che siamo indotti a credere. La prigionia mentale può impedire di vedere anche quello che è sotto gli occhi. Ad esempio, ci viene detto che i terroristi sono sempre gli altri, e che le autorità occidentali sono baluardi dei diritti umani, anche se è del tutto evidente che non è così, dato che esse sono responsabili dell'uccisione di centinaia di persone al giorno (compresi donne e bambini) in moltissimi paesi (Somalia, Iraq, Afghanistan, Etiopia, Nigeria, Haiti, ecc.).
Ci dicono che il Terzo Mondo è un'area "in via di sviluppo". Avete mai chiesto a un immigrato come mai proprio quando il suo paese era in "via di sviluppo" lui è andato via? Chi fugge da un paese che si sta "sviluppando"? Nessuno. Dunque è evidente che lo "sviluppo" del Terzo Mondo è una colossale frottola. La verità è che le autorità occidentali operano in modo che i paesi poveri non possano avere alcuno sviluppo economico, saccheggiando le loro risorse e imponendo un dominio coloniale.
I media descrivono la povertà come una sorta di calamità naturale: nessun riferimento al potere assoluto delle corporation o alle banche. E' evidente che le banche e le corporation saccheggiano le ricchezze dei popoli, eppure i media ci vorrebbero far credere che non è così.
Veniamo ingannati e raggirati in modo sempre più spudorato, trattati come fossimo degli imbecilli. Eppure molte persone credono che l'attuale sistema sia in "buona fede" e che le guerre, la morte per fame e altri crimini accadano per "caso" o siano inevitabili. Questa credenza, dato che non può fondarsi sui fatti, è frutto della manipolazione mentale che l'attuale gruppo dominante pratica attraverso i media.
Molti occidentali credono che i loro governi rispettino le costituzioni, ma è possibile provare che non è così. Infatti, chi non rispetta la volontà e l'interesse del popolo non può essere in armonia con costituzioni di stampo liberal-democratico presenti in tutti i paesi europei e negli Stati Uniti. Chi avalla lo sfruttamento lavorativo, lo strozzinaggio delle banche, il potere del più forte, la guerra e la tortura, come può essere in armonia con una Carta dei Diritti? Eppure molti credono che i governi occidentali lo siano, senza alcuna prova, e con possibilità innumerevoli di poter provare il contrario.
Ci vorrebbero far credere che poche centinaia di siciliani e calabresi possano essere capaci di portare avanti per molti anni traffici internazionali di droga, senza che i servizi segreti si accorgano di nulla, e senza l'appoggio di quei governi che oggi controllano il territorio a tappeto. E' come credere che gli asini volino.
La gente è bombardata dalla misinformazione, ossia da informazioni che si credono vere ma che in realtà non lo sono, e dalla disinformazione, cioè dalla mancata diffusione di conoscenze importanti per capire la realtà.
Nel Medioevo venivano condannati al rogo tutti coloro che negavano che la terra fosse piatta. Rappresentare la terra come un disco piatto immobile significava sottrarla all'universo, renderla "diversa", ossia dissociarla dal resto del creato. Creare divisioni fra significati equivale a rendere la realtà caotica e dunque difficilmente intelligibile. I nostri media usano lo stesso metodo: la povertà viene dissociata dalle politiche delle nostre autorità, la guerra viene dissociata dalla sete di potenza e di ricchezza delle banche e delle corporation, il "terrorismo" dalle esigenze di controllo dei popoli.
I messaggi dei media sono come dei mantra che producono effetti anche attraverso meccanismi subliminali, inducendoci a credere a cose contraddittorie o paradossali.
I dogmi rigidi sono spesso impliciti nella realtà, e danno sicurezza, illudendo di aver appreso ciò che occorre sapere della realtà. Sfidare il dogma significa esporsi all'insicurezza, è una sfida emotiva e sociale molto forte perché implica la possibilità di rifiuto da parte delle persone che stanno attorno al soggetto, come i familiari, i colleghi e gli amici. Ma quando una persona ha il coraggio di sfidare false verità, consolidate nel tempo e divenute dogmi, contribuisce al cambiamento della realtà di tutti.
La forza creativa degli esseri umani non può mai essere soppressa del tutto, dunque ci saranno sempre quegli individui capaci di andare oltre a ciò che il sistema di potere impone come vero, e che scopriranno che non lo è.
La cultura di massa spinge a sentirsi insignificanti, e allo stesso tempo ad identificarsi col gruppo etnico, religioso, o ideologico di appartenenza. In tal modo, tutti sviluppano, seppur in maniera diversa, una serie di pregiudizi verso le altre persone, e costruiscono una realtà in cui esistono precisi criteri di "bene", "male", "giusto", "ingiusto", ecc.
Il problema emerge quando queste categorie vengono manipolate dai media, che ci spingono a criminalizzare una persona e ad esaltarne un'altra, senza poter appurare la veridicità di ciò che ci sta condizionando.
Ci viene detto che siamo persone "ordinarie", e altre persone vengono proposte come "straordinarie", come "Vip" o come "esperti" di qualcosa. Altre persone, come le autorità politiche e religiose, ci appaiono come più importanti di noi, e dunque siamo indotti all'assenso o all'accettazione acritica di ciò che fanno o predicano.
La cultura di massa stimola la creazione di personaggi detti "Vip", ossia "persone molto importanti" (very important person). Queste creazioni spingono molte persone a fare la fila per ore per poter vedere un loro beniamino. A volte si tratta di persone che sanno suonare, cantare o recitare, ma sempre più spesso si tratta di persone che non fanno nulla, ma diventano famose semplicemente perché viste spesso sui mass media. Talvolta nessuno ricorda una loro frase particolarmente intelligente, oppure cosa hanno fatto di utile o di importante, eppure queste persone suscitano attenzione e interesse. Esistono parecchie riviste che si occupano esclusivamente dei "Vip", trattando soprattutto relazioni di coppia, tradimenti, particolari sessuali piccanti, ecc. Queste riviste servono a far ritenere la realtà in modo distorto o a far perdere tempo dietro a cose del tutto inutili.
Creare tali realtà risulta importante affinché le persone siano occupate con cose sciocche e non ritengano di doversi dedicare a cose più importanti e utili, come alla capacità di coltivare un pensiero autonomo e costruttivo.
Il sistema incoraggia a giudicare sulla base di criteri superficiali (aspetto fisico, ciò che si possiede materialmente, appartenenza sociale, ecc.), e in tal modo ci mantiene occupati sugli aspetti più insignificanti della realtà.
Molte persone si convincono che avere un aspetto fisico esteticamente gradevole significhi valere di più rispetto ad altri meno belli. Credono che diventare "popolari" sia qualcosa di indispensabile per il successo. Il sistema crea queste convinzioni per appiattire l'esistenza agli aspetti percettivi, facendoli apparire come i più importanti. Per questo motivo esistono moltissime persone disposte a rischiare la vita per un'operazione di chirurgia estetica, mentre non sono altrettanto numerose le persone dedite con impegno allo sviluppo delle proprie potenzialità cognitive e culturali.

Vengono create "divise mentali", e senza accorgersene, le persone sono indotte a credere a cose paradossali, che se fossero libere non crederebbero. Vengono creati finti nemici, caricando di significati nefasti persone, gruppi o paesi interi.
Molte persone sono pronte a scagliarsi contro il vecchio regime fascista di Mussolini, ma accettano una TV e una stampa controllate senza battere ciglio. Come se il fascismo non fosse sostanzialmente un regime in cui il potere è concentrato nelle mani di pochi, e in cui c'è un forte controllo dei mass media, esattamente come oggi.
Le dittature devono produrre conformismo e passività, altrimenti prima o poi crollerebbero.
L'attuale sistema mira a dare spazio mediatico e culturale a ciò che non mette in pericolo la sua esistenza, mentre tutto il resto viene tenuto ai margini, oppure gravemente mistificato. Ad esempio, lo scrittore irlandese Jonathan Swift, in seguito al feroce colonialismo inglese che provocò la morte per fame di milioni di irlandesi , scrisse un pamphlet ironico dal titolo "Una modesta proposta", in cui, per far emergere il comportamento disumano delle autorità inglesi, suggeriva provocatoriamente di risolvere il problema della fame mangiando i neonati (e accludendo le ricette). L'oligarchia dominante fece in modo che il messaggio ironico venisse preso alla lettera, impedendo di capire i gravi crimini che Swift denunciava. Col tempo apparvero riviste in cui si diceva che "Swift aveva istinti cannibalici e odiava i bambini".
Anche in tempi recenti si verificano mistificazioni di contenuti di denuncia dell'assurdità del sistema. Ad esempio, l'artista satirico Daniele Luttazzi, nel suo programma "Satyricon" poneva come slogan iniziale una frase di provocazione, che diceva: "Attenzione! Il programma che sta per andare in onda contiene fellatio, cunnilingus, masturbazione, feci, urina, sadomasochismo, Bruno Vespa e qualsiasi altra cosa la fetida mente di Daniele Luttazzi abbia fermentato in quest'ultimo periodo. Il suo linguaggio esplicito è fatto apposta per turbare gli imbecilli. A tutti gli altri, buon divertimento". Il giornalista Giampiero Gamaleri, in un articolo su "Il Giornale", travisando il significato, scrisse che Luttazzi si era "autoiscritto" alla "categoria degli imbecilli".(3)
"Satyricon" si prestava alla mistificazione e alla moralistica, quanto disonesta, condanna dei giornalisti di regime. Infatti, in uno sketch dello spettacolo, Luttazzi fingeva di mangiare escrementi, spiegando che "si trattava di un gesto cristico, assumevo su di me la merda del mondo e della televisione...".(4)
Per non far capire che Luttazzi stava sollevando aspetti scottanti di come il sistema spacci per spettacolo la volgarità e condanni come volgarità la denuncia di ciò, si alzò un vespaio, e i giornalisti di regime, senza minimamente considerare il vero significato di quella satira, dissero che Luttazzi era "empio", "efferato", "ignobile".(5) A difesa della vera volgarità e dei programmi che mirano a rimbecillire le persone, si schierarono molti personaggi che, non a caso, sono gli stessi che hanno spazio all'interno dei mass media.
La cultura di massa ci abitua a credere che abbracciare le stesse idee significa essere "uniti", ma il conformismo non unisce affatto, illude soltanto. Si limita a costruire gli "ego", ossia entità che si conformano a ciò che viene istituito dall'alto. Pur credendosi originale, l'ego vuol vedere il mondo esattamente uguale a lui, e per questo tenderà a demonizzare tutto ciò che è diverso.
Demonizzare il punto di vista altrui quando non coincide col proprio significa non rispettare la libertà di pensiero, ed è un inoppugnabile indice di prigionia mentale.
Alcuni programmi televisivi ci hanno abituati a credere che possa essere utile scontrarsi con gli altri o cedere alla rissa. L'obiettivo è quello di indurre a perdere l'equilibrio nello scambio di idee, per impedire un confronto costruttivo fra le persone.
Talvolta vengono presentate diverse fazioni, allo scopo di metterle in contrasto e far scoppiare il litigio. In tal modo ci inducono a ritenere che quando le persone la pensano diversamente ci deve essere scontro. In realtà, talvolta, le fazioni presentate in TV sono ideologicamente più vicine di quanto non sembri, e lo scontro è spesso dovuto ad interessi politici o all'egocentrismo. La TV spazzatura mira a farci perdere il senso della temperanza fra persone con diverse esperienze e idee. Perché mai dovremmo scontrarci? Non c'è posto per tutti? Non si possono esprimere idee diverse in tranquillità? Perché dovremmo essere prepotenti e insistenti nel voler imporre agli altri le nostre idee?
E' la cultura di massa che ci suggerisce che se uno la pensa diversamente da noi è un potenziale nemico, o che se l'altro nega le nostre idee nega noi stessi.
In conclusione, l'attività di pensiero crea la realtà, e chi istituisce dittature lo sa. Per questo attiva i mezzi di informazione di massa al fine di manipolarla o di eliminarla. Per imporre un dominio è necessario sopprimere la libera attività di pensiero, e creare una società di robot che si credono liberi, ma che vivono nella paura di essere se stessi e di pensare liberamente, accanendosi a lottare contro quelli che appartengono ad un'altra cultura o non la pensano come loro.
Il sistema di potere attuale potrà continuare ad esistere fino a quando creerà persone prive di un sano senso critico, che si azzuffano fra loro e trascorrono il tempo a guardare in TV risse e volgarità, anziché nutrire la propria esistenza di esperienze costruttive, per liberarsi dalla "massificazione".



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NOTE

1) De Simone Domenico, "Un’altra moneta. I Titan, la rivoluzione della finanza", Edizioni Malatempora, Roma 2003, pp. 162-163.
2) Le autorità inglesi esportavano in Gran Bretagna il cibo prodotto in Irlanda, costringendo gli irlandesi a morire di fame.
3) "Il Giornale", 18 gennaio 2001.
4) "Satira flop / Le accuse di Luttazzi, mattatore in 'Satyricon'", intervista di Denise Pardo, "L'espresso", 1 Febbraio 2001.
5) "Il Giornale", 13 febbraio 2001.

mercoledì

PSICOLOGIA DELLA FINANZA PARTE I Le convinzioni che imprigionano

Di Antonella Randazzo


Quando si crede in qualcosa che non ha un fondamento concreto, o è contrario all'esperienza comune, si è considerati creduloni, o in preda ad un'evidente fascinazione irrazionale. Tuttavia, quando tale fascinazione coinvolge moltissime persone, si parla di "credenze religiose o ideologiche", che, pur se in alcuni aspetti prive di riscontro reale, sono assunte per "fede". Si ritiene che tali credenze siano abbracciate consapevolmente, ma esistono casi in cui gli esseri umani accettano realtà assurde o irrazionali, implicitamente, ovvero senza averne alcuna consapevolezza. Ciò può avvenire per diversi motivi: perché alcuni aspetti della realtà si ereditano dalla famiglia e non vengono mai messi in discussione poiché ritenuti implicitamente veri in assoluto, oppure perché l'intero sistema si articola su quelle presunte verità, e dunque l'individuo avrebbe bisogno di un lungo impegno su se stesso per comprendere che quel sistema è soltanto uno dei tanti possibili. E' il caso dell'attuale assetto economico-finanziario, che presenta aspetti paradossali, assurdi e irrazionali, eppure viene propagandato come l'unico possibile, e addirittura in armonia con presunte "leggi". I più eminenti economisti fanno credere che l'economia sia come un fenomeno naturale, e che sia dovuta al comportamento di milioni di persone, senza alcuna manipolazione o direzione dall'alto. In realtà l'economia e la finanza sono settori creati dall'uomo per risolvere problemi materiali, e dunque non possono dirsi "scienze" e non possono avere leggi di tipo deterministico. Inoltre, è possibile provare che nella realtà attuale esiste un gruppo ristretto di persone che dall'alto esercita un potere enorme sulla finanza e sull'economia.
Gli "esperti" economisti tendono a far apparire i concetti difficili, complessi, per dare ad intendere che soltanto pochi possano affettivamente capirli. In realtà, l'attuale sistema economico-finanziario può essere ben compreso da chiunque abbia un'intelligenza media, ma capirlo potrebbe mettere in pericolo l'accettazione e la sopravvivenza del sistema stesso. Per questo motivo, le persone vengono indotte ad essere passive su queste realtà, ad accettarle implicitamente, in modo tale da non pretendere di avere voce in capitolo, anche se si tratta di settori importantissimi per la loro esistenza.
Miliardi di persone sono indotte a credere di vivere all'interno di una realtà finanziaria che, per motivi che sfuggono alla volontà o imprevedibili, di tanto in tanto produce "crisi", intese come prive di precisi responsabili. Inoltre, la maggior parte degli abitanti del pianeta non sa che esistono pochissime persone che stampano denaro con criteri arbitrari e fanno pagare il valore nominale più gli interessi, truffando e impoverendo miliardi di persone.
La struttura economico-finanziaria del sistema attuale si basa su un modello di tipo piramidale: al vertice ci sono poche centinaia di persone che decidono le regole che tutti gli altri devono accettare. Le organizzazioni su cui si basa questo sistema, le banche e le imprese, tendono a diventare sempre più grandi e centralizzate, mentre le piccole e le medie attività economiche sono indotte sempre più a sottostare al potere delle grandi strutture economico-finanziarie. La concentrazione del potere nelle mani di pochi è stata favorita negli ultimi decenni dalle misure imposte attraverso istituti come il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), la Banca Mondiale (Bm) e l'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc o Wto). Queste organizzazioni, controllate dal gruppo dominante anglo-americano, hanno provocato la perdita di potere degli Stati a favore dell'élite economico-finanziaria al vertice della piramide.
Il legame fra il vertice della piramide (corporation e banche) e la gente comune si basa sul bisogno materiale. Il gruppo al vertice crea le regole finanziarie e produce i prodotti alimentari e di altro genere, mentre la gente comune acquista tali prodotti e deve sottostare alle regole bancarie. Per fare in modo che la gente comune accetti il sistema passivamente, anche quando lo ritiene iniquo, vengono utilizzati i media. I programmi mediatici e la stessa produzione culturale sono dovuti alla scelta e agli interessi dello stesso gruppo che si trova al vertice della piramide. L'intrattenimento, la pubblicità e gran parte della produzione letteraria, tendono a sottostare al sistema e ne rispecchiano le regole fondamentali. La regola di base è quella di creare sempre nuovi bisogni materiali e nuovi desideri, in modo tale da indurre alla dipendenza dai prodotti materiali, anche quelli inutili. La vera cultura, come libero prodotto della creatività e dello spirito umano, viene sempre più soffocata da un sistema basato sulla creazione di nuovi bisogni e sul profitto.
L'attuale assetto economico non favorisce l'autostima, la sicurezza e la fiducia, perché tutti sono costretti ad essere in balìa del mercato, che spesso obbedisce a regole irrazionali e ingiuste. Tale realtà, dunque, non è realmente di tipo "capitalistico", perché non si basa sulla capacità imprenditoriale o sulla competitività, ma sulla legge del più forte, cioè sul potere di un gruppo di persone che si sono appropriate della maggior parte delle risorse mondiali, e utilizzano il potere finanziario ed economico per dettare le regole a tutti, anche agli stessi "capitalisti". Non c'è una vera competitività, né coloro che hanno capacità imprenditoriali sono sempre avvantaggiati.
Gli economisti danno per scontato che i valori umani non possano essere considerati all'interno delle questioni economico-finanziarie, è ciò serve a rafforzare l'attuale sistema, spacciandolo come dovuto a difetti umani, come l'avidità e l'ambizione. L'inganno sta nel far ritenere che l'assetto sia creato da molti imprenditori e cittadini, mentre in realtà è creato e voluto soltanto da un ristretto gruppo di persone, e tutti gli altri lo accettano, indotti a crederlo "naturale" e dunque l'unico possibile.
L'accettazione del sistema finanziario si basa su ragionamenti impliciti o passivi, basati a loro volta su credenze distorte o false. Questo vuol dire che miliardi di persone che popolano questo pianeta sono state indotte ad elaborare schemi di pensiero errati circa il sistema finanziario. Queste persone credono che la moneta sia un oggetto convenzionale creato per agevolare gli scambi, che i banchieri siano semplici cassieri, e che esistano giuste autorità e giuste leggi a tutela degli interessi di tutti. Tutto questo è falso. La moneta dovrebbe certamente essere un mezzo per incentivare e rendere più semplici gli scambi, ma in realtà essa è stata trasformata in uno strumento di schiavizzazione dei popoli, da personaggi che avevano (e hanno) l'intento di accrescere il proprio potere e le proprie ricchezze. Dunque, la situazione attuale del pianeta, che vede miliardi di persone ridotte in miseria o in balìa dell'insicurezza e della paura, dipende sostanzialmente e paradossalmente da un atto di accettazione del sistema sulla base di cognizioni distorte o ingannevoli. E' dunque un atto psicologico di cui non si ha piena consapevolezza, che concede ad un gruppo di persone, ben nascoste, il potere di ricchezza o di miseria, di vita o di morte.
Questo gruppo di persone si è appropriato del potere finanziario, grazie ad una condiscendenza implicita o basata sull'errore, e utilizza alcuni espedienti per fare in modo che le persone continuino e credere a ciò che è funzionale al mantenimento del sistema. L'intento, come spiega lo scrittore Domenico De Simone, è di condizionare e di accrescere il potere:

"Quello che interessa alle banche non è che il debito sia restituito, poiché esse sanno benissimo che in molti non potranno farlo, ma che si viva nella logica del profitto e della riproduzione del capitale. Alle banche interessa l’anima degli uomini, esse vogliono indurre comportamenti che presuppongano la logica del profitto".(1)

Il sistema finanziario attuale non è altro che un metodo per creare dipendenza e condizionamento, in modo da impedire alla gente di organizzarsi come vuole, o di rigettare le autorità riconosciute inique. Tale meccanismo di condizionamento avviene attraverso l'idea che questo sistema sia indistruttibile, e attraverso la paura di non farcela a pagare, di non guadagnare abbastanza, di non avere certezze future, ecc. Si tratta dunque di un meccanismo perverso basato sulla paura, che alimenta a sua volta la paura, e ci imprigiona in una spirale di dipendenza da autorità esterne, che hanno tutto l'interesse a mantenerci in queste condizioni.
Il denaro non ha in sé un valore, ma nasce per agevolare gli scambi o per pagare il salario. Se per convenzione accettiamo una moneta significa che
riteniamo che essa abbia valore. Accettando l'attuale moneta riconosciamo il potere di chi la emette. In realtà essa non ha alcun valore perché non nasce in seno alla società che la utilizza, e non viene stampata sulla base di criteri di valore chiari e precisi, come il valore delle merci, della produzione o del lavoro. Quindi la moneta che utilizziamo attualmente non ha valore reale, ma lo acquisisce nel momento in cui la accettiamo. E noi la accettiamo in seguito ad un atto psicologico: cioè crediamo che essa abbia valore.
In realtà, accettando l'attuale moneta accettiamo una forma di schiavizzazione da parte di un gruppo di famiglie, che attraverso la Federal Reserve (Fed) e la Banca Centrale Europea (Bce) si arroga la sovranità monetaria, sottraendola ai popoli.
La Federal Reserve è una società privata controllata da gruppi bancari privati. Tali gruppi sono: Rothschild Bank of London, Warburg Bank of Hamburg, Rothschild Bank of Berlin, Lehman Brothers of New York, Lazard Brothers of Paris, Kuhn Loeb Bank of New York, Israel Moses Seif Banks of Italy, Goldman, Sachs of New York, Warburg Bank of Amsterdam, Chase Manhattan Bank of New York.
La Banca Centrale Europea è controllata da società private (2) e dunque è essa stessa una società privata. Esistono persino tre Banche centrali (di Danimarca, di Svezia e d'Inghilterra) che pur non avendo, nel loro paese, adottato l'euro, guadagnano dal signoraggio europeo. In altre parole, paghiamo parte delle nostre tasse alle persone che posseggono queste banche, senza ricevere nulla in cambio.
Le banconote in euro, dunque, non appartengono ai popoli, ma alla Banca Centrale Europea, organo che è sottratto al controllo dei popoli europei.
La Banca d'Italia è controllata da Banche private e istituti di assicurazione privati, che caricano il costo nominale della valuta stampata, più gli interessi, sul debito pubblico, costringendo tutti i cittadini a pagare carta straccia, che non ha nessun corrispettivo valore. Per almeno l'85%, il debito pubblico è dovuto a titoli di Stato (BOT, CCT ecc.) concessi alla Banca Centrale in cambio di denaro pagato al valore nominale più gli interessi.
La Banca d'Italia, possiede una quota della Bce, ma i relativi profitti vanno alle società private, banche ed assicurazioni, che posseggono la banca per il 95%.
La perdita della sovranità monetaria è in contrasto col principio sostenuto dall'Articolo 1 della Costituzione italiana, secondo il quale "la sovranità appartiene al popolo". E' in contrasto anche con l'Articolo 117 della Costituzione che dice: "Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:... e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie". Tutti i cittadini comprenderebbero che il signoraggio è una truffa, se fossero correttamente informati a tale proposito.
La Bce stampa le banconote e non riconosce che esse appartengono al popolo sovrano dell’Unione Europea, dunque pretende di avere il potere di farle pagare sulla base del loro valore nominale, aggiungendo anche gli interessi. Ad esempio, una banconota da 100 euro viene fatta pagare ai cittadini 102,5 euro, ovvero il valore nominale più gli interessi. Se si sottrae il costo della produzione della banconota, all'incirca 0,30, si ottiene il guadagno di 102,2.(3) La banca, dunque, si comporta come depositaria del potere di creare valore dal nulla, e invece non è altro che una tipografia che stampa pezzi di carta. Il signoraggio è dunque un potere usurpato al popolo e diretto contro il popolo. Ciò che le banche danno è in realtà un debito, che si basa sul nulla. E' come se fossimo costretti ad assumere il debito di qualcun altro senza aver acquistato nulla e senza poter obiettare all'imposizione. Per questo motivo la realtà attuale non può essere né "democratica" né "libera", e tutti i popoli sono costretti a rimanere bloccati nel progresso morale e materiale, che potrebbero avere se non vi fosse l'attuale tirannia finanziaria.
Nel sistema attuale, un gruppo di banchieri ha il potere di controllare i flussi di denaro circolanti, e può creare crisi ogni volta che lo ritiene conveniente. Alla gente comune viene fatto credere che si tratti di un sistema complesso, con aspetti difficilmente prevedibili.
Le crisi, la fame nel mondo, le guerre, la miseria, la disoccupazione ecc., non sono calamità naturali ma sono dovute a scelte economiche e finanziarie attuate non dai popoli ma da una ristretta cerchia di persone, che spadroneggia sul pianeta in virtù del fatto che soltanto poche persone sono in grado di capire qual'è l'attuale situazione di potere.
Il meccanismo del debito serve a controllare lo stato economico di un paese, e per esercitare potere sulle sue istituzioni, in modo tale che il benessere per le classi popolari sia sempre di modesta entità, e che si possano scatenare crisi o guerre qualora l'assetto di potere venisse messo in discussione o fosse in pericolo.
Tale assetto condiziona la vita economica dell'intera società. Ad esempio, le piccole e medie imprese, per poter lavorare, hanno bisogno di prestiti dalle Banche, e quindi accettano di pagare i relativi interessi, che incideranno, insieme al livello fiscale (con le tasse pagano ancora in gran parte le Banche), sullo sviluppo dell'impresa stessa, potendo decretarne l'espansione o il fallimento.
Il sistema finanziario è congegnato in modo tale da gravare sul costo di qualsiasi prodotto. Infatti, gli imprenditori piccoli e medi dovranno gonfiare il prezzo di ogni prodotto in modo tale da poter pagare gli interessi alle banche per i prestiti o i mutui. Dunque, se i governi fossero liberi di stampare la propria valuta, tutto costerebbe meno e ci sarebbe crescita economica e maggiore benessere per tutti. Il denaro sarebbe utilizzato semplicemente come mezzo di scambio utile alla comunità, e non come un mezzo di dominio attraverso il debito. Le banche non danno nulla ma impongono un debito, e su quel debito ruota l'intero sistema economico, che si troverà bloccato dal fatto di dover pagare lautamente il nulla dato dalle banche.
Per pagare il debito pubblico i governi tagliano la spesa pubblica, aumentano le imposte e, anziché diminuire, l’indebitamento rimane costante o addirittura aumenta. Tutti i cittadini, inevitabilmente, sono impoveriti da questo sistema.
Com'è possibile che un inganno di tale gravità non venga scoperto e non vi si ponga fine? Come possono miliardi di persone essere prigionieri di un'assurda accettazione?
I media fanno apparire questa realtà come ovvia, o come insostituibile, nascondendo l'imbroglio del potere manipolatorio di poche persone. Migliaia di economisti, storici o politici raccontano frottole per accreditare il sistema. I politici utilizzano un linguaggio funzionale a reggere l'inganno e a mantenere le persone nell'accondiscendenza psicologica. Ad esempio, quando si ebbe il crack Parmalat, alcuni politici furono chiamati a spiegare cosa si potesse fare per non far accadere mai più una cosa del genere, e a chiarire le responsabilità della Banca d'Italia. Molti di essi reagirono come se Bankitalia fosse una sorta di Dio infallibile. Piero Fassino, alla domanda "Tremonti propone un’autorità unica che vigili sul risparmio. Perché siete contrari?" rispose:
"Perché non funzionerebbe. Sarebbe una concentrazione di potere enorme, che non garantirebbe né la trasparenza né i risparmiatori, anzi".(4) Con queste parole egli sostenne in modo implicito che l'attuale sistema sia da considerare trasparente e non concentrato, mentre in realtà è il contrario, e tutti potrebbero facilmente scoprirlo se rinunciassero a credere a quello che dicono i politici di regime e i mass media.
Fassino, come altri politici, si guarda bene dallo spiegare agli italiani che una Banca gestita da società private non può vigilare su quelle stesse società, ma induce a credere ad un ruolo della Banca a favore dei risparmiatori. La maggior parte dei politici non ci racconta le gravi malefatte delle grandi banche, eppure molte truffe sono state accertate. Ad esempio, nel gennaio del 2007, Andrea Cinquegrani, giornalista de "La Voce della Campania", ha notificato un esposto alla procura di Milano dell’associazione dei consumatori Adusbef, in cui risulta che la Goldman Sachs ha truffato lo Stato italiano (cioè tutti noi):

"Approfittando delle differenti legislazioni fiscali in vigore nei paesi europei, Goldman Sachs International ha attuato una ingegnosa truffa ai danni dello Stato italiano per la somma di 202 milioni di euro. Mediante un ingegnoso ma fraudolento sistema, Goldman Sachs poco prima del distacco delle cedole, effettuava il trasferimento in altri Paesi -prevalentemente in Inghilterra- delle azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali (fondi pensione e altro) in modo da creare le premesse per eludere la doppia imposizione fiscale. In questo modo partiva la richiesta di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia.... nonostante tali pesanti accuse di frode ai danni dello Stato, Goldman Sachs continua a godere in Italia di inusitati privilegi, e invece di essere sospesa dall’Albo delle banche di riferimento del ministero dell’Economia in via cautelare, è stata scelta come banca capofila lo scorso settembre in occasione del bond lanciato dal Governo italiano per 3 miliardi di dollari e con scadenza 20 settembre 2016. Come mai il Tesoro continua ad avvalersi di Goldman Sachs in qualità di lead manager, assieme a Citigroup e JP Morgan anche nel caso dell’ultima emissione, la più fresca operazione del ministero dell’Economia avvenuta il 24 ottobre 2006? Come mai si privilegia Goldman Sachs invece delle banche italiane ed europee? Come mai il ministro Padoa Schioppa, così rigoroso nella gestione dei conti dello Stato, ha rinnovato il mandato alla Goldman Sachs, che vede il professor Mario Monti come alto dirigente per l’Europa, invece di depennarla per giusta causa dall’elenco delle banche di riferimento?".

I continui messaggi, impliciti ed espliciti, dei politici, giornalisti e intellettuali di regime, hanno l'obiettivo di mantenerci in questa sorta di ipnosi collettiva. Certamente esistono persone nelle istituzioni ignare dell'imbroglio, tuttavia, il più delle volte i messaggi non sono casuali, ma provengono da tecniche messe in atto da chi, evidentemente, conosce la nostra psiche assai meglio di quanto la conosciamo noi stessi.
Ciò nonostante, sempre più persone si accorgono che il sistema economico-finanziario attuale ha qualcosa che non quadra, sentono di essere derubate, ma non sanno chi le sta derubando e come.
La Banca si arroga anche il potere di emettere "credito frazionale", ossia prestare 50 volte di più rispetto a quello che possiede. Ad esempio, se incassa 100 euro, ne può prestare 5000. Dunque, quando fornisce un mutuo, presta denaro che non ha, e si limita semplicemente a digitare sul computer una cifra. Il debitore dovrà lavorare molto per restituire il denaro con gli interessi, eppure egli in realtà non ha ricevuto nulla, la differenza sta nel ritenere di aver ricevuto, e nel riconoscere alla Banca quel potere che essa non dovrebbe avere, poiché l'ha usurpato alla comunità.
Mentre i cittadini non possono sottoscrivere assegni "senza provvista" in quanto considerato illegale e soggetto a disciplina penale, le Banche centrali possono emettere titoli di credito privi di un valore corrispondente.
Dunque, quello che è proibito al cittadino possono farlo le Banche. Se una persona comune emette un assegno in bianco diventa un criminale, mentre le Banche si arricchiscono sempre più grazie a questo potere.
Questo sistema protegge e sostiene soltanto tutto ciò che lo rafforza, mentre risulta spietato verso le persone comuni. Infatti, la Banca presta cifre spropositate alle grandi aziende come la Parmalat o la Fiat, ma se deve elargire denaro ad un operaio che vuole contrarre un mutuo, diventa assai esigente e rigida. La differenza è che le grandi aziende sono protette dal sistema, e se hanno problemi possono essere ricapitalizzate con denaro pubblico, invece, se l'operaio perde il lavoro e non può pagare il mutuo, immediatamente perderà anche la casa, poiché i soldi pubblici vengono dati soltanto a chi fa parte del sistema e non a chi lo subisce senza comprenderlo.
Per creare una realtà non facilmente comprensibile, i grandi banchieri fondano società e finanziarie in molti paesi del mondo, e tramite esse si impadroniscono di importanti società o banche locali. In tal modo essi accrescono potere in quasi tutti i paesi del mondo, rimanendo nascosti dietro sigle o nomi di società con sedi a Lussemburgo o nei paradisi fiscali. Si crea dunque un intreccio fra banche e imprese, e le solite persone possono controllare numerose banche e imprese, con diverse denominazioni societarie. Il sistema finanziario è congegnato in modo tale da non far apparire la caratteristica di essere completamente nelle mani di un gruppo ristretto di persone. Molti italiani sono convinti che il governatore della Banca d'Italia sia a servizio del paese, e invece egli svolge la sua attività a servizio delle banche, dunque soltanto a favore di un ristretto gruppo di persone. All'interno di un sistema siffatto può esistere soltanto una realtà di insicurezza, in cui la stragrande maggioranza delle persone sarà in preda a problemi materiali, e ignorerà la vera causa di tali problemi, credendo possa essere "normale" vivere nell'infelicità e nella prigionia mentale e materiale.
La crisi economica viene creata dalle banche, che cercano di fare in modo che vi sia quanto meno possibile denaro in circolazione. Ciò serve ad accrescere il loro potere, e ad indurre le persone ad avere uno stato d'animo depresso o assorbito dai problemi economici. Una tale condizione assoggetta ancora di più gli individui al sistema.
Per spezzare questo meccanismo infernale basterebbe che ogni nazione si riappropriasse della propria sovranità monetaria e decidesse liberamente i criteri da utilizzare per emettere moneta. Finché il potere monetario non sarà nelle mani dei popoli non ci potrà essere alcuna prosperità né sicurezza.
La distruzione di questo assurdo e immorale sistema è dunque nell'atto di non riconoscimento della moneta emessa arbitrariamente dalle banche.
Il gruppo dominante, consapevole che il suo potere può crollare da un momento all'altro, sta elaborando complessi modi per impaurire, indurre all'insicurezza o intimidire. Allo stesso tempo si prepara a scatenare una grande guerra, nel tentativo disperato di trascinare gli esseri umani in una situazione talmente grave da scoraggiare il cambiamento. Ma anche questo dipenderà dalla volontà dei popoli. Infatti, se la maggior parte di persone si rifiuterà di andare in guerra, il gruppo di potere non potrà attuare il suo piano.
In ultima analisi, non è un ristretto gruppo di persone a determinare la realtà ma i popoli stessi, nella loro disponibilità a credere agli inganni del potere, o a causa della loro inclinazione psicologica a ritenere che le autorità scelte dall'alto possano essere autorevoli e benigne.
Occorre diventare coscienti delle vere caratteristiche del sistema attuale, e comprendere che esso non è l'unico possibile. L'umanità è ricca di risorse sociali, culturali e spirituali, e può creare un sistema migliore, che permetta a tutti una dignitosa e costruttiva esistenza. Ma per farlo si dovrà smascherare l'ingiusto e incredibile dominio di alcune famiglie, che attraverso i secoli hanno trasmesso il potere per eredità, e hanno acquisito una conoscenza della psiche umana talmente elevata da indurre i popoli ad accettare ciò che non è loro favorevole. Uscire dal condizionamento da loro indotto è un aspetto fondamentale del futuro dell'umanità.
(continua Parte II)

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NOTE

1) De Simone Domenico, "Un’altra moneta. I Titan, la rivoluzione della finanza", Edizioni Malatempora, Roma 2003, p. 11.

2) I proprietari della BCE sono: Banca del Belgio (2,83%), Banca Danimarca (1,72%), Banca della Germania (23,40%), Banca della Grecia (2,16%), Banca della Spagna (8,78%), Banca della Francia (16,52%), Banca d’Irlanda (1,03%), Banca d'Italia (14,57%), Banca Lussemburgo (0,17%), Banca d’Olanda (4,43%), Oesterreichische Nationalbank (2,30%), Banca del Portogallo (2,01%), Suomen Pankki (1,43%), Banca di Svezia (2,66%), Banca d’Inghilterra (15,98%) 

3) http://www.signoraggio.com/index_ilproblema.html

4) http://www.dsonline.it/stampa/documenti/dettaglio.asp?id_doc=15448

PSICOLOGIA DELLA FINANZA PARTE II Le diverse maschere delle famiglie dominanti

Di Antonella Randazzo


Da molto tempo i banchieri si impadroniscono delle ricchezze del mondo attraverso il meccanismo del debito, ma soltanto negli ultimi secoli il meccanismo è diventato sempre più perverso, fino a far credere in presunti "cicli economici naturali", come se la finanza fosse un prodotto della natura. L'oligarchia dominante paga gli economisti per fare in modo che essi predichino ciò che è funzionale al loro potere, cioè falsità e inganni. Essi parlano di "cicli economici naturali", per fare in modo che la gente non possa capire che dietro alle crisi ci sono precise responsabilità. I banchieri progettano a tavolino i momenti di prosperità e i successivi crolli. Mettono in circolazione una certa quantità di valuta per incoraggiare la richiesta di nuovi prestiti da parte di imprenditori e di gente comune. Quando tutti sono indebitati con le banche negano altri prestiti, alzano gli interessi, creano crolli in Borsa o chiedono il repentino pagamento dei prestiti insoluti. Da tutto questo deriva la drastica diminuzione della valuta circolante e la successiva "crisi". Alcuni imprenditori falliranno, molte famiglie si ritroveranno sul lastrico, e a quel punto le banche potranno impadronirsi dei loro beni: case, aziende, terre, ecc. I governi non faranno nulla per evitare tutto questo perché sono controllati dagli stessi banchieri, che finanziando i partiti ne posseggono il controllo, e scelgono i candidati politici che appoggeranno completamente i loro interessi, e che proteggeranno la loro usurpata sovranità monetaria.
Nei momenti di crisi anche lo Stato si indebita con le banche, e dunque le tasse si alzeranno, e l'intera popolazione si impoverirà ulteriormente. In altre parole, le strategie truffaldine dei banchieri servono ad accrescere il loro potere impoverendo la gente comune, e facendo crescere il valore del denaro, su cui essi hanno un potere esclusivo, sottratto alla sovranità popolare.
Il sistema bancario, la Borsa e il sistema detto "capitalistico" hanno al loro interno aspetti paradossali, che siamo indotti ad accettare come "normali" o "essenziali". Ad esempio, vengono istituiti organismi di "vigilanza" o di "controllo", che però sono assurdi in quanto lo stesso gruppo di persone è controllore e controllato.
Si tratta di organismi-truffa, creati per far apparire ciò che non è, ossia che esista un sistema onesto, trasparente e a tutela delle persone comuni. Ci si deve chiedere come possa Bankitalia vigilare sugli Istituti di Credito italiani se questi ultimi sono i suoi stessi azionisti. Il controllato è anche il controllore. La proprietà della Banca è divisa in quote azionarie possedute quasi del tutto dai principali gruppi bancari italiani (Banca Intesa S.p.A., UniCredito Italiano S.p.A., Sanpaolo IMI S.p.A., Banco di Sicilia S.p.A., Capitalia, Banca Nazionale del Lavoro S.p.A., ecc.) è dunque controllata dai grandi banchieri, quelli su cui dovrebbe "vigilare".
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) è stata creata con la legge n. 216 del 7 giugno 1974, allo scopo di tutelare gli investitori del mercato mobiliare italiano. In precedenza era il Ministero del Tesoro ad avere tali mansioni. Con la legge n. 77 del 1983, la Consob acquisiva possibilità di controllo su tutte le operazioni relative al risparmio pubblico, e nel 1991, acquisiva ulteriori poteri di controllo.
Alla Consob si attribuisce la competenza a vigilare sui mercati regolamentati "al fine di assicurare la trasparenza del mercato, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori", ma in realtà questo non avviene, anche perché non tutto ciò che accade in Borsa è reso noto alle persone comuni o agli operatori. Infatti, le banche manovrano dall'alto il sistema e si guardano bene dal far capire a tutti tale realtà.
La Consob è formata da cinque membri (in carica per cinque anni) nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio. Dunque la Consob è controllata dal governo, che a sua volta è controllato da chi controlla le Banche e la Borsa. Negli ultimi decenni, non a caso, diversi politici provengono dalle banche d'investimento, come la Goldman Sachs, o la Carlyle Group. Queste banche, in molte parti del mondo, finanziano i più grandi partiti e le loro campagne elettorali, garantendosi la vittoria comunque vadano le elezioni. In tal modo avranno il potere di far approvare una legislazione favorevole ai loro interessi, penalizzando o danneggiando gravemente gli interessi dei popoli.
In altre parole, non c'è un vero controllo delle banche poiché chi dovrebbe controllarle è da esse stesse controllato. Di conseguenza non ci sono veri controlli nemmeno sulle Borse, tranne alcuni casi di persone o società non protette dai banchieri. Talvolta la Consob commina multe irrisorie rispetto al danno causato, per dare ad intendere che esercita i suoi poteri.
La Società Italiana Borsa S.p.A. è in gran parte nelle mani di Banche e Istituti di Credito (circa 82%), oltre che da emittenti e intermediari (Sim 6% circa, Società Emittenti Titoli 6,5% circa, Soggetti vari 5,5% circa). I principali azionisti bancari sono: Sanpaolo IMI, UniCredit, Bnl, Intesa-Bci e Banca di Roma.
Le cosiddette agenzie di rating, come Standard & Poors, Fitch e Moody’s, sono in realtà a servizio dei controllati e non degli investitori. Sono finanziati da corporation e banche, e nel consiglio di amministrazione siedono personaggi che rappresentano quelle corporation e quelle banche d’affari, come Citigroup, J. P. Morgan Chase, su cui dovrebbero "vigilare". E' come se a carnevale indossassimo un costume e una maschera da Zorro, è ovvio che noi sappiamo chi siamo, ma se la maschera ci copre il volto possiamo nascondere la nostra identità agli altri. Allo stesso modo, il gruppo dominante sa di essere sempre lo stesso, anche quando si traveste da "Consob", "agenzia di rating" o "Borsa italiana S.p.A.", l'inganno è rivolto agli altri, al popolo. Queste persone non stanno festeggiando il carnevale ma stanno truffando i popoli. Attraverso questi diversi travestimenti si appropriano del potere di gestire, controllare e regolamentare ciò che ha un valore per tutti i cittadini.
Perché mai questo gruppo di persone creerebbe istituti così paradossali se non avesse la necessità di mantenere i comuni cittadini nell'inganno?
I travestimenti servono a mantenere potere e controllo, ed evitare che venga effettivamente istituito un organo di controllo autonomo, perché in tal caso tutta l'impalcatura truffaldina potrebbe crollare come un castello di carte.
Si tratta dunque di una vera e propria messinscena, architettata in modo tale da far credere alle persone ciò che esse sono abituate a credere: che l'attuale sistema sia voluto dal popolo, sia a servizio del popolo o comunque l'unico possibile.
Ciò significa che l'accettazione psicologica da parte dei cittadini è talmente importante per mantenere il sistema da far modellare l'intera "realtà" istituzionale, in modo tale che le persone continuino ad essere persuase ad accettarlo. Il sistema viene dunque basato sull'imbroglio, dato che dipende essenzialmente dalle credenze collegate a tale imbroglio.
Senza esserne consapevoli, con un atto psicologico di accettazione, siamo indotti a mettere il nostro destino nelle mani di queste persone, e veniamo ripagati con l'insicurezza, la paura, e in altri casi, con la miseria e la morte.
Le grandi banche hanno nelle loro mai il potere speculativo della Borsa. La prevedibilità di questo sistema è nelle mani di chi lo controlla dall'alto, cioè dei grandi istituti bancari. Il 70% del credito speculativo mondiale è nelle mani di tre grandi banche: Morgan Stanley, Goldman Sachs e Ubs. Queste banche si valgono di conoscenze di natura sociologica e psicologica per condizionare i mercati e controllare l'economia. Il loro obiettivo principale è quello di accrescere ancora di più i loro capitali, in segretezza, spogliando i cittadini e le istituzioni. Come osserva l’"Economist", i banchieri hanno sempre più ragioni per far si che il potere "torni nell’ombra".
Le esigenze di accrescimento del capitale si accaniscono contro i salari, contro lo Stato Sociale e contro gli stessi risparmiatori.
La Borsa è come una luce ad intermittenza irregolare, che pur essendo controllata dall'alto, dà l'illusione di potere anche a molti operatori e agenti. Fa parte del gioco, come anche il far credere che ci sia una logica di base o delle regole. In realtà la Borsa non ha regole certe, e le azioni non sono collegate alla situazione delle società a cui si riferiscono, né ad altri parametri chiari. Credere di avere potere investendo in Borsa è come credere che i banchieri siano a servizio della gente e vogliano condividere con tutti il potere. Certo, qualcuno può guadagnarci, e anche questo fa parte del gioco.
La Federal Reserve, che ha il potere di alzare o abbassare i tassi di interesse, è stata fondata da 20 famiglie di banchieri. Fra queste c'erano i Rothschild, i Rockefeller, i Morgan, i Warburg e gli Schiff. Quando un banchiere muore o va in pensione, il potere viene ereditato dalla generazione successiva, in tal modo questo ristretto gruppo di famiglie esercita potere da diversi secoli.
Esso, grazie al sistema attuale, può impoverire qualsiasi area del pianeta, facendo crollare la valuta o sottraendo il denaro circolante. Ciò è avvenuto in Argentina, in Messico, nel sud-est asiatico e in molti altri paesi, costretti a subire un crollo economico gravissimo.
Nel 1991 il peso messicano crollò, e il vantaggio fu soltanto delle grandi banche come la Chase Manhattan dei Rockefeller, che aumentarono i profitti vendendo i titoli in pesos prima del crollo.
Coi flussi finanziari si nutre un'economia o la si distrugge, si sceglie chi deve vincere una guerra, o si decide chi deve vivere e chi morire. Ad esempio, nel 1997, il Fmi dette 17 miliardi di dollari alla Thailandia, 57 alla Corea del Sud e 40 all'Indonesia. Gli interessi chiesti erano altissimi. Le condizioni poste costringevano questi paesi a svendere le aziende locali a investitori stranieri. Si prometteva "sviluppo economico", che consisteva negli investimenti delle aziende straniere che andavano a sfruttare la manodopera locale e ottenevano agevolazioni fiscali. Inoltre, il Fmi poneva come obbligo la chiusura di alcune banche e la svalutazione della moneta locale. In tal modo il gruppo di imprese straniere, già molto forti, acquisiva un potere enorme, e bastava ritirare gli investimenti per far crollare l'economia e ottenere altre ricchezze locali a prezzi irrisori. Cosa che puntualmente avvenne. La distruzione delle economie dei paesi asiatici faceva parte di un ampio piano per ridurre la competitività.
Dunque, anche nel settore finanziario, siamo indotti ad accettare il principio di autorità, e a sottometterci al gruppo di potere, accogliendo come vere tutte le notizie che ci vengono date dall'alto. In tal modo carichiamo di potere le dichiarazioni di autorità, come il capo della Federal Reserve o il governatore della Banca d'Inghilterra. Essendo queste persone a servizio del gruppo di banchieri (che hanno anche il controllo dei media), e apparendo come persone attendibili, possono condizionare come vogliono il comportamento degli investitori, e sottrarre denaro attraverso l'innalzamento dei tassi o il crollo azionario, potendo sempre giustificare tali eventi con fatti o fenomeni apparentemente estranei alla loro responsabilità.
In altre parole, autorità della Federal Reserve o altri personaggi influenti, sanno che le loro dichiarazioni avranno effetti, e dunque le utilizzano per produrre esiti a loro favorevoli, senza alcuno scrupolo. Sanno che il loro potere si basa sulla nostra creduloneria, ovvero sulla disponibilità a credere che l'economia abbia "cicli naturali" o che la Borsa dipenda da fattori completamente non prevedibili.
Chiediamoci come mai le grandi banche non subiscono mai alcun danno dalle cosiddette "crisi", ma anzi accrescono sempre i loro profitti e si impadroniscono dei beni di chi non può più onorare i debiti. Il crollo della Borsa li arricchisce, le crisi finanziarie li arricchiscono, le guerre li arricchiscono. Cosa significa questo? Ovviamente, che sono esse stesse a manovrare gli eventi, facendoci credere che non è così.
La caratteristica essenziale del sistema attuale è l'indurre la maggior parte di persone a credere nella scarsità delle risorse, nell'inevitabilità dell'insicurezza economica e nell'imprevedibilità della situazione finanziaria. La ricchezza, assurdamente, viene collegata alla mancanza. Gli economisti, a questo proposito, citano il cosiddetto paradosso di Pantaleoni: "Godrebbe il massimo benessere colui che trovasse disponibili tutti i beni, corrispondenti ai bisogni, in quantità illimitata. La sua ricchezza, però, sarebbe nulla".
L'attuale sistema finanziario è strutturato in modo tale da suscitare un forte senso di mancanza, per poter alimentare insicurezza e paura del futuro. Ciò non accade a caso ma è scelto sulla base di precise conoscenze della psiche umana, come spiega lo psichiatra del Tavistock Institute, William Sargant:

"Vari tipi di convincimenti possono essere impiantati nella gente dopo che le funzioni cerebrali siano state deliberatamente disturbate inducendo accidentalmente o di proposito sentimenti di paura, rabbia o eccitazione. Tra i risultati causati da disturbi di questo genere, il più comune è un temporaneo indebolimento nella capacità di giudizio e una intensificata suggestionabilità. le manifestazioni appartenenti ai più svariati gruppi vengono talvolta classificate sotto il titolo di "istinto del gregge", e compaiono nella loro espressione più spettacolare in tempo di guerra, nel corso di gravi epidemie, e similarmente in tutti i periodi di pericolo collettivo, che incrementano l'ansia e di conseguenza la suggestionabilità individuale e di massa".(1)

L'obiettivo dei banchieri, dunque, è quello di disorientare e confondere. Gli eventi di Borsa servono ad incrementare il senso di insicurezza e di pericolo imminente. A far credere che esistano situazioni non prevedibili né controllabili, che incombono su tutti come una spada di Damocle. Ad esempio, il governatore della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, nel momento del pericolo "mutui subprime", si affrettò a dire che i rischi dei mutui incombevano anche in Europa.
Le autorità della Federal Reserve, come il governatore Ben S. Bernanke, appaiono talvolta indecisi, e rilasciano dichiarazioni tutt'altro che rassicuranti, dovendo alimentare la strategia devastatrice del gruppo di banchieri.
Seminare paure serve a tenere ben imbrigliati i popoli, che invece di pensare a come uscire dall'attuale sistema sono costretti a pensare a come poter andare avanti a pagare mutui e debiti vari.
Negli ultimi anni, l'élite ha deciso di promuovere il capitalismo finanziario, che significa guadagnare denaro sul denaro stesso, senza produrre o lavorare. Fino agli anni Settanta, il 90% del capitale veniva utilizzato per scopi produttivi o commerciali, e soltanto il 10% serviva a scopi speculativi. Nel 1990 la realtà si era ribaltata: il 90% del capitale era utilizzato per scopi speculativi e soltanto il 10% per la produzione. Oggi oltre il 90% di valuta finanziaria viene utilizzato per scopi speculativi, e questo ha completamente cambiato la situazione del sistema economico mondiale, senza che i popoli, che pagano il prezzo più elevato per questi cambiamenti, potessero capire e avere voce in capitolo su ciò che stava accadendo.
Merci importantissime per l'alimentazione, come i cereali, sono trattati dalle Borse, e il loro prezzo non subisce alcun controllo da parte degli Stati o di organismi preposti alla difesa dei diritti umani. Per questo motivo, milioni di persone muoiono di fame.
La rivoluzione tecnologica introdotta con l'uso del computer ha reso possibile il passaggio di valuta da un paese all'altro nel giro di poco tempo. Tutto questo ha indebolito il potere delle autorità statali che non possono più disporre di grandi capitali, per il passaggio repentino dei flussi finanziari da un paese all'altro, oltre che per il debito-truffa e per le privatizzazioni dei beni pubblici. In tal modo è stato creato un sistema in cui la maggior parte di persone vivono con bassi salari, la quantità reale di denaro in circolazione tende a diminuire, mentre poche persone dispongono di cifre enormi, che passano dai computer e non producono alcun benessere fra le popolazioni, rimanendo nelle mani delle stesse poche persone. Gran parte di queste persone sono a capo di grandi banche, e controllano l'intero sistema finanziario, potendo concedere prestiti, ritirarli e distruggere le economie di interi paesi. Questa situazione è stata definita dalla stampa economica come "la nuova età imperiale".(2)
Negli Stati Uniti, la metà dei titoli di Borsa è nelle mani dell'1% più ricco della popolazione, e il 10% degli altri ricchi possiede quasi tutto ciò che rimane. Gli investitori comuni sono dunque nelle mani delle persone che hanno creato il sistema borsistico, che non ha regole certe, e ciò che accade è voluto da chi controlla i flussi finanziari.
Creando una situazione di grande insicurezza e di impossibilità a sopravvivere dignitosamente con un solo stipendio, le autorità statunitensi hanno fatto in modo che la gente comune contemplasse la possibilità di tentare il guadagno, spesso indebitandosi, attraverso canali rischiosi, come la Borsa o i fondi comuni. Ma in tal modo le famiglie si sono esposte ad essere saccheggiate ulteriormente dalle persone che controllano il sistema.
Alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, il 45% degli americani possedeva azioni, e negli Stati Uniti si era innescato il meccanismo psicologico di proiezione delle proprie soddisfazioni o insoddisfazioni negli esiti borsistici: se la borsa saliva si sentivano tutti felici sennò diventavano infelici. Si era creato un meccanismo di dipendenza dai fenomeni finanziari, e dunque da chi li manipola.
Grazie alle protezioni governative, molte grandi corporation americane, come la Disney, AOL/Time Warner, la General Electric e la Viacom, possono truccare come vogliono i libri contabili, facendo alzare a piacimento gli indici di Borsa.
Negli ultimi anni, i banchieri hanno fatto una politica di unificazione delle valute, ridimensionando ancora di più la sovranità degli Stati.
A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, diverse leggi e regolamentazioni sul mondo della finanza sono state soppresse, come l'Atto Glass-Steagall (1933), approvato con lo scopo di limitare i rischi in caso di fallimento del sistema bancario distinguendo le banche commerciali dalle banche di investimento.
Nel 1999 il Congresso statunitense approvò l’HR10, l’”Atto di Modernizzazione del Sistema Bancario”, che abrogava l’Atto Glass-Steagall e permetteva a banche, compagnie di assicurazione e società di intermediazione finanziaria straniere di acquisire altre compagnie di assicurazione, banche e società di intermediazione finanziaria statunitensi.
I banchieri occidentali hanno dunque creato un sistema in cui è il denaro stesso a generare altro denaro, accrescendo ricchezza nelle mani dei già ricchi. Tale realtà è stata creata perché utile a costruire un sistema in cui soltanto pochi hanno un effettivo potere.
L'uso manipolatorio dei mass media riguarda anche il settore finanziario: la "crisi" o la ricchezza nascono dai media prima di essere creati nella realtà. I banchieri si valgono di studiosi delle scienze umane per accrescere il loro potere manipolativo. Attraverso i media ci dicono cosa è "forte" e cosa sta andando verso la "crisi". Creano convinzioni basate sul fatto che nessuno di noi può andare direttamente a vedere cosa sta succedendo. Nessuno di noi può controllare le società, nè può vedere come realmente agiscono i banchieri per indurre a credere una cosa piuttosto che un'altra. Oggi la situazione economica è stata resa sempre più caotica e incomprensibile. Le società sono come scatole cinesi e gran parte dell'economia è fittizia. L'attuale sistema viene erroneamente spacciato per razionale e regolato, ma poi sembra che nessuno abbia la responsabilità degli aspetti negativi o delle conseguenze distruttive che esso può avere. Ad esempio, da recente, è stato scatenato l'allarme "crisi mutui", e ci hanno raccontato che alcune banche avevano concesso mutui con scarse garanzie. Ci hanno messo in allarme dicendoci che la Federal Reserve avrebbe potuto alzare i tassi d'interesse a causa di ciò, ma poi ciò non è avvenuto grazie all'emissione di nuova valuta.
Ma che senso ha tutto questo? Chi avrebbe dato quel denaro per i mutui? In realtà quel denaro non esiste, e ci hanno allarmati per i mancati introiti di valuta inesistente. La banca fornisce denaro virtuale, cioè digita sullo schermo la cifra. E quindi la crisi a cosa sarebbe dovuta? Al denaro inesistente che non rientra come valore reale? Hanno fatto credere che il mancato rientro di denaro che non è mai uscito dalle loro tasche può scatenare una crisi. Tale comportamento è assurdo, criminale e gravemente irresponsabile.
La '"crisi dei mutui" è stata un'operazione psicologica: si voleva creare paura e preparare al peggio, per poi far intervenire "eroicamente" la Fed e suscitare sentimenti positivi, di riconoscenza, come se il gruppo di banchieri che la controlla non c'entrasse nulla con la "crisi". I banchieri hanno dunque acquisito il potere di condizionare le nostre menti a credere che una cifra scritta su un terminale possa avere valore concreto e produrre effetti concreti sulla vita di milioni di persone. Condizionano le menti, le emozioni e le credenze sulla realtà, ed è proprio su questo condizionamento che si basa il loro potere.
Secondo alcuni esperti di ipoteche, a partire dal marzo 2001, le banche della Fed hanno iniziato a gonfiare la bolla immobiliare, che scoppiò una prima volta nel 2001-2002, in seguito al declino del mercato azionario. Più di 1000 miliardi di dollari, inclusi parecchi risparmi delle famiglie, sparirono, incassati dalle banche che avevano architettato la truffa.
Altre bolle speculative sono state architettate (come le obbligazioni subprime ), e altre sono in progetto per il futuro. L'obiettivo è quello di tenere alto il clima di insicurezza e di ansia, attribuendo a cause non ben precisabili o non prevedibili, i disastri, e in tal modo nascondere i responsabili.
L'economia degli Stati Uniti è stata devastata dalle politiche economiche imposte dalle Banche e dalle corporation, che negli ultimi decenni hanno spadroneggiato su tutta la federazione.
Un'analisi del 2004 dell’United States Census Bureau stimava che 60 milioni di americani erano costretti a vivere con 7 dollari al giorno. Dunque, un americano su cinque vivrebbe con 2.555 dollari l’anno. Ben 25 milioni di americani vivono grazie ai "buoni-cibo" (ticket forniti da Comuni e Contee) con cui acquistano scontati i generi di primaria necessità. Negli Stati Uniti, l’1% della popolazione ha raddoppiato le sue ricchezze negli ultimi decenni, e si appropria del 16% del reddito nazionale.
Gli statunitensi, percependo salari sempre più bassi e avendo condizioni lavorative sempre più precarie, sono stati incoraggiati a contrarre debiti per mantenere un elevato livello di consumo, per comprare la casa, l'automobile o anche per pagare le vacanze, il college per i figli, ecc. Negli ultimi anni le Banche avrebbero erogato sempre più mutui anche senza garanzie ("subprime"). Nel 2000 sarebbero stati concessi mutui per 138 miliardi di dollari, e nel 2006, per 640 miliardi di dollari. La maggior parte di questi mutui sono a tasso variabile, e dunque, al rialzo dei tassi, centinaia di migliaia di famiglie sono diventate insolventi.
Tale situazione è stata utilizzata per far esplodere una crisi, che ha seminato panico nelle Borse di tutto il mondo, e che ancora rappresenta una minaccia. La Federal Reserve, si è mostrata ingannevolmente estranea a tali macchinazioni e ha mostrato di voler "risolvere" la questione tagliando di mezzo punto il tasso di sconto. La Banca Centrale Europea ha emesso 7,7 miliardi di euro, ma, come la Fed, non ha fatto luce sulla situazione e sulle responsabilità, dimostrando in tal modo la complicità verso chi specula e semina panico al fine di saccheggiare i piccoli risparmiatori e sottrarre ulteriori ricchezze ai paesi.
I mutui subprime sono quelli concessi ai cittadini a basso reddito, che sono ormai gran parte dei cittadini americani. Le Banche hanno concesso finanziamenti senza garanzia perché tanto il denaro che esse elargiscono nemmeno esiste, però produce effetti devastanti per i cittadini, che poi si troveranno ad essere i soli responsabili. Le istituzioni governative sono complici del sistema attuale, e per difendere il gruppo dominante assumono comportamenti ambigui, che mostrano chiaramente la loro corruzione.
I mutui subprime furono elargiti con la piena approvazione delle agenzie di rating, proprio per creare una situazione poco chiara, che doveva generare una grande insicurezza. I mutui sono stati poi "cartolarizzati" cioè convertiti in titoli obbligazionari e collegati a prodotti finanziari di difficile comprensione, per creare una situazione che il cittadino comune non può non temere.
Tutto questo serve a permettere al gruppo di banchieri di minacciare in modo indiretto e subdolo le popolazioni, generando insicurezza e una situazione non chiara, in cui un possibile disastro non avrebbe responsabili ben identificabili e trascinerebbe milioni di persone verso la rovina.
La Federal Reserve non notifica più l'ammontare delle banconote stampate e messe in circolazione, negli ultimi tre anni, ha alzato i tassi di interesse da 1,25% a 5,25% (in seguito alla "crisi dei mutui" il tasso è sceso al 4,50%), facendo aumentare enormemente la rata del mutuo a tasso variabile. Molte famiglie americane si sono trovate in difficoltà e le loro case sono state pignorate e messe all’asta. Di conseguenza, nel mercato immobiliare c'è stato un forte abbassamento dei prezzi, e dunque anche le obbligazioni possedute dai fondi di investimento e dai fondi pensione sono crollate. Questa svalutazione ha fatto crollare anche gli indici di Borsa, facendo perdere molti risparmi alle famiglie già in difficoltà. Da tutto questo, le banche escono vincenti, si appropriano delle perdite dei risparmiatori, e non vengono danneggiate dalle rate non pagate, perché hanno dato valuta inesistente, e ciò nonostante, possono impossessarsi dei beni di chi non può pagare il mutuo.
Le autorità politiche, se da un lato cercano di rassicurare, dall'altro, essendo complici del sistema, non sono disposte a far nulla di serio per difendere i cittadini. Il governatore della banca d'Italia Mario Draghi si è limitato a dire: "Quella scaturita dai mutui subprime non è una crisi ma sono soltanto turbamenti dei mercati finanziari internazionali". Ci spieghi cosa significhi "turbamenti dei mercati finanziari internazionali", e ci spieghi anche che poteri concreti avrebbe di tutelare gli italiani, dato che egli in realtà è a servizio del gruppo di banchieri.
Bush ha inscenato un'improbabile filantropia sostenendo di voler aiutare le famiglie in difficoltà, ma non ha spiegato chi ha ridotto le famiglie americane al collasso finanziario, come se non vi fossero responsabili.
Il presidente americano ha annunciato un "piano del governo (che) prevede di rendere il mercato dei mutui subprime più trasparente, più accessibile e più giusto". Si tratterebbe di attingere a 22 miliardi di dollari dalla Federal Housing Administration, riserve che servirebbero a coprire eventuali insolvenze delle famiglie ridotte sul lastrico.
Il presidente, però, non dice ai cittadini che l'oligarchia dominante ha fatto in modo da diminuire il più possibile il denaro circolante, proprio per creare situazioni in cui occorra elargire altro denaro accrescendo il debito pubblico. E' una catena di potere che si attorciglia al collo di tutti i cittadini, statunitensi ed europei.
Le Borse sono società private, che si autoregolano e si autoproteggono. Il sistema borsistico è stato descritto come avente un modello di "gironi" concentrici, in cui attorno alle imprese si pongono gli intermediari finanziari (fondi privati, banche d’investimento, venture capitalist), e nel girone più ampio ci sono le grandi banche, come Morgan Stanley, Goldman Sachs e Ubs. Le piazze borsistiche dovrebbero essere pubbliche, e invece i legami fra un girone e l'altro sono principalmente privati, e spesso segreti.
I banchieri si garantiscono il controllo di tutto ciò che può influire sulla Borsa, come la politica, gli eventi finanziari, le notizie dei media, ecc.
Ad esempio, nel 2006, l'ex governatore della Fed, Alan Greenspan, rilasciò dichiarazioni allarmanti circa l'aumento del petrolio. Nel settembre del 2007 lo stesso personaggio, che gode di enorme considerazione negli ambienti finanziari, dichiarò che gli Stati Uniti stavano perdendo capitali stranieri, e prevedeva "un ribasso dei prezzi dell'immobiliare negli Stati Uniti più rilevante del previsto, con un ulteriore crollo del 2 o del 3%". Greenspan, incurante delle conseguenze, annunciò anche che la Fed e la Banca Centrale Europea, in futuro, avrebbero dovuto alzare i tassi di interesse a più del 10%, al fine di contrastare l'inflazione. Per questo egli prevedeva una grave recessione con l'esaurirsi del mercato del credito in seguito alla crisi dei "subprime". A rafforzare la credibilità di queste dichiarazioni, negli stessi giorni, il prezzo del petrolio subì un rialzo, arrivando a 80,50$, e la Goldman Sachs annunciò che alla fine dell'anno potrebbe arrivare a 85 dollari a barile, e nel primo trimestre del prossimo anno a 90$. Si preannunciava dunque una svalutazione del dollaro sino a 1,70€ , scatenando una grande recessione.
Quello che i media non mettono in evidenza è che Greespan, come tutti i personaggi di primo piano della finanza, è complice dei banchieri, e che il prezzo del petrolio è stabilito dallo stesso gruppo di persone che controlla le Banche, le finanziarie e la Borsa. Sono sotto il loro controllo anche i giornali, come il "Financial Times", attraverso i quali i personaggi influenti rilasciano interviste. Dunque, queste persone hanno il potere di scatenare panico e di far crollare le Borse, dove vogliono e quando vogliono, mettendo in ginocchio paesi interi. Questo accade perché i popoli riconoscono loro legittimità e autorevolezza, e non li identificano come una banda di criminali truffatori, non avendo conoscenze necessarie per smascherare il sistema e vederlo per quello che esso è.
Dal 1978 ad oggi sono state approvate in Italia leggi relative alla Borsa e al mercato dei titoli di Stato, indipendentemente, e senza un disegno "istituzionale" chiaro e unitario. Le riforme sono state fatte soprattutto per adeguare il sistema agli standard posti dall'Unione Europea, e per collegare i mercati italiani a quelli statunitensi ed europei. Gli standard posti dall'oligarchia occidentale prevedevano l'affidamento del sistema al gruppo di persone che posseggono le grandi banche e creano il sistema finanziario nel suo complesso. Dunque tali "riforme" miravano ad accentrare il potere di controllo sulla Borsa e a permettere alle società formate ad oc di avere potere pressoché assoluto sulle regole da imporre, senza alcuna conseguenza per i banchieri in caso di irregolarità o di vere e proprie truffe (continua).