tag:blogger.com,1999:blog-18450327598143111762024-03-13T08:01:59.830-07:00Antonella RandazzoQuesto Blog è stato creato per far conoscere i libri e le altre pubblicazioni di Antonella Randazzo.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comBlogger113125tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-58366609652658571862014-01-06T07:25:00.001-08:002014-09-06T06:59:01.558-07:00SCHEDE LIBRI DI ANTONELLA RANDAZZO<b><br />
<span style="font-weight:bold;">Di ogni pubblicazione sono riportati l'indice e l'introduzione. Per sapere come ordinarli andare in fondo a ogni scheda.</b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-4GHJFh2bhL4/UrXewN_3qkI/AAAAAAAAARw/T1pTQ-b_3yY/s1600/COPERTINA_WEB_NUOVA_DEMOCRA.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-4GHJFh2bhL4/UrXewN_3qkI/AAAAAAAAARw/T1pTQ-b_3yY/s320/COPERTINA_WEB_NUOVA_DEMOCRA.jpg" /></a></div>E' USCITA LA<br />
NUOVA EDIZIONE AGGIORNATA DEL LIBRO DI<br />
ANTONELLA RANDAZZO<br />
<br />
<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa</span></span><br />
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EDIZIONI ESPAVO - Pagg. 519<br />
<br />
Da quando è stata creata la zona euro, sembra che la potenza imperiale statunitense non abbia più potere sul nostro paese. <br />
I mass media parlano poco degli Usa, e soltanto in alcune occasioni, ad esempio, in occasione dell’elezione del presidente o in casi di terrorismo, di interventi bellici o di visite diplomatiche. <br />
Alcuni media, in particolare la rete Internet, parlano da tempo del presunto declino del potere Usa, e della perdita di valore del dollaro. <br />
Ma è davvero così? <br />
La superpotenza americana è in crisi? <br />
E’ davvero lontana dai luoghi di potere dell’Unione europea? <br />
Qual è la sua vera realtà e il suo potere nel mondo attuale? ...<a href=" http://antonellarandazzo.blogspot.it/2011/02/la-nuova-democrazia-illusioni-di.html">continua</a> <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-OHg-FGhuoL8/UiiYRSBMeGI/AAAAAAAAAPs/gjsilcrFSEM/s1600/COPERTINA_LIBERTA'_web.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-OHg-FGhuoL8/UiiYRSBMeGI/AAAAAAAAAPs/gjsilcrFSEM/s320/COPERTINA_LIBERTA'_web.jpg" /></a></div><br />
<i>Antonella Randazzo</i><br />
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<i><b>STORIA DELLA LIBERTÀ</i><br />
Grandi e piccole azioni, pensieri, speranze e progetti di libertà <i></i></b><br />
<br />
Riusciranno gli italiani a liberarsi dall’oppressione dei “mercati” e dei governi di austerity? <br />
Qual è il peggiore nemico della libertà degli italiani?<br />
Ma cos’è la libertà? E’ uno stato dell’essere o un assetto sociale?<br />
Viviamo in un sistema fondamentalmente libero? <br />
Oppure ci illudiamo di essere già liberi per non affrontare il disagio di chi si accorge di essere schiavo?<br />
Questo libro parla di libertà: di eventi, di idee, di speranze, di progetti e di percorsi di libertà. Parla di fatti concreti, ma anche di progetti di alcuni italiani, miranti a produrre libertà nel nostro paese. <br />
E’ un libro adatto a chi crede di essere, o di poter essere, libero. A chi non ha paura di aprire gli occhi su realtà sgradevoli, la cui consapevolezza può consentire di avere una libertà che non sia pura illusione... <a href=" http://associazioneespavo.blogspot.it/2013/09/storia-della-liberta-grandi-e-piccole.html">continua</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-uYi7vF2CILE/UHmeIMbyiXI/AAAAAAAAALg/ToXjKKccbz4/s1600/COPERTINA_PALLONE_WEB.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="320" width="234" src="http://2.bp.blogspot.com/-uYi7vF2CILE/UHmeIMbyiXI/AAAAAAAAALg/ToXjKKccbz4/s320/COPERTINA_PALLONE_WEB.jpg" /></a></div><br />
<i>Antonella Randazzo</i><br />
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<b><i><b>I SEGRETI DEL PALLONE</b><br />
Passione, potere e calcio nella realtà italiana</i></b><br />
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Una tazza di tè “corretta” con droghe, una partita che è un appuntamento con la morte, strani movimenti, e non solo di muscoli, criminali da smascherare, cecità e paralisi, ma anche passione, emozioni forti e identificazione. <br />
Elementi che formano un mix esplosivo, che rende questo libro coinvolgente come un romanzo. <br />
Ma c’è una differenza: i fatti raccontati sono tutti veri.<br />
Il calcio è uno sport che coinvolge e appassiona. Ma anche molto di più… <a href=" http://lanuovaenergia.blogspot.it/2012/10/i-segreti-del-pallone-passione-potere-e.html">Continua</a ><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-6L4gGCOmGS4/UiiaKLJEuhI/AAAAAAAAAP4/GM-Ah1h4M10/s1600/COPERTINA_GREX_WEB.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-6L4gGCOmGS4/UiiaKLJEuhI/AAAAAAAAAP4/GM-Ah1h4M10/s320/COPERTINA_GREX_WEB.jpg" /></a></div><br />
<i>Antonella Randazzo</i><br />
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<b>HOMO GREX</b><br />
<b>Un viaggio dall’<i>Humanitas</i> al <i>Grex </i>e ritorno</b><br />
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Pur essendo venuto allo scoperto che circa l’1% sottomette e opprime il restante 99% della popolazione, il sistema è rimasto invariato. È evidente che non basta capire la realtà per cambiarla, ed è risultato inutile protestare contro chi non ha alcun interesse a cambiarla Lo scrittore Lev Nikolaevič Tolstoj, in riferimento all’oppressione coloniale inglese in India, ebbe a dire: “Una compagnia commerciale assoggettò una nazione di duecento milioni di persone! Raccontatelo ad un uomo libero dalla superstizione, ed egli non riuscirà a capire che cosa significhino queste parole, che cosa significa che trentamila uomini… ne hanno sottomessi duecento milioni?”<br />
Cosa ci guadagnano i popoli a credere che lo stesso sistema dittatoriale darà loro la possibilità di scegliere la libertà?...<a href=" http://lanuovaenergia.blogspot.it/2012/06/homo-grex-un-viaggio-dallhumanitas-al.html">continua</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-6SM_uNIAD_I/UiianFNZRCI/AAAAAAAAAQA/IX8txV6jDNA/s1600/COPERTINA_SFASCIO_WEB-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-6SM_uNIAD_I/UiianFNZRCI/AAAAAAAAAQA/IX8txV6jDNA/s320/COPERTINA_SFASCIO_WEB-1.jpg" /></a></div><i>Antonella Randazzo</i><br />
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<span style="font-weight:bold;">DAL FASCIO ALLO SFASCIO<br />
Conoscere l’Italia per sapere cosa sta accadendo</span><br />
<br />
Per molto tempo, le parole ricorrenti sui giornali stranieri che puntavano l’attenzione sull’Italia non erano affatto lusinghiere: c’era chi parlava di un pericolo “bancarotta dello Stato” , e chi invocava il “salvataggio”. <br />
Cosa sta accadendo realmente in Italia? <br />
Perché ci troviamo così bersagliati? <br />
Perché gli italiani sono sempre più poveri?<br />
Perché l'Italia dovrebbe svendersi o "sacrificarsi"?<br />
<br />
Questo libro nasce per capire meglio la situazione in cui ci troviamo, e soprattutto per far emergere i modi possibili per uscire dalla situazione attuale... <a href=" http://lanuovaenergia.blogspot.com/2010/03/dal-fascio-allo-sfascio-conoscere.html">continua</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-o1_aU7u7AtQ/UiibPkyebMI/AAAAAAAAAQM/DMOPoezWEoA/s1600/DITTATURE94.JPG.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-o1_aU7u7AtQ/UiibPkyebMI/AAAAAAAAAQM/DMOPoezWEoA/s320/DITTATURE94.JPG.jpeg" /></a></div><i>Antonella Randazzo</i><br />
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<span style="font-style:italic;"><blockquote><span style="font-weight:bold;">DITTATURE. La Storia Occultata</span><br />
</blockquote></span></blockquote><br />
Quante domande la Storia ufficiale lascia senza risposta: chi pagava le armi dei poverissimi rivoluzionari russi? <br />
Chi rese forte in pochi anni la Germania di Hitler? Perché molti ebrei non furono salvati nemmeno quando chiesero asilo agli ebrei nei territori dell'attuale Israele? Cos'è veramente la globalizzazione? Chi paga le guerre africane? Quali sono le vere ragioni che costringono migliaia di persone a fuggire dal loro Paese rischiando la morte? Perché l'Occidente, che si professa evoluto e scientificamente avanzato, non è capace di salvare molti esseri umani dalla morte per fame?... <a href=" http://antonellarandazzo.blogspot.com/2009/10/regalati-e-regala-la-nuova-edizione-del.html">continua</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-Q9h0LLI_ZWc/UiicWhGTPSI/AAAAAAAAAQk/z0WrT5MxKuc/s1600/COPERTINA_GUERRE_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Q9h0LLI_ZWc/UiicWhGTPSI/AAAAAAAAAQk/z0WrT5MxKuc/s320/COPERTINA_GUERRE_2.jpg" /></a></div><i>Antonella Randazzo</i><br />
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<span style="font-weight:bold;"><span style="font-style:italic;">RIVOLUZIONI E GUERRE. <br />
La verità sui conflitti del XX secolo<span style="font-weight:bold;"></span></span></span><br />
<br />
Non si può capire appieno il presente se non si conosce il passato. Gli equilibri e le egemonie di oggi dipendono dai conflitti del XX secolo. Questo libro offre una nuova chiave di lettura delle guerre rivoluzionarie e controrivoluzionarie, scoppiate in moltissimi paesi durante lo scorso secolo. In seguito all’analisi dei documenti resi accessibili a partire dagli anni Novanta, sono emersi nuovi fatti assai chiarificanti... <a href=" http://antonellarandazzo.blogspot.com/2011/01/rivoluzioni-e-guerre-la-verita-sui.html">continua</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-XO59CKS_kYw/UiicrKMQY1I/AAAAAAAAAQs/85YEHl2WDKA/s1600/Copertina_libro_2_Travaglio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-XO59CKS_kYw/UiicrKMQY1I/AAAAAAAAAQs/85YEHl2WDKA/s320/Copertina_libro_2_Travaglio.jpg" /></a></div><i>Antonella Randazzo</i><br />
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<span style="font-weight:bold;"><span style="font-style:italic;">IL TRAVAGLIATO TRAVAGLIO. <br />
Lo strano caso di un informatore disinformato<br />
<span style="font-weight:bold;"></span></span></span><br />
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Sono ormai in molti a parlare della disinformazione imperante nei nostri media di massa attuali. Il paradosso è che alcuni di coloro che ne parlano dai canali ufficiali coincidono con gli stessi disinformatori. E' ovvio, se queste persone stanno scrivendo o parlando da quei canali, potrebbero essere proprio loro ad informare correttamente, dicendo tutte le cose importanti che i cittadini devono sapere. E invece non lo fanno... <a href="http://antonellarandazzo.blogspot.com/2009_10_01_archive.html">continua</a ><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-FnmBuIJMOHg/UiidTkv00SI/AAAAAAAAAQ8/Myq8Xyge-qg/s1600/PIRATI83.JPG.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-FnmBuIJMOHg/UiidTkv00SI/AAAAAAAAAQ8/Myq8Xyge-qg/s320/PIRATI83.JPG.jpeg" /></a></div><i>Antonella Randazzo</i><br />
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<span style="font-weight:bold;"><span style="font-style:italic;">PIRATI & MAFIOSI. <br />
La vera Storia del crimine organizzato<span style="font-weight:bold;"></span></span></span><br />
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Sono stati scritti molti libri sulla mafia, ma è stato detto tutto?<br />
Gli italiani sanno cos’è davvero la mafia? E’ davvero "made in Italy" come alcuni credono?<br />
Alcune regioni d’Italia sono soffocate dalle organizzazioni di tipo mafioso, e queste organizzazioni criminali incidono non poco sulla vita di molte persone. Eppure gli italiani ignorano molte cose sulla mafia... <a href="http://antonellarandazzo.blogspot.com/2010/01/libro-pirati-mafiosi-la-vera-storia-del.html">continua</a><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Whthq40zN5c/UiibwfqsvkI/AAAAAAAAAQU/oIadYz18cqQ/s1600/COPERTINA_LIBRO_RANDAZZO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Whthq40zN5c/UiibwfqsvkI/AAAAAAAAAQU/oIadYz18cqQ/s320/COPERTINA_LIBRO_RANDAZZO.jpg" /></a></div><i>Antonella Randazzo</i><br />
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<span style="font-weight:bold;"><span style="font-weight:bold;"><span style="font-style:italic;"><span style="font-style:italic;">OLTRE L’ERA DELL’INGANNO <br />
Verità impietose sulle truffe che soggiogano i popoli</span><span style="font-style:italic;"></span></span></span></span><br />
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Il Premio Nobel Harold Pinter disse: “Ciò che ci circonda è un grande arazzo di menzogne su cui ci nutriamo”. <br />
Negli ultimi anni, sempre più persone si stanno accorgendo dell’esistenza di questo “arazzo di menzogne”. Schiere di politici, giornalisti e pseudo-intellettuali, non bastano più a proteggere “l’arazzo”. Truffe e menzogne stanno emergendo, e da ciò deriva una maggiore consapevolezza. <br />
Il libro “Oltre l’era dell’inganno” ha come obiettivo principale quello di fare il punto sulla consapevolezza raggiunta in tutti i settori importanti dell’esistenza umana: Scienza, Storia, Economia, Finanza, cultura e comunicazione... <a href=" http://antonellarandazzo.blogspot.com/2010/09/oltre-lera-dellinganno-verita-impietose.html">continua</a><br />
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<span style="font-weight:bold;"><span style="font-style:italic;"><br />
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INVIACI IL TUO ORDINE<br />
CLICCA SULLA LETTERA<a href="mailto:giadamd@libero.it"><img src="http://lh4.ggpht.com/_fyUYhNUOXMw/Sg2XV6G3Z6I/AAAAAAAAAUM/7gVfNrNGeyw/sms.gif" /></a>Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-9774896014040491522011-02-16T11:20:00.000-08:002016-06-13T11:57:50.471-07:00NUOVA EDIZIONE AGGIORNATA! LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-qDtJa6E9t80/UrXWfDnTybI/AAAAAAAAARg/wHAvaA1EeqQ/s1600/COPERTINA_WEB_NUOVA_DEMOCRA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-qDtJa6E9t80/UrXWfDnTybI/AAAAAAAAARg/wHAvaA1EeqQ/s400/COPERTINA_WEB_NUOVA_DEMOCRA.jpg" /></a></div><br />
<br />
E' USCITA LA NUOVA EDIZIONE DEL LIBRO DI<br />
<br />
ANTONELLA RANDAZZO<br />
<br />
<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa</span></span><br />
<br />
EDIZIONI ESPAVO - Pagg. 519<br />
<br />
<br />
<br />
Da quando è stata creata la zona euro, sembra che la potenza imperiale statunitense non abbia più potere sul nostro paese. <br />
I mass media parlano poco degli Usa, e soltanto in alcune occasioni, ad esempio, in occasione dell’elezione del presidente o in casi di terrorismo, di interventi bellici o di visite diplomatiche. <br />
Alcuni media, in particolare la rete Internet, parlano da tempo del presunto declino del potere Usa, e della perdita di valore del dollaro. <br />
Ma è davvero così? <br />
La superpotenza americana è in crisi? <br />
E’ davvero lontana dai luoghi di potere dell’Unione europea? <br />
Qual è la sua vera realtà e il suo potere nel mondo attuale? <br />
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L’edizione aggiornata del libro <i>LA NUOVA DEMOCRAZIA<b></b></i> fa luce sulla situazione degli Usa, con riferimento al rapporto con l’Europa e il resto del mondo. <br />
Conoscere lo Stato dell’Impero significa capire molti fatti poco comprensibili, <i>in primis</i> i continui allarmi del cosiddetto “mercato”, e il controllo politico-economico che ha determinato l’aumento della povertà anche nei paesi europei.<br />
La conoscenza della situazione degli Stati Uniti rappresenta una chiave necessaria per comprendere i più importanti eventi geopolitici del nostro Pianeta.<br />
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<br />
Con la sconfitta del nazifascismo, i vincitori ci hanno fatto credere che i peggiori dittatori fossero stati spazzati via dalla Storia. <br />
Ma oggi, con l'apertura di nuovi archivi storici, alla luce di nuovi documenti e di nuove testimonianze, siamo in grado di sostenere che non è così. I crimini sono stati soltanto spostati dall'Europa alle aree del Terzo Mondo, col pretesto di "portare la libertà" ai popoli. In nome della libertà e della democrazia vengono ad oggi attuati innumerevoli crimini e genocidi. <br />
Il titolo "La Nuova Democrazia", riprende la definizione che il dittatore Augusto Pinochet dette alla nuova situazione cilena creatasi dopo il massacro di migliaia di persone e la soppressione del governo eletto democraticamente di Salvator Allende. La Nuova Democrazia è una "democrazia senza popolo". Le "Nuove Democrazie" sono oggi tantissime, attuate e ancora, tragicamente, da attuare. Il mondo di oggi è tutt'altro che liberato da coloro che si arrogano il potere di commettere crimini, nel nome di un'ideologia che trova nel profitto e nel potere il suo unico Dio. <br />
<br />
Questa sconcertante realtà ci viene resa incomprensibile dai media, che mostrano immagini raccapriccianti di bambini in fin di vita per la fame e non ci spiegano a cosa tutto ciò è dovuto. Impediscono l'emergere del paradosso di un Occidente che si professa evoluto e scientificamente avanzato, ma che non è capace di salvare molti esseri umani dalla morte per fame. <br />
E' arrivato il momento di mettere tutti i tasselli del puzzle al loro posto, per rendere possibile la totale comprensione della realtà. Per capire cosa è realmente il "terrorismo", cosa sono i "mercati" e che caratteristiche ha quel potere definito "finanza internazionale".<br />
Questo libro è oggi pubblicato senza alcuna censura, e aggiornato fino ai giorni nostri,<br />
per chiarire quali sono gli equilibri geopolitici, e perché in un mondo che esalta i progressi tecnologici si muore per fame ed esistono numerosi focolai di guerra. <br />
Nonostante il libro faccia impietosamente luce sugli orrori di cui alcuni esseri umani sono capaci, le conclusioni non sono pessimistiche. Al contrario, l'idea di fondo è che scovare i crimini sia il primo passo per non renderli impuniti e per realizzare un mondo migliore. Il libro non individua soltanto i crimini del gigante imperiale, ma anche i suoi piedi d'argilla. <br />
<br />
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<br />
INDICE<br />
<br />
INTRODUZIONE.....................................................................7<br />
<br />
CAPITOLO I - QUANDO IL NEMICO ERA COMUNISTA...21 <br />
<br />
CAPITOLO II - LA CIA E I SUOI CRIMINI.........................113<br />
<br />
CAPITOLO III - RELIGIONE E IMPERO...........................153<br />
<br />
CAPITOLO IV - FINZIONE E REALTA' ............................177<br />
<br />
CAPITOLO V - UTILI ESTREMISMI E FONDAMENTALISMI..245<br />
<br />
CAPITOLO VI - I RIBELLI ALL'IMPERO..........................295<br />
<br />
CAPITOLO VII - AMICI E NEMICI DI OGGI...................359<br />
<br />
CONCLUSIONI...................................................................463<br />
<br />
BIBLIOGRAFIA..................................................................483<br />
<br />
<br />
<br />
INTRODUZIONE<br />
<br />
Tutti noi ci siamo chiesti almeno una volta perché al mondo tante persone siano costrette a vivere in condizioni di estrema sofferenza: la fame, la guerra, la miseria e lo sfruttamento riguardano miliardi di persone. Capire e trovare risposte è possibile, ma implica necessariamente il prendere atto che dietro queste sofferenze ci sono dei precisi responsabili. Persone che hanno il potere di imporre al mondo intero un sistema iniquo, in cui il privilegio e l'avidità di pochi corrispondono alla sofferenza e alla condanna di molti. <br />
Nel 1948, George Kennan, un funzionario del Dipartimento di Stato Usa, confessava:<br />
"Possediamo il 50 per cento della ricchezza mondiale, ma solo il 6,3 per cento della sua popolazione. In questa situazione, il nostro vero lavoro nel periodo a venire è di escogitare uno schema di relazioni che ci permetta di mantenere questa posizione di disparità. Per farlo, dobbiamo abbandonare ogni sentimentalismo... dovremmo smetterla di pensare ai diritti umani, all'innalzamento del tenore di vita e alla democratizzazione" (1). <br />
Questa verità viene tenuta nascosta, mentre vengono propagandate presunte motivazioni "etiche" e "umanitarie" della politica americana. Nella propaganda mediatica non contano i fatti ma le percezioni. Come sostiene George Bush junior, la verità non è ma "si costruisce", e "le percezioni contano più dei fatti"(2) . I media spostano l'attenzione per nascondere fatti e responsabilità. Chi indica i fatti diventa "'antiamericano", oppure "antioccidentale" o "antipatriottico". Allontanare i fatti e i responsabili dalla realtà mediatica fa parte del progetto di nascondere la verità sul mondo. <br />
Alla fine della Seconda guerra mondiale il mondo usciva dall'incubo della guerra, con una grande fiducia di poter ricostruire ciò che era stato distrutto e, soprattutto, con la certezza di aver eliminato il "mostro" nazista. Si inneggiava a un mondo migliore, poiché i "cattivi" erano stati sconfitti. In questo contesto gli Usa apparivano come gli eroi vittoriosi che avevano liberato i popoli dal tiranno. <br />
Il nazismo, l'Olocausto e Hitler vennero raccontati come il "male assoluto" , ovvero come dovuti a una forza oscura che misteriosamente si era impossessata di un governo eletto democraticamente, spingendolo a compiere crimini inauditi. Definendo Hitler "mostro", e l'Olocausto "male assoluto" (3), gli eventi nazisti vennero posti al di fuori della Storia stessa, estraniati da altri fatti che appartenevano al tempo storico. Ciò rendeva ancora più inaccettabile il nazismo, inteso come dovuto ad una perversione rinnegata dalla stessa Storia occidentale. Così si impediva la consapevolezza di realtà più ampie e preesistenti, strettamente collegate al nazismo. Si nascondeva che crimini così efferati erano già stati compiuti dagli europei nelle terre coloniali. I nativi americani erano già stati a lungo obiettivo di sterminio; nelle colonie africane e asiatiche gli europei avevano commesso parecchi genocidi, che non figuravano come tali soltanto perché gli indigeni non godevano degli stessi diritti dei coloni, essendo considerati inferiori. <br />
L'idea di dover purificare la "razza" e di dover sterminare un gruppo di persone considerate senza valore o pericolose, apparteneva già alla cultura occidentale. Ad esempio, nel maggio del 1898, il primo ministro inglese Robert Arthur Salisbury, molto attento alla politica coloniale inglese (4), in un suo discorso alla Albert Hall prendeva atto cinicamente che "possiamo sommariamente dividere le nazioni del mondo in quelle che vivono e quelle che stanno morendo". Il modello che Hitler aveva seguito, come lui stesso ammetteva, era quello dello sterminio dei nativi americani. Molti di coloro che massacrarono gli indiani ricevettero medaglie al valore dai presidenti americani. Il Generale Philip Henry Sheridan (1831-1888) sosteneva che "l'unico indiano buono che io conosca è l'indiano morto". Quasi tutti i presidenti americani agirono in perfetto accordo con lui. Negli anni Trenta alcuni scienziati americani trovarono un modo efficace per sopprimere definitivamente le "razze inferiori"(5) attraverso tecniche eugenetiche, che furono legalizzate e applicate in molti Stati. Hitler nutrì una profonda ammirazione per gli studiosi americani, che in quegli anni pubblicarono diversi studi sulla "difesa della razza bianca dalle contaminazioni delle razze inferiori". <br />
Quello che non veniva perdonato a Hitler, secondo lo scrittore Aimé Césaire, era "il fatto che ha applicato in Europa le pratiche coloniali che in precedenza erano state applicate solo agli arabi dell'Algeria, ai coolies dell'India e ai negri dell'Africa" (6). Hitler era stato avulso dalla Storia perché, rendendo la stessa Europa una terra da colonizzare, aveva privato i fatti storici di quelle legittimazioni "morali" che l'Occidente utilizzava per sottomettere e schiavizzare gli altri popoli. In altre parole, le regole e le leggi applicate nel mondo occidentale dovevano continuare ad essere diverse da quelle applicate nelle terre coloniali. Le crudeltà coloniali non dovevano essere considerate alla stessa stregua delle medesime crudeltà commesse in Europa: le crudeltà coloniali erano "legittime" mentre quelle commesse in Europa erano "male assoluto al di là della Storia". Hitler doveva, quindi, essere demonizzato, e considerato assai diversamente da tutti gli altri potenti occidentali. La sua ferocia era "mostruosa" perché diretta contro gli europei. Era un "mostro", nato dal "male" stesso, e non dalla Storia. <br />
Questo serviva anche a nascondere che Hitler non avrebbe mai potuto fare nulla di ciò che ha fatto senza appoggi da parte di quei paesi che ora lo demonizzavano. Come affermò Peter Calvocoressi, Procuratore a Norimberga: "Gli industriali erano il motore dello Stato tedesco. Il vero asse portante della Germania non erano le forze armate, o almeno non solo loro, bensì la potenza industriale e finanziaria. Senza di essa non ci sarebbe stato nessun esercito". <br />
La Seconda guerra mondiale venne spiegata all'interno della dinamica dittatura/democrazia. La fine del fascismo e del nazismo venne festeggiata come il ritorno agli ideali di libertà, democrazia e giustizia. A tutt'oggi molti pensano alla Seconda guerra mondiale come ad un conflitto fra "valori" diversi, come se gli Alleati fossero stati completamente estranei all'ascesa di Hitler e al rafforzamento delle sue mire espansionistiche. Alcuni studi storici (7) ci fanno capire che non è così. Le imprese e le banche occidentali, soprattutto quelle americane, avevano ricavato dalla guerra profitti enormi. Avevano giocato bene le loro carte finanziando l'ascesa di Hitler e la sua preparazione alla guerra. Non era la prima volta, né sarebbe stata l'ultima, che il potere economico e finanziario americano utilizzava un dittatore mostruoso per realizzare i suoi progetti. Alcune grosse imprese Usa (come la Ibm, la Ford Motor Company, la General Motors e la Standard Oil) avevano continuato a produrre per il führer anche durante la guerra, dimostrando palesemente che per loro gli alti profitti contavano più della vita umana. Durante la guerra avevano utilizzato ampiamente lavoratori coatti, che trattavano alla stessa stregua di oggetti senza valore. Un lavoratore anonimo scrisse in una lettera: "L'Ibm è un mostro internazionale... come i nazisti" (8). <br />
La Ford, anche dopo l'entrata in guerra degli Usa, continuò a produrre materiale bellico, che sarebbe stato utilizzato contro gli americani. Le fabbriche americane in Germania non vennero mai bombardate durante la guerra. Le banche e le imprese americane si erano dichiarate "neutrali", e avevano tratto parecchi vantaggi dalla sanguinosa guerra, che avrebbe indebolito gli imperi europei e rafforzato l'impero americano. Oggi quelle stesse imprese e banche sono più forti che mai, e fomentano guerre in diverse parti del mondo, per i medesimi motivi: rafforzare il proprio dominio e avere grossi profitti. <br />
E' legittimo chiedersi se l'imperialismo sia stato davvero sconfitto, come ci hanno fatto credere, oppure se sia stato eliminato soltanto l'imperialismo tedesco di Hitler.<br />
Se per imperialismo intendiamo un sistema politico-militare-economico di una particolare nazione che si pone come superiore a tutte le altre e compie impunemente crimini terribili, allora i fatti storici ci dicono che esso non è mai morto, e che ha continuato a commettere genocidi e a scatenare terribili guerre. La differenza è che, dopo la Seconda guerra mondiale, il crimine e il genocidio sono stati riportati fuori dall'Europa, in quelle terre considerate da saccheggiare e da sfruttare. Terre in cui la vita umana non ha lo stesso valore che viene dato nei paesi ricchi. <br />
Dopo Hitler, divenne chiaro che l'imperialismo produceva crimini terribili, e lo stesso termine venne messo al bando (9). Alla parola infamante di "imperialismo" veniva sostituita, del tutto impropriamente, la parola "democrazia" (10), e per molti anni i crimini imperialisti sono stati mascherati da "lotte per la libertà dei popoli", e per la "democrazia". <br />
Dalla fine della Seconda guerra mondiale, la potenza Usa si prodigò ad accrescere le proprie risorse energetiche e ad impedire ovunque la nascita di un modello alternativo a quello capitalistico occidentale. La scia di guerre, violenze e crudeltà è lunghissima. La dicotomia dittatura/democrazia venne riproposta attraverso il "pericolo rosso", con cui gli Usa legittimarono interventi bellici in molte parti del mondo. Le operazioni di guerra attuate dagli Usa per imporre la propria egemonia sono state almeno 60 dall'ultimo dopoguerra a oggi. Col pretesto di "difendere i popoli dai tiranni", gli Usa hanno devastato molti paesi, che avevano la "colpa" di voler attuare un sistema politico-economico alternativo a quello americano. <br />
Nel secondo dopoguerra venne creata ad hoc una realtà in cui sembrava che i crimini e i soprusi del potere appartenessero al passato. Il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, nella Carta Atlantica (1941), parlò per la prima volta di riscatto dei popoli colonizzati, di libertà e di autodeterminazione. Ma erano soltanto belle parole, che nascondevano l'intento di soppiantare il proprio dominio a quello europeo. <br />
Gli ulteriori sviluppi storici svelano un volto dell'Occidente, e in particolare degli Usa, assai diverso da quello che la propaganda mediatica mostra. Le guerre di ieri contro il nemico "comunista", oppure quelle di oggi contro il nemico "terrorista", hanno nascosto e continuano a nascondere i paradossi del mondo occidentale ad egemonia Usa. Un mondo che professa di possedere istituzioni democratiche che, ad un'analisi approfondita, non rispetta affatto. <br />
I paradossi e le contraddizioni dell'Occidente di oggi, ad egemonia Usa, sono tantissimi. Pensiamo al principio costituzionale dell'uguaglianza dei cittadini, difeso dal XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Tale principio (come i valori di "Giustizia", "Tranquillità" e "Benessere generale"), sostenuto nel Preambolo della Costituzione americana, non è rispettato nella realtà. Esistono precise caratteristiche del sistema economico americano che escludono la possibilità che di fatto vengano tutelati i valori costituzionali. Negli Usa il potere economico è nelle mani di un gruppo assai ristretto di persone. Il potere di stampare la moneta è nelle mani di un gruppo privato di banche, definite Federal Reserve, una denominazione che induce i più a pensare che si tratti di un'istituzione di governo. I cittadini americani pagano una tassa per questo assurdo monopolio privato che assorbe molte delle loro ricchezze. <br />
Un gruppo esiguo di persone, che spesso sono le stesse che posseggono le imprese, possono decidere il destino di molti paesi, attraverso la negazione o l'elargizione di denaro. Ad un sistema economico oligarchico non può che corrispondere un sistema politico con le medesime caratteristiche. I presidenti americani sono tutti appartenenti alla classe ricca, e per le loro campagne elettorali ricevono, entrambi i candidati, finanziamenti dalle stesse imprese e dalle stesse banche. Il sistema politico americano si basa sulla personalità dei candidati come fosse uno spettacolo, e i media creano i personaggi politici alla stessa stregua delle star di Hollywood. La democrazia è stata ridotta ad un "rito", celebrato per dare l'illusione alla gente di contare qualcosa. Osserva Michel Chossudovsky: "Nessuna alternativa viene offerta all'elettorato. Il neoliberismo è parte integrante della piattaforma politica di tutti i principali partiti politici. Come in uno stato monopartitico, i risultati delle elezioni non hanno in pratica alcun impatto sull'effettiva gestione della politica economica e sociale dello stato" (11). <br />
Dopo la fine della Guerra Fredda, l'élite economico-finanziaria americana ha acquistato la sicurezza e la ricchezza necessarie per dominare il mondo intero. La fama di aver liberato dalle dittature e di portare "democrazia e libertà" ovunque, permette loro di propagandare la cultura americana come una cultura "moralmente superiore", da diffondere in tutto il mondo. Ma oggi stiamo vivendo in un mondo in cui la propagandistica contrapposizione dittatura/democrazia sta costando troppo a molti popoli. L'élite ricca americana, in particolare negli ultimi due decenni, sta attuando piani di dominio mondiale, e non si tratta di un dominio che possa favorire l'umanità. Il piano di dominio e di distruzione è nascosto da motivazioni difensive e umanitarie. Gli Usa dicono di avere dei nemici "terroristi", ma poi uccidono cinicamente popolazioni inermi; dicono di svolgere "missioni umanitarie", ma poi condannano milioni di persone a morire di fame a causa delle loro politiche economiche, imposte furbamente attraverso istituzioni apparentemente Internazionali (Fmi, Bm, Wto). L'élite Usa non desidera un mondo in cui la ricchezza possa essere maggiormente ridistribuita, e non ama che i popoli possano avere voce in capitolo nelle questioni politiche ed economiche. Ha quindi trovato la formula per istituire un'apparente "democrazia", che nasconde e copre il vero potere.<br />
La stessa parola "democrazia", utilizzata fino all'abuso dai presidenti americani, è stata privata dei contenuti a cui dovrebbe necessariamente essere associata: la sovranità popolare in tutte le questioni che riguardano il popolo stesso, il rispetto dei diritti umani, in primis il diritto all'autodeterminazione. <br />
Scrive Peter Gowan: "Una Nuova Democrazia è amministrata da grandi proprietari capitalisti che finanziano il processo politico e offrono agli elettori una scelta tra leader che condividono le stesse opinioni ma hanno uno stile diverso di comandare... Allo stesso tempo la Nuova Democrazia rende più semplice per le multinazionali incrementare la loro influenza e per i media 'globali' (vale a dire occidentali) orientare l'opinione pubblica. (In questo modo) avremo dei leader nel paese prescelto che 'vogliono ciò che noi vogliamo'. Per cui non ci sarà bisogno di usare il bastone" (12). <br />
Per "Nuova Democrazia", si intende la "democrazia" esportata dagli Usa. Il mito della Nuova Democrazia è stato espresso dal dittatore Augusto Pinochet, che, dopo il massacro di migliaia di persone e la soppressione del governo eletto democraticamente di Salvator Allende, con queste parole definì la nuova situazione cilena. La Nuova Democrazia è una "democrazia senza popolo". Le "Nuove Democrazie" sono tantissime, attuate e ancora, tragicamente, da attuare. Il libro percorre tutti i momenti significativi del dominio americano dall'ultimo dopoguerra ad oggi. Ne individua i paradossi, le tecniche per imporre il potere e per rafforzarlo, e la propaganda mediatica che ribalta significati e modifica i fatti. Sullo sfondo c'è l'atroce sofferenza dei popoli, costretti a subire miseria, guerra, torture e massacri.<br />
L'opera spiega anche l'ennesima menzogna di indicare nella "globalizzazione" la via per il benessere mondiale. Lunghe divagazioni nelle Università o nei Convegni in materia economica non sono ancora giunte ad una definizione univoca del termine "globalizzazione". E' impossibile definirlo senza scoprire le magagne dietro le quali si nasconde l'Occidente che si professa civile e democratico, senza considerare l'avidità dei paesi ricchi verso quelli poveri, e senza spiegare come i primi abbiano attuato stratagemmi "legali" per imporre un nuovo tipo di colonizzazione, nascosto dalle false politiche di "aiuto e sviluppo". <br />
Secondo l'economista Boris Kagarlitsky, "globalizzazione non significa impotenza dello Stato, ma rigetto da parte dello Stato delle sue funzioni sociali in favore di quelle repressive, quindi la fine delle libertà democratiche" (13). <br />
Il sociologo Ulrich Beck, con riferimento alla parola "globalizzazione", osserva: "Più che una parola si tratta di una nebbia, di una parola-spettro,...Chiamo globalismo la dittatura neoliberista del mercato mondiale, che, in particolare nel Terzo mondo, toglie le basi - comunque precarie - dell'autosviluppo democratico.... intendo per globalizzazione non soltanto la globalizzazione economica, ma anche quella politica, sociale e culturale" (14). La globalizzazione esigerà prima o poi repressione e guerra. Afferma Michel Chossudovsky: "Guerra e globalizzazione non sono questioni separate... All'alba del terzo millennio la guerra e il "mercato libero" avanzano di pari passo" (15). <br />
La globalizzazione è l'imposizione del potere dell'oligarchia ricca al mondo intero. Attraverso i processi di globalizzazione, l'élite delle banche e delle grandi imprese è riuscita ad imporre le proprie regole piegando a sé i governi. Il mondo è stato reso un luogo desolante e misero per la maggior parte della popolazione. Le politiche dell'élite hanno prodotto disoccupazione, costretto milioni di persone a lavorare con salari bassissimi, hanno eliminato le politiche sociali a favore dei più deboli, e hanno tolto il reale potere dalle mani dei rappresentanti del popolo. Ponendo il profitto al di sopra di ogni cosa, hanno fomentato nuove guerre e nuovi genocidi. Gli Usa oggi si pongono al di sopra di ogni legge, e considerano la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo del 1948 una "letterina a babbo natale", come disse l'ambasciatore di Reagan, Jeane Kirkpatrick, riferendosi in particolare all'articolo 25, che parla dei diritti economici dell'uomo. <br />
Le banche le imprese si arricchiscono con le crisi economiche e con le guerre. Le crisi sono create dalle stesse banche, tagliando i crediti ed esigendo pagamenti. Le guerre sono un'ineguagliabile fonte di profitti per le banche e le imprese, in quanto permettono di accrescere il debito dei paesi e di esportare grandi quantitativi di armi.<br />
Il mondo di oggi è dominato dal potere dell'oligarchia Usa, un potere avido e basato sulla menzogna. Come osserva crudamente Gore Vidal: "I loro cuori sono chiaramente altrove, a far quattrini, lontano dai nostri finti templi romani, dove, ahimè, ci rimangono solo le loro teste, che sognano la guerra, preferibilmente contro paesi deboli e periferici" (16). <br />
Oggi molti studiosi sostengono che la condizione degli Usa dovrebbe preoccupare il mondo intero. Ad esempio, scrive la studiosa americana Carolyn Baker: <br />
<br />
"Se vogliamo confrontarci con le tormentate verità della storia americana, che siano relative all'11/9 od al genocidio dei nativi americani compiuto dagli europei americani nel 17° secolo, od a qualsiasi delle atrocità perpetrate dal governo USA delle quali ho riferito, siamo obbligati a confrontarci con la nostra falsa credenza, profondamente indelebile, distintamente amerocentrica che America la bella sia anche l'"America pura come la neve", o l'”America oltre il basso comportamento delle nazioni 'minori'”. <br />
Tutto nella nostra cultura e la nostra educazione instillano in noi un senso di specialità riempito di arroganza ed automoralità in relazione al resto del mondo. Le “altre” nazioni sono corrotte, guardiamo con soddisfazione, indicando alcuni moralmente degradati dittatori latino-americani. Le “altre” nazioni uccidono e torturano i loro cittadini senza riguardo per il valore della vita umana - ma non in America. Noi usiamo la frase, “teoria della cospirazione”, quasi come sinonimo di “schizofrenia” per descrivere (e calunniare) teorie che sentiamo troppo insopportabili per crederci. Forse qualche altro governo in qualche terra lontana, guidato da tiranni con nomi dal suono strano trafficano in droga e riciclano i profitti attraverso le loro borse valori. In qualche altra nazione, non vi è la supremazia della legge, ed il governo permette che i suoi cittadini vengano massacrati in un istante per fabbricare e continuare una guerra per guadagni monetari e politici o per riaccumulare risorse naturali in rapida diminuzione" (17). <br />
<br />
La politica neoliberale, imposta dalla fine degli anni '70, ha raggiunto oggi livelli di devastazione incredibili in moltissimi paesi. Il Fmi, la Bm e il Wto vengono spacciati come organizzazioni che lottano per i "paesi in via di sviluppo". Ma i paesi poveri non sono affatto "in via di sviluppo" perché il loro possibile sviluppo viene soffocato sul nascere dai paesi ricchi, proprio attraverso queste organizzazioni. Dei 143 paesi membri del Wto, soltanto i ventuno più ricchi possono porre linee di condotta. E il Fmi decide univocamente le politiche economiche da imporre ai paesi poveri. Lo storico Mark Curtis, presente a Doha al vertice del Wto del 2001, dichiarò:<br />
<br />
"(La) Crescita economica (è) una trama emergente di minacce e intimidazioni nei confronti dei paesi poveri. E' stato veramente scandaloso, i paesi ricchi sfruttavano il loro potere per appoggiare sfacciatamente gli interessi del grosso business. L'argomento delle corporazioni multinazionali quali causa di povertà non era proprio all'ordine del giorno; era come una conferenza sulla malaria in cui non si discute neanche della zanzara" (18). <br />
<br />
Il "The Guardian", del 6 novembre 2001, raccontò di un delegato africano intimorito e soggiogato dal potere dei paesi ricchi: "Se esprimo giudizi troppo severi il mio ministro riceverà una telefonata dagli Stati Uniti. Gli diranno che sto creando problemi agli Stati Uniti. Il mio governo non chiederà nemmeno 'cosa ho detto?'. Il giorno dopo si limiteranno a mandarmi un biglietto... così non parlo, per paura di far arrabbiare il padrone".<br />
Barry Coates, del World Development Movement, disse: "Le nazioni ricche stanno ancora negoziando in primo luogo negli interessi delle loro maggiori multinazionali. E stanno ancora sbattendo le nazioni povere fuori dal processo negoziale. Gli osservatori del mercato più cinici dicono che questo è il modo in cui i negoziati sul commercio sono sempre stati portati avanti."(19) <br />
Mentre la disuguaglianza tra ricchi e poveri cresce come non mai, il potere capitalistico mondiale celebra il progresso economico in Cina, in India o in Brasile. Con la misurazione del Pil di ogni paese non viene data la stima degli stipendi medi dei lavoratori, della percentuale di persone sotto la soglia di povertà, o del livello di disoccupazione; così viene propagandato un mondo diverso da quello che è realmente, e si festeggiano "progressi" anche laddove la gente si sta impoverendo o lavora in condizione semischiavistica. <br />
Le lotte dei movimenti sociali, le denunce delle associazioni umanitarie, e le proteste dei popoli indigeni, sembrano agli Usa soltanto piccoli fastidi. La Cia chiama "vampa di ritorno", o "effetti collaterali" gli effetti non attesi delle politiche Usa. Oggi questa "vampa di ritorno" è devastante, riguarda ognuno di noi, e non può essere più ignorata.<br />
Il mondo del lavoro, il benessere della gente comune, il futuro dei bambini, la protezione delle diverse culture, la tutela dei diritti dei più deboli, ecc. sono stati barattati con altri "valori". Osserva William Blum:<br />
<br />
"La macchina della politica estera americana è stata alimentata non da una devozione a qualsivoglia tipo di moralità, ma piuttosto dalla necessità di servire altri imperativi, che possono essere riassunti qui di seguito:<br />
1) rendere il mondo sicuro per le multinazionali americane; <br />
2) abbellire i rendiconti finanziari degli imprenditori della difesa a casa che hanno contribuito generosamente nei confronti di membri del congresso; <br />
3) impedire il sorgere di qualsiasi società che possa fare da esempio riuscito di un modello alternativo a quello capitalista;<br />
4) estendere l'egemonia politica ed economica su di un'area la più ampia possibile, come si addice ad una "grande potenza".<br />
Tutto questo in nome di combattere una supposta crociata morale contro ciò che freddi guerrieri si sono convinti essere, e hanno convinto il popolo americano, l'esistenza di una malvagia Cospirazione Comunista Internazionale, che in realtà non è mai esistita, malvagia o no" (20). <br />
<br />
Oggi il mondo è nelle mani di circa 200 principali imprese Multinazionali e Transnazionali, che detengono la quasi totalità della ricchezza. Per queste imprese conta soltanto il profitto, e tutto è merce: il cibo, la salute, la cultura, l'acqua, l'educazione e persino la vita. Mentre la popolazione mondiale si impoverisce e milioni di persone vivono in gravi situazioni dovute alla disoccupazione, allo scarso reddito, o alla fame, le Corporation festeggiano successi economici mai visti prima. Le fusioni, le concentrazioni e le ristrutturazioni permettono loro di aumentare i profitti. Le imprese e le banche hanno un potere assoluto, e decidono le loro politiche economiche nel totale cinismo, e all'oscuro dei lavoratori. Oggi si possono compiere genocidi senza costruire campi di sterminio, basta privare milioni di persone del necessario per la sopravvivenza, oppure impedire l'accesso ai farmaci. Come spiega Susan George: "La scandalosa proibizione della fabbricazione e della distribuzione dei farmaci generici (contro l'Aids, la malaria, la tubercolosi ecc.) con il pretesto che si tratti di sostanze brevettate dalle transnazionali farmaceutiche non è altro che un contributo al genocidio e conferma agli occhi del mondo la dottrina che pone il commercio, la proprietà e il profitto al di sopra di ogni cosa, compresa la vita umana" (21). <br />
Il modello neoliberale, ormai imposto come l'unico possibile, ha devastato il mondo intero. Oggi la povertà colpisce quasi l'80% degli abitanti del pianeta, e getta il mondo intero in balìa di un'insicurezza che riguarda ogni paese, e che non ha precedenti. <br />
I movimenti sociali denunciano crimini e ingiustizie in molti paesi del mondo. Spesso chi denuncia i crimini e lotta contro la globalizzazione viene etichettato come "terrorista" o "antiamericano", e accusato di perseguire una sorta di "teoria del complotto" contro il potere libero e democratico degli Usa. In questo modo si offuscano pericolosamente gli intenti di difesa dei diritti umani, e si cerca di criminalizzare chi denuncia il crimine e non chi lo fa. La potente propaganda mediatica è assai efficace, e noi stessi possiamo trovarci, senza volerlo, ad etichettare chi fuoriesce dai suoi contenuti. <br />
Il potere Usa spera in un mondo in cui i poveri accettino passivamente di farsi sfruttare, senza lottare e senza reagire. Sogna un mondo in cui le masse rimangano passive verso i crimini e le ingiustizie, sorrette dalla fede religiosa, che dona una speranza ultraterrena, l'unica loro concessa. Negli ultimi venti anni le classi povere americane hanno subito gravi tagli nei fondi per l'assistenza, e le loro condizioni sono gravemente peggiorate. Tuttavia, il Corporate Welfare (22), che comprende sovvenzioni e tagli fiscali alle imprese, è stato rafforzato. Le imprese e le banche sono diventate molto più ricche mentre i cittadini comuni continuano ad impoverirsi. <br />
Quando i media occidentali si occupano di povertà, di solito trattano casi particolari, senza fare riferimenti precisi alla vere cause del problema e ai suoi responsabili. I paesi poveri appaiono in televisione come vittime della loro stessa sfortuna, di catastrofi naturali; oppure la povertà viene attribuita all'esistenza di lunghi conflitti interni. Non si spiegano mai le vere motivazioni delle guerre, né chi le finanzi. I media fanno in modo che nessuno si chieda perché mai, se i paesi poveri sono stati saccheggiati dall'Occidente, oggi abbiano debiti e non crediti. Non siamo abituati a pensare che ci siano precise responsabilità dietro la povertà, le guerre e la fame nel mondo. <br />
Questo libro tratta i crimini della povertà e della guerra facendo precisi riferimenti, e senza occultare responsabilità né efferate crudeltà, che ancora oggi vengono commesse, talvolta dagli stessi paesi che le denunciano.<br />
Gli Usa sono diventati il gendarme del mondo intero, con licenza di uccidere e torturare chiunque, in nome di presunte motivazioni "etiche".<br />
Il concetto di "interventismo democratico" o di "imperialismo etico", che tende a legittimare la guerra, è stato elaborato negli anni '30 da Max Von Baden, futuro cancelliere del Reich. Diceva Von Baden: "Se vuol resistere alle tempeste della democrazia e alla sua rivendicazione di un miglioramento del mondo, l'imperialismo tedesco deve darsi un fondamento etico. Ora possiamo tranquillamente scrivere sulle nostre bandiere: Il diritto è con noi" (23). Egli era convinto che con le guerre si potesse migliorare eticamente il mondo. La sua convinzione era sorretta dalla sicurezza che la cultura e il popolo tedesco fossero decisamente superiori a qualsiasi altra cultura e altro popolo. <br />
Oggi i presidenti americani sostengono che il popolo americano è superiore a qualsiasi altro, e che la cultura americana ha una missione da compiere nel mondo, una missione "etica", che deve essere portata a termine con qualsiasi mezzo. <br />
La motivazione principale della guerra al "terrorismo globale", deriva dalla convinzione espressa dal consigliere di Madeleine Albright, Thomas Friedman: "Washington sa che, senza la sua egemonia militare, l'America non può costringere il mondo a finanziare il suo deficit di risparmio, condizione essenziale per il mantenimento artificiale della propria posizione economica" (24). <br />
Il mezzo per mantenere l'egemonia Usa è dunque l'uso della forza; una forza sorretta dall'idea che si è sempre e comunque nel giusto. I crimini americani sono sempre stati commessi impunemente, e continuano ad insanguinare il mondo. <br />
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NOTE<br />
<br />
1) Cit. in Pilger John, "Agende nascoste", Fandango libri, Roma 2003, p. 54.<br />
2) Molinari Maurizio, "A Fallujah vittoria mediatica del Pentagono. pianificato l'impatto della battaglia sull'opinione pubblica", "La Stampa", 6 giugno 2005.<br />
3) Il termine venne utilizzato da Winston Churchill, che così definiva Hitler in alcuni documenti del periodo della Seconda guerra mondiale, che oggi si trovano alla National Archives di Kew.<br />
4) Egli fu primo ministro nel 1885; nel periodo 1886-1892; e nel periodo 1895-1902). Salisbury rese possibile l'annessione della Birmania nel 1885, e la conquista del Transvaal e dell'Orange nel 1899-1901.<br />
5) Hitler dichiarò di aver tratto lezione dal libro di Henry Ford L'ebreo internazionale, un problema mondiale, pubblicato in Germania nel 1921, in cui Ford sosteneva che gli ebrei erano molto pericolosi. <br />
6) Aimé Césaire, "Discorso sul colonialismo", Lilith, Roma 1999, p. 12. <br />
7) Sutton Antony C., "Wall Street and the Rise of Hitler, Press", Seal Beach (California) 1976, e "Wall Street and Franklin Delano Roosvelt", Arlington House, New York 1975. Vedi anche Sanguinetti Oscar, "Le fonti finanziarie del comunismo e del nazionalsocialismo", Cristianità, anno I, 1985 pp. 39-52.<br />
8) Minoli Giovanni, "La Storia siamo noi", Rai3, 1 febbraio 2006.<br />
9) Furedi Frank, nel suo libro "The New Ideology of Imperialism", Pluto, Londra, 2004, osserva che "Le pretese morali dell'imperialismo non venivano quasi mai messe in discussione in occidente. L'imperialismo, espansione globale dei poteri occidentali, veniva dipinto in termini schiettamente positivi". Ma quando si capì che il nazismo non era altro che imperialismo, il termine acquisì caratteristiche funeste e non venne più utilizzato. Oggi i processi di globalizzazione possono essere definiti come "espansione globale dei poteri occidentali", ma vengono sempre denominati in modo da apparire come favorevoli a tutti i popoli, mentre di fatto avvantaggiano soltanto il potere occidentale, e sono sicuramente imperialistici. <br />
10) Spesso lo stesso Hitler nei suoi discorsi utilizzava alla stessa stregua di "nazismo" la parola "democrazia".<br />
11) Chossudovsky Michel, "Globalizzazione della povertà e nuovo ordine mondiale", Ega Editore, Torino 2003, p. 347.<br />
12) Cit. Pilger John, "Agende nascoste", op. cit., p. 64.<br />
13) Cit. Pilger John, "I nuovi padroni del mondo", Fandango Libri, Roma 2002, p. 12.<br />
14) Beck Ulrich, "Libertà o capitalismo", Carocci, Roma 2001. <br />
15) Chossudovsky Michel, "Globalizzazione della povertà e nuovo ordine mondiale", Ega Editore, Torino 2003, p. 26.<br />
16) Vidal Gore, "Le menzogne dell'impero", Fazi editore, Roma 2002.<br />
17) Baker Carolyn, "Non è mai accaduto", http://www.psicopolis.com/PSIPOL/segnalaz.htm<br />
18) Cit. Pilger John, "I nuovi padroni del mondo", op. cit., p. 116-117. <br />
19) Da SchNews, n. 332, del 23 novembre 2001.<br />
20) Blum William, "Una breve storia degli interventi degli Stati Uniti, dal 1945 al presente", http://emperors-clothes.com/interviews/dekkers.htm <br />
21) George Susan, "Fermiamo il WTO", Feltrinelli, Milano 2002, p. 78.<br />
22) Il sistema del Corporate Welfare permette ad imprese private di poter gratuitamente sfruttare le risorse naturali del paese. A questo proposito vedi Stigliz Joseph E., "I ruggenti anni Novanta. Lo scandalo della finanza e il futuro dell'economia", Einaudi, Torino 2003. <br />
23) "Il manifesto", 28 luglio 1998.<br />
24) Cit. Samir Amin, "La Strategia del pugno invisibile", "Il manifesto", 29 aprile 1999.<br />
Vedi anche "Times", 28 marzo 1999.<br />
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ALCUNI ARGOMENTI TRATTATI NEL LIBRO:<br />
- Assetto geostrategico successivo alla Seconda guerra mondiale.<br />
- Cos'è davvero il "terrorismo".<br />
- In cosa consiste il potere finanziario e come viene utilizzato contro i popoli.<br />
- Chi sono i BRICS e quali sono i loro obiettivi.<br />
- Caratteristiche economiche, finanziarie e politiche dell'Occidente ad egemonia Usa.<br />
- Caratteristiche, scopo e obiettivi dei media di massa.<br />
- Significato del fondamentalismo religioso.<br />
- Metodi di guerra psicologica.<br />
- Significato della Guerra fredda.<br />
- Cause della povertà nel Terzo mondo.<br />
- Obiettivi e ideologia delle autorità statunitensi.<br />
- Crimini dei servizi segreti occidentali.<br />
- Chi era davvero bin Laden e chi ha creato la rete terroristica detta al Qaeda.<br />
- Vero significato dell'attentato terroristico dell'11 settembre 2001 e di altri attentati terroristici. <br />
- La Russia e gli equilibri geopolitici dei giorni nostri.<br />
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Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-8639824235403865732011-01-06T08:33:00.000-08:002016-06-13T12:25:01.849-07:00RIVOLUZIONI E GUERRE. La verità sui conflitti del XX secolo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_rOP6-y3nh_w/TRd48l3xNLI/AAAAAAAAAm4/kvpCwpANnyY/s1600/COPERTINA_GUERRE_2.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 311px; height: 400px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_rOP6-y3nh_w/TRd48l3xNLI/AAAAAAAAAm4/kvpCwpANnyY/s400/COPERTINA_GUERRE_2.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5555041647738303666" /></a><br />
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Antonella Randazzo<br />
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<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">RIVOLUZIONI E GUERRE<br />
La verità sui conflitti del XX secolo</span></span><br />
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Non si può capire appieno il presente se non si conosce il passato. Gli equilibri e le egemonie di oggi dipendono dai conflitti del XX secolo. Questo libro offre una nuova chiave di lettura delle guerre rivoluzionarie e controrivoluzionarie, scoppiate in moltissimi paesi durante lo scorso secolo. In seguito all’analisi dei documenti resi accessibili a partire dagli anni Novanta, sono emersi nuovi fatti assai chiarificanti. <br />
Nella vecchia storiografia le guerre appaiono per alcuni aspetti imprevedibili, e dovute a intenti egemonici o al tentativo, da parte del popolo, di realizzare un sistema più equo. Oggi sono stati portati alla luce altri elementi, che svelano nuovi aspetti delle guerre "rivoluzionarie" o "controrivoluzionarie", e ci permettono di cogliere le molteplici motivazioni che hanno spinto ad attuarle, e gli effetti scaturiti. <br />
Questo libro risponde a domande a cui la vecchia storiografia non ha mai risposto:<br />
Perché le ideologie social-comuniste, diffuse già a partire dal XIX secolo, non portarono alla nascita di un sistema favorevole al popolo? Quali furono i veri motivi delle due guerre mondiali? Se si doveva combattere contro i tiranni, perché fu dichiarata guerra soltanto alla Germania nonostante anche l'Urss avesse aggredito la Polonia? Perché i cittadini americani di origine italiana subirono arresti e persecuzioni ancor prima che l’Italia entrasse in guerra?<br />
Cosa ebbero in comune i peronisti e i castristi che in alcuni casi lottarono insieme?<br />
In questo libro, che si basa su documenti ufficiali e su testimonianze dei protagonisti, emergono le vere cause delle guerre, e i fatti salienti che consentono di comprenderle in maniera approfondita. <br />
L’opera analizza in maniera approfondita gli eventi bellici più importanti avvenuti nel secolo scorso, anche quelli mai trattati nei libri di scuola, come le guerre coloniali e le rivoluzioni dell’America Latina.<br />
Le guerre del XX secolo, nella loro verità, svelano una storia mai raccontata di crimini e di lucida crudeltà, che fa crollare molte certezze, ma che permette di capire la realtà di molti fatti apparentemente incomprensibili. <br />
Questo è un libro sulla guerra che si propone di rendere possibile la pace. Infatti, soltanto comprendendo le possibilità inscritte nel cambiamento personale e sociale si può far emergere che la vera rivoluzione deve ancora esser fatta: chi inneggia alla violenza come modo per produrre cambiamenti ripropone quello che da secoli è stato fatto, ma non appieno compreso. Oggi il mondo è pronto per un’altra chance: capire la guerra per rendere possibile la pace. Chi sostiene che la guerra è inevitabile, o ripropone l’uso della violenza, non ha ancora capito cos’è davvero la guerra. <br />
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INDICE<br />
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INTRODUZIONE...................................................................5<br />
<br />
CAPITOLO I - CAUSE DELLE RIVOLUZIONI <br />
E CONTROLLO DEI POPOLI …...................................…....13<br />
<br />
CAPITOLO II - LE RIVOLUZIONI INGANNEVOLI.........34<br />
Par. I - La rivoluzione in Cina<br />
Par. II - L'ideologia nazifascista <br />
<br />
CAPITOLO III – RIVOLUZIONI E CONTRORIVOLUZIONI <br />
IN AMERICA LATINA .....................................…...............79<br />
Par. I - Cuba <br />
Par. II - Haiti <br />
Par. III - Nicaragua <br />
Par. IV - Guatemala <br />
Par. V - El Salvador <br />
Par. VI - Cile <br />
Par. VII - Argentina <br />
<br />
CAPITOLO IV – LE RIVOLUZIONI ANTICOLONIALI .134<br />
Par. I - Rivoluzioni anticoloniali in Asia <br />
Par. II - Vietnam <br />
Par. III - Cambogia e Laos <br />
Par. IV - Indonesia <br />
Par. V - Timor Est <br />
Par. VI - Rivoluzioni anticoloniali in Africa <br />
Par. VII - Congo <br />
Par. VIII - Ghana <br />
Par. IX - Tanzania e Burkina Faso <br />
Par. X - Angola <br />
Par. XI - Algeria <br />
Par. XII - Le Rivoluzioni anticoloniali dei popoli Islamici <br />
Par. XIII - La Nakba Araba <br />
Par. XIV - Iraq <br />
Par. XV - Siria, Libano e Iran <br />
<br />
CAPITOLO V – LE CONTRORIVOLUZIONI DELLE BANCHE <br />
E DELLE IMPRESE NEL PRIMO MONDO.....................228<br />
Par. I - La Prima guerra mondiale <br />
Par. II - Il primo dopoguerra <br />
Par. III - La guerra di Spagna <br />
Par. IV - La Seconda guerra mondiale <br />
Par. V - Il secondo dopoguerra <br />
Par. VI - La guerra in Jugoslavia<br />
Par. VII – I Veterani<br />
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BIBLIOGRAFIA.................................................................349<br />
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<br />
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INTRODUZIONE<br />
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<br />
Questo libro racconta le guerre dello scorso secolo come nessuno le ha mai raccontate, considerando aspetti che sono stati tenuti nascosti, per non svelare responsabilità e crimini di chi le ha volute e organizzate. <br />
Raccontare la verità sulle guerre, smascherando le mistificazioni, consente di capire gran parte della realtà di oggi, privandola delle gravi alterazioni che l'élite egemone ha interesse a creare per proteggere il suo potere. <br />
Dire tutta la verità sui fatti storici significa anche distruggere molti luoghi comuni, e scoprire che spesso la realtà non è così lineare, semplice o evidente come i testi scolastici ci hanno insegnato. Nella vecchia storiografia, le guerre appaiono per alcuni aspetti imprevedibili, e dovute a intenti egemonici o al tentativo, da parte del popolo, di realizzare un sistema più equo. Oggi sono stati portati alla luce diversi elementi, che svelano nuovi aspetti delle guerre "rivoluzionarie" o "controrivoluzionarie", e ci permettono di cogliere le molteplici motivazioni che hanno spinto ad attuarle, e gli effetti, in gran parte previsti e voluti da chi le ha pianificate. In questo libro, che si basa su documenti ufficiali e su testimonianze dei protagonisti, emergono le vere cause delle guerre, e i fatti salienti che consentono di comprenderle in maniera approfondita. <br />
La vecchia storiografia, oltre a non considerare adeguatamente i documenti emersi a partire dagli anni Novanta, non collegava opportunamente alle scelte militari alcuni fatti di natura politica, economica e finanziaria, privando importanti eventi della loro vera causa. All'interno di una prospettiva ampia, che tiene conto di tutti i fattori in gioco (finanziari, economici, politici, egemonici, ecc.), anche fatti incomprensibili acquistano il loro significato. Ad esempio, perché fu dichiarata guerra soltanto alla Germania nonostante anche l'Urss avesse aggredito la Polonia? Oppure, cosa ebbero in comune i peronisti e i castristi che in alcuni casi lottarono insieme? E ancora, perché i cittadini americani di origine italiana subirono arresti e persecuzioni ancor prima che l’Italia entrasse in guerra? Questo libro risponde a queste e a molte altre domande su enigmi rimasti senza risposta, chiarendo fatti mai raccontati dalla Storia ufficiale. <br />
Il termine “rivoluzione” indica una serie di eventi straordinari, che causano cambiamenti radicali nell’ordine politico-sociale. Ciò può avvenire per effetto di nuove conoscenze, per l’emergere di una nuova sensibilità culturale o politica, oppure attraverso un atto violento precedentemente organizzato. Se la rivoluzione ha successo, produce cambiamenti anche di ordine giuridico ed economico. <br />
L'etimologia della parola, che deriva dal latino "revolutio", "revolvere" o "rivolgere", indica il "volgere nuovamente", ovvero, un cambiamento di direzione. La rivoluzione non è dunque originariamente intesa come guerra, anche se la Storia moderna e contemporanea ha visto numerose rivoluzioni cruente. Ciò ha impedito, come questo libro spiega, reali modifiche nell'assetto politico-economico. La vera rivoluzione non è, dunque, armata, e le rivoluzioni armate servono ad impedire le vere rivoluzioni, fiaccando gli entusiasmi popolari e rendendo materialmente impossibile ogni vero cambiamento. <br />
Secondo Persio Tincani, occorre distinguere la rivoluzione dal “colpo di Stato”, che consiste “nella presa del potere da parte di un gruppo attraverso un’azione militare”, mentre la rivoluzione è “un processo che conduce al sovvertimento traumatico dell’ordine politico attraverso una massiccia partecipazione popolare”.(1) <br />
La differenza è che il colpo di Stato viene attuato all’interno delle stesse autorità statali, mentre la rivoluzione richiede l’operato del popolo, che è “esterno” al potere statale. Le rivoluzioni sarebbero dunque attuate dai popoli, tuttavia, i popoli, nella maggior parte dei casi, non hanno tratto alcun vantaggio da guerre considerate rivoluzionarie. <br />
Dall’analisi delle rivoluzioni, a partire dalla Rivoluzione francese fino alle rivoluzioni social-comuniste, osserviamo che, a parte alcune eccezioni, il risultato è stato l’instaurarsi di un nuovo assetto elitario. Se durante queste rivoluzioni c’è stata la sollevazione popolare e la lotta contro il sistema precedente, cosa è avvenuto “dopo”? La partecipazione popolare poteva garantire di per sé risultati favorevoli al popolo? <br />
Osserva lo studioso Herbert Hart: “Benché implichi sempre la violazione di alcune delle norme dell’ordinamento esistente, (la rivoluzione) può portare soltanto la sostituzione giuridicamente non autorizzata di un nuovo gruppo di individui al governo, e non una nuova costituzione o un nuovo ordinamento giuridico”.(2) In altre parole, anche se c’è l’intenzione popolare al cambiamento, esso non è garantito dalla guerra rivoluzionaria. <br />
Questo libro prende in analisi le cause delle rivoluzioni armate, chiarendo i motivi che hanno convinto i popoli a lottare, e in che modo l'élite dominante ha reagito alle speranze di rinnovamento delle classi popolari. <br />
Il libro distingue le rivoluzioni “ideologiche” o “ingannevoli” dalle rivoluzioni anticoloniali. Le “rivoluzioni ingannevoli” o “ideologiche” sono quelle che, pur partendo da ideologie apparentemente favorevoli alle classi popolari, non sono andate a vantaggio dei popoli che le hanno fatte. In queste rivoluzioni, le masse sono state attivate da motivazioni e promesse che non saranno affatto rispettate dal gruppo che salirà al potere. <br />
Le ideologie che indussero i popoli alla guerra rivoluzionaria nacquero in seguito all’Illuminismo. A partire dal Settecento, i popoli diventarono sempre meno propensi ad accettare le ideologie (sangue blu, potere divino, ecc.) che giustificavano l’iniquo potere di un gruppo di persone. Nell’Europa dell’Ottocento si diffusero le idee social-comuniste, che convinsero sempre più i popoli della possibilità di poter cambiare la realtà a proprio favore, per eliminare lo strapotere delle classi alte. In realtà, numerosi documenti provano che alcune ideologie a favore delle classi deboli furono elaborate e utilizzate dall'élite ricca per ingannare e istituire un sistema di potere soltanto in apparenza diverso da quello precedente. <br />
L'ideologia marxista creava odio fra le classi, e divisione sociale, per scatenare la guerra, che avrebbe avvantaggiato l'élite. Quest'ultima, esperta nel preparare e condurre guerre, in Russia e in Cina, utilizzerà la rivoluzione per imporre una dittatura.<br />
Il successo del marxismo fra le classi povere era dovuto alle condizioni di miseria e di frustrazione delle masse europee, che videro in questa ideologia la possibilità di realizzare un futuro migliore. In seguito all’industrializzazione, si era formato un gruppo compatto di persone sfruttate e costrette a vivere in miseria (operai). Il marxismo puntò a contrapporre tale classe a quella degli sfruttatori, sostenendo la necessità storica della guerra rivoluzionaria. Molti operai non si interessarono granché allo studio approfondito del sistema elaborato da Marx, essendo attratti soprattutto dal messaggio di cambiamento, che dava loro speranza di essere liberati dall’oppressione e dallo sfruttamento.<br />
Molti proletari europei, a partire dalla fine del Settecento, organizzarono sollevazioni e proteste contro il sistema iniquo. Nell’Ottocento tali lotte furono estese e organizzate in molti paesi, e subirono sanguinosissime repressioni ovunque. Le classi povere lottavano per ottenere risultati concreti: un salario più alto, orario di lavoro ridotto, situazioni lavorative più umane ecc., e le teorizzazioni filosofiche relative al “materialismo storico” oppure “dialettico”, non interessavano loro granché. <br />
Le rivoluzioni “comuniste”, come quella sovietica e cinese, furono organizzate e dirette da persone che servivano l’oligarchia, e che da essa ricevevano finanziamenti. <br />
<br />
Prima della diffusione dei sistemi social-comunisti, il popolo veniva di solito coinvolto emotivamente nelle guerre attraverso i simboli della Patria, della Nazione, e facendo leva sul concetto di dover difendere la libertà dallo straniero. Tutti gli inni nazionali pongono l’accento sul prendere le armi contro il nemico che vuole togliere la libertà: “All’armi cittadini, formate i battaglioni, marciate… si armano contro di noi… quei despoti sanguinari… Sacro amore per la Patria, guida, sostieni le nostre braccia vendicatrici. Libertà, cara libertà”.(3) Gli inni delle nazioni sono incitazioni alla guerra. Col formarsi delle masse diseredate tali argomenti risultarono secondari rispetto all’esigenza di combattere la miseria e non morire di fame. Occorrevano dunque altri argomenti, altre ideologie che presentassero le guerre come favorevoli agli interessi delle classi povere, e come decisive per cambiare la realtà di sfruttamento e miseria. <br />
Il pericolo che le ideologie social-comuniste nascondessero un inganno è stato sostenuto da tutti i teorici di questi sistemi, Marx compreso. Alcuni teorici, come Pierre-Joseph Proudhon, notarono che anche dopo le rivoluzioni si insediavano governi a difesa del vecchio sistema:<br />
<br />
"Se il popolo, a ogni rivoluzione, seguendo le ispirazioni del suo cuore, ha creduto di correggere i vizi del suo governo, è stato invece tradito dalle sue stesse idee: credendo di ripristinare il potere a suo favore, in realtà se lo è ritrovato sempre contro; invece che a un protettore, esso si è consegnato a un tiranno".(4) <br />
<br />
A partire dall'Ottocento, i popoli iniziarono ad alimentare sentimenti assai negativi contro i sovrani o le autorità che prima avevano ammirato e invidiato, e coglievano la cattiveria e il dispotismo di un'oligarchia che li disprezzava ed era disposta ad uccidere per rimanere al potere. Il gruppo dominante doveva ormai nascondersi per poter continuare ad esercitare il suo potere totalitario e opprimente. Le autorità, siano esse religiose o secolari, si indebolirono notevolmente lungo il secolo XIX, e nel secolo XX avranno bisogno di mascherare il loro potere dietro governi fantocci, e parlamenti apparentemente eletti dal popolo. Nel corso del XX secolo, il gruppo egemone riuscirà ad acquisire nuovo potere grazie alla strumentalizzazione delle nuove ideologie, oppure scatenando sanguinosissime guerre controrivoluzionarie. <br />
Nel XIX e XX secolo, moltissimi proletari europei furono attratti dal movimento anarchico. Tale movimento è da sempre trattato dai media come un tabù terribile. La stessa parola “anarchia” è stata gravata dei significati più nefasti, ancor più che il termine “comunismo”. Gli anarchici venivano descritti come sovvertitori dell’ordine, ribelli alle leggi, estremisti, violenti e pericolosi per il quieto vivere. Varie importanti personalità del movimento anarchico, come Bakunin, pur dotate di carisma, non diventarono mai delle icone popolari, come sarebbe accaduto a personaggi come Garibaldi o Che Guevara. La censura e la criminalizzazione contro di loro era massiccia, e proveniva in molti casi persino dalle stesse formazioni social-comuniste. <br />
L’anarchismo, storicamente, appare come la vera ideologia del popolo e per il popolo. Non propugna necessariamente una lotta armata, ma fa sempre emergere un nuovo modo di intendere i rapporti politici e sociali. Un modo decisamente rivoluzionario, ma non bellico. Gli anarchici ritengono assai nefasto ogni rapporto di dominio, perché distrugge la libertà, la crescita e la vita stessa. Essi non accettavano la lotta teorizzata da Marx, in quanto essa risultava come una sostituzione di un sistema di potere con un altro. Se il potere rimane nelle mani di pochi, sarà istituito uno Stato repressivo, che continuerà a saccheggiare le ricchezze pubbliche e a proteggere se stesso anche con la guerra. <br />
Il comunismo e l’anarchismo, tuttavia, non furono antitetici. Nella misura in cui il primo rinunciava allo statalismo e alla dittatura, poteva essere del tutto conciliato col secondo. Infatti, gli anarchici ritenevano che la distribuzione equa delle ricchezze fosse un requisito fondamentale per evitare che un determinato gruppo acquisisse talmente potere da dominare sugli altri. <br />
Il comunismo, inteso come sistema di redistribuzione equa delle ricchezze, risulta essere, agli occhi di molti anarchici, il sistema economico ideale per una società libera e capace di autodeterminarsi. Gli anarchici non erano affatto contrari alle forme di organizzazione liberamente scelte dal popolo, ciò che avversavano era lo Stato come manifestazione del potere di un gruppo di persone che si trova a possedere la maggior parte delle risorse economiche e finanziarie. Tale gruppo non ha alcun interesse a che il popolo sia libero di scegliere ciò che vuole, poiché il loro potere e la loro ricchezza non avrebbero alcuna realtà senza la sottomissione e lo sfruttamento del popolo. Quindi, il gruppo egemone è sempre un gruppo di potere, e agisce sempre a favore del proprio interesse e per preservare il potere. Il militarismo e l’esercizio della forza appaiono agli anarchici come del tutto negativi. Scrive Errico Malatesta:<br />
<br />
"Il terrore è sempre stato strumento di tirannia. In Francia servì alla bieca tirannia di Robespierre e spianò la via a Napoleone ed alla susseguente reazione. In Russia ha perseguitato ed ucciso anarchici e socialisti, ha massacrato operai e contadini ribelli, ed ha stroncato insomma lo slancio di una rivoluzione che poteva davvero aprire alla civiltà un’era novella. Il terrore… piuttosto che servire a difendere la rivoluzione serve a screditarla, a renderla odiosa alle masse e, dopo un periodo di lotte feroci… si arriva sempre alla costituzione di un governo forte, il quale assicura agli uni la pace a spese della libertà e agli altri il dominio senza troppi pericoli".(5) <br />
<br />
Durante il XX secolo, il socialismo fu uno strumento per generare larghi consensi. Persino le formazioni nazifasciste lo utilizzarono per convincere le masse di avere a cuore i diritti dei lavoratori. Mussolini, Hitler e altri dittatori, utilizzarono termini e concetti tipici delle rivendicazioni socialiste. Ad esempio, “plutocrazia”, “potere ai lavoratori” o “cambiamenti rivoluzionari”. Il nazifascismo è stato l’esempio più evidente della strumentalizzazione delle idee socialiste per instaurare un regime occultamente dominato dall’élite. Nella logica paradossale della difesa ad oltranza del vecchio sistema, le controrivoluzioni diventarono rivoluzioni. Mussolini era convinto di realizzare una rivoluzione, che chiamava “rivoluzione fascista”. E anche il bolscevismo fece altrettanto, chiamando una guerra che avrebbe insediato un nuovo sistema tirannico, "rivoluzione comunista".<br />
Rivoluzioni sono state anche quelle dei tanti patrioti africani e asiatici, che combatterono contro l’asservimento coloniale. Molte guerre rivoluzionarie hanno insanguinato l’America Latina: con innumerevoli colpi di Stato militari furono massacrate milioni di persone. <br />
I rivoluzionari anticoloniali, anche quando erano disposti a percorrere vie pacifiche e civili, si trovarono all'interno di una spirale di persecuzioni, arresti, torture e morte. Furono accomunati da questa sorte molti politici del Terzo Mondo, che avevano come unico obiettivo il benessere del loro popolo, come Patrice Lumumba, Thomas Sankara, Achmed Sukarno, Salvator Allende e Aung San.<br />
Le guerre controrivoluzionarie sono le guerre organizzate e dirette dall’élite dominante per piegare il popolo e indebolirlo politicamente ed economicamente. Questo libro spiega come le guerre controrivoluzionarie sono servite a rafforzare privilegi e potere. Anche le due guerre mondiali firono guerre controrivoluzionarie, come le più recenti documentazioni, che questo libro analizza, fanno emergere.<br />
Per molti anni, le due guerre mondiali sono state raccontate in modo ingannevole, per insabbiare responsabilità e per mantenere la propaganda favorevole ai vincitori. Le due guerre mondiali sono state descritte all'interno della retorica della "difesa della libertà" o della lotta per i valori democratici, ma in realtà esse furono progettate anni prima dalle Imprese e dalle banche, per impedire cambiamenti in ordine alle idee social-comuniste e anarchiche e per accrescere il potere oligarchico. <br />
Questo libro svela numerosi retroscena che permettono di capire il vero senso che le due guerre mondiali hanno avuto, e le vere motivazioni che le hanno provocate, facendo emergere fatti che nessun libro scolastico racconta.<br />
L’oligarchia che progettò le due guerre mondiali, ebbe, grazie ai conflitti, vantaggi enormi, cambiando profondamente la società e acquisendo un potere che in precedenza non aveva. Dopo le guerre, la situazione cambiò a tal punto che l'élite poteva imporre il sistema elettorale partitico, attraverso cui tenere sotto controllo tutte le formazioni politiche. Come osservava Carlo Pisacane, “Finché la società verrà composta da molti che lavorano e da pochi che dissipano, e nelle mani di questi pochi sarà il governo, il popolo deriso col nome di libero e di sovrano, i molti non saranno che i vilissimi schiavi”.(6) <br />
Le rivoluzioni e le controrivoluzioni del XX secolo, dunque, nella loro verità, svelano una storia mai raccontata di crimini e di lucida crudeltà, per impedire ai popoli l'autodeterminazione e la libertà, e affinché pochi gruppi si dividessero le ricchezze e il potere. Comprendendo in profondità cosa sono davvero le guerre è possibile confutare l’idea che esse siano fenomeni inevitabili.<br />
<br />
<br />
NOTE <br />
<br />
1) Tincani Persio (a cura di), "Viva la rivoluzione! Come dire no al potere. Da Robespierre a Che Guevara", Edizioni BUR, Milano 2006, p. 8.<br />
2) Hart Herbert, "Il concetto di diritto", Einaudi, Torino 1965, p. 71.<br />
3) La Marsigliese di J. Rouget de l’Isle, in Tincani Persio, op. cit. p. 185.<br />
4) Proudhon Pierre-Joseph, "Critica della proprietà e dello Stato", Elèuthera, Milano 2001.<br />
5) Malatesta Errico, "Il buon senso della rivoluzione", Elèuthera, Milano 1999. <br />
6) Pisacane Carlo, "Saggio sulla rivoluzione", Einaudi, Torino 1944.<br />
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<br />
ALCUNI ARGOMENTI TRATTATI NEL LIBRO:<br />
- Quali sono le ideologie che hanno motivato le guerre.<br />
- Chi sono i gruppi che ricavano vantaggi dalle guerre.<br />
- Caratteristiche storiche, economiche, finanziarie dello scorso secolo.<br />
- Cosa sono il colonialismo e il neocolonialismo.<br />
- Ruolo degli Istituti internazionali nel provocare le guerre.<br />
- Significato delle “rivoluzioni” e delle “controrivoluzioni”.<br />
- Significato delle lotte anticoloniali in Africa, Asia e Sudamerica.<br />
- Eventi rimasti sconosciuti della Seconda guerra mondiale.<br />
- Rivendicazioni dei popoli islamici.<br />
- Cos’è la Nakba Araba.<br />
- Situazione in Medio Oriente.<br />
- Cos’è accaduto negli anni Novanta nei territori della ex Jugoslavia. <br />
- Patologie psichiche prodotte dalla guerra.<br />
- La situazione dei paesi trattati è aggiornata fino ai nostri giorni. <br />
<br />
Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all’Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Scienze dell’Educazione e Diritti Umani.<br />
Ha vinto il Premio Ibiskos con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta", in cui analizza le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa di oggi. Nel 2006 ha scritto il libro "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943" (Kaos Edizioni), e nel 2009 ha pubblicato la ristampa del volume "Dittature. La Storia Occultata" (Espavo). Ha pubblicato anche "Il travagliato Travaglio. Lo strano caso di un informatore disinformato", "Pirati & Mafiosi. La vera Storia del crimine organizzato" e "Dissimulazioni Massoniche" (Espavo 2010).<br />
Da alcuni anni si occupa anche di giornalismo d'inchiesta, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani, e cura la pubblicazione del periodico NUOVA ENERGIA http://antonellarandazzo.blogspot.com/2010/01/campagna-abbonamenti-2010.html.<br />
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Antonella Randazzo<br />
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<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">L'AFRICA DEL DUCE<br />
I crimini fascisti in Africa</span></span><br />
<br />
Ed. Arterigere - Pagg. 365<br />
<br />
Il libro ripercorre, dall'avvento del fascismo fino alla caduta di Mussolini, gli eventi più significativi del colonialismo fascista, attraverso documenti ufficiali, lettere, quotidiani e altre pubblicazioni dell'epoca. L’Istituto Luce si curò di mostrare soltanto gli aspetti piacevoli e rassicuranti di ciò che accadeva nelle colonie: soldati che aiutavano i bambini, che costruivano strade, ascari incolonnati che facevano il saluto fascista o che ammiravano le opere del genio italiano. Non furono mostrate le terribili immagini dei morti, delle operazioni di bombardamento con i gas, oppure i campi di prigionia. Tutto apparì agli italiani come un’avventura utile, una missione di “civiltà”. I retroscena furono nascosti e sarà difficile portarli alla luce anche dopo molto tempo. <br />
Come nella propaganda di oggi, i soldati italiani apparivano buoni e altruisti, in "missione di pace e civilizzazione".<br />
Le foto di ciò che realmente accadeva durante la guerra in Etiopia furono fatte circolare soltanto dopo il conflitto. Non erano foto del Luce, ma di soldati e di giornalisti stranieri. In queste foto si videro immagini agghiaccianti: corpi sventrati, bambini mutilati, la testa mozzata del degiac Hailù Chebbedé esposta sulle piazze di Socotà e Quoram, e altre atrocità commesse dai soldati italiani. I bombardamenti terribili con gas tossici avevano sterminato intere tribù, ma nulla si sapeva in Italia.<br />
Il nazifascismo fu uno dei volti del potere del gruppo egemone, un volto che si era espresso così ferocemente, fino a quel momento, soltanto fuori dall’Europa, nelle terre considerate di nessuno, dove si poteva saccheggiare e sfruttare impunemente. Dove i crimini più terribili non venivano nemmeno conosciuti e la vita delle persone non valeva nulla.<br />
Questo libro permette di capire profondamente le dinamiche distruttive proprie del colonialismo, e i metodi di dominio sui popoli.<br />
E' una pubblicazione che parla di fatti del passato, ma che apre la mente alla comprensione dei metodi distruttivi utilizzati anche oggi nel Terzo Mondo. <br />
Oggi, dopo più di sessant'anni, il problema del colonialismo è ancora tragicamente aperto. Dopo i recenti fatti riguardanti la Libia, si può dire che il neocolonialismo occidentale è ancora una tragica realtà, e continua a produrre sofferenza e morte. Analoghi a quelli del passato sono i tentativi di far credere nella missione filantropica e democratica delle autorità occidentali. <br />
Le tecniche di dominio diventano sempre più sofisticate, in virtù del progresso scientifico e tecnologico, ma le motivazioni rimangono tragicamente le stesse. <br />
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INDICE<br />
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INTRODUZIONE.......................................................7<br />
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CAPITOLO I - Dallo Stato liberale al fascismo........21<br />
<br />
CAPITOLO II - Il duce e la politica estera..............73<br />
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CAPITOLO III - La pacificazione della Libia.........107<br />
<br />
CAPITOLO IV - Le guerre in Somalia...................147<br />
<br />
CAPITOLO V - La costruzione dell'Impero..........163<br />
<br />
CAPITOLO VI - L'Apartheid di Mussolini............235<br />
<br />
CAPITOLO VII- La caduta del fascismo e la perdita delle colonie..269<br />
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CONCLUSIONI....................................................307<br />
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DOCUMENTI......................................................317<br />
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BIBLIOGRAFIA..................................................357<br />
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INTRODUZIONE<br />
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Ancora oggi, dopo più di sessant'anni, esistono diversi luoghi comuni sul periodo coloniale e sul periodo fascista, che non trovano alcun riscontro nella realtà storica dei fatti. Ad esempio, molti italiani abbracciano ancora il punto di vista proposto, dopo l'armistizio, da monsignor Domenico Tardini, che in un promemoria destinato agli americani sosteneva che gli errori di Mussolini erano iniziati alleandosi con la Germania di Hitler. Secondo Tardini, l'alleanza con la Germania aveva allontanato Mussolini dalla tradizione italiana e della Chiesa. Il duce "agendo di testa sua" era stato indotto ad entrare in guerra. Le argomentazioni di Tardini omettono e negano una serie di fatti storici ormai accertati e documentati. Il regime fascista aveva già portato l'Italia alla rovina (prima ancora dell'alleanza con Hitler) con la sua politica economica da saccheggio e con la guerra d'Etiopia. Tardini non fa emergere il carattere violento e bellico dell'ideologia fascista, che spinse Mussolini, appoggiato dai suoi complici e dal re, prima ad avvicinarsi ai paesi imperialistici, che vedeva come i più forti, e poi ad entrare in guerra al loro fianco presagendo una vittoria eclatante e vantaggiosa. Non era stato soltanto Mussolini a volere la guerra, ma tutti i fascisti (industriali, banchieri, agrari e parte del popolo) e anche il re, lo testimoniano parecchi documenti e giornali dell'epoca che inneggiavano alla "guerra lampo". Un altro elemento che confuta l'idea di Tardini è l'aggressione brutale che Mussolini aveva già attuato contro l'Etiopia. In Etiopia era stata praticata una politica imperialistica e violenta, che era la natura stessa del fascismo, da cui derivò l'avvicinarsi a Hitler. Quindi, l'imperialismo e la scelta della guerra erano già insite nella politica espansionistica del duce e non furono affatto dovute all'imposizione o all'influenza di Hitler. <br />
La tesi di Tardini, pur essendo del tutto errata, è ancora presente nella coscienza degli italiani, anche per i fatti successivi all'armistizio, cioè il voltafaccia del re e l'arresto di Mussolini. Questi fatti spinsero molti a prendere le distanze dal duce e a cercare delle giustificazioni, dato che fino a poco prima si erano dichiarati suoi devoti sostenitori. Si affermò così il mito del duce che era stato traviato dal diabolico Hitler. <br />
Ma la verità, sempre più dura e spiacevole dell'illusione, è che il regime fascista fu un sistema politico-economico criminale, sostenuto attivamente da molti italiani. <br />
Questo libro tratta dei crimini commessi nelle colonie africane, parecchi crimini, che possono competere con la cattiveria e la criminalità di Hitler.<br />
Il colonialismo italiano è una parte di storia poco conosciuta, soprattutto perché per molti anni si è attuato un vero e proprio insabbiamento degli eventi più crudeli. I motivi dell'insabbiamento istituzionale e politico sono dovuti a diversi fattori, politici ed economici. L'Italia intraprese il percorso coloniale senza una razionalità ben precisa, motivata da ragioni legate al periodo storico, cioè dal prestigio e dal desiderio di imporsi come grande potenza europea. L'impresa coloniale non è stata un affare conveniente per il paese (sia nel periodo liberale che fascista), e richiese un costo molto alto, sia economico che di vite umane (italiane ma soprattutto africane). Un altro motivo dell'oblio è che il colonialismo non fu una parte di storia per noi onorevole. Abbiamo anche noi, come gli altri paesi europei, seguito la logica del profitto e della sopraffazione, con la pretesa assurda di rimanere comunque 'brava gente'. In Italia si è affermato un altro luogo comune non suffragato dai fatti: che avessimo realizzato nelle nostre colonie una sorta di 'colonialismo buono e quasi pacifico'. Nel periodo coloniale, e anche successivamente, si diffuse l'idea che la nostra indole di persone socievoli e cordiali si fosse manifestata anche in ambito coloniale, e avessimo realizzato una sorta di paradiso per gli indigeni. Ma non andò così. Il potere coloniale italiano inflisse agli indigeni ogni sorta di violenza e sopruso: dalla deportazione alla giustizia sommaria, dall'espropriazione delle terre alla decimazione del bestiame, dal lavoro forzato alla segregazione razziale. Le repressioni, il razzismo e le espropriazioni erano già ampiamente praticati anche nel periodo liberale, ma sotto il fascismo si ebbero diverse leggi che autorizzarono la segregazione razziale, e una serie di provvedimenti che per gli indigeni equivalevano alla morte o alla miseria. Il fascismo impedì con ogni mezzo la formazione di una borghesia indigena, non permise agli indigeni di acquisire conoscenze, se non quelle basilari e rudimentali, e li estromise da tutte le posizioni di potere, rendendoli esclusivamente sudditi, completamente sottomessi al potere italiano. <br />
L'uso dei gas mortali fu per molto tempo negato. Mussolini cercò di cancellarne le tracce documentarie, e anche dopo la sua caduta era difficile parlarne senza essere accusati di calunnia o di avere poco rispetto per le forze armate.<br />
Anche negli anni '60 le documentazioni sulle guerre coloniali omisero parecchi elementi e non mirarono a fare chiarezza sui fatti. Ad esempio, un libro di Vincenzo Lioy sulle operazioni dell'Aeronautica in Eritrea e in Libia, pubblicato nel 1964 dal "Comitato per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa", non spiega e non chiarisce la lotta della resistenza libica, limitandosi a parlare di "ribelli", proprio come si faceva durante il fascismo per nascondere che il popolo libico non voleva il dominio italiano. Sotto il fascismo la propaganda si prodigò a diffondere l'idea che gli indigeni delle colonie si sottomettessero con entusiasmo alla superiore civiltà italiana, ricevendo non pochi benefici. Negli anni '60 ormai si poteva conoscere la verità storica. Tuttavia, Lioy non cita nemmeno l'uso dei gas, pur avendo a disposizione documenti e telegrammi che lo testimoniavano inconfutabilmente. Ammettere l'esistenza di un popolo che rifiutava il dominio italiano, come avverte Salerno, equivaleva ad ammettere che la terribile repressione attuata dal governo fascista era diretta a tutto il popolo libico, cioè "riconoscere che in molti casi, forse nella maggioranza dei casi, gli aviatori italiani gettarono le loro bombe su concentramenti di civili e non, invece, su gruppi di soli armati". (1)<br />
Negli anni '70 il presidente libico Muhammar Gheddafi parlava di gravi crimini commessi dall'Italia contro i libici. Quello che raccontava, cioè l'uso dei gas, le uccisioni arbitrarie, il genocidio della popolazione del Gebel e i campi di concentramento, apparvero come esagerazioni. L'Italia non aveva conoscenza dei veri fatti accaduti e conservava ancora le notizie date dalla propaganda, cioè notizie di "lavoro italiano", di miglioramento della situazione delle colonie e di fiere coloniali in cui venivano mostrati soltanto gli aspetti commerciali e superficiali della situazione nelle colonie. Ma alcuni autori, come Eric Salerno, Angelo Del Boca o Giorgio Rochat, fecero studi approfonditi e trovarono telegrammi, documenti e lettere che testimoniavano che in Libia erano avvenuti fatti criminali gravissimi. La "missione civilizzatrice" e le belle immagini del "lavoro italiano" avevano nascosto il genocidio del popolo libico, attuato soprattutto per fare spazio ai coloni italiani.<br />
Per realizzare i suoi obiettivi Mussolini si valse di collaboratori che condivisero con lui completamente i disegni criminali, e a volte lo superarono in crudeltà. Uno di questi fu il Maresciallo Rodolfo Graziani, che nel 1937 attuò in Etiopia una repressione senza limiti di crudeltà. Fu troppo persino per il duce, che volendo migliorare l'immagine del fascismo, decise di sostituirlo con il più mite Duca D'Aosta.<br />
Mussolini si occupò di reprimere definitivamente la lotta partigiana in Libia, e poté sperimentare la potenza dell'Aviazione italiana contro la popolazione inerme, su cui fece gettare una grande quantità di gas mortali. <br />
La propaganda fascista parlava di gruppi fanatici e bande criminali che venivano sconfitti dalla civiltà evoluta dell'Italia, che portava pace e benessere ovunque. <br />
Si arrivò a comandare agli aviatori di bombardare ovunque vedessero qualcosa che si muoveva nei luoghi non soggetti al dominio italiano. Lo scopo era quello di terrorizzare la gente, per indurla alla totale sottomissione. Un altro scopo era quello di studiare attentamente gli effetti dei gas sulla popolazione. Uno dei tanti protagonisti, l'aviatore Vincenzo Biani, nel suo libro "Ali sul deserto", scrisse:<br />
<br />
“Gli occhi degli aviatori, raccolta la visione dello spettacolo, riprendevano la fissità scrutatrice della indagine fredda, quando si trattava di guidare di nuovo la propria macchina sul folto della massa nemica.<br />
(...) Una carovana di un centinaio di cammelli, terrorizzati dalle prime esplosioni, si erano allontanati in gran fretta, dondolando sulle groppe i loro carichi malfermi, ma due Romeo, che li avevano visti, volsero da quella parte.<br />
Il primo passo sputando addosso alle bestie una spruzzata di pallottole che nella maggior parte andarono a vuoto, poi l'Arma s'incantò e non volle più saperne di sparare.<br />
Il pilota si arrampicò per aria lasciando libero il campo al compagno che sopraggiungeva, rasente a terra, dalla coda verso la testa della carovana, mettendo a segno un intero caricatore sui fianchi dei cammelli.<br />
Molti stramazzarono a terra, scoprendo i ventri obesi e annaspando nell'aria con le zampe lunghissime, unico mezzo a loro disposizione per dire che erano dispiacenti di morire. Ma nessuno li compianse.<br />
(...) Una volta furono adoperate alcune bombe ad iprite, abbandonate dal tempo di guerra in un vecchio magazzino ed esse produssero un effetto così sorprendente che i bersagliati si precipitarono a depositare le armi”. (2)<br />
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Gli appelli delle comunità islamiche a denuncia dei crimini che l'Italia stava attuando non servirono a nulla. Eppure erano appelli chiari e ben documentati. Uno di essi, ad esempio, diceva:<br />
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“La gente ha appreso che l'Italia ha diretto ottantamila arabi del Gebel el Akdar e li ha posti nel deserto di Sirte togliendo loro i propri terreni col pretesto di volerli colonizzare per mezzo degli italiani i quali sanno fare meglio degli arabi. Il mondo ha appreso che l'esercito italiano ha occupato Cufra ed ha ucciso una quantità di arabi che difendevano il proprio paese. (...) La storia dell'umanità, anzi la storia dei barbari, non ha mai registrato fin adesso maggiori atrocità né più vili, né più selvagge di quanto hanno fatto, questa volta, gli italiani in Tripolitania e nella Cirenaica.<br />
(...) Gli italiani si sono incamminati verso Cufra preceduti dagli aeroplani i quali incominciarono a lanciare bombe sulle abitazioni uccidendo gran numero di donne, bambini e vecchi. Quando poi gli italiani hanno occupato Cufra estenuando i disgraziati arabi con la superiorità delle loro armi, hanno permesso il massacro in Cufra per la durata di tre giorni nei quali hanno commesso atti a cui nessuno può pensare.<br />
(...) hanno squarciato il ventre delle donne (...). Della popolazione di Cufra furono uccisi in combattimento duecento martiri mentre essi difendevano le loro abitazioni e il loro onore.” (3)<br />
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L'Italia del fascismo era un'Italia repressa duramente dalle leggi fasciste, un'Italia che sempre più veniva soggiogata dall'unico punto di vista fascista, nell'incapacità di capire le tante insidie della propaganda. Il re e la Chiesa si mostravano sempre più entusiasti del fascismo e delle sue politiche coloniali.<br />
Il re, grazie a Mussolini, avrà la Corona imperiale, mentre la Chiesa, oltre ai vantaggi dei Patti Lateranensi, avrà la garanzia di vedere tutelati i suoi interessi economici. Il Banco di Roma, come altre banche e imprese, sarà protagonista di prima grandezza nelle vicende coloniali italiane. La spinta delle banche e delle imprese è stata sempre molto forte nell'appoggiare le guerre coloniali, era stato così anche per la guerra italo-turca di conquista della Libia, nel 1911-1912, così sarà anche per la guerra etiopica. Nel mondo capitalistico italiano erano molti i settori, ad esempio quello armatoriale, quello cantieristico o navale, che traevano enormi profitti dalle vicende coloniali. <br />
Caratteristiche proprie del colonialismo fascista furono la massiccia propaganda e la rigida censura, che crearono consensi e nascosero gli aspetti più terribili dei fatti coloniali, impedendo denunce e indignazioni, che furono presenti nel periodo liberale. Nel fascismo la guerra all'Etiopia venne propagandata come una guerra nazionale, che avrebbe permesso all'Italia di salire un primo scalino per riaffermare la sua antica grandezza. Mussolini, attraverso l'aggressione all'Etiopia, tenterà di sollevare le sorti di un paese economicamente distrutto, in cui la gente iniziava ad accorgersi che il fascismo non era dalla parte delle persone comuni, e in cui molti giovani erano disoccupati e annoiati dalle restrizioni del regime. La guerra d'Etiopia permetterà a tutti di sentirsi protagonisti. Scrisse Indro Montanelli:<br />
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“Ognuno voleva passare alla Storia come il conquistatore di qualcosa: Starace fece il diavolo a quattro per entrare per primo a Gondàr. E Badoglio ebbe il suo daffare per tenere in freno iniziative spericolate e per dirimere gelosie e rivalità. Per la marcia su Addis Abeba, dopo l'ultima conclusiva battaglia, si dovettero contingentare i posti d'imbarco sugli automezzi della colonna: volevano andarci tutti.<br />
(...) Non era un'altra Italia che nasceva in Abissinia, ma la stessa Italia, coi suoi gerarchi, i suoi uggiosi rituali, la sua jungla di regolamenti contraddittori, le sue clientele, le sue fazioni.” (4)<br />
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Non erano pochi quelli che sapevano, ma per molti anni anche i protagonisti della guerra d'Etiopia negarono la crudeltà praticata nelle colonie. Del resto, anche altri crimini del fascismo apparivano inesistenti. Il mondo intero osannò il governo antidemocratico e repressivo del fascismo. Ad esempio, nell'America del 1932, un sondaggio che chiedeva chi è "il più grande uomo del mondo" vide vincitore Mussolini, e il "New York Times" lo definì "l'uomo di Stato più chiaroveggente del momento". Negli anni '30, nessuno più si ricordava o diceva come quel governo era salito al potere.<br />
Il nazifascismo fu uno dei volti del potere capitalistico, un volto che si era espresso così ferocemente, fino a quel momento, soltanto fuori dall'Europa, nelle terre considerate di nessuno, dove si poteva saccheggiare e sfruttare impunemente. Dove i crimini più terribili non venivano nemmeno conosciuti e la vita delle persone non valeva nulla. Lo studioso Ali A. Dawi fa notare come alcune caratteristiche del diritto internazionale hanno permesso che il colonialismo fosse legale:<br />
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“Il diritto internazionale tradizionale, di origine europea, è largamente fondato sulla distinzione tra le nazioni civilizzate (europee) e quelle che non lo sono (non-europee). Questo diritto riserva alle prime i benefici del 'diritto pubblico europeo' e consacra il loro diritto di porre le seconde sotto la dominazione coloniale. Inoltre, il diritto internazionale e coloniale non costituiva altro se non delle regole adottate dagli Stati colonialisti per limitare la loro competizione coloniale. D'altro canto, il diritto interno dello Stato colonizzatore non può, evidentemente, arbitrare i propri rapporti con il paese colonizzato. In effetti, questo diritto non è che l'espressione della forza bruta del vincitore”. (5)<br />
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Fino a quando una cultura si sentirà superiore alle altre avverrà una sorta di "dualismo morale", che farà coesistere due aspetti contrastanti: quello del rispetto della persona umana e dei suoi diritti nello Stato di Diritto, e quello delle persone appartenenti ad altre terre, considerate inferiori e, quindi, devono sottostare alla volontà degli appartenenti alla cultura che ha formulato il diritto stesso, nella doppia legislazione.<br />
Tutte le potenze europee, anche quelle che si dichiarano democratiche, hanno attuato nelle colonie una crudeltà senza limiti, con la giustificazione della presunta superiorità culturale dell'Europa. Solo per fare qualche esempio, gli inglesi massacrarono i mahdisti del Sudan, i tedeschi gli Herero in Namibia e i belgi i congolesi.<br />
Mussolini, con la guerra d'Etiopia, suscitò indignazione da parte dell'opinione pubblica inglese perché negli anni '30 stava emergendo una nuova sensibilità verso le terre non europee. L'opinione pubblica occidentale induceva a pensare che il periodo coloniale, con i suoi crimini e le terribili repressioni, stesse tramontando. Ma così non sarà, e anche dopo la Seconda guerra mondiale avverranno parecchi massacri contro i popoli che lottavano per la loro libertà. Ricordiamo, ad esempio, i Mau Mau del Kenya, che furono considerati dagli inglesi "feroci e selvaggi terroristi" soltanto perché volevano le loro terre, e furono repressi ferocemente fino alla sconfitta. I Mau Mau, alla fine della guerra, avevano ucciso complessivamente 100 inglesi, mentre questi ultimi avevano massacrato e deportato almeno 130.000 indigeni, praticando torture nei campi di concentramento appositamente creati. Anche in Algeria avvenne un genocidio tra il 1954 e il 1961. I francesi, pur di conservare il dominio sulla colonia, uccisero un milione e mezzo di patrioti algerini.<br />
Le potenze europee furono ambigue e di fatto condiscendenti verso la ferocia coloniale dell'Italia fascista, e dopo la Seconda guerra mondiale i vincitori aiutarono l'Italia a insabbiare i crimini commessi contro l'Etiopia. Non potevano certo permettere che un paese africano istituisse una Norimberga contro un paese europeo, altrimenti quante Norimberga avrebbero potuto essere istituite per i crimini commessi in Africa!<br />
La violenza espressa dal regime fascista era stata accettata e ritenuta utile: il cosiddetto "biennio rosso" aveva terrorizzato l'intera Europa dei privilegi, e aveva spinto le autorità ad accogliere con favore sistemi politici rigidi e autoritari, in cui il potere era concentrato nelle mani di poche persone. Si crearono stretti legami, sin dai primi attacchi squadristi, fra industriali incattiviti dai continui scioperi, imprenditori agricoli e fascisti. <br />
<br />
L'appoggio del potere economico capitalistico fu dato a Mussolini, così come a Hitler, e quest'ultimo seguì tutti i passi già fatti dal primo per realizzare un sistema di potere analogo, che permettesse l'egemonia assoluta della classe che deteneva il potere economico-finanziario-industriale. Quando Hitler ebbe il potere, la politica finanziaria ed economica era già tutta stabilita e il führer non la modificò affatto. Il quadro era stato posto dalla Reichsverband, che era l'Associazione degli industriali tedeschi, successivamente diventata Wirtschaftslenkung, "imprese private guidate", ma, al contrario di ciò che si faceva intendere, non era lo Stato a guidare le imprese ma erano le imprese ad avere il potere statale. Queste associazioni non furono create da Hitler, e i programmi finanziari ed economici furono stilati da persone di alto livello nella preparazione finanziaria: da grandi banchieri e da industriali. <br />
Il 14 Febbraio del 1929, papa Pio XI, felice per la firma dei Patti Lateranensi, in un discorso all'Università Cattolica di Milano, così parlava di Mussolini: "Siamo stati nobilmente, abbondantemente assecondati dall'altra parte. E forse occorreva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare".(6)<br />
Mussolini era stato l'uomo della Provvidenza anche per gli industriali, che il 7 Marzo del 1920, al Congresso della Confindustria, approvarono un documento in cui si affermava che: "Il Congresso fa voti per un indirizzo di governo che realizzi la disciplina nel potere. (...) Porti alla direzione dello Stato uomini e metodi nuovi". In Mussolini videro uno di questi "nuovi" uomini. Fin dall'inizio il fascismo fu improntato alla sopraffazione e all'ideologia della prevalenza del più forte. I metodi violenti si imposero prima della Marcia su Roma, e il 28 Ottobre del 1922 il fascismo, come in una grande manifestazione propagandistica, ottenne una legalità che non ebbe mai nella sostanza.<br />
In politica internazionale il fascismo non poteva che abbracciare un nazionalismo ad oltranza, e dopo la proclamazione dell'impero prese inizio un percorso atto a riscattare il malcontento nazionalista del primo dopoguerra. La sete di potere di un esiguo gruppo era insita al fascismo e, insieme al mito della forza, ne rappresentò la caratteristica essenziale. <br />
Con le conquiste africane affiorò in Mussolini lo spettro della mescolanza delle razze e la paura che gli indigeni coloniali potessero pretendere l'uguaglianza con gli italiani. Da queste paure derivò una legislazione volta a rassicurare il duce e i gerarchi fascisti che la superiorità della razza italiana si sarebbe imposta sulla nera, e che le due razze sarebbero state tenute separate e distinte in difesa dell'"orgoglio di razza" del dominante. <br />
Nel periodo liberale l'Italia non era stata meno crudele con gli indigeni coloniali: identica era la sete di conquista, il saccheggio delle ricchezze e lo sfruttamento della manodopera. Tuttavia, il duce attuò un vero e proprio "apartheid", progettato da scienziati di regime che teorizzarono "l'ibridismo" come un pericolo per la supremazia del bianco. Le leggi razziali del fascismo furono approvate a partire dal 1937, e non furono dirette soltanto contro gli ebrei, ma riguardarono soprattutto indigeni e zingari. <br />
Il libro ripercorre, dall'avvento del fascismo fino alla caduta di Mussolini, gli eventi più significativi del colonialismo fascista, attraverso documenti ufficiali, lettere, quotidiani e altre pubblicazioni dell'epoca.<br />
Oggi, dopo più di sessant'anni, il problema del colonialismo italiano è ancora tragicamente aperto. La Libia non ha ottenuto nemmeno che venissero rispettate le minime richieste, cioè che venissero aiutati a sminare i campi riempiti da mine durante la Seconda guerra mondiale, e conoscere il destino delle persone libiche deportate nelle isole italiane di Ponza, Ustica, Favignana e Tremiti, di cui non si è saputo più nulla. Secondo alcune stime le mine terrestri erano circa 10 milioni, molte delle quali hanno già prodotto gravi incidenti, nella maggior parte dei casi a bambini. I libici chiedono all'Italia di risarcire le vittime delle mine e di ottenere le mappe necessarie allo sminamento.<br />
L'Italia non ha mai chiaramente e approfonditamente fatto i conti col passato coloniale, e la perdita di tutte le colonie dopo la Seconda guerra mondiale fece si che quel passato venisse considerato già concluso, senza bisogno di capirlo e di rigettarlo in modo critico e cosciente.<br />
Un sintomo di rimozione immediata senza conoscenza critica è il divieto di proiettare nelle sale italiane il film “Il Leone del deserto”, che rappresenta alcuni tragici episodi della resistenza libica e della lotta di Omar el-Mukhtàr, il capo eroico fatto impiccare da Graziani nel lager di Soluch.<br />
Anche l'inchiesta televisiva “Fascist Legaci” di Ken Kirby e Michael Palumbo sui crimini di guerra italiani in Africa e nei Balcani non è mai apparsa sugli schermi della televisione di Stato, nonostante la Rai-Tv avesse acquistato il filmato diversi anni fa. <br />
Ci chiediamo, con Angelo Del Boca: "A quando i processi postumi ai Badoglio, ai Graziani, ai De Bono, ai Lessona, ai Cortese, ai Maletti e a tutti gli altri responsabili dei genocidi africani rimasti impuniti?"<br />
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NOTE<br />
<br />
1) Salerno Eric, "Genocidio in Libia", Manifestolibri, Roma 2005, pp. 57-58<br />
2) Salerno Eric, op. cit., pp. 63-64<br />
3) Salerno Eric, op. cit., pp. 39-40<br />
4) Montanelli Indro, Cervi Mario, "L’Italia Littoria", Milano 1979, pp. 347-349.<br />
5) Dawi Alì A., “Alcuni aspetti giuridici della colonizzazione italiana della Libia”, in Angelo Del Boca (a cura di), “Le guerre coloniali del fascismo”, Laterza, Roma-Bari, 1991, p. 361.<br />
6) Chabod Federico, “L’Italia Contemporanea 1918/1948”, Einaudi, Torino 1961. <br />
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I dati personali saranno trattati in osservanza della legge 196/2003 sulla "privacy".Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-9371274976022985002010-09-01T04:41:00.000-07:002013-07-26T06:41:35.742-07:00OLTRE L’ERA DELL’INGANNO - Verità impietose sulle truffe che soggiogano i popoli<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/THFJ2yS-HQI/AAAAAAAAADA/Atcwx9fvPGU/s1600/COPERTINA_LIBRO_RANDAZZO.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 275px; height: 400px;" src="http://1.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/THFJ2yS-HQI/AAAAAAAAADA/Atcwx9fvPGU/s400/COPERTINA_LIBRO_RANDAZZO.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5508265024813931778" /></a><br />
<br />
Antonella Randazzo<br />
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<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">OLTRE L’ERA DELL’INGANNO<br />
Verità impietose sulle truffe che soggiogano i popoli</span></span><br />
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Il Premio Nobel Harold Pinter disse: “Ciò che ci circonda è un grande arazzo di menzogne su cui ci nutriamo”. <br />
Negli ultimi anni, sempre più persone si stanno accorgendo dell’esistenza di questo “arazzo di menzogne”. Schiere di politici, giornalisti e pseudo-intellettuali, non bastano più a proteggere “l’arazzo”. Truffe e menzogne stanno emergendo, e da ciò deriva una maggiore consapevolezza. <br />
Il libro “Oltre l’era dell’inganno” ha come obiettivo principale quello di fare il punto sulla consapevolezza raggiunta in tutti i settori importanti dell’esistenza umana: Scienza, Storia, Economia, Finanza, cultura e comunicazione.<br />
Si deve fare il punto di ciò che è stato per andare oltre, per vedere cosa ci si propone per il futuro. <br />
Con un alto livello di consapevolezza si può scegliere di abbracciare una realtà migliore, comprendendo che assumersi la responsabilità della propria esistenza significa indebolire chi della deresponsabilizzazione personale ha fatto la base del suo potere.<br />
Questo libro analizza molti aspetti nei quali la nostra cultura non appare libera, e coloro che vogliono mantenere lo "status quo" hanno bisogno di ingannare per continuare ad esercitare potere. <br />
Lungi dall’essere individui impotenti e passivi come l’attuale sistema ci vorrebbe, si può abbracciare una visione della realtà che vede noi stessi come gli artefici della nostra esistenza, capaci di concepire e creare un’esistenza migliore. <br />
La sfida è quella di concepire sistemi alternativi, per creare un mondo in cui prevalga la pace, e i governi siano guidati da persone oneste e sagge. Dove ci sia un’equa distribuzione delle risorse e dove la giusta informazione sostituisca la menzogna e l’inganno, che finora hanno controllato le nostre vite. <br />
<br />
<br />
<br />
INDICE<br />
<br />
INTRODUZIONE....................................................................5<br />
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<br />
CAPITOLO I - GLI INGANNI MEDIATICI...........................................................................11<br />
Par. I. 1 - I canali mediatici informativi<br />
Par. I. 2 - La televisione e il cinema<br />
Par. I. 3 - I condizionamenti mediatici diretti ai più giovani<br />
Par. I. 4 - La rete Internet<br />
Par. I. 5 - Comunicazione sociale e propaganda<br />
Par. I. 6 -Il condizionamento e la Programmazione Neuro Linguistica.<br />
Par. I. 7 - Altri metodi di controllo<br />
<br />
<br />
CAPITOLO II - IL SISTEMA POLITICO..........................................................................179<br />
Par II. 1 - Partiti, Sindacati e lavoratori<br />
<br />
<br />
CAPITOLO III - LE MISTIFICAZIONI STORICHE ..........................................................................................223<br />
<br />
<br />
CAPITOLO IV - ERRORI E INGANNI DELLE SCIENZE UFFICIALI......................................................................256<br />
Par. IV. 1 - Cos’è che garantisce la conoscenza scientifica? <br />
Par. IV. 2 - La questione del metodo<br />
Par. IV. 3 - Gli scienziati babbei<br />
Par. IV. 4 - La Fisica Quantistica<br />
Par. IV. 5 - Il Big Bang e la fisica delle molte dimensioni<br />
Par. IV. 6 - La Farmacologia<br />
Par. IV. 7 - Medicina e cure alternative<br />
Par. IV. 8 - I crimini della Psichiatria<br />
Par. IV. 9 - La scienza dogmatica e le stranezze<br />
Par. IV. 10 - La Patafisica: il rifiuto creativo della Scienza ufficiale<br />
<br />
CAPITOLO V -LE TRUFFE DEL SISTEMA ECONOMICO-FINANZIARIO...............................................................430<br />
Par. V. 1 - Il falso capitalismo <br />
Par. V. 2 - Le corporation transnazionali <br />
Par. V. 3 - Il sistema finanziario e il Signoraggio<br />
Par. V. 4 - Controllo dell'economia e Borsa<br />
Par. V. 5 - Mercato monetario e Borsa<br />
Par. V. 6 - Banche occidentali e banca islamica<br />
Par. V. 7 - Proposte per nuovi sistemi finanziari<br />
<br />
BIBLIOGRAFIA..............................................................566<br />
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INTRODUZIONE<br />
<br />
Quando veniamo al mondo troviamo una realtà già costituita nei minimi dettagli: apprendiamo come vestirci, cosa mangiare, come salutare, come relazionarci agli altri, ecc. Crescendo, non ci accorgiamo neppure che dall'esterno ci giunge una serie di imposizioni su una quantità enorme di comportamenti. Ci adattiamo a tutti gli aspetti formali della realtà, e ad essi conformiamo la nostra mente. <br />
Alcune convenzioni semplificano la vita, e tanto maggiore è la loro uniformità, tanto minore sarà lo sforzo individuale di assumersi responsabilità e di spiegare le proprie scelte agli altri. Tuttavia, esistono aspetti della realtà che dovrebbero implicare un'assunzione di responsabilità da parte dei singoli individui. Ad esempio, la scelta del sistema finanziario più adeguato o dell'assetto politico. Di fatto tali scelte non sono compiute consapevolmente dagli individui, ma preesistono a loro. Non è dato ai cittadini comuni, anche di maggiore età, di assumere decisioni su questi aspetti importanti della realtà. Molti credono che non sia così così perché si illudono che andando a votare esercitano potere politico, ma in realtà i candidati sono scelti dai Partiti. <br />
Il punto è: chi decide per noi? Chi ha interesse a mantenere un determinato assetto? In che modo tale assetto viene mantenuto invariato nei suoi aspetti fondamentali? Perché la situazione attuale del pianeta vede la maggior parte delle persone vivere in miseria o in preda a gravi problemi economici e risulta comunque difficile abbattere un sistema così iniquo?<br />
Questo libro analizza tali questioni, individuando molti aspetti nei quali la nostra cultura appare controllata da gruppi di potere, che hanno interesse a mantenere lo "status quo", e dunque hanno bisogno di ingannare per continuare ad esercitare potere. Questo vuol dire che il sistema attuale è basato sull'inganno. L'inganno riguarda quasi tutti i settori dello scibile, nei quali vengono prodotte conoscenze che determinano persino le credenze che abbiamo su noi stessi. <br />
In molti settori, compresi quello scientifico e storico, ci vengono date conoscenze talvolta inesatte, mistificate o addirittura false, per indurci a credere che il sistema attuale sia accettabile, oppure per condizionare le menti a tal punto da eliminare le risposte indesiderate. <br />
La Scienza ufficiale sembra essere una fonte esatta e imprescindibile di conoscenza, dalla quale trarre importanti informazioni su ciò che siamo, su come dobbiamo comportarci o curarci.<br />
In realtà viviamo in un mondo che ci è sostanzialmente sconosciuto. Il nostro stesso cervello ci è sconosciuto. Non sappiamo, ad esempio, come il corpo calloso armonizzi i due emisferi cerebrali, né come le singole funzioni cognitive siano collegate alle zone del cervello neomammifero. <br />
La Scienza ufficiale parla di “materia”, ma non è in grado di definire con esattezza tale realtà (1), che dovrebbe stare alla base della conoscenza del mondo fisico. La Fisica dei Quanti ci dice che la “materia”, così come viene intesa dalla Fisica tradizionale, non esiste, essendo l'universo caratterizzato dalla mancanza di solidità. Gli atomi, da cui dovrebbe derivare la realtà fisica, non sono solidi, ma quasi totalmente vuoti. Come alcuni scienziati precisano, “se un atomo avesse le dimensioni di una cattedrale, il nucleo sarebbe grande all'incirca come una monetina da dieci centesimi. In ordine a ciò si potrebbe dire che il vuoto può essere pieno e il pieno vuoto” (2). <br />
All’interno della biotecnologia, si ignorano gli aspetti del cosiddetto “DNA spazzatura”, come l’intuito, la coscienza, l’empatia, la creazione artistica e il libero impulso dell’anima. L'essere umano risulta appiattito dalla sicurezza che egli sarebbe soltanto quel 5% di DNA, mentre, ovviamente, egli è molto di più, in quanto anche se non conosciuti dalla scienza, gli aspetti di quel 95% del DNA determinano la sua realtà. <br />
Dunque, sappiamo pochissimo della realtà naturale e umana, tuttavia siamo indotti a credere che l'uomo ha raggiunto proprio in questi ultimi anni una notevole conoscenza. <br />
Nonostante le sicurezze sulla realtà dovrebbero essere scarse, su questo pianeta la maggior parte delle persone possiede una certa sicurezza su ciò che va considerato "realtà". Miliardi di persone danno per scontati molti aspetti che hanno "ereditato" come veri dai loro genitori, che a loro volta li hanno ereditati dalla loro famiglia. Noi tutti siamo indotti ad abbracciare una determinata realtà perché l'abbiamo appresa dalla nascita. Metterla in discussione è difficile, e pochi lo fanno. <br />
Non si tratta di una questione di mediocrità, ma piuttosto di credulità, di abitudine o di comodità. Moltissime persone si fidano delle religioni o di altre ideologie, credendo che attraverso di esse potranno capire la realtà e vivere meglio. Ma chi ha creato queste ideologie? Chi “costruisce” la realtà che miliardi di persone assumono come vera? Se sappiamo così poco della realtà, su cosa dovremmo costruire la nostra immagine del mondo? <br />
Si punta a convincerci, in modo spesso affascinante, che la tecnologia possa di per sé offrire un importante segno di progresso dell'uomo contemporaneo. Allo stesso tempo però l'uomo di oggi sa ben poco della realtà in cui vive, egli ignora persino le vere caratteristiche del sistema finanziario, della realtà fisica o quantistica. <br />
Nel mondo contemporaneo, siamo stimolati a credere ad una nostra presunta superiorità rispetto agli esseri umani del passato, ma allo stesso tempo siamo indotti ad accettare passivamente aspetti della realtà fondamentali per la nostra esistenza. Le nostre capacità cognitive sono sempre più appiattite dallo schermo TV e da una realtà già data, davanti alla quale diventiamo sempre più passivi. <br />
Ogni generazione viene convinta di vivere in un periodo "speciale", come se il passato fosse peggiore rispetto al presente, e come se gli sviluppi scientifici o tecnologici potessero garantire una maggiore felicità o una maggiore evoluzione degli individui. <br />
Gli ultimi secoli sono stati indicati come "speciali" dal gruppo dominante: l'Illuminismo nel Settecento voleva convincere che l'umanità fosse entrata nella fase della “ragione”, spazzando via la superstizione o l'irrazionalità; nel secolo successivo, il Positivismo convinse molti a credere nell'infallibilità della Scienza ufficiale, ed alcuni scienziati, ad oggi, fanno assurgere il campo scientifico ad unica fonte di conoscenza. <br />
Nella convinzione di essere i protagonisti e artefici della tecnologia, ne diventiamo i passivi fruitori e le vittime. <br />
Questo libro dimostra che la comodità di non essere responsabili di decidere per gli aspetti importanti dell'esistenza è come un boomerang, che ci colpisce inesorabilmente prima o poi. <br />
Molte persone credono che l'economia abbia leggi “naturali” che le proteggono, ma in realtà anch'essa, come risulta evidente, non ha come obiettivo principale la sicurezza e il benessere dei popoli. L'inganno, dunque, si articola su ogni settore dell'esistenza umana, anche su quello economico e finanziario, anzi, proprio da questi settori nasce la maggiore truffa che i popoli subiscono da secoli.<br />
Il sistema economico-finanziario attuale è basato sull’ignoranza dei popoli circa le sue vere caratteristiche, che saranno ampiamente spiegate in questo libro. Fenomeni come la concentrazione del potere mediatico, il Signoraggio, la mistificazione della Storia e gli inganni della Scienza, saranno chiariti e opportunamente argomentati. Si capirà come mai i popoli, pur dando gran parte dei propri guadagni per pagare il debito pubblico, si ritrovano più indebitati di prima. Si capirà come mai i programmi televisivi sono sempre più simili in tutto il mondo, e le notizie dei Tg sempre più stereotipate e appiattite. <br />
La tesi ampiamente provata da questo libro è che il sistema attuale non è un sistema libero e democratico come molti credono, e ciò diventa evidente quando ci si rende conto di vivere in un sistema che non soltanto non rispetta i diritti degli individui, ma cerca di imporre un ordine precostituito, nel quale ogni essere umano dovrebbe diventare come un semplice burattino, piegato passivamente a ciò che un gruppo ristretto di persone decide. Tuttavia, i popoli vengono convinti di vivere in una "democrazia". <br />
Sembrerebbe uno scenario assurdo, ma questa realtà appare chiara, e persino evidente, quando si inizia a perdere la disponibilità a credere di vivere in un sistema voluto da tutti, o l'unico possibile poiché dovuto alla “natura” umana. Queste stesse convinzioni sono frutto del condizionamento, anzi, ne rappresentano il risultato più importante. <br />
La prova dell'esistenza di questa situazione è nell'analisi che questo libro fa dei settori più importanti della realtà in cui viviamo: i mass media, la Scienza, la Storia, l'Economia e la Finanza. In ognuno di questi settori è possibile individuare una serie di inganni e truffe contro i cittadini comuni. Si tratta di far credere ciò che non è, propugnando un consenso e un'accondiscendenza che altrimenti non si avrebbe. <br />
L'inganno, come questo libro prova, è talvolta grossolano e basato sul potere di manipolare le informazioni dei media. La gente è spinta a credere a ciò che non è, oppure ad accettare realtà facsimili o mistificate. E' su questo inganno che si basa l'intera civiltà occidentale, spacciata per “democratica” ma profondamente fascista. Come disse Gandhi: “La democrazia occidentale nelle sue attuali caratteristiche, è una forma diluita di nazismo o fascismo. Al più è un paravento per mascherare le tendenze naziste e fasciste dell'imperialismo” (3). <br />
Analizzando la realtà storica è possibile capire che negli ultimi secoli il potere si è via via concentrato nelle mani di un gruppo di famiglie, che si sono arricchite grazie al sistema finanziario, alle guerre e al controllo politico. Tale potere è stato trasmesso per eredità e rafforzato anche ai nostri giorni, attraverso il controllo della politica, della conoscenza e dei media. <br />
Abbiamo una mondo in cui gli esseri umani vivono con opportunità e condizioni diverse. Alcuni vivono nel cosiddetto Terzo Mondo, in condizioni di estrema miseria, subendo guerre e dittature feroci, mentre altri vivono in abitazioni lussuose e mangiano cibi di prima qualità. Dunque chi ha creato la realtà attuale si cura di mantenere privilegi e ricchezza in alcuni ambienti, e di fomentare guerre e creare povertà in altri. La felicità umana dipenderebbe dunque dalla zona geografica in cui si nasce o dalla famiglia di origine. Tale assetto è favorevole solo ad una percentuale minima della popolazione mondiale, pari a circa il 10% della popolazione. Ma perché la stragrande maggioranza degli abitanti la accetta o non ha abbastanza forza per abbattere tale sistema? <br />
Questo libro risponde a questa domanda, spiegando accuratamente gli inganni che servono a mantenere il sistema attuale e a farlo apparire come l'unica realtà possibile. Si tratta di inganni che riguardano i principali canali utilizzati per la “costruzione” della realtà: i mass media, la Scienza, la Storia, l'Economia e la Politica. <br />
Per liberarsi dall'inganno e costruire un'altra realtà è necessario guardare il mondo con occhi diversi dal solito, uscendo dal condizionamento. Si rimane prigionieri quando si è disposti a credere di non esserlo, pur non avendo attuato quei processi di autoconsapevolezza necessari ad uscirne. E' proprio su questo che trae forza l'inganno: sulla disponibilità a credere che si possa facilmente e senza contributo personale costruire un futuro migliore e rispettoso dei diritti umani. Ciò non sarà mai possibile poiché la crescità è stata sempre, e sempre sarà, un frutto del senso di responsabilità, e dell’impegno, che iniziano proprio dal voler comprendere la realtà attuale, con coraggio e animo sincero. <br />
<br />
<br />
NOTE<br />
<br />
1) A questo proposito si veda: Penrose Roger, "La strada che porta alla realtà. Le leggi fondamentali dell’universo", Rizzoli, Milano 2004 e Greene Brian, "La trama del cosmo", Einaudi, Torino 2004.<br />
2) Barrow John D., "Da zero a infinito. La grande storia del nulla", Mondadori, Milano 2005. <br />
3) Gandhi Mohandas K., "Teoria e pratica della nonviolenza", Einaudi, Torino 1996, pp. 140-141.<br />
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ALCUNI ARGOMENTI TRATTATI NEL LIBRO:<br />
- Significato e poteri della Scienza ufficiale.<br />
- Falsità scientifiche e storiche.<br />
- Caratteristiche della Borsa e dell’Alta Finanza.<br />
- Storia della Borsa e del modello finanziario attuale.<br />
- Tecniche di persuasione mediatiche e politiche.<br />
- Significato e scopo della politica e dei sindacati attuali.<br />
- Strumenti di mistificazione applicati in diversi settori mediatici.<br />
- Proposte concrete per cambiare l’assetto finanziario attuale.<br />
- Come la consapevolezza può produrre frutti nella realtà.<br />
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Antonella Randazzo<br />
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<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">DAL FASCIO ALLO SFASCIO<br />
Conoscere l’Italia per sapere cosa sta accadendo<br />
</span><br />
</span><br />
Le parole ricorrenti sui giornali stranieri che puntano l’attenzione sull’Italia non sono affatto lusinghiere: c’è chi scrive “Berlusconi buffone”, chi parla di un pericolo “bancarotta dello Stato” , e chi invoca il “salvataggio”. <br />
Cosa sta accadendo in Italia? <br />
Perché ci troviamo così bersagliati? <br />
Perché gli italiani sono sempre più poveri?<br />
Perché l'Italia dovrebbe svendersi ai cinesi?<br />
<br />
Questo libro nasce per capire meglio la situazione in cui ci troviamo, e soprattutto per far emergere i modi possibili per uscire dalla situazione attuale. <br />
<br />
Per affrontare una situazione bisogna prima capirla bene. Per dirla con il giornalista e scrittore Domenico Bartoli: “Faccia piacere o no… nella Storia bisogna restare… Così facendo più facilmente capiremo perché dal regime soffocante del fascio siamo alla confusione… dello sfascio”. <br />
<br />
Il libro considera la migliore produzione editoriale sulla Storia d’Italia, mirando a dare una panoramica chiara e semplice di quello che gli italiani hanno vissuto dall’avvento del fascismo fino all’epoca attuale, dal punto di vista sociale, politico, economico e finanziario. <br />
L’obiettivo è quello di andare oltre la propaganda, trovando gli elementi che determinano i fatti dei nostri giorni e i potenziali per uscirne. <br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-weight:bold;">INDICE</span><br />
<br />
<br />
INTRODUZIONE....................................................................7<br />
<br />
CAPITOLO I - COME FU IMPOSTO IL FASCISMO ……....13<br />
Par. I. 1 - Gli italiani e il fascismo<br />
Par. I. 2 - Il culto della personalità<br />
Par. I. 3 - Antifascismo vero e falso<br />
Par. I. 4 - La Seconda guerra mondiale<br />
Par. I. 5 - Resistenza e occupazione<br />
<br />
CAPITOLO II – IL DOPOGUERRA ….................................99<br />
Par. II. 1 - Il limite allo sviluppo<br />
Par. II. 2 - Enrico Mattei<br />
<br />
CAPITOLO III – GLI ANNI DELLA CONTESTAZIONE ..133<br />
Par. III. 1 – Pace e guerra<br />
Par. III. 2 – Sessantotto e oltre<br />
<br />
CAPITOLO IV – LA GLOBALIZZAZIONE E <br />
L’ECONOMIA ITALIANA ..….............................................179<br />
Par. IV. 1 – La guerra di Oriana<br />
Par. IV. 2 – Il berlusconismo<br />
Par. IV. 3 – Economia e Finanza<br />
Par. IV. 4 – Cause dei problemi italiani<br />
Par. IV. 5 – Cos’è il Debito Pubblico<br />
Par. IV. 6 – Gli italiani e la situazione economica<br />
<br />
CAPITOLO V– L’ITALIA DEL NUOVO MILLENNIO ..…273<br />
Par. V. 1 – Italiani in divenire<br />
Par. V. 2 – Il Gruppo sociale<br />
Par. V. 3 – Chi può cambiare l’Italia?<br />
Par. V. 4 – Il nuovo Risorgimento italiano<br />
<br />
BIBLIOGRAFIA.................................................................355<br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-weight:bold;">INTRODUZIONE</span><br />
<br />
<br />
Molti giornali esteri ci descrivono come un Paese in grave declino, con problemi gravissimi. Scrive Charlotte Jacquemart sul giornale svizzero "Neue Zürcher Zeitung": “L’Italia soffre la penale Berlusconi”. Il giornale spagnolo "El País" scrive: “Berlusconi si è trasformato in un populista senza popolo e non c’è nulla di più patetico né di più dannoso”. Aggiunge il giornale brasiliano "Monitor Mercantil": “L’unificazione italiana, vecchia di più di un secolo e mezzo, è un esempio caratteristico di come l’unificazione monetaria ed economica, insieme all’unificazione politica di una regione specifica, invece di sfociare nell’eliminazione delle disuguaglianze nei territori lontani dal centro, possano aumentarle e portarle a un punto di massima esasperazione… In Italia non è solo Berlusconi ad essere in crisi, ma la stessa Seconda Repubblica nata dalle ceneri della Prima, all’inizio degli anni ‘90, e dopo la decadenza della Democrazia Cristiana.” <br />
Si legge sul giornale svizzero "Basler Zeitung": “Il miracolo Berlusconi è finito. Le possibilità che possa sopravvivere alle prossime elezioni politiche sono davvero scarse… Molti italiani sicuramente ne hanno abbastanza degli scandali… L’Italia certo in confronto è uscita bene dalla crisi, e gli italiani sono degli attenti risparmiatori, ma notano che ora non si va avanti”.<br />
La pubblicazione brasiliana "Diário Comércio, Indústria & Serviços" si avventa contro il nostro Paese parlando di “Farsa italiana”. E addirittura, l’economista della New York university, Nouriel Rondini scrive: “In Giappone si rischia di avere presto il sesto premier in soli 5 anni in termini di instabilità politica, peggio dell’Italia degli anni 1960-70! Con l’aggravante che lì c’è un buffone come Silvio Berlusconi.”<br />
Ma qual è la vera situazione del nostro Paese, e come hanno influito i fatti accaduti quest’anno?<br />
<br />
Questo libro nasce per capire la situazione dell’Italia nelle sue caratteristiche che la accomunano ad altri Paesi europei e negli aspetti particolari italiani.<br />
Partiamo da un periodo assai importante della nostra Storia, che anche oggi può farci capire molto dell’Italia. Per dirla col giornalista e scrittore Domenico Bartoli: “Faccia piacere o no… nella Storia bisogna restare… Così facendo più facilmente capiremo perché dal regime soffocante del fascio siamo alla confusione… dello sfascio” (1). <br />
<br />
<span style="font-style:italic;"><blockquote>I muri maestri della Finanziaria non possono essere toccati. Affrontiamo una situazione che non si era verificata negli ultimi 25 anni. Il risultato è notevole e la maggioranza può rivendicarne la piena paternità... So che vengono mosse delle critiche a questa Finanziaria. Dicono che bastavano 15 miliardi, ma sarebbero stati solo per il risanamento. Che è fatta solo di tasse, e invece i tagli ci sono. Che mancano le riforme, ma è difficile farle con la finanziaria. La strada delle riforme va programmata e non sarà indolore. Dicono anche che la Finanziaria punisce l'impresa ma questa ne è invece l'unica beneficiaria. Che non ha una missione, ma spetta a noi indicarla sapendo che il problema non è evitare l' uscita dall'Ue ma di spiegare che qui lavoriamo per un paese con orizzonte più alto. (2)<br />
</blockquote><blockquote></blockquote></span><br />
<br />
Chi ha detto queste parole? Berlusconi da recente? No, Tommaso Padoa-Schioppa nel 2006, quando era ministro dell'Economia del secondo Governo Prodi. <br />
Bisogna capire perché da anni le nostre autorità ci ripetono sempre le stesse cose, come una litania. <br />
Ci viene chiesto un sacrificio con la promessa di un miglioramento, ma passano gli anni e siamo sempre al punto di prima, anzi le cose peggiorano. Siamo arrivati a ben due manovre nell’arco di soli due mesi, una di oltre 54 miliardi, dopo i circa 47 miliardi della manovra di luglio. <br />
Chi incassa tutti questi miliardi? <br />
Perché da tempo ormai le nostre autorità non parlano di sviluppo economico e di occupazione?<br />
Perché molte aziende falliscono o si trovano in serie difficoltà e il governo non fa nulla?<br />
Perché cresce il precariato e la disoccupazione ma il governo non da’ a questi problemi il peso che dovrebbero avere?<br />
Negli ultimi tempi i mass media hanno seminato ansia e insicurezza gridando alla “crisi”. <br />
Ma qual è la causa di questa “crisi” e di tanto allarmismo?<br />
<br />
Questo libro racconta la Storia d’Italia come mai è stata raccontata, per poter mettere in chiaro le caratteristiche peculiari del nostro Paese, la situazione degli ultimi anni, e i potenziali per uscire dal pantano in cui oggi l’Italia si trova. <br />
Quest’anno le nostre autorità hanno organizzato la festa del 150° anniversario dell’Unità. <br />
Che significato hanno avuto questi festeggiamenti?<br />
<br />
Bartoli, si stupì nel vedere un’insegna che diceva “Gelati all’italiana”. Egli notò che il termine “all’italiana” da tempo è utilizzato in modo ironico e dispregiativo, come si può capire da un titolo dato ad un film divertente del 1961, "Divorzio all’italiana". <br />
Fare “all’italiana” è stato inteso come fare in modo approssimativo, confuso, disordinato, furbesco e poco onesto. Mentre molti francesi e inglesi non difettano in sciovinismo, e lo slogan più diffuso tra gli americani è “ti meriti l’America!”, diversi autori, riguardo agli italiani, parlano di “patriottismo capovolto”. <br />
Gli italiani sarebbero più orientati a trovare i difetti della propria nazione piuttosto che i pregi. A testimonianza di questo ci sono gli usi del linguaggio comune, come osserva Bartoli: <br />
<br />
<blockquote>“Espressioni come ‘genio italico’, ‘patria del diritto’, ‘primato italiano’, eccetera, hanno rovesciato esattamente il loro significato: prima esaltavano, ora deridono il sentimento nazionale. Non che manchino i motivi, i fatti, gli episodi, i personaggi per arricchire e popolare la tragica e grottesca epopea. Il nuovo pantheon che i patrioti capovolti hanno edificato per il loro culto è pieno di figure e di motti, e celebra date memorabili e imprese leggendarie. Anzi, è così denso di avvenimenti e di eroi che i suoi temi possono passare dalla descrizione entusiastica delle vergogne militari a quella della corruzione civile, alternando sapientemente il racconto della viltà degli italiani (vera o immaginaria) alla dimostrazione della loro incapacità di governarsi e a lasciarsi governare. Gesta Dei per italos. Questo modo di ragionare è diffuso, dove più dove meno, in ogni ceto, partito o gruppo perché ognuno trova qualche motivo di protesta e di risentimento contro la comunità nazionale… Da tutte le parti dello schieramento politico, così, le critiche più aspre, le denunce più insultanti, convergono nell’attacco contro l’astrazione chiamata Italia. ‘Questo Paese!’, ‘Che Paese!’ esclamano i critici, i denunciatori come se non fosse il loro Paese. De Grulle parlava della sua patria come di una persona viva e sacra: Notre dame la France. Per molti di noi, invece, l’Italia è diventata un diavolo, sia pure bonario il più delle volte. Le accuse muovono da punti di vista diversi, e diversi sono i fatti contestati, ma la violenza delle espressioni è pressappoco la stessa. L’unanimità si fa nella condanna senza scampo dell’Italia, cioè di noi stessi. La strana concordia nazionale sorge da stati d’animo e interessi contrastanti, ed è in realtà lo specchio delle nostre insanabili divisioni. Da essa non viene una manifestazione di solidarietà sia pure perversa: ne deriva un’altra serie di motivi di profonda lacerazione, attenuati soltanto dallo scetticismo alla fine trionfante in tutti e su tutto… Sostengo… che il tono del pessimismo trionfante è spesso eccessivo e odioso, e che, se si vuole salvare l’Italia, bisogna, prima o poi, rovesciare questa tendenza distruttiva.”(3) </blockquote><br />
<br />
Se questa considerazione è vera, occorre capire da cosa deriva e come influisce sui fatti del nostro Paese la tendenza italiana al pessimismo e ad avere uno scarso orgoglio italiano. Di certo ci sono parecchi giornalisti e pseudo-intellettuali che hanno sfruttato questa tendenza italiana per attirare l’attenzione e convincere. Nel panorama dei giornalisti e scrittori non è difficile trovare chi particolarizza la situazione italiana, la riduce alle beghe politiche e ad un gruppo di corrotti e mafiosi, di cui denuncia le malefatte, convinti che altri paesi, persino l’Albania, siano migliori del nostro. Non meno rari sono quelli (politici, giornalisti o scrittori) che vorrebbero risolvere i problemi italiani con le loro frasi dette senza approfondire la complessa situazione: “bisogna che ci sia un ricambio della classe politica”, “il cittadino deve essere attivo”, o “la classe politica è debole”, “siamo colpiti perché non c’è dialogo politico”, oppure "Serve un governo tecnico", ecc. <br />
In questo libro si parla anche di come i problemi italiani vengono intesi dalle autorità, e di quello che i mass media non dicono, lasciando incomprensibili alcuni fatti importanti. <br />
La domanda principale è: Perché uno dei paesi più belli del mondo, con un patrimonio storico, artistico, e paesaggistico che non ha eguali, è sempre più sceso in graduatoria persino nel settore del turismo? <br />
E che dire del settore della moda, in cui l’Italia ha sempre primeggiato? <br />
Perché l’imprenditoria italiana si trova così in difficoltà? <br />
Cosa sta accadendo all’Italia? <br />
Serve ancora chiedere, come fanno alcuni, un “ricambio della classe politica” o un “governo forte”?<br />
<br />
Se approfondiamo, notiamo che c’è un settore che non soltanto non ha crisi, ma ha avuto un incremento enorme: da circa 14 miliardi del 2001 è salito a oltre 60 miliardi del 2010.(4) Si tratta del mercato italiano del gioco d’azzardo. Negli ultimi anni i giochi numerici (SuperEnalotto e WinForLife) hanno incrementato le entrate miliardarie, come tanti altri giochi. <br />
Cosa sta succedendo per indurre milioni di italiani a credere che soltanto la strada della “fortuna” possa dare loro il benessere economico? <br />
Cosa si sta vivendo oggi in Italia? <br />
Quando la nostra attenzione va al passato, e vediamo le folle che osannavano Mussolini ci chiediamo: com’è stato possibile? Com’era possibile acclamare persino un annuncio di guerra?<br />
Com’era possibile non accorgersi di quello che stava realmente accadendo?<br />
Come potevano gli italiani dell’epoca essere così ignari e obbedienti al regime?<br />
Il libro spiega come fu possibile tutto questo, provando che è più facile capire il passato che il presente, dovendo, nel caso in cui gli eventi riguardano le nostre vite, avere a che fare con la nostra situazione emotiva ed esistenziale. <br />
Ogni popolo si trova in un contesto sociale, culturale, mediatico e politico, e dall’esterno riceve determinate informazioni e stimoli. E’ questo contesto ad avere potere nel determinare la comprensione degli eventi che accadono, inducendo a far propri determinati significati avallati dal mainstream e dalle autorità, o ad andare oltre. <br />
Più un sistema è corrotto, più le autorità che giustificano e avallano quel sistema avranno bisogno di produrre significati divergenti dalla verità, producendo una serie di menzogne che hanno lo scopo di proteggere quel sistema. <br />
Le domande che emergono sono: Quanti cittadini ad oggi sono spinti ad accettare ciò che non dovrebbero accettare? Quanti hanno il coraggio di ragionare in modo autonomo rispetto alle fonti ufficiali? Quanti sono disposti ad applaudire quel politico che appare autorevole, senza approfondire a chi realmente è asservito?<br />
Il libro considera la specificità della situazione italiana, analizzando fatti storici e sociali, che permettono di chiarire eventi e scelte che determinano la situazione italiana dei nostri giorni. <br />
I fautori del Risorgimento dicevano che bisognava “fare gli italiani”, dopo si è parlato di “fare l’Europa”, ad intendere quell’unità economica e finanziaria che oggi più che mai appare fragile, quando non pericolosa e inquietante. <br />
Il libro analizza anche tutti i passaggi importanti che hanno condotto ad aderire all’Unione Europea, e le conseguenze che si ebbero. Mettendo a fuoco i fatti finanziari, economici, e politici più importanti vissuti dagli italiani negli ultimi decenni, è possibile capire appieno il significato della “crisi” degli ultimi anni, e soprattutto cosa sta accadendo nella società civile, e cosa potrà accadere in un futuro assai prossimo. <br />
<br />
<br />
<span style="font-weight:bold;">NOTE</span><br />
<br />
1) Bartoli Domenico, "Gli anni della tempesta. Alle radici del malessere italiano", Editoriale Nuova, Milano 1981, p. 41. <br />
2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/10/29/offensiva-di-fassino-rutelli-piu-riforme.html<br />
3) Bartoli Domenico, "Gli anni della tempesta. Alle radici del malessere italiano", op. cit., pp. 90-91.<br />
4) Fonte: Quotidiano.net<br />
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<span style="font-weight:bold;">ALCUNE DOMANDE A CUI IL LIBRO RISPONDE</span><br />
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- Come fu imposta l’ideologia fascista?<br />
- Che tipo di società si ebbe in seno al fascismo?.<br />
- Quali fatti importanti della Seconda guerra mondiale non sono stati detti?<br />
- Cosa possono imparare gli italiani di oggi dalla conoscenza del periodo del fascismo?<br />
- Chi erano realmente gli antifascisti?<br />
- Quali furono le caratteristiche del dopoguerra dal punto di vista politico, economico e finanziario?<br />
- Quali furono i fatti significativi della Resistenza?<br />
- Quali sono i rapporti dell’Italia con l’Europa e il resto del mondo?<br />
- Cos’è la Globalizzazione?<br />
- Cos’è il neoliberismo?<br />
- Quali sono i prodotti finanziari più diffusi e come incidono sull’economia?<br />
- Quali sono gli avvenimenti più importanti degli anni Ottanta e Novanta?<br />
- Quali sono le caratteristiche più importanti dell’Italia del nuovo millennio?<br />
- Che effetti sta producendo la crisi del 2011 nel nostro Paese?<br />
- Quali sono i potenziali degli italiani?<br />
- Chi incassa il debito pubblico?<br />
- Come agiscono e quali sono i Movimenti, i Partiti e le Associazioni che si sono formati in Italia negli ultimi anni?<br />
- Che progetti di cambiamento politico, economico e finanziario esistono? <br />
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Di Antonella Randazzo<br />
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<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S82_GTd5F4I/AAAAAAAAAB4/4XOmwRLxnY0/s1600/DSCF0078.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 400px;" src="http://2.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S82_GTd5F4I/AAAAAAAAAB4/4XOmwRLxnY0/s400/DSCF0078.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5462232038096050050" /></a><br />
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Nell’Ottocento, il popolo italiano capiva che i politici e la Corona erano controllati dalla massoneria, e provava disagio per questo. Lo studioso Matteo S. Giordano spiegava: “Chi volesse pigliarsi il fastidio di leggere tutti i discorsi della Corona, fatti in Italia dal 1860 sin’oggi, troverebbe che i Ministri de’ diversi partiti, succedutisi in ogni tempo, han mai permesso che in quella solenne ricorrenza fosse profferita la parola di Dio; e alla Provvidenza han fatto sostituire il caso e la fortuna della stella d’Italia (a cinque punte! Mi spiego?), alla fede in Lui quell’altra nel progresso della scienza e nell’avvenire della patria”. <br />
<br />
Cos’è davvero la massoneria e che ruolo ha oggi? Per quale motivo, nel corso dei secoli, è diventata il tabù dei tabù? <br />
E’ davvero così poco importante per la nostra vita quotidiana come sembra? <br />
Come mai nelle maggiori indagini della magistratura emergono gruppi di affiliati massoni che agiscono in modo truffaldino o criminale? Perché molti mafiosi sono affiliati alla massoneria?<br />
Sono stati scritti moltissimi libri sulla massoneria, ma nessun libro, prima di questo, ha spiegato con chiarezza il ruolo delle reti massoniche nel sistema di potere attuale. <br />
In questo libro emerge una sorta di “schizofrenia” del fenomeno massonico. La massoneria è stata raccontata come “tutto” e il contrario di “tutto”. Ovvero essa è stata descritta con categorie antitetiche: democratica e istituita per controllare; spirituale e satanica; militaristica e orientata alla libertà; tollerante e piena di pregiudizi verso le donne e i neri; ideologicamente neutrale e con un corpo ideologico rigido; orientata alla fratellanza universale e motivata alle guerre, ecc.<br />
Dall’analisi storica e sociologica degli ultimi secoli, emerge il senso di questa rete di potere e controllo, si comprende chi la capeggia e gli effetti che produce nella realtà. Il testo percorre le fasi storiche più importanti della massoneria, facendo luce su come i più importanti fatti storici, economici e finanziari siano strettamente legati a questo fenomeno. <br />
Il libro tratta anche gli aspetti psicologici, antropologici e sociologici del fenomeno, non trascurando il contesto in cui le varie massonerie sono nate e si sono sviluppate. <br />
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INDICE<br />
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INTRODUZIONE................................................................5<br />
<br />
CAPITOLO I - Le dissimulazioni massoniche ……............23<br />
Par. I - Il B’nai B’rith<br />
Par. II - L’Ordine dei Templari <br />
Par. III - Società massoniche dichiaratamente violente e razziste <br />
Par. IV - Massoneria anglo-americana oggi<br />
<br />
CAPITOLO II - Massoneria in Italia ….........................102<br />
Par. I – Risorgimento massonico insanguinato<br />
Par. II - La Loggia Propaganda<br />
Par. III - Massoneria e finanza<br />
Par. IV- L'Istituto per le Opere di Religione (IOR)<br />
Par. V - Allusioni nei mass media<br />
<br />
CAPITOLO III – Oltre la dissimulazione ..…................183<br />
Par. I – Un altro percorso iniziatico<br />
Par. II - I Rosacroce<br />
Par. III – I pochi e i molti<br />
Par. IV - Simbologia Massonica<br />
Par. V - Massoneria e satanismo<br />
<br />
CAPITOLO IV – Gli adepti .………….............................245<br />
Par. I - Reclutamento per lavaggio del cervello<br />
Par. II – Gli adepti all’Opus Dei<br />
Par. III – Paura, infelicità e potere<br />
<br />
CAPITOLO V – Demolire le reti massoniche...............289<br />
Par. I - La loggia Propaganda Due e la Commissione Anselmi <br />
Par. II - Mafia, Massoneria e Servizi Segreti<br />
Par. III - Sconfiggere le reti massoniche <br />
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BIBLIOGRAFIA...........................................................351<br />
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INTRODUZIONE<br />
<br />
Moltissimi libri sono stati scritti sulla massoneria, specialmente negli ultimi tre secoli. Nella maggior parte dei casi si tratta di libri scritti da massoni allo scopo di dare un’immagine prestigiosa e positiva dell’organizzazione. Molti altri libri sono stati scritti da cattolici e non, per far emergere volti meno rispettabili delle associazioni massoniche. <br />
Questo libro non può essere posto né nella prima categoria né nella seconda, dato che non è né pro-massoneria né anti-massoneria. Ci è sembrato riduttivo e parziale partire da un presupposto propagandistico oppure oppositivo. Il nostro intento era quello di portare alla luce quello che la massoneria risulta essere dal punto di vista storico e sociale. La ricerca storica dovrebbe semplicemente considerare i fatti storici connessi all’argomento, senza alcun interesse a modificare fatti e testimonianze per apologizzare o avversare. <br />
Anche se sono stati scritti moltissimi libri sulla massoneria, ad oggi rimane un argomento non chiaro, valutato come “strano”, non univoco e confuso. <br />
Coscienti del retroterra di confusione, mistificazione e scetticismo che ha accompagnato tale argomento, abbiamo cercato di fare chiarezza consultando testi di vari autori, massoni e non.<br />
L’opinione comune vede questo tema come “esotico”, “bizzarro” e non rilevante al fine di comprendere la realtà in cui si vive.<br />
La stessa ricerca dei materiali è problematica: non è possibile accedere direttamente agli archivi se non si è “accademici accreditati”, e dunque dall’ambiente massonico e dai suoi archivi vengono esclusi tutti coloro che non sono adepti o che non hanno alcun incarico accademico rilevante. <br />
Considerando la letteratura sulla massoneria, quello che salta all’occhio è che, anche le pubblicazioni più precise, dettagliate e complete, glissano su alcuni argomenti, o non li trattano in modo così chiaro e completo come trattano altri aspetti. Ad esempio, uno degli argomenti poco toccati e chiariti è quello dei vertici massonici, ovvero del controllo delle logge massoniche da parte di chi ha creato la massoneria e la diffonde. Un altro argomento è quello del culto luciferino, testimoniato da non pochi massoni o ex massoni, e documentabile attraverso varie simbologie, riti e comportamenti massonici.<br />
Un problema che emerge nello studio della massoneria riguarda una sorta di “schizofrenia”. Addentrandosi nella ricerca si capisce che la massoneria è stata raccontata come “tutto” e il contrario di “tutto”. Ovvero essa è stata descritta con categorie antitetiche: democratica e istituita per controllare; spirituale e satanica; militaristica e orientata alla libertà; tollerante e piena di pregiudizi verso le donne e i neri; ideologicamente neutrale e con un corpo ideologico rigido; orientata alla fratellanza universale e motivata alle guerre, ecc.<br />
Insomma, cos’è davvero la massoneria e che ruolo ha oggi? E’ davvero così poco importante per la nostra vita quotidiana come sembra?<br />
Dall’analisi storica e sociologica degli ultimi secoli, la massoneria emerge come una sorta di rete di potere e controllo, capeggiata da un vertice che talvolta pianifica con largo anticipo gli eventi voluti e ha i mezzi finanziari e politici per realizzarli. In particolare, dalla creazione della Loggia Madre di Londra, queste reti sono state istituite in molti paesi, Italia compresa. <br />
Per molto tempo, dopo l’Unità d’Italia, i governi italiani furono accusati di essere governi massoni. Di fatto moltissimi politici erano massoni, così come molti militanti nei Partiti, nei Sindacati, molti giornalisti, imprenditori, banchieri, latifondisti, ecc.<br />
I massoni ebbero un ruolo rilevante nel periodo risorgimentale, ma anche dopo. Essi influirono sulle scelte belliche, sulla Marcia su Roma, e persino sull’avventura dannunziana a Fiume. <br />
Pochi italiani sanno che in Italia, fino agli anni Venti dello scorso secolo molti italiani sapevano che i governi post-unitari erano sotto controllo della massoneria e se ne lamentavano sentendosi in un sistema opprimente. Intellettuali come Benedetto Croce e Luigi Einaudi rilasciavano dichiarazioni esplicite su questo argomento. Frasi come “Per quanto mi sia sforzato, non sono riuscito a trovar nulla che potesse esser detto in favore di una così comica e così camorristica come la massoneria” (detta da Einaudi), non stupivano nessuno perché era noto che maestri massoni come Lemmi condizionassero le scelte di governo, allineandole con la volontà delle alte autorità massoniche, che coincidevano col gruppo dominante, che intendeva tenere in scacco il paese impedendone ogni spontaneo e libero sviluppo. <br />
Sia alla Camera che al Senato c’erano persone che denunciavano tale situazione, anche se le loro denunce non sortivano alcun effetto concreto essendo in minoranza. Ad esempio il senatore Santini, durante una seduta ebbe a dire: “Del resto, aveva detto a maggio il parlamentare di Palazzo Madama, quali finalità, quale rispettabilità presenta questa associazione? A me piace parlar chiaro: quali ne sono le eccelse autorità? Noi sappiamo che coloro i quali vi presiedono hanno tante scarse benemerenze e tradizioni liberali, che non fino al ’70, ma fino al ’75 erano papalini temporalisti. Il che qui, in Roma nostra sanno tutti, anche i selci delle dirute strade. Ciò non può essere oltre tollerato. E potrei, se non fosse per amor di brevità, dar lettura di brani di frammassoni onesti, che bollano a sangue la ridicolosamente misteriosa associazione. Vi sono prospettati i ridicoli misteri, le molteplici buffonate, i pomposi giuramenti, le pagliaccesche funzioni e una infinita serie di altre amenità, proprio in contraddizione con ogni liberale ordinamento” (1). <br />
<br />
Alcuni autori parlano di “pregiudizio” ancora presente fino agli anni Venti dello scorso secolo, che induceva a vedere la massoneria come fomentatrice di rivoluzioni. Altri sostengono che tale presunto “pregiudizio” deriverebbe dal fatto che il cattolicesimo avversava la massoneria e aveva interesse a screditarla o a metterla in cattiva luce. Si vuol far credere che non ci siano fatti concreti che inducano a ritenere che la massoneria abbia esercitato un potere iniquo. <br />
Ma dai fatti emersi, si comprende che di pregiudizio non si tratta, e che parlare di “pregiudizio”, così come anche parlare di “massoneria deviata”, serve a convincere della buona fede della massoneria. <br />
Un’altra cosa che salta all’occhio quando si studiano testi scritti da massoni è che in quasi tutti questi libri c’è una parte (spesso posta alla fine del libro) in cui si dà una chiara stoccata a chi solleva il fatto che le reti massoniche abbiano avuto ruoli storici spesso di tipo criminoso. Questi autori mirano ad accusare coloro che sollevano questa realtà di essere “scettici” e “sospettosi”. Alcuni autori ritengono che si tratti di “antimassoneria” oppure di “”complottismo” privo di prove oggettive e razionali. <br />
Si vuole dunque far passare una denuncia fondata su fatti storici precisi e verificabili per un atteggiamento mentalmente non equilibrato o emotivo. Questa tecnica è assai comune nella propaganda che mira a proteggere lo status quo da coloro che, sollevando certe questioni normalmente occultate, possono metterlo a repentaglio. <br />
Si tratta certamente di un atteggiamento paradossale. Per usare una metafora: se qualcuno di noi vedesse una persona rubare e gridasse “al ladro!” non verrebbe certo accusato di essere contro la persona vista rubare, e nemmeno si sospetterebbe che la persona che sta denunciando un reato possa essere mentalmente disturbata, dato che il reato esiste. Lo stesso dicasi per i misfatti criminali provocati dalle reti massoniche di potere: chi li denuncia e può provarli non dovrebbe certo essere accusato di essere “antimassone” o mentalmente disturbato da una “natura sospettosa”. Eppure, ancora oggi molti autori massoni cercano di screditare chi denuncia i crimini delle reti massoniche additandoli come irrazionali e glissando sulle prove concrete. Ad esempio, scrive Laurence Gardner:<br />
“Chi aderisce alla teoria del complotto considera la dabbenaggine dei più come un atteggiamento infantile… sono dubbiosi, sono per natura sospettosi… è quasi un atteggiamento filosofico che intende la ricerca della verità come la possibilità di sollevare i veli che ad arte la occultano agli occhi dei più…Il messaggio negativo di fondo è che, sempre e in tutti i casi, i governi sono corrotti, l’industria è corrotta, tutto è corrotto, allo scopo di creare un ambiente e situazioni di instabilità diffusa, dove poter mantenere attivo un potere di base” (2). <br />
Con queste parole Gardner vuole far credere che la corruzione e i crimini del gruppo di potere legato alle reti massoniche siano un’invenzione di menti “filosofiche” di persone che di natura sono “sospettose”. Ovvero, egli vuole convincere i lettori che i crimini oggettivi e verificabili non esisterebbero.<br />
Questo libro prova che questi crimini purtroppo esistono e non sono inventati da “menti filosofiche” o da persone “sospettose per natura”. Noi preferiremmo di certo che fosse così, ma non lo è. <br />
La verità è ben altra, e chiudere gli occhi per timore di essere screditati a colpi di stoccate miranti a mettere in dubbio razionalità ed equilibrio non è moralmente auspicabile. E non servirebbe ad altro che a proteggere il potere criminale di coloro che agiscono attraverso la massoneria. <br />
Come questo libro dimostra, è possibile provare con fatti storici che le reti massoniche esistono e ad oggi assolvono a compiti ben precisi.<br />
Chi solleva la retorica della “teoria del complotto” lo fa per deviare l’attenzione dai fatti. Gli autori che cercano di portare alla luce il fenomeno delle reti massoniche non sono “antimassoneria” o fissati con presunti “complotti” ma persone motivate a vedere obiettivamente come opera il potere, al di là della propaganda. <br />
D’altronde, come si potrebbe pensare che le tantissime persone che negli ultimi secoli hanno inteso il fenomeno massonico come una “ragnatela di potere internazionale” siano tutte matte o affette da una natura “eccessivamente sospettosa”? Sarebbe davvero esemplare dal punto di vista sociologico questo accanimento di parecchie persone contro la massoneria se essa fosse davvero soltanto un’”associazione filantropica”.<br />
Il lettore attento, onesto e intelligente non si fermerà alle etichette ma considererà i fatti. C’è una chiara differenza tra chi fa propaganda, chi polemizza per difendere proprie posizioni ideologiche e chi fa opera di Storico. <br />
Chi solleva i paradossi della massoneria è stato anche tacciato per ignorante, dato che si sta riferendo in modo univoco ad un fenomeno complesso e variegato. Certamente, come emerge anche da questo libro, nel suo percorso storico la massoneria ha mostrato diverse facce, e di sicuro non bisogna stigmatizzare tutti gli adepti. Sarebbe del tutto sbagliato sostenere che tutti i membri della massoneria siano persone motivate al potere e al controllo, così come sarebbe sbagliato pensare che tutti gli adepti delle logge siano consapevoli degli scopi delle reti massoniche. Come scriveva Renè Guénon: “Vi sono molti massoni, dovremmo dire addirittura la maggior parte, persino nei gradi più alti, ai quali è estranea ogni conoscenza reale della massoneria” (3). <br />
Questo libro spiega la natura, gli scopi e gli effetti delle organizzazioni di natura massonica, andando oltre l’immagine ufficiale della massoneria e le feroci critiche rivolte a chi osa sollevare alcuni fatti storici che smentiscono quest’immagine.<br />
Molte cose relative alla massoneria generano legittimi sospetti, ad esempio il fatto che i nostri presidenti della Repubblica sono assai propensi a fare “saluti” e “discorsi” rivolti alla massoneria, facendo intendere una certa simpatia o vicinanza. Ad esempio, Francesco Cossiga, al tempo in cui era Presidente della Repubblica mandò un saluto in occasione del convegno massonico del 21 marzo 1987. Il telegramma diceva: “Ai partecipanti e a quanti si riconoscono nel Grande Oriente d’Italia invio un cordiale e sincero augurio a operare secondo gli ideali di libertà, di giustizia e di pace nell’interesse del bene comune” (4). <br />
Anche il nostro attuale presidente Giorgio Napolitano invia saluti e messaggi alla massoneria. Ad esempio, in occasione del convegno promosso dal Grande Oriente d’Italia nel 60° anniversario della promulgazione della Costituzione, il presidente Giorgio Napolitano inviò un telegramma di “apprezzamento”. Dato che non risultano telegrammi di “apprezzamento” o di saluto inviati ad altre organizzazioni esoteriche, ci si chiede come mai esista tale reverenza e considerazione verso la massoneria da parte delle nostre autorità. Questo libro spiega questo e molti altri fenomeni, facendo emergere il vero senso della massoneria, al di là delle dissimulazioni e delle mistificazioni, a cui molti credono anche in buona fede. <br />
E’ certo ingenuo pensare che sia casuale che in molte inchieste della nostra magistratura siano emerse queste reti di potere che agivano in segreto per ottenere diversi risultati: per appropriarsi di denaro pubblico, per controllare la Giustizia, per creare associazioni di vario genere, per truffare, ecc.<br />
Anche da recente, dalle indagini sulla frode al fisco che riguarda dirigenti di Fastweb e Telecom Italia sono emersi chiari collegamenti con logge massoniche. In particolare l’imprenditore Gennaro Mokbel, parlando ad un amico confessava: “Alle 4 e mezzo aspetto un 33˚ grado… Mio cognato è il più alto in grado, ha fatto il costruttore di una famiglia importante Scarozza- Finocchi, l’ex capo del Sisde”. L’interlocutore sottolineava: “Ce ne stanno parecchi: voi, c’è Palazzo Villa Grossi, c’è piazza del Gesù” (5). <br />
Mokbel è il personaggio che fungeva da intermediario fra le società di telecomunicazioni che fatturavano in modo falso e gli esponenti della 'ndrangheta. Dalle indagini sono emersi collegamenti tra Mokbel e Antonio D'Inzillo, un personaggio considerato l’assassino del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis.
<br />
Diverse altre indagini hanno portato gli inquirenti a considerare la comune appartenenza massonica di molti indagati. Chi utilizza l’intelligenza non può non trovare significativo che i mass media non facciano capire che c’è qualcosa che non quadra quando emergono truffe ai danni dello Stato e le persone implicate sono quasi tutte massoni. Le notizie spesso vengono date senza menzionare o senza far ragionare su questo importante elemento. La massoneria è l’illustre assente dei nostri media. <br />
Alcuni massoni si prodigano a far credere che esisterebbe un volto “buono” della massoneria e uno “cattivo” o “deviato”, che sarebbe più raro. Noi non siamo propensi a credere a questa presunta realtà da “dottor Jekyll e mister Hyde”. Questa dicotomia ci appare perlomeno sospetta, considerando che essa offre il vantaggio di additare come “cattiva” o “deviata” la loggia smascherata come criminale (come la P2), “salvando” la bontà di tutte le altre. Se la magistratura non avesse smascherato la P2, essa sarebbe rimasta “buona”. Infatti, non risulta nessun caso in cui siano stati gli stessi massoni a denunciare i crimini di qualche loggia alle autorità, e lo stesso Gelli, accusato di reati gravissimi, come concorso in omicidio, non verrà mai processato seriamente dalla loggia. <br />
Come afferma il giornalista Gianni Cipriani, “il termine ‘deviazione’ è stato creato e utilizzato per far sembrare “eccezione” quello che invece era la regola”. <br />
D’altronde, la concezione manicheistica del buono/cattivo proposta da molti per salvaguardare la credibilità della massoneria, appare del tutto insensata all’analisi dei fatti. Certamente possono esistere persone in buona fede all’interno dell’associazione, ma, come testimoniato da tanti massoni ed ex massoni, si potrebbe parlare piuttosto di una sorta di “degenerazione” della massoneria come originaria associazione iniziatica. Tale degenerazione ha privato la massoneria della sua origine operativa ed esoterica, rendendola un’organizzazione sostanzialmente funzionale al sistema vigente, e da esso controllata. <br />
Non c’è alcun motivo che possa spingere studiosi indipendenti a screditare un’associazione filantropica o esoterica, se davvero di questo si trattasse. Anzi, il mondo oggi proprio di filantropia avrebbe bisogno. Ma i veri filantropi non si nascondono, non si vergognano, non ingannano e non hanno bisogno di esibirsi in particolari “spettacoli rituali”. <br />
La verità che emerge dai fatti storici considerati in questo libro è che la massoneria oggi è un’associazione che ha copiato simboli e riti da molte antiche tradizioni, li ha fatti propri talvolta interpretandoli in modo impreciso o addirittura opposto. Cambiare il significato originario di un numero, simbolo o colore può svelare l’intento di attuare progetti diversi da quello dichiarato, ovvero di asservimento e condizionamento anziché di “progresso spirituale”. <br />
Qui non si vuole certo negare la possibilità che in passato possano essere esistite scuole di “crescita spirituale” che si valevano di conoscenze esoteriche. Quello che si sostiene è che, probabilmente a partire dal XVII secolo, tali organizzazioni sono state cooptare all’interno della massoneria posta sotto controllo dei vertici di potere. Non lo si è fatto per nobili fini, come questo libro prova ampiamente. <br />
Pensiamo a quanta furbizia ci può essere nell’infarcire di magia, mistero, esoterismo e gnosticismo una setta che agendo in segreto potenzia il potere vigente. Da molti secoli il potere viene protetto attraverso ideologie o religioni, e poterlo proteggere addirittura con un’organizzazione che si spaccia per paladina della libertà e della crescita interiore degli individui risulta essere davvero il massimo della strategia propagandistica. Significa ammantare di prestigio e di rispettabilità il potere che l’èlite esercita attraverso i crimini più immondi, e utilizzare spesso anche persone ignare per scopi inconfessabili. <br />
Questo libro spiega anche come gli italiani dimenticarono l’esistenza di un’organizzazione preposta al controllo dei settori più importanti, e come oggi ignorano o credono inverosimile l’esistenza di tali reti. <br />
Oggi molti, quando si trovano di fronte all’argomento massoneria pensano alla P2, che però viene definita massoneria “deviata”. I più acculturati pensano al documento “Protocolli dei Savi di Sion”, che viene usato per dimostrare l’esistenza di un occulto gruppo ebraico che vorrebbe dominare il mondo. Secondo alcuni autori, il documento sarebbe stato prodotto dai servizi segreti dello zar per perseguitare gli ebrei, anche se molte cose che vengono dette rappresentano il modo di agire del potere, sia esso in mani di persone ebree oppure no. <br />
Questi esempi fanno pensare alla massoneria come ad un’organizzazione che ha avuto esempi di estremismo, per favorire la presa del potere da parte di un preciso gruppo. Questo risulta assai riduttivo, dato che le reti massoniche sono a servizio del potere, ovvero sono costituite da persone che hanno fatto giuramento di segretezza e di obbedienza, e dunque operano a favore dei vertici a cui si sono sottomessi. Tali vertici sono costituiti dalle grandi famiglie di potere, che oggi posseggono il controllo finanziario, mediatico, culturale e politico. Dunque, non si tratta di poche logge “deviate” e nemmeno di un gruppo esclusivamente ebraico, ma di gruppi eterogenei che utilizzano reti massoniche per diversi scopi. <br />
Pochi sanno che in seno alla massoneria circolarono, prima di realizzarsi, progetti come l’Unità d’Italia e l’Unione Europea.<br />
Diversi massoni si lamentano del fatto che alcune persone avrebbero “pregiudizi” nei loro confronti o che altri addirittura vogliano disinformare sulla massoneria. Questo libro prova che i migliori mistificatori del fenomeno sono gli stessi massoni, precisamente quelli che conoscono la verità sulle reti massoniche e hanno interesse a nascondere aspetti della massoneria che non sono lusinghieri. La falsa informazione o la disinformazione sono fenomeni tipici del sistema attuale e riguardano anche la massoneria, nel modo in cui sarà ampiamente spiegato in questo libro. <br />
Un’altra reazione che le persone (affiliate o meno) possono avere quando qualcuno solleva il problema dell’esistenza di reti massoniche di potere, è quella di incredulità, stupore. Non credono che possano esistere persone talmente crudeli e ben organizzate da controllare i popoli e tenerli a loro sottomessi con l’inganno. Persino quando vengono mostrate prove inoppugnabili, la reazione di alcuni è: “non è possibile, forse non è così”. E’ una reazione umana quella che si ha di fronte ai crimini più atroci o alle manipolazioni del potere più diaboliche: non si vuole credere, non si vuole pensare che possa essere così. <br />
Su questa incredulità si basa molto del potere del gruppo egemone. Come qualcuno ha detto, “La migliore protezione per un potere iniquo è che nessuno creda ai crimini che sta commettendo". <br />
Altri possono pensare: “ma se fosse vero qualcuno ce lo avrebbe fatto sapere”, ignorando che oggi il sistema dei mass media non è utilizzato allo scopo di far capire la realtà, ma per creare un “rumore di fondo omologante”, ossia per manipolare l’opinione pubblica in modo favorevole al potere. <br />
Si può essere tentati anche a minimizzare o addirittura a negare il potere delle reti massoniche, rimanendo nel fenomeno del “bias di conferma” che ci fa rifiutare tutto quello che non rientra nella forma mentis prevalente. <br />
Per salvaguardare la propria vecchia concezione, qualcuno potrebbe fare uso dello scetticismo, ma si ricordi che lo scetticismo non dà alcuna garanzia di verità. Infatti, quando si solleva un argomento che suscita scetticismo in apparenza sembrerebbe legittimo prenderne le distanze, ma talvolta uno spirito scettico può essere per nulla incline a rifiutare le più assurde contraddizioni e fantasie quando esse sono supportate dal sistema vigente. <br />
Ignorare le reti massoniche o non credere alla loro esistenza equivale a credere che i nostri governi siano liberi e agiscano per l’interesse dei cittadini, che nelle istituzioni i ruoli più importanti siano dati per merito, o che i mass media informino correttamente. Questo, come molti sanno, non è vero, e non sarà possibile finché le persone che avranno ruoli importanti nella vita pubblica saranno controllate da reti di potere. <br />
Dunque, il problema delle reti massoniche è fondamentale per la nostra possibile democrazia e per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Non è affatto un problema “esoterico”, campato in aria o senza alcuna prova tangibile. La propaganda cerca di far credere questo, ma non è la verità. <br />
In Italia e all’estero i personaggi più influenti sono stati e sono massoni, le città e gli edifici più importanti sono stati costruiti seguendo piani massonici, ispirati all’antico Egitto o ad altri saperi esoterici praticati dalla massoneria. Persino i primi due uomini che sbarcarono sulla Luna erano massoni, così come moltissimi scienziati e intellettuali. E’ impossibile che si possa parlare di “caso” a meno che non si voglia dissimulare la realtà. <br />
I simboli di potere massonici e quelli usati dall’élite di potere coincidono. Sono ad esempio, la piramide con il vertice staccato, l’occhio di Horus, l’aquila, il fascio e altri simboli ripresi dall’antica tradizione faraonica o dalla mitologia greco-romana. <br />
Il testo percorre le fasi storiche più importanti, facendo le debite distinzioni fra le diverse formazioni massoniche nate in diverse epoche storiche. Inoltre, saranno trattati anche gli aspetti psicologici, antropologici e sociologici del fenomeno, non trascurando il contesto in cui le varie massonerie sono nate e si sono sviluppate. <br />
La massoneria moderna, nata a Londra nel 1717, può essere collegata strettamente a molti fatti storici avvenuti dall’anno della nascita fino ai nostri giorni. Spesso le sue azioni non hanno avuto alcuna attinenza all’immagine esoterica e filosofica che la massoneria ha voluto dare di sé. <br />
Perché meravigliarsi tanto del fatto che la massoneria, pur millantando riti e principi di alto valore sia nella sostanza un sistema di reti di controllo a servizio del gruppo di potere? <br />
Se pensiamo ad una religione come quella cattolica troviamo la stessa situazione: la Chiesa millanta di avere il potere ricevuto da Dio di guidare i fedeli alla salvezza, ma di fatto, storicamente, è stato uno dei poteri più forti nel controllare i popoli, condizionandone le coscienze. Ad oggi, pur professando onestà e povertà, la Chiesa controlla, attraverso lo Ior, un flusso enorme di denaro e accetta di arricchirsi anche sul traffico di armi e su altri crimini mafiosi. <br />
E che dire dell’attuale sistema politico? Se andiamo a vedere i programmi politici dei maggiori partiti troviamo grandi valori e intenti di essere a servizio dei cittadini. Ma poi cosa avviene di fatto? Dal comportamento dei politici attuale risulta evidente che essi sono a servizio di chi li assolda per fare in modo che essi proteggano e rafforzino il sistema, impedendo ai cittadini di avere un vero sistema politico, che difenda i loro interessi. <br />
E’ dunque chiaro che la massoneria rispecchia molte caratteristiche delle altre istituzioni dell’attuale sistema, in cui l’immagine propagandata non corrisponde affatto alla vera realtà. <br />
Così come la religione dovrebbe avere importanti funzioni spirituali, essendo ispirata a personaggi spiritualmente evoluti, ma spesso risulta semplicemente un sistema di controllo, anche la massoneria, pur ispirandosi a principi esoterici o spirituali importanti, risulta essere un sistema di controllo e potere. <br />
I massoni si definiscono una confraternita con scopo filantropici e esoterici, e con questa definizione giustificano l’esistenza di rituali segreti, i quali sarebbero dovuti allo scopo di trovare principi spirituali superiori, che molti non sarebbero pronti a comprendere. La massoneria, dunque, richiederebbe un lungo percorso di evoluzione, dai primi gradi fino al massimo grado, il 33°. <br />
Se la massoneria fosse davvero quello che propaganda di essere, non si capisce perché all’interno di essa ci sono regole per nascondere i nomi degli adepti, le cose di cui si parla nelle riunioni o addirittura ci sono vincoli per cui un determinato “fratello” non può parlare con un altro “fratello” di certi argomenti se non in Loggia, secondo un determinato rituale e sotto il controllo delle autorità, che possono togliergli la parola quando e come vogliono.<br />
Lasciando perdere i paramenti, gli oggetti pseudo-esoterici, la ritualistica quasi carnevalesca, fronzoli di vario genere ecc., e considerando altri aspetti, non sono poche le perplessità che emergono. <br />
Diversi documenti attestano una sorta di comportamento a volte intimidatorio, altre volte ansioso nel nascondere. Ad esempio, in un documento del 19 novembre 1971, il gran maestro Lino Salvini manda un elenco di massoni che chiedono di essere accettati nella loggia P2, ma scrive soltanto il nome dicendo che “per ‘riservatezza’ vengono coperti i nomi dei massoni qui indicati”. Le autorità massoniche danno spesso prova di essere ossessionate dalla segretezza, volendo tenere segreto tutto ciò che riguarda le logge, come se molte cose fossero inconfessabili. Se si trattasse davvero di un’associazione con finalità di bene perché si vogliono occultare i nomi persino su un documento riservato? <br />
Un altro esempio concreto è dato dal sostegno che il Grande Oriente d’Italia, attraverso il Gran Maestro Lino Salvini, dette alla loggia P2, ufficialmente “deviata”. Non soltanto Salvini riconosce la loggia e le accorda diversi privilegi, ma fa in modo che in essa convergano diversi personaggi importanti delle istituzioni. In una sua circolare, comunica agli iscritti: "Sono lieto di informarti che la P2 è stata adeguatamente ristrutturata… soprattutto, per rafforzare ancor più il segreto di copertura indispensabile per proteggere tutti coloro che per determinati motivi particolari, inerenti al loro stato, devono restare occulti” (6). <br />
Se una persona pratica una religione o sceglie di fare il volontario per la Croce Rossa di solito non ha l’esigenza di occultarlo, e non è ossessionata dalla segretezza come accade in ambiti massonici. <br />
Questo voler rimanere “occulti” è proprio delle organizzazioni massoniche. E quando c’è bisogno di nascondersi vuol dire che c’è qualcosa da nascondere. Questo libro spiega il vero motivo di questa eccessiva esigenza di segretezza. <br />
Molte sono le similitudini fra massoneria e mafia: entrambe le organizzazioni lavorano a favore del gruppo egemone anche se in modo diverso. Entrambe praticano “riti” di assoggettamento, affinché l’adepto si senta vincolato e obbedisca anche quando la sua coscienza lo porterebbe a comportarsi diversamente. <br />
Al contrario della mafia, la massoneria presenta al pubblico una “faccia pulita”, esoterica e talmente misteriosa e bizzarra da far pensare ad un gruppo pittoresco, amante delle vecchie tradizioni illuministe, a cui si rifarebbe per difendere la “libertà”, la “fraternità” e la “legalità”.<br />
Se la massoneria fosse davvero così filantropica come asserisce, come mai non denuncia i crimini che vengono commessi nel Terzo mondo? Come mai non si schiera dalla parte dei più deboli?<br />
Come mai non si occupa delle gravi disparità nella distribuzione delle ricchezze? Come mai non denuncia lo strapotere delle corporations e delle banche?<br />
Nei siti delle logge troviamo la stessa retorica di regime. Ad esempio, nel sito del Grande Oriente d’Italia si possono trovare parole in “ricordo della Shoah”, ma non ci sono condanne per l’invasione dell’Iraq o per la distruzione dell’Afghanistan. I massoni potrebbero obiettare che non vogliono interessarsi di politica o di guerre. Ma se non si è dalla parte degli oppressi com’è possibile essere filantropi? Come si può credere di “difendere con forza l’uguaglianza, le libertà civili, la solidarietà” senza perlomeno denunciare chi fomenta disuguaglianza, ingiustizia e razzismo?<br />
In cosa consiste concretamente il loro prendersi cura degli esseri umani? Non si può essere filantropi se si asseconda chi vuole dominare con la guerra, la povertà e il crimine. Quella portata avanti dalle autorità del Goi risulta essere una vuota retorica, dello stesso stampo di quella del nostro presidente della Repubblica e del papa, personaggi che a parole sostengono “pace, uguaglianza e giustizia” ma non osano parlare di chi ha creato il sistema attuale, basato proprio sull’opposto di questi valori. <br />
La massoneria denuncia, con voce all’unisono delle autorità occidentali, i crimini del passato, come l’Olocausto ebraico, ma glissa sugli Olocausti che stanno oggi vivendo gli immigrati che tentano di uscire da situazioni da incubo provocate dalle corporations e dalle banche. Non è conveniente denunciare i crimini di oggi, mentre è conveniente per la propaganda denunciare quelli di ieri. <br />
Non è credibile la facciata filantropica mostrata dai maestri massoni, a meno che si scelga di ignorare i fatti e di assumere una posizione a dir poco ingenua. <br />
Questo libro prova che la massoneria non è un fenomeno marginale. Essa partecipa al “lavoro” per mantenere il sistema e per impedire che esso possa subire cambiamenti o venga abbattuto dai popoli. Per questo ha partecipato attivamente a tutte le operazioni volte a contrastare i tentativi dei popoli di acquisire maggiore potere. Ad esempio, in Italia la vediamo partecipe, attraverso numerosi suoi esponenti, oltre che alle guerre risorgimentali e ad altri eventi storici, anche ai fatti terroristici degli “anni di piombo” e di vari altri tentativi di tenere sotto controllo il governo italiano, come il “golpe Borghese” e l’assassinio di Aldo Moro. <br />
In questo libro saranno analizzate le tecniche di condizionamento, di asservimento e di controllo delle reti massoniche, chiarendo lo scarto fra l’immagine pubblica della massoneria e la verità su di essa. <br />
Di certo esistono persone che credono alla presunta funzione umanitaria e spiritualistica dell’organizzazione, ma accanto a queste persone, ce ne sono altre che conoscono assai bene le vere funzioni delle reti massoniche. Si tratta di persone che hanno aderito proprio per avere un ruolo importante all’interno del sistema, e di solito ottengono privilegi, denaro e opportunità di diventare “importanti” all’interno di settori come il giornalismo, l’Arma, la finanza, la magistratura o la politica. <br />
La maggior parte dei massoni non sono burattinai ma burattini, poiché le leve del potere sono appannaggio soltanto delle poche persone che stanno al vertice. <br />
La massoneria, come le religioni o istituzioni di vario genere, hanno propugnato l’idea che la libertà consisterebbe nel seguire un’ideologia proveniente dall’esterno, e dunque nel seguire precise autorità. <br />
Questo paradosso, insieme a molti altri, è presente in tutte le organizzazioni di tipo massonico, che propagandano di credere nella libertà ma poi chiedono agli adepti obbedienza e sottomissione alle autorità. <br />
I mass media e i documentari, si prodigano a far associare la massoneria ai principi illuministici, all’esoterismo oppure alle vecchie corporazioni dei liberi muratori, trascurando del tutto di trattare i fattori psicologici, politici e sociologici del fenomeno. Queste fonti ammettono che moltissimi personaggi di potere o di cultura erano o sono massoni, ma ritengono in ultima analisi che questo possa essere casuale oppure una scelta del soggetto che nulla ha a che vedere con il suo comportamento in una determinata carica istituzionale. Quello che si nega è la possibilità che queste organizzazioni possano influire sull’individuo e attraverso di esso creare una rete di controllo che garantisce il potere del gruppo egemone. Ma i fatti sostengono il contrario, ovvero che è possibile imporre un determinato sistema controllando le cariche istituzionali principali e praticando metodi di assoggettamento mentale o di induzione ad un comportamento funzionale ai propri scopi.<br />
Come disse Giancarlo Caselli, “Ci sono cose che non soltanto stiamo dimenticando, ci sono soprattutto cose che si vuole che siano dimenticate, e si vuole che non siano neanche conosciute” (7). <br />
Il primo capitolo mette in evidenza le caratteristiche e le funzioni della massoneria nei diversi periodi storici. Il secondo spiega come le reti massoniche abbiano avuto ed hanno potere nel nostro Paese. Il terzo capitolo spiega lo scarto fra massoneria antica e massoneria moderna; il quarto tratta le maggiori tecniche utilizzate dalla massoneria per assoggettare gli adepti e nell’ultimo capitolo viene affrontato il problema di come estirpare le reti massoniche. <br />
Ovviamente, questo lavoro non pretende di racchiudere tutte le possibilità di comprensione del fenomeno massonico, ma ha l’obiettivo di contribuire a fare chiarezza su un argomento che è stato come pochi bersaglio di mistificazione. <br />
Occorre tener presente che alcune persone hanno interesse a mantenere una potente dissimulazione. Si vuole che i cittadini rimangano ignari e fiduciosi nelle istituzioni, anche quando questo equivale ad un silenzioso quanto criminale assenso. Negare gli aspetti più inquietanti della realtà serve soltanto ad impedire ogni cambiamento. <br />
Questo libro ha lo scopo di contribuire ad accrescere la conoscenza su un fenomeno assai importante, con l’obiettivo di costruire un futuro migliore, di maggiore consapevolezza, necessaria a creare una realtà in cui non possano più prevalere la sopraffazione e il crimine. <br />
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NOTE<br />
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1) "La Massoneria al Parlamento", con prefazione dell’on. Filippo Meda, Libreria ed. Fiorentina, Firenze 1913, p. 14.<br />
2) Gardner Laurence, "I segreti della Massoneria", Newton Compton Editori, Roma 2009, p. 311.<br />
3) Guénon René, "Forme tradizionali e cicli cosmici", Edizioni Mediterranee, Roma 1981, p. 74. <br />
4) Corona Armando, "Dal bisturi alla squadra. La Massoneria italiana senza cappuccio", Bompiani, Milano 1987, p. 170.<br />
5) http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_08/Mokbel-e-la-massoneria-piccolillo-gianvito_728809d0-2a93-11df-8ae4-00144f02aabe.shtml<br />
6) Circolare in data 11 dicembre 1972.<br />
7) Presentazione alla Feltrinelli di Torino del libro di Camillo Arcuri Sragioni di Stato, http://www.youtube.com/watch?v=bge6cPhaPs8&feature=related<br />
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ALCUNI ARGOMENTI TRATTATI NEL LIBRO:<br />
- Inchieste della magistratura sulla massoneria.<br />
- Tecniche di controllo mentale per l’asservimento dei popoli.<br />
- Caratteristiche dell’Alta Finanza.<br />
- Eventi storici progettati in anticipo nelle logge.<br />
- Nascita e caratteristiche della massoneria moderna e contemporanea.<br />
- Meccanismi emotivi che favoriscono le reti di potere.<br />
- Come le reti massoniche agiscono in Italia.<br />
- Le famiglie che hanno creato la massoneria attuale.<br />
- Come la massoneria ha operato nel periodo risorgimentale.<br />
- Come liberarsi dalle reti di potere massoniche. <br />
<br />
Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all’Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Scienze dell’Educazione e Diritti Umani.<br />
Ha vinto il Premio Ibiskos con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta", in cui analizza le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa di oggi. Nel 2006 ha scritto il libro "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943", (Kaos Edizioni), e nel 2009 ha pubblicato la ristampa del volume "Dittature. La Storia Occultata" (Espavo). Ha pubblicato anche "Il travagliato Travaglio. Lo strano caso di un informatore disinformato" e "Pirati & Mafiosi. La vera Storia del crimine organizzato". <br />
Da alcuni anni si occupa anche di giornalismo d'inchiesta, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani, cura la pubblicazione del periodico NUOVA ENERGIA e il blog http://lanuovaenergia.blogspot.com/.<br />
<br />
COME ACQUISTARE IL LIBRO: Per ordinare il libro occorre scrivere all'indirizzo e-mail nuovaenergia@rocketmail.com oppure<br />
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Antonella Randazzo<br />
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<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">PIRATI & MAFIOSI <br />
La vera storia del crimine organizzato</span></span><br />
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Sono stati scritti molti libri sulla mafia, ma è stato detto tutto?<br />
Gli italiani sanno cos’è davvero la mafia? E’ davvero "made in Italy" come alcuni credono?<br />
Alcune regioni d’Italia sono soffocate dalle organizzazioni di tipo mafioso, e queste organizzazioni criminali incidono non poco sulla vita di molte persone. Eppure gli italiani ignorano molte cose sulla mafia. I mass media, pur trattando temi attinenti, non toccano alcuni tasti che permetterebbero di capire meglio il tragico fenomeno. I recenti fatti di Rosarno rappresentano un triste esempio di ciò. <br />
Come agisce la mafia? Come influisce sull’economia e come impedisce lo sviluppo di intere regioni? E’ stato detto tutto su chi l’ha creata e perché?<br />
Per moltissimi anni persino la sua esistenza è stata negata, ma oggi che tutti sanno benissimo che esiste come mai non viene distrutta da uno Stato che si dice democratico?<br />
Come mai in alcuni luoghi tutti sanno quali sono le “famiglie” che organizzano i traffici mafiosi ma nessuna delle autorità preposte approfondisce e arresta? <br />
Il fenomeno delle organizzazioni criminali viene trattato in questo libro in modo nuovo, partendo da un accostamento insolito fra pirateria e mafia. <br />
Cosa possono avere in comune due fenomeni che di solito intendiamo come distanti nel tempo e nello spazio? Questo libro fa emergere eventi e significati poco conosciuti dell'uno e dell'altro fenomeno, dimostrando come una maggiore comprensione di essi può aiutarci a capire meglio il mondo attuale. Tramite il racconto di eventi storici non presenti nei nostri testi scolastici, il fenomeno della criminalità organizzata viene demistificato e mostrato quale esso è realmente.<br />
Il libro percorre le linee essenziali per comprendere le caratteristiche proprie delle organizzazioni criminali, e come esse non possano essere considerate avulse dal sistema di potere che si fonda sulla guerra, sulla distruttività e sulla diseguaglianza. L'opera affronta anche il problema di come distruggere le organizzazioni criminali per costruire un futuro in cui la cultura dello Stato di Diritto possa prevalere.<br />
La trattazione, pur basandosi completamente su documenti ufficiali, offre al lettore la possibilità di riflettere su contenuti storici che confutano alcuni assunti che eravamo abituati a non mettere in discussione.<br />
<br />
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INDICE DEL LIBRO<br />
<br />
<br />
INTRODUZIONE................................................................5<br />
<br />
<br />
CAPITOLO I - LE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI DEL MONDO MODERNO: LA PIRATERIA<br />
.............................................................................................13<br />
<br />
La Pirateria oggi<br />
<br />
CAPITOLO II - COSA NOSTRA E LE SORELLE.............65<br />
<br />
Gangsterismo e cultura mafiosa<br />
<br />
CAPITOLO III - LE RETI MAFIOSE INTERNAZIONALI..117<br />
<br />
Criminalità economica e mafia<br />
<br />
CAPITOLO IV - I TRE LIVELLI DEL CRIMINE ORGANIZZATO.................................................................161<br />
<br />
<br />
CAPITOLO V - LOTTA CONTRO IL CRIMINE ORGANIZZATO................................................................195<br />
<br />
Lotta alla mafia e mass media<br />
<br />
Una cultura dello Stato di Diritto<br />
<br />
<br />
BIBLIOGRAFIA................................................................265<br />
<br />
<br />
<br />
INTRODUZIONE<br />
<br />
Un accostamento insolito: pirateria e mafia. Cosa possono avere in comune due fenomeni che di solito intendiamo come distanti nel tempo e nello spazio? Questo libro fa emergere eventi e significati poco conosciuti dell'uno e dell'altro fenomeno, mostrando come entrambi siano parte della stessa realtà, e come una maggiore comprensione di essi può aiutarci a capire meglio il mondo attuale. Tramite questo insolito accostamento, e il racconto di eventi storici non presenti nei nostri testi scolastici, il fenomeno della criminalità organizzata viene demistificato e mostrato quale esso è realmente.<br />
Questo libro, considerando fonti storiche ufficiali e attuando logici collegamenti fra gli eventi, prova l'esistenza di insospettabili analogie fra pirateria e mafia, persino nella struttura organizzativa. Entrambi i fenomeni risultano essere organizzazioni criminali create e finanziate dall'oligarchia dominante per portare avanti traffici illegali e generare paura nella popolazione, creando una cultura della violenza altamente involutiva. Si tratta di un modo nuovo di intendere le organizzazioni criminali, considerando la loro esistenza già nei secoli XVII, XVIII e XIX, in cui contribuirono a decretare il prevalere del domino inglese sull'Europa e sul nuovo continente. <br />
Molti stentano a mettere in rapporto le organizzazioni mafiose e il sistema economico-finanziario nel suo complesso. Tuttavia, tale legame è oggi più evidente che mai: numerose banche americane ed europee riciclano milioni di euro e di dollari provenienti dagli affari mafiosi, mentre le istituzioni nazionali e internazionali preposte a lottare contro la mafia non ricevono il necessario per poter essere efficaci, e vengono contrastate e indebolite in vari modi. Inoltre, sono molte le leggi che consentono ai mafiosi di continuare ad operare impunemente. <br />
In nessun altro fenomeno, come nella mafia, le connessioni col sistema di potere sono evidenti. Oltre allo sbarco angloamericano in Sicilia (1943), occasione in cui, come ormai tutti sanno, la mafia fu ricostituita nell'isola, esistono numerosi altri fatti più recenti che attestano la vicinanza dell'organizzazione mafiosa al potere dominante: le guerre americane per il controllo della produzione di droga, oppure la produzione di nuove droghe ad opera della Cia, o, ancora, gli eventi che vedono la partecipazione di autorità statunitensi (come George Bush Senior) a fatti relativi a traffici illegali mafiosi, come il traffico di droga e di armi. Questo libro spiega tali legami, per consentire una vera conoscenza del fenomeno mafioso. <br />
Credere che la mafia sia un fenomeno sociale nato casualmente, circoscritto ad un'area geografica, o addirittura un fenomeno antropologico, equivale a credere ad una casualità assurda, sarebbe come credere che la bomba atomica possa essere caduta casualmente su Hiroshima. <br />
Questo libro spiega le origini storiche del fenomeno della criminalità organizzata, senza cadere nei comuni errori, frutto di mistificazioni e di propaganda finalizzate a nascondere verità scottanti per l'élite al potere. <br />
La stessa ammissione di esistenza della criminalità organizzata è un frutto di recente acquisizione. Fino agli anni Cinquanta, il Direttore dell'Fbi Edgar J. Hoover sosteneva che la mafia non esisteva, e fu costretto a cambiare idea quando in TV tutti videro alcuni boss appena arrestati. <br />
Il concetto di "mafia", già sul finire del XIX secolo veniva utilizzato in Europa ad indicare la delinquenza. Tuttavia, l'idea che si trattasse di un'organizzazione criminale organizzata e manipolata dall'alto è recente. Nel nostro paese, a lungo le autorità hanno cercato di nascondere il potere mafioso. Ad esempio, il Cardinale di Palermo Ernesto Ruffini, dopo l'attentato di Ciaculli (1963), scrisse al Segretario di Stato Vaticano Cardinal Amleto Giovanni Cicognani che "la mafia era un'invenzione dei comunisti per colpire la D.C. e le moltitudini di siciliani che la votavano". Per alcuni deputati italiani la mafia era "un'esagerazione della stampa". <br />
Soltanto nel 1982, dopo l’uccisione di Pio La Torre e del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, fu approvata la legge La Torre (n. 646, G. U. n. 253 del 14 settembre 1982) in cui per la prima volta si definiva il delitto di "associazione di tipo mafioso". <br />
Che l'esistenza del fenomeno dovesse rimanere segreta era nell'intento di chi l'aveva creato. Si racconta che quando i boss chiesero a Lucky Luciano di dare un nome alla loro organizzazione, egli abbia risposto: "Niente nomi, così questa 'cosa nostra' non potrà essere chiamata da nessuno e noi resteremo invisibili". <br />
Con la definizione esatta del reato di "associazione mafiosa", si capì chiaramente quanto tale organizzazione fosse distruttiva e nociva per la società civile, e nacque un netto rifiuto da parte dei cittadini. <br />
L'origine storica della mafia è diventata negli anni sempre più chiara: mentre in passato si propagandava l'origine siciliana del fenomeno, oggi è possibile, risalendo alle sue prime manifestazioni, comprendere che essa è stata creata per difendere interessi e potere, presumibilmente a partire dall'inizio dell'Ottocento, periodo in cui alcuni nobili inglesi si appropriarono di miniere e di territori siciliani, e assoldarono personale locale al fine di esercitare potere di repressione sulla popolazione, per difendere le proprietà usurpate. <br />
Il fenomeno mafioso è spesso descritto dai media e dalle produzioni televisive e cinematografiche come un fenomeno antropologico. Nelle produzioni di Hollywood, ad esempio nel film Il Padrino, il mafioso viene presentato come una sorta di tipo antropologico, che utilizza persino un certo tono di voce e un determinato abbigliamento. Questo significa stereotipare un fenomeno estraendolo dal contesto storico reale in cui è stato creato. <br />
La mafia, come questo libro dimostra con abbondanti documenti, testimonianze e studi, è un'organizzazione creata "ad oc" per svolgere determinate funzioni, e riceve precise protezioni, senza le quali non potrebbe esistere. Volerla trasformare in un "tipo antropologico" o in un fenomeno nato dal basso significa occultare come agisce l'oligarchia dominante, e i metodi che essa utilizza per continuare a dominare. <br />
Oltre alla pirateria e alla mafia, oggi esistono altre organizzazioni che commettono crimini, come la massoneria e i servizi segreti. Questo libro prova che tutti questi sistemi sono assai più vicini fra loro di quanto si possa comunemente credere. Spesso la mafia, i servizi segreti e la massoneria hanno agito insieme per attuare azioni criminali, come colpi di Stato o repressioni nel sangue. <br />
La pirateria risulta essere un vero e proprio metodo di conquista del potere, allo stesso modo della guerra, ossia attraverso l'uso del crimine e della forza. Il fenomeno è stato stranamente offuscato nella sua verità, e trattato come argomento fantasioso o avventuroso piuttosto che come fenomeno storico. Col passar dei secoli, le immagini dei pirati diventarono sempre più ammantate di mistero, ambiguità, romanticismo o eroismo. Libri come "Il corsaro nero" di Emilio Salgari presentarono i corsari come figure eroiche, coraggiose e capaci di imprese avvincenti e audaci. Molte produzioni cinematografiche sui pirati sono più che altro di evasione e di intrattenimento, con scene d'azione spettacolari ed eroiche. <br />
La pirateria dunque, anche a causa delle numerose produzioni cinematografiche e letterarie, è un fenomeno storico poco conosciuto nella sua verità e sottovalutato nella sua importanza storica, come fosse del tutto marginale. Questo libro prova il contrario: non soltanto la pirateria è stata una forma storica di criminalità organizzata, ma essa ha avuto molta importanza nelle guerre egemoniche fra le autorità europee. <br />
La pirateria è una prova di come i governi occidentali utilizzassero anche in passato metodi criminali per accrescere il loro potere e per seminare paura fra le popolazioni. Le ricerche sulla pirateria angloamericana hanno portato alla conclusione che il 98% dei pirati angloamericani erano ex marinai di navi mercantili o della Royal Navy, che assumevano l'incarico per conto delle stesse autorità per cui avevano lavorato in precedenza. La differenza era che come pirati dovevano assaltare le navi nemiche e depredarle, portando alle autorità della madrepatria parte del bottino. Le vittime non erano soltanto le navi di nazionalità avversaria, ma anche le popolazioni costiere, assai spesso saccheggiate, e vittime di estorsioni e violenze. La pirateria fu un fenomeno criminogeno tremendo, che costò molte migliaia di vittime e contribuì a generare un ambiente e uno stile di vita improntati alla degenerazioni morale e alla dissolutezza, che produssero infelicità e sofferenza. Gli ambienti frequentati dai pirati erano assai simili a quelli dei gangster, in cui si beveva molto alcol e si praticavano attività come il gioco d'azzardo e la prostituzione, cercando illusoriamente sollievo dall'infelicità. La pirateria mirava a creare una cultura della violenza e della sopraffazione. Spesso le vittime erano donne e bambini inermi, colpevoli soltanto di vivere nelle città assalite. Il pirata che diventava più potente era quello più sadico, che non aveva alcuno scrupolo a torturare e ad uccidere. La pirateria, più che una storia di avventura, è una storia di crimini e di lotte per il potere. <br />
Nella madrepatria, alcuni pirati, come Henry Morgan e Francis Drake, pur avendo commesso azioni efferate, venivano accolti nei salotti dell'alta società, e ammirati come fossero eroi. In realtà essi saccheggiavano e terrorizzavano per conto della Corona, erano, come si direbbe oggi, "terroristi". <br />
Oggi la pirateria esiste ancora e agisce per gli stessi motivi per cui agiva in passato: per sottrarre ricchezze e per indebolire o controllare determinate aree geografiche. <br />
Questo libro offre un nuovo approccio alla conoscenza del fenomeno delle organizzazioni criminali, mettendo in luce aspetti inquietanti, ma senza i quali non si può acquisire una vera comprensione. Le organizzazioni criminali appaiono come parte integrante del sistema, con l'importante compito di diffondere paura, mercificazione e morte, aspetti importanti per mantenere l'attuale assetto di potere, e impedire ai popoli una vera emancipazione culturale e morale. <br />
Se la mafia è un'organizzazione basata su attività illecite e criminali, occorre constatare che essa non potrebbe esistere senza la possibilità di riciclare denaro o senza sfuggire all'occhio vigile dei servizi segreti internazionali. <br />
Dalla pirateria, alle gang e alle organizzazioni segrete, il libro percorre le linee essenziali per comprendere cos'è un'organizzazione criminale, e come essa non possa essere considerata avulsa dall'attuale sistema di potere. <br />
L'opera affronta anche il problema di come distruggere le organizzazioni criminali per costruire un futuro di pace, in cui la cultura dello Stato di diritto possa prevalere. L'Italia vanta una lunghissima tradizione di lotte contro la mafia. Già nel 1871, il magistrato Diego Tajani denunciò le collusioni dello Stato con la mafia, e se non fosse stato costretto a dimettersi avrebbe portato alla luce tutta la verità sulla mafia, distruggendo il potere mafioso e il sistema iniquo che lo reggeva. Altre personalità della magistratura, delle forze dell'ordine, intellettuali, giornalisti e cittadini comuni hanno portato avanti la lotta alla mafia. Persino gli stessi mafiosi hanno voluto collaborare per distruggere la criminalità organizzata. Nel marzo del 1973, il mafioso Leonardo Vitale decise di consegnarsi liberamente alla polizia e di svelare gli aspetti più incredibili della storia di Cosa Nostra. Lo Stato reagì rinchiudendolo in manicomio. Venti anni dopo, il giudice Falcone prenderà sul serio le stesse rivelazioni fatte da Tommaso Buscetta, iniziando così una lotta efficace contro la mafia. Il pool Antimafia dimostrò che distruggere la mafia non è possibile senza comprenderla nei suoi legami internazionali, e nell'appoggio che essa riceve all'interno del sistema. Per estirpare questo male non basta una dichiarazione d'intenti o il ripudiarla dal profondo della propria anima. Sconfiggere la mafia significa scovare tutti i responsabili. <br />
Questo libro, facendo luce sui fatti, mostra inoppugnabilmente che la mafia è un fenomeno umano circoscritto, che vede il coinvolgimento di persone che potrebbero essere identificate e costrette a subire le conseguenze giudiziarie delle azioni criminali che hanno commesso o avallato. La mafia si può perseguire e si può distruggere, ma per farlo occorre necessariamente considerarla sotto nuovi aspetti, che permettano di capire l'involuzione e la distruttività che essa rappresenta, e come soltanto eliminandola sarà possibile un vero progresso morale, civile ed economico. <br />
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Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all'Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Scienze dell'Educazione e Diritti Umani. Ha pubblicato "Roma Predona" (Kaos Edizioni 2006), "La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa" (Zambon Editore 2007), "Bambini psico-programmati" (Edizione Leone Verde 2007), "Il travagliato Travaglio" (Edizioni Espavo 2009) e "Dittature. La Storia occultata" (Edizioni Espavo 2009).<br />
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ALCUNE DOMANDE A CUI IL LIBRO RISPONDE: Cosa sono le organizzazioni criminali? Cos’è la mafia? La mafia è più potente dello Stato? Perché il fenomeno mafioso non può essere considerato un "made in Italy"? Cos’è la criminalità finanziaria e che legami ha con la mafia? In che modo la politica partitica è collegata alla mafia? Qual è il rapporto fra dinamiche geopolitiche di potere e organizzazioni criminali?<br />
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COME ACQUISTARE IL LIBRO: Per acquistare il libro occorre scrivere all'indirizzo e-mail nuovaenergia@rocketmail.com oppure all'indirizzo giadamd@libero.it indicando il vostro indirizzo. Lo pagherete in contrassegno euro 16,50 + 6,50 per contributo imballaggio, spese postali e contrassegno.<br />
Per ordini superiori ai 100 euro le spese sono gratuite. <br />
I dati personali saranno trattati in osservanza della legge 196/2003 sulla "privacy". Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-12333281595910253112010-01-13T06:33:00.000-08:002016-06-14T07:42:23.236-07:00PERCHE' ABBONARSI A NUOVA ENERGIA<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-GSvdk6FaaDw/VqpVrhDD-QI/AAAAAAAAAUY/95qA4G5dUuQ/s1600/RIVISTA_LOGO_2016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-GSvdk6FaaDw/VqpVrhDD-QI/AAAAAAAAAUY/95qA4G5dUuQ/s400/RIVISTA_LOGO_2016.jpg" /></a></div><br />
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<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S6Yyb_AsBJI/AAAAAAAAABI/jklu0MhF_L4/s1600-h/COPERTINA_RIVISTA-1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 192px; height: 240px;" src="http://4.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S6Yyb_AsBJI/AAAAAAAAABI/jklu0MhF_L4/s400/COPERTINA_RIVISTA-1.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5451099855330739346" /></a><br />
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Viviamo in un contesto editoriale in cui almeno l'80% delle pubblicazioni sono fatte da case editrici poste sotto il controllo del gruppo dominante. Se consideriamo le pubblicazioni da edicola (giornali, riviste, periodici) la percentuale sale ancora di più. E’ evidente che in un contesto del genere parlare di pluralismo è inappropriato. <br />
Cosa succede a chi vuole produrre informazione o ricerca culturale in modo del tutto indipendente rispetto al potere dominante? Ovviamente emergono grosse difficoltà, <i>in primis</i> quella di trovare il sostegno finanziario per svolgere tale attività. <br />
Il sistema attuale è congegnato in modo tale da scoraggiare chi orienta la propria ricerca in modo diverso rispetto ai giornalisti “accreditati”. Chi, ad esempio, cerca di capire bene la situazione del Terzo mondo, delle zone di guerra, del sistema politico, finanziario o economico, si trova, nella migliore delle ipotesi, a dover scrivere sporadicamente su qualche blog, senza poter contare sul sostegno finanziario di qualcuno, se non è legato a qualche fazione politica o a qualche altro luogo compiacente con i luoghi di potere.<br />
Ovviamente, senza sostegno finanziario non è possibile dedicare tempo alla ricerca e alla produzione di articoli informativi o culturali indipendenti. <br />
Per questo motivo è nato il progetto editoriale “Nuova Energia”. Una produzione del tutto indipendente che ha l’obiettivo di offrire un’informazione o produzioni culturali che riguardano la Storia del nostro e di altri Paesi, la Politica, la Scienza, l’attualità, ecc. <br />
Chi si abbona ottiene il duplice vantaggio di ricevere una produzione unica con informazioni spesso provenienti da fonti non presenti sul web e di aiutare l’editoria indipendente contro i “mostri” che invadono quasi tutto il nostro panorama informativo.<br />
Oggi siamo indotti a credere di essere informati e liberi. I mezzi tecnologici ci offrono continuamente molta informazione e tutti noi abbiamo la percezione di conoscere le cose più importanti che si devono sapere. <br />
In realtà, oggi più che mai, gli esseri umani sono tenuti lontani dalla vera informazione e da un tipo di cultura che può migliorare la qualità della loro esistenza. <br />
Infatti, anche se molti non se ne accorgono, viviamo in una realtà in cui prevale un’unica ideologia, che è quella degli aspetti più superficiali dell’esistenza, come il possesso di oggetti materiali, l’avvenenza fisica, gli stimoli emotivi fini a se stessi, e la popolarità come segno di successo. Ovviamente non c’è niente di male nel benessere fisico e materiale, ma l’uomo non è stato creato soltanto per gingillarsi nelle cose più superficiali, come disse il Poeta: “Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza".<br />
Ci sono molte cose che i media di massa non dicono, e che non si trovano nemmeno in rete, ci sono riflessioni che pochissimi fanno, e contenuti culturali assai importanti, che possono produrre effetti benefici su di noi e sui nostri cari, ma che pochissime fonti offrono. <br />
NUOVA ENERGIA nasce proprio per colmare quel vuoto informativo e culturale tipico della nostra epoca. Un’epoca caratterizzata dalle manipolazioni culturali, mentali e informative, che producono schiavi che si credono liberi. <br />
“La verità vi farà liberi” diceva il Cristo, ma la verità più importante che possiamo conoscere è quella su noi stessi. Sapere chi siamo, conoscere la nostra natura e la realtà in cui viviamo cambia completamente ciò che decidiamo di essere e di fare. Ma attenzione: nel nostro mondo sono tanti quelli che sostengono di conoscere la verità, e alcuni pretendono di chiuderla in un unico libro o in un’unica dottrina. Ma la verità non è facile da trovare, come scrisse C. W. Leadbeater: “Il saggio capisce che la verità ha molte facce, non comprese da un solo uomo o da un solo gruppo di uomini; sa che c’è spazio per la diversità di opinioni su qualsiasi soggetto concepibile, e che perciò un uomo il cui punto di vista è opposto al proprio può avere lo stesso ragione, in buona fede. Sa che la maggior parte degli argomenti su cui può discutere non valgono nessuna discussione, e che quelli che parlano più ad alta voce e con più convinzione sono in genere quelli che ne sanno meno degli altri”. <br />
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Questa pubblicazione, come altre dell'Associazione Espavo, mira a silenziare il prevalente antagonismo religioso, politico o ideologico, imperante in molti ambienti odierni. <br />
Essa accoglie ogni opinione e pensiero senza giudizio, e mira a liberarsi dei giudizi e dei pregiudizi che adombrano la mente umana, promuovendo un’unione che non è dovuta alla fede comune o ad un’assoluta vicinanza di idee, ma alla ricerca della verità, nella misura a cui è dato all’uomo di conoscere ciò che dà significato alla sua esistenza e alla realtà in cui vive.<br />
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Riteniamo molto importante la giusta informazione e la libera ricerca, condotta con impegno, e frutto di riflessione, studio e intuizione. La verità è intesa come l’acqua cristallina che fluisce continuamente, e quindi non può produrre dogmi o essere imposta d’autorità.<br />
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Questa pubblicazione, pur nascendo dall’esigenza di un pluralismo inesistente nei media di massa, mira anche a creare una propria linea editoriale, scevra da ogni propaganda o mistificazione. <br />
Perché il termine “Nuova Energia”?<br />
Perché l’umanità si trova, oggi come non mai, di fronte a se stessa: di fronte, appunto, alla “nuova energia”. Perché per cambiare occorre creare qualcosa di nuovo, nuovi paradigmi e una nuova energia. <br />
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Questa nuova energia è amabile, semplice, intelligente senza presunzione, critica senza vanagloria, in grado di vedere la realtà senza cadere nel pessimismo e nello sconforto. <br />
La nuova energia spinge ad elaborare in modo sano la rabbia e ad accrescere la fiducia in se stessi.<br />
La nuova energia ha molti nomi e molti protagonisti: tutti coloro che non temono di comprendere i vecchi paradigmi che li hanno asserviti, e non temono nemmeno la possibilità di vedere emergere nuovi paradigmi. <br />
La nuova energia è per tutti coloro che scelgono di non rimanere attaccati al passato di asservimento. <br />
La nuova energia è per chi ama la cultura, l’Arte, e desidera vivere una vita di qualità, evitando di rimanere intrappolato nelle produzioni mediatiche di massa, che hanno l’intento di alimentare un’esistenza mediocre e passiva. <br />
La nuova energia è per tutti quelli che non temono la verità del mondo e di se stessi, comprendendo che la qualità della vita non può coesistere con la paura della verità. <br />
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Questa pubblicazione è COMPLETAMENTE INDIPENDENTE e non riceve finanziamenti da fonti del sistema. Per questo motivo può permettersi una totale libertà di contenuti culturali e di informazioni, come ormai pochissime fonti si possono permettere. Essa attinge da molteplici fonti, italiane ma anche estere, e si vale di diversi collaboratori in Italia e all’estero. Per questo motivo, NON POTREBBE ESISTERE SENZA UN SOSTEGNO DI CHI LA LEGGE. <br />
IL COSTO DELL’ABBONAMENTO È PICCOLO, MA L’AZIONE È GRANDE PERCHÈ OGGI COME NON MAI È MOLTO IMPORTANTE SOSTENERE L’EDITORIA LIBERA. <br />
Invitiamo tutti a sostenerci e ad informare circa l’esistenza di questa fonte, che è unica nel suo genere, trattando non soltanto argomenti di Cronaca, Politica, Economia, Finanza, Cultura e Storia, ma anche quelli relativi alla Crescita interiore e alla Consapevolezza, in base alle Scienze più all’avanguardia, come le Neuroscienze e la Fisica Quantistica. <br />
La scrittrice e ricercatrice Antonella Randazzo, come i suoi principali collaboratori, non è iscritta a nessun partito politico e non milita per nessun gruppo ideologico. L’Associazione ESPAVO è apolitica e si occupa esclusivamente della pubblicazione e della diffusione di Informazione e Cultura libera. L’unico obiettivo di questa Associazione è il miglioramento dell’esistenza umana, per creare un mondo migliore.<br />
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La pubblicazione è in Pdf ed esce ogni 9-10 giorni. Di tanto in tanto gli abbonati riceveranno IN OMAGGIO OPUSCOLI, DISPENSE O LIBRI che trattano argomenti monografici di Storia, Cultura, Arte, ecc. <br />
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Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-37048649568502823662009-11-08T07:14:00.000-08:002011-09-28T09:40:29.059-07:00DAL FASCIO ALLO SFASCIO Conoscere l’Italia per sapere cosa sta accadendo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-Hwud7bnwz98/TnDbRnzrhJI/AAAAAAAAAIo/yBL3nNWr7l8/s1600/COPERTINA_SFASCIO_WEB.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 272px; height: 400px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-Hwud7bnwz98/TnDbRnzrhJI/AAAAAAAAAIo/yBL3nNWr7l8/s400/COPERTINA_SFASCIO_WEB.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5652258628139975826" /></a><br /><br />Antonella Randazzo<br /><br /><span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">DAL FASCIO ALLO SFASCIO<br />Conoscere l’Italia per sapere cosa sta accadendo<br /></span><br /></span><br />Le parole ricorrenti sui giornali stranieri che puntano l’attenzione sull’Italia non sono affatto lusinghiere: c’è chi scrive “Berlusconi buffone”, chi parla di un pericolo “bancarotta dello Stato” , e chi invoca il “salvataggio”. <br />Cosa sta accadendo in Italia? <br />Perché ci troviamo così bersagliati? <br />Perché gli italiani sono sempre più poveri?<br />Perché l'Italia dovrebbe svendersi ai cinesi?<br /><br />Questo libro nasce per capire meglio la situazione in cui ci troviamo, e soprattutto per far emergere i modi possibili per uscire dalla situazione attuale. <br /><br />Per affrontare una situazione bisogna prima capirla bene. Per dirla con il giornalista e scrittore Domenico Bartoli: “Faccia piacere o no… nella Storia bisogna restare… Così facendo più facilmente capiremo perché dal regime soffocante del fascio siamo alla confusione… dello sfascio”. <br /><br />Il libro considera la migliore produzione editoriale sulla Storia d’Italia, mirando a dare una panoramica chiara e semplice di quello che gli italiani hanno vissuto dall’avvento del fascismo fino all’epoca attuale, dal punto di vista sociale, politico, economico e finanziario. <br />L’obiettivo è quello di andare oltre la propaganda, trovando gli elementi che determinano i fatti dei nostri giorni e i potenziali per uscirne. <br /><br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">INDICE</span><br /><br /><br />INTRODUZIONE....................................................................7<br /><br />CAPITOLO I - COME FU IMPOSTO IL FASCISMO ……....13<br />Par. I. 1 - Gli italiani e il fascismo<br />Par. I. 2 - Il culto della personalità<br />Par. I. 3 - Antifascismo vero e falso<br />Par. I. 4 - La Seconda guerra mondiale<br />Par. I. 5 - Resistenza e occupazione<br /><br />CAPITOLO II – IL DOPOGUERRA ….................................99<br />Par. II. 1 - Il limite allo sviluppo<br />Par. II. 2 - Enrico Mattei<br /><br />CAPITOLO III – GLI ANNI DELLA CONTESTAZIONE ..133<br />Par. III. 1 – Pace e guerra<br />Par. III. 2 – Sessantotto e oltre<br /><br />CAPITOLO IV – LA GLOBALIZZAZIONE E <br />L’ECONOMIA ITALIANA ..….............................................179<br />Par. IV. 1 – La guerra di Oriana<br />Par. IV. 2 – Il berlusconismo<br />Par. IV. 3 – Economia e Finanza<br />Par. IV. 4 – Cause dei problemi italiani<br />Par. IV. 5 – Cos’è il Debito Pubblico<br />Par. IV. 6 – Gli italiani e la situazione economica<br /><br />CAPITOLO V– L’ITALIA DEL NUOVO MILLENNIO ..…273<br />Par. V. 1 – Italiani in divenire<br />Par. V. 2 – Il Gruppo sociale<br />Par. V. 3 – Chi può cambiare l’Italia?<br />Par. V. 4 – Il nuovo Risorgimento italiano<br /><br />BIBLIOGRAFIA.................................................................355<br /><br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">INTRODUZIONE</span><br /><br /><br />Molti giornali esteri ci descrivono come un Paese in grave declino, con problemi gravissimi. Scrive Charlotte Jacquemart sul giornale svizzero "Neue Zürcher Zeitung": “L’Italia soffre la penale Berlusconi”. Il giornale spagnolo "El País" scrive: “Berlusconi si è trasformato in un populista senza popolo e non c’è nulla di più patetico né di più dannoso”. Aggiunge il giornale brasiliano "Monitor Mercantil": “L’unificazione italiana, vecchia di più di un secolo e mezzo, è un esempio caratteristico di come l’unificazione monetaria ed economica, insieme all’unificazione politica di una regione specifica, invece di sfociare nell’eliminazione delle disuguaglianze nei territori lontani dal centro, possano aumentarle e portarle a un punto di massima esasperazione… In Italia non è solo Berlusconi ad essere in crisi, ma la stessa Seconda Repubblica nata dalle ceneri della Prima, all’inizio degli anni ‘90, e dopo la decadenza della Democrazia Cristiana.” <br />Si legge sul giornale svizzero "Basler Zeitung": “Il miracolo Berlusconi è finito. Le possibilità che possa sopravvivere alle prossime elezioni politiche sono davvero scarse… Molti italiani sicuramente ne hanno abbastanza degli scandali… L’Italia certo in confronto è uscita bene dalla crisi, e gli italiani sono degli attenti risparmiatori, ma notano che ora non si va avanti”.<br />La pubblicazione brasiliana "Diário Comércio, Indústria & Serviços" si avventa contro il nostro Paese parlando di “Farsa italiana”. E addirittura, l’economista della New York university, Nouriel Rondini scrive: “In Giappone si rischia di avere presto il sesto premier in soli 5 anni in termini di instabilità politica, peggio dell’Italia degli anni 1960-70! Con l’aggravante che lì c’è un buffone come Silvio Berlusconi.”<br />Ma qual è la vera situazione del nostro Paese, e come hanno influito i fatti accaduti quest’anno?<br /><br />Questo libro nasce per capire la situazione dell’Italia nelle sue caratteristiche che la accomunano ad altri Paesi europei e negli aspetti particolari italiani.<br />Partiamo da un periodo assai importante della nostra Storia, che anche oggi può farci capire molto dell’Italia. Per dirla col giornalista e scrittore Domenico Bartoli: “Faccia piacere o no… nella Storia bisogna restare… Così facendo più facilmente capiremo perché dal regime soffocante del fascio siamo alla confusione… dello sfascio” (1). <br /><br /><span style="font-style:italic;"><blockquote>I muri maestri della Finanziaria non possono essere toccati. Affrontiamo una situazione che non si era verificata negli ultimi 25 anni. Il risultato è notevole e la maggioranza può rivendicarne la piena paternità... So che vengono mosse delle critiche a questa Finanziaria. Dicono che bastavano 15 miliardi, ma sarebbero stati solo per il risanamento. Che è fatta solo di tasse, e invece i tagli ci sono. Che mancano le riforme, ma è difficile farle con la finanziaria. La strada delle riforme va programmata e non sarà indolore. Dicono anche che la Finanziaria punisce l'impresa ma questa ne è invece l'unica beneficiaria. Che non ha una missione, ma spetta a noi indicarla sapendo che il problema non è evitare l' uscita dall'Ue ma di spiegare che qui lavoriamo per un paese con orizzonte più alto. (2)<br /></blockquote><blockquote></blockquote></span><br /><br />Chi ha detto queste parole? Berlusconi da recente? No, Tommaso Padoa-Schioppa nel 2006, quando era ministro dell'Economia del secondo Governo Prodi. <br />Bisogna capire perché da anni le nostre autorità ci ripetono sempre le stesse cose, come una litania. <br />Ci viene chiesto un sacrificio con la promessa di un miglioramento, ma passano gli anni e siamo sempre al punto di prima, anzi le cose peggiorano. Siamo arrivati a ben due manovre nell’arco di soli due mesi, una di oltre 54 miliardi, dopo i circa 47 miliardi della manovra di luglio. <br />Chi incassa tutti questi miliardi? <br />Perché da tempo ormai le nostre autorità non parlano di sviluppo economico e di occupazione?<br />Perché molte aziende falliscono o si trovano in serie difficoltà e il governo non fa nulla?<br />Perché cresce il precariato e la disoccupazione ma il governo non da’ a questi problemi il peso che dovrebbero avere?<br />Negli ultimi tempi i mass media hanno seminato ansia e insicurezza gridando alla “crisi”. <br />Ma qual è la causa di questa “crisi” e di tanto allarmismo?<br /><br />Questo libro racconta la Storia d’Italia come mai è stata raccontata, per poter mettere in chiaro le caratteristiche peculiari del nostro Paese, la situazione degli ultimi anni, e i potenziali per uscire dal pantano in cui oggi l’Italia si trova. <br />Quest’anno le nostre autorità hanno organizzato la festa del 150° anniversario dell’Unità. <br />Che significato hanno avuto questi festeggiamenti?<br /><br /> Bartoli, si stupì nel vedere un’insegna che diceva “Gelati all’italiana”. Egli notò che il termine “all’italiana” da tempo è utilizzato in modo ironico e dispregiativo, come si può capire da un titolo dato ad un film divertente del 1961, "Divorzio all’italiana". <br />Fare “all’italiana” è stato inteso come fare in modo approssimativo, confuso, disordinato, furbesco e poco onesto. Mentre molti francesi e inglesi non difettano in sciovinismo, e lo slogan più diffuso tra gli americani è “ti meriti l’America!”, diversi autori, riguardo agli italiani, parlano di “patriottismo capovolto”. <br />Gli italiani sarebbero più orientati a trovare i difetti della propria nazione piuttosto che i pregi. A testimonianza di questo ci sono gli usi del linguaggio comune, come osserva Bartoli: <br /><br /><blockquote>“Espressioni come ‘genio italico’, ‘patria del diritto’, ‘primato italiano’, eccetera, hanno rovesciato esattamente il loro significato: prima esaltavano, ora deridono il sentimento nazionale. Non che manchino i motivi, i fatti, gli episodi, i personaggi per arricchire e popolare la tragica e grottesca epopea. Il nuovo pantheon che i patrioti capovolti hanno edificato per il loro culto è pieno di figure e di motti, e celebra date memorabili e imprese leggendarie. Anzi, è così denso di avvenimenti e di eroi che i suoi temi possono passare dalla descrizione entusiastica delle vergogne militari a quella della corruzione civile, alternando sapientemente il racconto della viltà degli italiani (vera o immaginaria) alla dimostrazione della loro incapacità di governarsi e a lasciarsi governare. Gesta Dei per italos. Questo modo di ragionare è diffuso, dove più dove meno, in ogni ceto, partito o gruppo perché ognuno trova qualche motivo di protesta e di risentimento contro la comunità nazionale… Da tutte le parti dello schieramento politico, così, le critiche più aspre, le denunce più insultanti, convergono nell’attacco contro l’astrazione chiamata Italia. ‘Questo Paese!’, ‘Che Paese!’ esclamano i critici, i denunciatori come se non fosse il loro Paese. De Grulle parlava della sua patria come di una persona viva e sacra: Notre dame la France. Per molti di noi, invece, l’Italia è diventata un diavolo, sia pure bonario il più delle volte. Le accuse muovono da punti di vista diversi, e diversi sono i fatti contestati, ma la violenza delle espressioni è pressappoco la stessa. L’unanimità si fa nella condanna senza scampo dell’Italia, cioè di noi stessi. La strana concordia nazionale sorge da stati d’animo e interessi contrastanti, ed è in realtà lo specchio delle nostre insanabili divisioni. Da essa non viene una manifestazione di solidarietà sia pure perversa: ne deriva un’altra serie di motivi di profonda lacerazione, attenuati soltanto dallo scetticismo alla fine trionfante in tutti e su tutto… Sostengo… che il tono del pessimismo trionfante è spesso eccessivo e odioso, e che, se si vuole salvare l’Italia, bisogna, prima o poi, rovesciare questa tendenza distruttiva.”(3) </blockquote><br /><br />Se questa considerazione è vera, occorre capire da cosa deriva e come influisce sui fatti del nostro Paese la tendenza italiana al pessimismo e ad avere uno scarso orgoglio italiano. Di certo ci sono parecchi giornalisti e pseudo-intellettuali che hanno sfruttato questa tendenza italiana per attirare l’attenzione e convincere. Nel panorama dei giornalisti e scrittori non è difficile trovare chi particolarizza la situazione italiana, la riduce alle beghe politiche e ad un gruppo di corrotti e mafiosi, di cui denuncia le malefatte, convinti che altri paesi, persino l’Albania, siano migliori del nostro. Non meno rari sono quelli (politici, giornalisti o scrittori) che vorrebbero risolvere i problemi italiani con le loro frasi dette senza approfondire la complessa situazione: “bisogna che ci sia un ricambio della classe politica”, “il cittadino deve essere attivo”, o “la classe politica è debole”, “siamo colpiti perché non c’è dialogo politico”, oppure "Serve un governo tecnico", ecc. <br />In questo libro si parla anche di come i problemi italiani vengono intesi dalle autorità, e di quello che i mass media non dicono, lasciando incomprensibili alcuni fatti importanti. <br />La domanda principale è: Perché uno dei paesi più belli del mondo, con un patrimonio storico, artistico, e paesaggistico che non ha eguali, è sempre più sceso in graduatoria persino nel settore del turismo? <br />E che dire del settore della moda, in cui l’Italia ha sempre primeggiato? <br />Perché l’imprenditoria italiana si trova così in difficoltà? <br />Cosa sta accadendo all’Italia? <br />Serve ancora chiedere, come fanno alcuni, un “ricambio della classe politica” o un “governo forte”?<br /><br />Se approfondiamo, notiamo che c’è un settore che non soltanto non ha crisi, ma ha avuto un incremento enorme: da circa 14 miliardi del 2001 è salito a oltre 60 miliardi del 2010.(4) Si tratta del mercato italiano del gioco d’azzardo. Negli ultimi anni i giochi numerici (SuperEnalotto e WinForLife) hanno incrementato le entrate miliardarie, come tanti altri giochi. <br />Cosa sta succedendo per indurre milioni di italiani a credere che soltanto la strada della “fortuna” possa dare loro il benessere economico? <br />Cosa si sta vivendo oggi in Italia? <br />Quando la nostra attenzione va al passato, e vediamo le folle che osannavano Mussolini ci chiediamo: com’è stato possibile? Com’era possibile acclamare persino un annuncio di guerra?<br />Com’era possibile non accorgersi di quello che stava realmente accadendo?<br />Come potevano gli italiani dell’epoca essere così ignari e obbedienti al regime?<br />Il libro spiega come fu possibile tutto questo, provando che è più facile capire il passato che il presente, dovendo, nel caso in cui gli eventi riguardano le nostre vite, avere a che fare con la nostra situazione emotiva ed esistenziale. <br />Ogni popolo si trova in un contesto sociale, culturale, mediatico e politico, e dall’esterno riceve determinate informazioni e stimoli. E’ questo contesto ad avere potere nel determinare la comprensione degli eventi che accadono, inducendo a far propri determinati significati avallati dal mainstream e dalle autorità, o ad andare oltre. <br />Più un sistema è corrotto, più le autorità che giustificano e avallano quel sistema avranno bisogno di produrre significati divergenti dalla verità, producendo una serie di menzogne che hanno lo scopo di proteggere quel sistema. <br />Le domande che emergono sono: Quanti cittadini ad oggi sono spinti ad accettare ciò che non dovrebbero accettare? Quanti hanno il coraggio di ragionare in modo autonomo rispetto alle fonti ufficiali? Quanti sono disposti ad applaudire quel politico che appare autorevole, senza approfondire a chi realmente è asservito?<br />Il libro considera la specificità della situazione italiana, analizzando fatti storici e sociali, che permettono di chiarire eventi e scelte che determinano la situazione italiana dei nostri giorni. <br />I fautori del Risorgimento dicevano che bisognava “fare gli italiani”, dopo si è parlato di “fare l’Europa”, ad intendere quell’unità economica e finanziaria che oggi più che mai appare fragile, quando non pericolosa e inquietante. <br />Il libro analizza anche tutti i passaggi importanti che hanno condotto ad aderire all’Unione Europea, e le conseguenze che si ebbero. Mettendo a fuoco i fatti finanziari, economici, e politici più importanti vissuti dagli italiani negli ultimi decenni, è possibile capire appieno il significato della “crisi” degli ultimi anni, e soprattutto cosa sta accadendo nella società civile, e cosa potrà accadere in un futuro assai prossimo. <br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">NOTE</span><br /><br />1) Bartoli Domenico, "Gli anni della tempesta. Alle radici del malessere italiano", Editoriale Nuova, Milano 1981, p. 41. <br />2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/10/29/offensiva-di-fassino-rutelli-piu-riforme.html<br />3) Bartoli Domenico, "Gli anni della tempesta. Alle radici del malessere italiano", op. cit., pp. 90-91.<br />4) Fonte: Quotidiano.net<br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">ALCUNE DOMANDE A CUI IL LIBRO RISPONDE</span><br /><br />- Come fu imposta l’ideologia fascista?<br />- Che tipo di società si ebbe in seno al fascismo?.<br />- Quali fatti importanti della Seconda guerra mondiale non sono stati detti?<br />- Cosa possono imparare gli italiani di oggi dalla conoscenza del periodo del fascismo?<br />- Chi erano realmente gli antifascisti?<br />- Quali furono le caratteristiche del dopoguerra dal punto di vista politico, economico e finanziario?<br />- Quali furono i fatti significativi della Resistenza?<br />- Quali sono i rapporti dell’Italia con l’Europa e il resto del mondo?<br />- Cos’è la Globalizzazione?<br />- Cos’è il neoliberismo?<br />- Quali sono i prodotti finanziari più diffusi e come incidono sull’economia?<br />- Quali sono gli avvenimenti più importanti degli anni Ottanta e Novanta?<br />- Quali sono le caratteristiche più importanti dell’Italia del nuovo millennio?<br />- Che effetti sta producendo la crisi del 2011 nel nostro Paese?<br />- Quali sono i potenziali degli italiani?<br />- Chi incassa il debito pubblico?<br />- Come agiscono e quali sono i Movimenti, i Partiti e le Associazioni che si sono formati in Italia negli ultimi anni?<br />- Che progetti di cambiamento politico, economico e finanziario esistono? <br /><br /><br /><br /><span style="font-weight:bold;">COME ORDINARE IL LIBRO: </span><br />Per ordinare il libro occorre scrivere all'indirizzo e-mail <br />nuovaenergia@rocketmail.com<br />indicando nome, cognome e indirizzo. <br />Lo pagherete in contrassegno euro 19,50 + 6,50 per contributo imballaggio, spese postali e contrassegno.<br />I dati personali saranno trattati in osservanza della legge 196/2003 sulla <span style="font-style:italic;">privacy</span> e verranno cancellati dopo la spedizione richiesta.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-63841035009348272262009-10-12T05:05:00.000-07:002011-12-05T10:10:35.046-08:00REGALATI E REGALA IL LIBRO "IL TRAVAGLIATO TRAVAGLIO. LO STRANO CASO DI UN INFORMATORE DISINFORMATO"SOSTIENI E FAI CONOSCERE L'EDITORIA INDIPENDENTE<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/-Ph2k-kry1Q8/Tt0H1ZEv3BI/AAAAAAAAAJA/hGeXTNM_PfY/s1600/Copertina_libro_2_Travaglio.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 286px; height: 400px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-Ph2k-kry1Q8/Tt0H1ZEv3BI/AAAAAAAAAJA/hGeXTNM_PfY/s400/Copertina_libro_2_Travaglio.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5682706918656695314" /></a><br /><br /><br /><br />Antonella Randazzo<br /><br /><span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">IL TRAVAGLIATO TRAVAGLIO<br />Lo strano caso di un informatore disinformato</span></span><br /><br />NUOVA EDIZIONE AGGIORNATA AL POST-BERLUSCONI<br /><br />Sono ormai in molti a parlare della disinformazione imperante nei nostri media di massa attuali. Il paradosso è che alcuni di coloro che ne parlano dai canali ufficiali coincidono con gli stessi disinformatori. E' ovvio, se queste persone stanno scrivendo o parlando da quei canali, potrebbero essere proprio loro ad informare correttamente, dicendo tutte le cose importanti che i cittadini devono sapere. E invece non lo fanno.<br />Questo libro tratta proprio questo paradosso, prendendo a pretesto un personaggio che ha guadagnato molta fiducia da parte delle folle, e che dichiara di essere "indipendente" pur lavorando in molti canali ufficiali. <br />Le prove che i giornalisti accreditati dal sistema siano reticenti su molti argomenti fondamentali sono tante, e il libro ne mette in evidenza diverse.<br />Qual è la differenza fra informazione e propaganda?<br />La prima non può ignorare il terreno storico, politico o economico su cui si incentra la notizia, mentre la seconda trae forza dall’ignorarlo. Infatti, scopo della propaganda è quello di attrarre l’attenzione su questioni particolari o su informazioni parziali, prive del nucleo che consentirebbe una vera comprensione. Più cresce l’ignoranza verso la Storia, la politica e l’economia e maggiore efficacia ci sarà nella propaganda. <br />La professione giornalistica, in un sistema basato sulla manipolazione mediatica delle opinioni, è senza dubbio assai importante. <br />Travaglio è uno scrittore e giornalista che è riuscito ad avere molta popolarità e a suscitare molta fiducia. Egli ha scritto diversi libri su Silvio Berlusconi e su altri personaggi che include nella “casta”. Per questo suo filone di cronaca giudiziaria con riferimento a fatti legati all’antimafia e alla corruzione, si è guadagnato molta simpatia, in un paese afflitto ormai da molto tempo dalla corruzione politica e dall’oppressione mafiosa. <br />Ma andando oltre la facciata delle cronache giudiziarie fornite da Travaglio, si può tristemente scoprire un mondo assai lontano dal desiderio di onestà e di “pulizia” morale auspicato dai suoi fans. Si scopre un insospettabile mondo di opportunismo, faziosità e disinformazione, in cui le cronache giudiziarie assumono una funzione catartica e illusoria, impedendo una vera chiarezza informativa sul sistema, e i conseguenti passi per cambiarlo veramente. <br />Ovviamente non abbiamo nulla di personale contro un personaggio che nel complesso appare simpatico e divertente, ma occorre capire come egli incarna il tipo di giornalista in voga negli ultimi decenni, in un contesto attanagliato dall’assenza di una vera informazione. <br /><br />Negli ultimi anni i veri giornalisti indipendenti e le testate davvero scomode hanno subito molte vessazioni: faticano a trovare inserzionisti per la pubblicità, non ricevono finanziamenti pubblici, sono marginalizzati nella distribuzione e nelle edicole. Sono come vasi di coccio fra vasi di ferro. I mass media non spiegano bene questa situazione e non si fa capire che i finanziamenti all’editoria vengono dati soprattutto alle testate più grandi e a quelle di partito, al contrario di ciò che dovrebbe essere, dato che dovrebbero servire ad aiutare i più piccoli per garantire il pluralismo. <br />Questo libro si pone l’obbiettivo di portare alla luce alcune caratteristiche proprie dell’informazione mediatica attuale, attraverso un personaggio molto apprezzato anche in ambienti culturali, che negli ultimi tempi ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. <br /><br />Gli italiani si sono indignati per il “bunga bunga” di Berlusconi, ampiamente messo in evidenza dalle indagini giudiziarie e, soprattutto, dalle prime pagine dei giornali. Molti giornali, per giorni e giorni, hanno riempito molte pagine sulle vicende sessual-giudiziarie di Berlusconi, mentre fatti gravissimi, come la richiesta del presidente americano di più soldati per reprimere il popolo afgano, passavano in secondo piano. Questo è molto eloquente per capire la vera natura dei nostri media. <br />Sulle “prodezze” sessuali di Berlusconi si sono sollevate molte voci indignate e scandalizzate, ma poche voci hanno denunciato le strategie truffaldine per invadere la Libia. <br />Nessun giornalista delle fonti ufficiali diceva che Berlusconi non è certo l’unica autorità occidentale ad essersi comportata in questo modo. Certamente, la sua figura ridicola di narratore di barzellette dalla facile battuta volgare non lo ha aiutato, favorendo le risatine di scherno da parte della stampa di tutto il mondo. Ma le orge del “bunga bunga” non fanno di Berlusconi un personaggio peggiore delle altre autorità occidentali, considerata la foga che animava personaggi come Sarkozy nel provocare la guerra in Libia. <br />Se il “bunga bunga” è stata una realtà sconcertante e immorale, ancora più sconcertante e immorale deve essere considerato il comportamento criminale delle autorità occidentali, che per saccheggiare e per mantenere il controllo finanziario ed economico provocano guerre e massacri.<br />In poche parole, per informare correttamente, è necessario far capire chi ha “creato” Berlusconi, e lo ha scaricato quando ormai aveva perso consensi ed era diventato ansioso per le sue vicende giudiziarie. <br /><br />Prendendo a pretesto un giornalista molto popolare come Travaglio, che si spaccia per indipendente, faremo un viaggio verso i tabù dell’informazione, toccando argomenti come il signoraggio bancario, l’11 settembre, le scie chimiche, la questione di Israele, i “poteri forti” che creano la “casta”, la mafia e il sistema di corruzione dei partiti. <br />Capire i meccanismi di manipolazione mediatica è fondamentale dato che il controllo mediatico può creare consenso o dissenso. Potrebbe avere addirittura il potere di spingere ad agire contro i propri interessi. <br />Capire questi meccanismi significa oggi poter rivendicare quella democrazia tanto decantata quanto impedita.<br /><br />INDICE DEL LIBRO<br /><br />INTRODUZIONE ........................................... 5<br /><br />CAPITOLO I - La scomparsa dei (suoi) fatti 25<br /><br />Par. I. 1 - Querele e denunce........................34<br /><br />Par. I. 2 - Il maestro................................ ....63<br /><br />CAPITOLO II - Quello che non si può dire 73<br /><br />Par. II. 1 - Chi crea la casta?......................157<br /><br />Par. II. 2 - La questione d’Israele...............171<br /><br />CAPITOLO III – Amici e nemici.................208<br /><br />Par. III. 1 - Contro chi e a favore di chi?....211<br /><br />Par. III. 2 - Come Berlusconi diventò il babau <br />della sinistra...............................................244<br /><br />CAPITOLO IV – Il destino dei “Travaglio” <br />nel post-berlusconismo..............................266<br /><br />BIBLIOGRAFIA.........................................283 <br /><br /><br />ALCUNE DOMANDE A CUI IL LIBRO RISPONDE: Perché Travaglio non può considerarsi così indipendente come dice di essere?<br />Perché Di Pietro e Grillo, a cui Travaglio si è aggregato, non sono degni di fiducia?<br />Come funziona veramente il nostro sistema politico?<br />Cosa sono i "poteri forti" che creano la "casta" e che Travaglio, nella sua "informazione", ignora?<br />Cos'è stato davvero l'11 settembre?<br />Che scopi ha il terrorismo occidentale?<br />Qual è la verità sulla questione palestinese?<br />Perché ai grandi banchieri è concesso un potere enorme?<br />Adesso che non c'è più Berlusconi al potere a chi si darà tutta la colpa dei problemi finanziari ed economici?<br />Su chi o su cosa si soffermeranno i "Travaglio" per non far capire le vere cause dei problemi?<br /><br />Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all’Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Scienze dell’Educazione e Diritti Umani.<br />Ha vinto il Premio Ibiskos con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta", in cui analizza le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa di oggi. Nel 2006 ha scritto il libro "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943", (Kaos Edizioni), e nel 2007 pubblica il volume "La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa" (Zambon Editore). Con l'editore Leone Verde pubblica il libro di pedagogia "Bambini psico-programmati. Essere consapevoli dell'influenza della pubblicità, della TV, dei videogiochi".<br />Da alcuni anni si occupa anche di giornalismo d'inchiesta, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani. <br />Attualmente vive a Milano, dove continua la sua ricerca e cura il blog http://lanuovaenergia.blogspot.com/.<br /><br />COME ACQUISTARE IL LIBRO: Per acquistare il libro occorre scrivere all'indirizzo e-mail <br />nuovaenergia@rocketmail.com<br />oppure<br />giadamd@libero.it <br />indicando il vostro indirizzo.<br />Lo pagherete in contrassegno euro 19,50 + 6,50 per contributo imballaggio, spese postali e contrassegno. <br />Se acquistate più libri pagate una volta sola le spese postali. <br />Per ordini superiori ai 100 euro le spese sono gratuite. <br />I dati personali saranno trattati in osservanza della legge 196/2003 sulla "privacy" e verranno cancellati dopo la spedizione richiesta.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-20575874083619623532009-10-12T05:02:00.001-07:002013-07-26T06:37:30.116-07:00REGALATI E REGALA LA NUOVA EDIZIONE DEL LIBRO "DITTATURE. LA STORIA OCCULTATA"SOSTIENI E FAI CONOSCERE L'EDITORIA INDIPENDENTE<br />
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<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S83HUUAbGEI/AAAAAAAAACI/Fene4v4ZJRc/s1600/DITTATURE94.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 400px;" src="http://4.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S83HUUAbGEI/AAAAAAAAACI/Fene4v4ZJRc/s400/DITTATURE94.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5462241074852075586" /></a><br />
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ANTONELLA RANDAZZO<br />
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<span style="font-style:italic;"><span style="font-weight:bold;">DITTATURE<br />
La Storia Occultata</span><br />
</span><br />
Quante domande la Storia ufficiale lascia senza risposta: chi pagava le armi dei poverissimi rivoluzionari russi? Chi rese forte in pochi anni la Germania di Hitler? Perché molti ebrei non furono salvati nemmeno quando chiesero asilo agli ebrei nei territori dell'attuale Israele? Cos'è veramente la globalizzazione? Chi paga le guerre africane? Quali sono le vere ragioni che costringono migliaia di persone a fuggire dal loro Paese rischiando la morte? Perché l'Occidente, che si professa evoluto e scientificamente avanzato, non è capace di salvare molti esseri umani dalla morte per fame? <br />
La convinzione che i fatti storici siano quasi sempre imprevedibili perché soggetti ai capricci della natura umana, appare oggi eccessivamente ingenua e semplicistica. Ritenere che la Storia sia frutto di eventi in gran parte immodificabili o giustificabili ci induce a credere che i crimini che in essa avvengono siano inevitabili. Questo libro prova che non è così.<br />
Esistono insospettabili responsabili, che hanno potere di vita o di morte. Queste persone agiscono in maniera disumana, provocando sofferenza e morte a milioni di persone. Ciò nonostante, non pagano affatto per i loro crimini. Non appaiono nemmeno come criminali, perché si nascondono grazie al potere mediatico. <br />
La Storia deve far luce sui fatti, sfidando paure e illusioni. Le nostre conoscenze sugli eventi storici aumentano col passare del tempo, e oggi sono emerse così tante contraddizioni con le vecchie interpretazioni della realtà storica che abbiamo soltanto due possibilità di scelta: o far finta di niente e cercare di non capire né pensare ai crimini che avvengono in molte parti del mondo, oppure possiamo chiederci il perché ci troviamo in un mondo in cui vengono commessi così tanti crimini. Se scegliamo la seconda strada dobbiamo andare a fondo e capire il vero significato delle guerre, della povertà e dei crimini: ossia capire chi trae vantaggio da tutto questo, chi sono le persone che possiedono il potere di determinare queste realtà. Seguendo l'indicazione di Seneca "chi ottiene il vantaggio più grande da un crimine è il maggiore indiziato" è possibile trovare i veri responsabili. E noi abbiamo molto più che indizi…<br />
<br />
<br />
<br />
INDICE<br />
<br />
INTRODUZIONE........................................................7<br />
<br />
CAPITOLO I – Totalitarismi e dittature …….............19 <br />
-Totalitarismo e sterminio<br />
-Capitalismo totalitario<br />
-Il potere delle banche<br />
-L’élite e i suoi club di potere<br />
-Il Bilderberg<br />
-La Commissione Trilaterale<br />
-Il potere dei media<br />
<br />
CAPITOLO II - Ideologie e dittatori …...................105<br />
-Massacri ideologici in Cina<br />
<br />
CAPITOLO III – I Presidenti americani ..….........195<br />
-Guerre di aggressione e la filosofia del bombardamento<br />
-Altri crimini degli ultimi tre presidenti:<br />
-George Walker Herbert Bush<br />
-William Jefferson Clinton<br />
-George Walker Bush<br />
-La teoria della superiorità W.A.S.P.<br />
<br />
CAPITOLO IV – Dittature in Europa .…………......287<br />
-La truffa di Norimberga<br />
-Mussolini e altri mostri<br />
-I capi di governo inglesi<br />
-Benjamin Disraeli<br />
-George David Lloyd<br />
-Winston Leonard Spencer Churchill<br />
-Margaret Hilda Thatcher<br />
-Anthony Charles Lynton Blair<br />
-La Regina inglese<br />
-L’islamofobia e i crimini contro il popolo palestinese<br />
<br />
CAPITOLO V – Gli umani contro i mostri..............409<br />
-Patrice Emeri Lumumba<br />
-Giacomo Matteotti<br />
-Enrico Mattei<br />
-Rigoberta Menchú Tum<br />
-Aung San Suu Kyi<br />
<br />
CONCLUSIONI.......................................................460<br />
<br />
BIBLIOGRAFIA......................................................465<br />
<br />
<br />
ALCUNI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI NEL LIBRO:<br />
Terrorismo delle autorità occidentali nel Terzo mondo.<br />
Controllo dell'informazione e della Storia.<br />
Associazioni esclusive dei personaggi appartenenti al gruppo di potere.<br />
Eventi storici riguardanti il "comunismo reale" in Russia e in Cina.<br />
Ruolo dei dittatori di ieri e di oggi.<br />
Il totalitarismo moderno.<br />
La vera natura del sistema attuale.<br />
Le famiglie che hanno creato il sistema e che lo controllano.<br />
Come opera il sistema di potere attuale per garantirsi la sopravvivenza.<br />
Come alcune persone hanno lottato per un mondo migliore. <br />
<br />
Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all’Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Scienze dell’Educazione e Diritti Umani.<br />
Ha vinto il Premio Ibiskos con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta", in cui analizza le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa di oggi. Nel 2006 ha scritto il libro "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943", (Kaos Edizioni), e nel 2007 pubblica il volume "La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa" (Zambon Editore). Con l'editore Leone Verde pubblica il libro di pedagogia "Bambini psico-programmati. Essere consapevoli dell'influenza della pubblicità, della TV, dei videogiochi".<br />
Da alcuni anni si occupa anche di giornalismo d'inchiesta, con particolare riferimento alle violazioni dei diritti umani. <br />
Attualmente vive a Milano, dove continua la sua ricerca e cura il blog http://lanuovaenergia.blogspot.com/.<br />
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<a href="mailto:giadamd@libero.it"><img src="http://lh4.ggpht.com/_fyUYhNUOXMw/Sg2XV6G3Z6I/AAAAAAAAAUM/7gVfNrNGeyw/sms.gif" /></a>Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-77838907122218978062008-11-06T03:50:00.000-08:002008-11-06T04:13:13.154-08:00ANNUNCIO“Tutto scorre” diceva Eraclito. Quello che non scorre è statico e destinato a diventare stagnante. <br />Ciò vuol dire che ogni cosa deve nascere e scorrere fluidamente, a tal punto da modificarsi. E’ il caso anche di questo blog che “scorrerà” verso un nuovo blog chiamato Nuova Energia:<br />http://lanuovaenergia.blogspot.com/<br /><br />Il nuovo blog tratterà, oltre agli argomenti qui trattati, anche altri argomenti come:<br /><br />- cosa significa veramente il detto socratico “conosci te stesso”;<br />- l’importanza dell’arte;<br />- come godersi la vita anziché diventare nevrotici, drogati o violenti;<br />- l’eresia dei tempi moderni;<br />- cos’è la “gabbia di massa” e come uscirne;<br />- i sudditi contemporanei;<br />- le “primedonne” dei mass media;<br /><br />e moltissimi altri argomenti che riguardano la psicologia sociale, l’autoconoscenza e la crescita interiore. Ovviamente, l’obiettivo non è quello di convincere qualcuno di qualcosa, ma di condividere le nostre riflessioni e conoscenze, partendo dall’assunto che non esiste la verità, ma esistono le verità.<br />Questi sviluppi sono dovuti al fatto che io non ho mai inteso la mia ricerca storico-sociale come fine a se stessa, oppure come sfogo alla rabbia o sterile ricerca di un colpevole, ma come un modo per conoscere meglio me stessa e la realtà in cui vivo. <br />La vera cultura si distingue da quella di “massa” perché ha come fine principale la crescita degli esseri umani, e mai il profitto, il narcisismo o l’esigenza di proteggere un sistema. <br />Nel nuovo blog potranno essere pubblicati materiali (articoli e video) di altri autori, su vari argomenti. Anche gli stessi lettori potranno segnalare materiali particolarmente interessanti e di qualità. <br />L'appuntamento è dunque sul nuovo blog!<br />Grazie a tutti e a presto<br />Antonella RandazzoAntonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com33tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-39776641747594206032008-10-31T03:07:00.001-07:002010-05-06T10:08:06.464-07:00DEMOCRAZIA DOMESTICA L'armonia fra maschile e femminile come base per una società migliore<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S-L3BdAZJbI/AAAAAAAAACo/2AHgSdiRwsY/s1600/COPERTINA_DEMOCRAZ-DOMESTIC.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 295px; height: 400px;" src="http://3.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S-L3BdAZJbI/AAAAAAAAACo/2AHgSdiRwsY/s400/COPERTINA_DEMOCRAZ-DOMESTIC.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5468204501919409586" /></a><br /><br />La democrazia è il migliore sistema politico, in quanto fondato sulla libertà e sull'uguaglianza, ma non saranno le autorità attuali, che tutelano gli interessi del gruppo dominante, a fare in modo di attuarla nella sua vera forma. Occorre dunque che gli stessi cittadini riprendano la propria sovranità e diventino autocoscienti a tal punto da creare una democrazia già all'interno del proprio nucleo familiare. La società non è altro che l'insieme delle famiglie, e se le famiglie sono serene ed equilibrate lo sarà anche la società.<br />Al di là della caratterizzazione sessuale, ognuno di noi racchiude, come in una conchiglia, tutto quello che la condizione umana riserva. Siamo un "intero", ovvero, come esseri umani riassumiamo nella nostra anima tutto ciò che è "umano". Negare tale universalità umana significa essere incapaci di provare quel senso dell'umano che sta alla base di ogni vera crescita interiore. <br />Nessuno di noi, uomini, donne, bianchi o neri, è il centro del mondo, ma tutti insieme lo siamo, avendo il medesimo valore all'interno del percorso umano che porta al progresso. <br />Questo libro si propone di spiegare le cause psicologiche, sociali e politiche della discriminazione contro le donne, ma affronta anche il problema di come poter costruire una società migliore, in cui gli aspetti maschili e femminili possano concorrere a creare equilibrio e armonia. <br />Se gli esseri umani vogliono avere un futuro, devono riappropriarsi di quei valori propriamente umani. Dovrebbero accettare e integrare gli aspetti intesi come maschili e quelli intesi come femminili, per raggiungere un equilibrio e un potenziale necessario alla possibile evoluzione futura. Ciò dovrebbe avvenire sin dal nucleo familiare, contrastando l'egoismo, per dare spazio ad una vera crescita emotiva e sociale. <br />Questo libro è un invito ad amare se stessi come esseri dotati di enormi potenzialità, e ad amare gli altri, siano essi donne o uomini, bianchi o neri, poveri o ricchi, come parti della propria realtà.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-1063662703738394722008-10-28T04:49:00.000-07:002008-10-28T09:59:23.490-07:00MA QUALE CRISI?Di Antonella Randazzo<br /><br /><br />Ormai da tanti giorni i titoli dei giornali gridano alla “crisi finanziaria”. Ovunque si parla di questo, e si fanno congetture su quello che potrà accadere o di come “salvare” il salvabile. E’ stata creata una generale situazione di allarme, alzando il livello emotivo e seminando paura.<br />In realtà occorre chiedersi se realmente quello che sta succedendo rappresenta per noi tutti una “crisi”. In fondo cosa sta accadendo? Il sistema finanziario, che sappiamo essere radicalmente iniquo e truffaldino, sta mostrando le sue falle. <br />Ma questo è un male o un bene?<br />Adesso mi direte “ma sei impazzita? E’ ovvio che è un male se rischiamo tutti di perdere i nostri soldi!”<br />E io replico: ma quali soldi? Nel contesto attuale non esiste denaro come valore ma soltanto come mezzo di dominio. Infatti, le nostre banconote, come ormai molti sanno, non sono altro che debito verso le banche che le stampano e fanno pagare pezzi di carta come avessero valore nominale più gli interessi. Gran parte dei nostri guadagni serve a pagare questo debito. <br /><br />La domanda è: il fallimento delle banche e la crisi finanziaria potrebbero rappresentare per i popoli la possibilità di uscire dall’asservimento? <br />Negli ultimi secoli ci sono state diverse occasioni per abbattere il sistema, ma a causa della paura del cambiamento non sono state colte. <br />Sono gli stessi banchieri, in una certa misura (non sono infallibili), a provocare o rendere possibili le crisi, sia attraverso il meccanismo “immettere o sottrarre banconote dal mercato”, sia attraverso il sistema delle bolle speculative. Occorre notare che le crisi possono persino servire a provocare affezione al sistema, attraverso la paura del cambiamento. <br />Nel 1929, i banchieri fecero aumentare i prezzi delle azioni, fino a quando raggiunsero livelli molto elevati. L'aumento vertiginoso doveva servire ad attrarre molte persone. A metà del 1929, ben nove milioni di americani avevano investito in borsa. A questo punto, i banchieri avevano tutto l'interesse a provocare la crisi. Il crollo sarebbe servito ad impossessarsi di una quantità enorme di beni (negozi, industrie, piccole banche, case, automobili ecc.) di coloro che non avrebbero più potuto pagare i debiti. <br />L'aumento o il ribasso azionario sono dovuti ad elementi di natura informativa o psicologica, e i banchieri possono controllare e condizionare le notizie che riguardano la Borsa. <br />Nell'ottobre del 1929, la caduta del valore delle azioni, provocata dai banchieri di Wall Street, produsse effetti devastanti. Le banche esigevano i pagamenti e i clienti non potevano pagare. Le industrie cessarono la produzione, e molte persone rimasero disoccupate. Piccole banche e industrie diventarono proprietà dei grandi banchieri che avevano innescato la crisi. Milioni di persone rimasero disoccupate o andarono in bancarotta, e alcune di esse si suicidarono. <br />La truffa del crollo del 1929 era stata ben compresa da Emile Moreau, governatore della banca di Francia, che l'8 febbraio del 1928 aveva scritto nel suo diario: "Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione".(1) I banchieri avevano agito in modo da bloccare l'economia, e questo si sarebbe riversato anche sul mercato borsistico. Sarebbe inevitabilmente scoppiata una grave crisi, che si ebbe il 29 ottobre del 1929. <br /><br />Cosa accadde dopo? <br />Accadde che milioni di lavoratori rimasti senza denaro e senza lavoro si sollevarono, ma non furono in grado di cogliere l’occasione per occupare le fabbriche confiscate dai banchieri o per non riconoscere più il vecchio sistema finanziario che si era rivelato truffaldino. <br />Alcuni però si resero conto dell’opportunità, e stavano per organizzarsi in modo da abbattere il vecchio sistema, ma a quel punto intervenne lo stesso presidente, che si mostrò pronto ad offrire lui la via d’uscita. A quel punto, si rivelava più comodo e rassicurante continuare a riconoscere la “protezione” delle autorità piuttosto che lavorare arduamente per demolire il potere dell’èlite. <br /><br />Il presidente americano Franklin Delano Roosevelt dette vita, nel 1933, al New Deal. Il nuovo corso mirava ad approvare una serie di leggi a tutela del lavoratore dell'industria e sullo stato sociale. Per la prima volta nella storia degli Usa, il governo interveniva nella vita economica e sociale del paese, a favore delle classi inferiori. Furono approvate leggi come il National Recoveru Act, che comprendeva la legge sul risanamento industriale, in cui veniva determinato l’orario di lavoro, il salario minimo e la lotta contro il lavoro nero. <br />In tal modo Roosevelt salvò il sistema, a costo di riconoscere alcuni diritti ai lavoratori, che sarebbero stati smantellati a partire dagli anni Ottanta dai successivi presidenti. <br /><br />L’incapacità di cambiare costò ai popoli una durissima guerra, in cui i soliti personaggi si dettero da fare per accrescere ulteriormente il loro potere e la loro ricchezza, a danno delle popolazioni che continuavano a cercare la soluzione alle crisi nel sistema stesso che le aveva create. <br />Come molti sanno, le guerre mondiali hanno modificato profondamente la società dei paesi europei, decretando il trionfo di una ristretta élite economico-finanziaria, l’unica che ha ottenuto enormi vantaggi, concentrando ulteriormente il potere nelle sue mani. Le classi medie, come quelle povere, hanno perso potere e ricchezza, e sono state indotte a dipendere dalle decisioni prese dai governi, che diverranno sempre più lo specchio del potere dell’élite. <br /><br />Ormai sappiamo che il sistema bancario, la Borsa e il sistema detto "capitalistico" hanno al loro interno aspetti paradossali, che siamo indotti ad accettare come "normali" o "essenziali". Sappiamo che i cosiddetti organismi di "vigilanza" o di "controllo", sono una truffa, in quanto lo stesso gruppo di persone è al contempo controllore e controllato. Le stesse persone che hanno il dominio finanziario si “travestono” da autorità che “tutelano” interessi collettivi.<br />Capiamo che si tratta di una messinscena, architettata in modo tale da far credere alle persone ciò che esse sono abituate a credere: che l'attuale sistema sia voluto dal popolo, sia a servizio del popolo, o comunque l'unico possibile. <br />Dobbiamo ricordare che sono le grandi banche ad avere nelle loro mani il potere speculativo della Borsa. Almeno il 70% del credito speculativo mondiale è nelle mani di tre grandi banche: Morgan Stanley, Goldman Sachs e Ubs. La Borsa è un sistema senza alcuna logica: è come una luce ad intermittenza irregolare, che pur essendo controllata dall'alto, dà l'illusione di potere anche a molti operatori e agenti. Fa parte del gioco, come anche il far credere che ci sia una logica di base o delle regole. In realtà la Borsa non ha regole certe, e le azioni non sono collegate alla situazione delle società a cui si riferiscono, né ad altri parametri chiari. Credere di avere potere investendo in Borsa è come credere che i banchieri siano a servizio della gente e vogliano condividere con tutti il potere. Certo, qualcuno può guadagnarci, e anche questo fa parte del gioco. <br />Ricordiamo anche che, come molti sanno, la Federal Reserve è formata da un gruppo di banche private controllate da personaggi come i Rothschild, i Rockefeller, i Morgan e i Warburg. Quando un banchiere muore o va in pensione, il potere viene ereditato dalla generazione successiva, in tal modo questo ristretto gruppo di famiglie esercita potere da diversi secoli.<br />Queste persone hanno il potere di impoverire qualsiasi area del pianeta, facendo crollare la valuta o sottraendo il denaro circolante. Ciò è avvenuto in Argentina, in Messico, nel sud-est asiatico e in molti altri paesi, con l’appoggio di personaggi che si curano di far eleggere. <br />Nel 1991 il presidente argentino Carlos Menem attuò riforme economiche devastanti, che peggiorarono la situazione già drammatica del paese. Egli prometteva al popolo importanti cambiamenti, mentre in segreto si accordava con Washington per continuare le devastazioni economiche. Nel 1991, verrà addirittura inserita nella carta costituzionale, la parità di cambio tra il peso ed il dollaro, che favorirà un'economia basata sulle importazioni. La situazione economica si aggravò ulteriormente, e si arricchirono soltanto i pochi che avevano investito all'estero. Washington dette al governo argentino miliardi di dollari, per indurlo ad attuare altre riforme favorevoli all'élite. Il progetto era quello di far crollare l'intero sistema economico-finanziario argentino. Menem continuò a fare il doppio gioco, illudendo il popolo argentino di poter accrescere la ricchezza del paese attraverso la privatizzazione delle aziende pubbliche e la deregulation in numerosi settori, per attrarre gli investitori stranieri. In realtà, egli stava attuando riforme che avrebbero messo il paese nelle mani dell'élite americana. Le riforme, imposte dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, prevedevano il taglio della spesa pubblica e il licenziamento di migliaia di persone. Il debito estero raddoppiò, la povertà e la disoccupazione aumentarono, e la classe media venne cancellata. A metà degli anni Novanta, nacque il movimento dei piqueteros (disoccupati), che lottava per il lavoro, suscitando molti consensi popolari. I piqueteros rendevano visibili le persone costrette a rimanere ai margini del mondo del lavoro, che erano aumentate a dismisura in seguito alle riforme del Fmi. <br />Nel 1999 fu eletto Fernando De La Rua, che promise di lottare contro la corruzione e di processare i vecchi esponenti delle dittature militari. In realtà, egli si mostrava disposto a riprendere le politiche del precedente governo, e a questo scopo, chiamò al governo l'ex ministro menemista Domingo Cavallo, e altri sostenitori della linea neoliberista, che continuarono a privatizzare e fecero tagli a stipendi e pensioni. <br />Seguendo la linea imposta dal Fmi, il peso argentino fu svalutato del 70% rispetto al dollaro. Tutto fu privatizzato, anche i servizi (gas, telefono, trasporti, acqua, ecc.). I prezzi aumentarono del 42% e oltre 170 mila lavoratori furono licenziati. Cavallo tagliò gli stipendi e le pensioni del 13%, e attuò riforme che fecero crollare il consumo, le produzioni industriali e le esportazioni. <br />Le riforme del Fmi avevano messo l'intera economia argentina nelle mani di privati stranieri, che non avevano alcun interesse a rispettare le esigenze della popolazione, e ancora meno desideravano sacrificare facili profitti per i diritti dei lavoratori. Si ebbero tagli drastici alle spese sociali e ai sussidi a favore dell'agricoltura e dell'industria. <br />Nell'agosto del 2001, il Fmi fece aumentare il debito pubblico (che era stato congelato), da 8 a 14 miliardi di dollari. Nel dicembre dello stesso anno, Cavallo impose il congelamento dei depositi bancari, che impedì ai comuni cittadini di ritirare dalle banche i risparmi, mentre i grandi speculatori nazionali e internazionali avevano ritirato di colpo tutti gli investimenti. Anche le numerose corporation transnazionali, che prima avevano investito in Argentina, improvvisamente ritirarono la valuta e si rifugiarono altrove, lasciando il paese nel caos. Il New York Times scrisse che erano stati prelevati dalle banche "100 milioni di dollari al giorno".(2) <br />Dal gennaio 2001, 30.000 negozi furono costretti a chiudere, e la povertà salì al 49%. Il “Los Angeles Times”, calcolò che l'élite argentina fece sparire 106 miliardi di dollari, nascondendoli nei paradisi fiscali esteri, e 30 miliardi di dollari furono investiti in titoli “intoccabili”, mentre il denaro della classe media veniva gravemente svalutato e congelato. Migliaia di risparmiatori si riversarono davanti alle banche gridando "dateci i nostri soldi". La classe media, improvvisamente, dovette diventare cosciente che il sistema non tutelava i diritti fondamentali, e che i cittadini argentini avrebbero dovuto organizzarsi autonomamente per rimettere in sesto il paese. Milioni di persone del ceto medio rimasero senza nemmeno la possibilità di sfamarsi, e si aggiunsero ai milioni di poveri già presenti nel paese. Per quasi tre anni il popolo argentino protestò con blocchi stradali, scioperi, proteste e occupazioni, e venne quotidianamente represso dalle forze dell'ordine. <br />La sera del 19 dicembre 2001, De La Rua annunciò il crollo, e per tre giorni si ebbero disordini ovunque. Gli argentini chiedevano di riavere il loro denaro, e che fossero perseguiti i responsabili del saccheggio del paese. <br />Le repressioni governative provocarono 40 morti e 2000 feriti, e 40.000 persone vennero arrestate. Il 20 dicembre, la Plaza de Mayo divenne un campo di battaglia, in cui i poliziotti pestavano e sparavano. <br />Il Fmi, pur essendo il maggiore responsabile del collasso argentino, si considerò estraneo al disastro, e spacciò le strategie per saccheggiare il paese come "un programma che poteva essere sostenuto economicamente e politicamente".(3) Le autorità della Bm e del Fmi cambiarono la versione dei fatti, per far apparire che avevano cercato di aiutare il paese ma non vi erano riusciti, nascondendo che proprio le loro "riforme" avevano causato la bancarotta. <br /><br />Ma la crisi argentina non fu soltanto un disastro: molti lavoratori si accorsero che poteva essere un’opportunità per cambiare il sistema, almeno parzialmente. Il popolo si sollevò e cacciò ben tre presidenti (Fernando De la Rua, Federico Ramón Puerta, Adolfo Rodriguez Saà). Si formarono assemblee popolari, sulla base del modello di democrazia diretta, che portarono verso l'autogestione delle fabbriche abbandonate dai proprietari. Oltre 200 fabbriche furono occupate e rimesse in funzione. Gli operai pianificarono la creazione di cooperative, avviando una lotta per l'espropriazione e la statalizzazione delle fabbriche autogestite. <br />L'occupazione della prima fabbrica, la Yaguanè (surgelazione), si ebbe nel 1996, seguì nel 1998 l'Impa (industria di imballaggi e carta di alluminio) e nel 2000, 90 operai metalmeccanici della Gip formarono una cooperativa e presero possesso dell'azienda. Dopo il 2001 si ebbero oltre 1000 industrie fallite, e i lavoratori presero possesso di alcune di esse. Nel 2001 furono autogestite la Zanon (fabbrica di ceramiche) di Neuquen e la Brukman (tessile) di Buenos Aires, che i vecchi proprietari avevano abbandonato. La Zanon e altre fabbriche diventarono un esempio di successo del sistema dell'autogestione. <br />Oggi circa 170 aziende sono gestite da 10.000 operai, che hanno creato un assetto privo di gerarchie. In tal modo molti sprechi sono stati eliminati, in quanto, con il vecchio patronato, almeno il 65-70% dei guadagni costituivano il reddito dei dirigenti e dei proprietari. <br />Per tutelare il nuovo assetto, continuamente minacciato dall’èlite, si è formato il Movimento Nazionale delle Imprese Occupate (Mner), che chiede l'estensione dell'Articolo 17 della Costituzione, che prevede le espropriazioni per "interesse pubblico". Secondo il Mner, anche espropriare un'azienda per creare occupazione significa operare per l'interesse pubblico. <br />I cittadini argentini si sono riappropriati di parte delle risorse del paese, dopo le devastazioni del Fmi. Oltre alle industrie, anche supermercati, miniere, case editrici ecc., abbandonati dai vecchi proprietari, sono stati rilevati dai lavoratori e rimessi in sesto. La lotta per riappropriarsi del proprio paese è anche una lotta per cancellare un passato fatto di ingiustizie e crimini. Racconta Raúl Godoy, segretario del Sindacato Ceramista di Neuquen: "Questa fabbrica (la Zanon) fu inaugurata nell'80, in piena dittatura. E come furono i mondiali, così anche queste grandi inaugurazioni contribuirono a far sì che il silenzio sulle morti, sui sequestri, sulla desaparecion continuasse impunito.... Ed oggi, a un anno dall'occupazione dell'impianto, posso dire con gioia che la fabbrica è inaugurata di nuovo, stavolta dalle Madri di Plaza de Mayo.... ed è una fabbrica nuova, una fabbrica degli operai, e delle Madri."(4) <br /> <br />I lavoratori che autogestiscono le fabbriche, le miniere ecc., hanno l'appoggio di quasi tutta la popolazione, compresi professori universitari e studenti. Per tutti gli argentini si tratta di far rinascere il paese da una devastazione colossale, architettata dall'élite statunitense per saccheggiare il paese. Il futuro dell'Argentina è affidato ai lavoratori, e alla loro capacità di autodeterminarsi. Si può considerare tutto questo come una rivoluzione pacifica, che determina un nuovo modo di intendere il lavoro e la proprietà. I lavoratori argentini, gestendo direttamente le fabbriche, stabilendo regole retributive eque e liberandosi del controllo dei "padroni", hanno generato un assetto realmente democratico. <br />Nel gennaio del 2002, diventò presidente Eduardo Duhalde, che cercò di sganciare il peso argentino dal dollaro, in seguito alla svalutazione del 300% della valuta argentina, che aveva trascinato il paese verso l'iperinflazione. <br />Il 25 maggio del 2003 fu eletto presidente Nestor Kirchner, che iniziò da subito una grande campagna contro la corruzione nell'amministrazione pubblica. Egli promise al popolo di essere disposto a contrastare gli obblighi imposti dal Fmi per difendere i diritti della popolazione argentina. <br /><br />Il caso dell’Argentina è soltanto un esempio di come una crisi possa generare desiderio di libertà e rinuncia all’asservimento. Gli argentini capirono quello che era avvenuto: la responsabilità dei banchieri nel provocare la crisi e nel trarne profitto. <br />Accettare il principio di autorità nel settore finanziario ci ha resi schiavi di un ristretto gruppo di personaggi. Questi personaggi sanno che il loro potere si basa sulla nostra creduloneria, ovvero sulla disponibilità a credere che la moneta sia coniata nell’interesse di tutti, che l'economia abbia "cicli naturali" o che la Borsa dipenda da fattori completamente non prevedibili e non sia controllata da nessuno. <br /><br />In parole semplici, l'accettazione psicologica appare fondamentale per mantenere il sistema, e addirittura le “crisi” possono rafforzare tale accettazione, provocando il vuoto che appare prima di un radicale cambiamento. <br />I banchieri si valgono di esperti in materie psicologiche e sociologiche, e sanno che le crisi sono utili quando una certa quantità di persone comprende la loro truffa e cercano il modo di uscirne. <br /><br />Ovviamente, arriverà prima o poi la crisi definitiva che spazzerà l’attuale sistema di potere, Ma essa non potrà avvenire prima di una totale presa di coscienza delle popolazioni e dell’acquisizione di un forte senso di responsabilità necessario alla libertà.<br />Si dovrà comprendere che ogni “crisi” del sistema è vantaggiosa per i popoli. <br />Il problema è che i popoli temono di creare un sistema che li veda sovrani, perché pensano di dover dipendere dall’esterno e di non essere in grado di reggersi da soli. Se così non fosse non esisterebbe di certo un sistema finanziario basato sul nulla, e controllato da pochi personaggi, che agiscono come una banda di pericolosi gangster. <br /><br />Forse occorre chiedersi come superare la gabbia di massa, che ci imprigiona a tal punto che anche quando le sbarre si allentano gridiamo di paura. Occorre chiedersi in cosa crediamo realmente: se nella libertà che esige responsabilità e rischio, o nell’asservimento, che è dovuto alla paura e al senso di impotenza. <br />Cosa sono le banche per noi? Siamo sicuri di non poter fare a meno dei banchieri attuali? Siamo sicuri che il fallimento delle banche non possa essere un’opportunità per rivoluzionare il sistema finanziario? Certo, questo richiederebbe un impegno e un senso di responsabilità che i popoli non si sono mai assunti prima d’ora (tranne casi sporadici), ma è certo che prima o poi un sistema fondato sulla truffa crollerà. E' dal nostro cambiamento che potrà derivare un cambiamento della realtà, e non saranno certo Berlusconi o Veltroni a dirci come demolire l’attuale regime. <br /><br />I cambiamenti potrebbero essere già iniziati, grazie alla presa di coscienza di alcuni, e saranno irreversibili. Nel mondo molte persone vogliono uscire dal sistema. Questo è reale, anche se non vi verrà detto al telegiornale. <br />Arriverà il momento in cui ci sarà il crollo definitivo, prepariamoci per questo, superando ogni paura e credendo fermamente che il peggio sarà passato proprio nel momento del crollo. <br />Non dobbiamo più cedere il nostro potere ad autorità esterne, perché possiamo essere responsabili del nostro benessere, della nostra felicità e creare un sistema che non sia a servizio del profitto ma del bene collettivo. Possiamo iniziare sin da adesso a non essere più motivati dalla paura. <br />Non bisogna per forza avere uno spirito temerario e rivoluzionario per accogliere con favore le novità, che in apparenza potranno sembrare sgradevoli. Pensiamo a cosa hanno fatto negli ultimi secoli le grandi famiglie stegocratiche: guerre, povertà, fame e sofferenze di vario genere ed entità; due terzi degli abitanti del pianeta costretti a vivere in grave miseria, milioni di lavoratori-schiavi chiusi nelle industrie della Walt Disney, della Nike, della Coca Cola, ecc.; le mafie internazionali che estendono i loro affari sempre più in tutti i settori economici; la disoccupazione e il precariato lavorativo; l’inquinamento che aumenta a causa della resistenza ad applicare le nuove tecnologie energetiche; i sistemi politici sempre più basati sullo spettacolo e sulla corruzione, i media sempre più squallidi e degradanti, ecc. <br />Credete che rimpiangeremo qualcosa? <br /><br /><br />Articolo correlato “Psicologia della Finanza”<br />http://antonellarandazzo.blogspot.com/2007/11/psicologia-della-finanza-parte-i-le.html <br /><br /><br /><br />Copyright © 2008 - all rights reserved.<br /><br />Tutti i diritti sono riservati. Per richiedere la riproduzione dell'articolo scrivere all'indirizzo e-mail giadamd@libero.it<br /><br /><br />NOTE<br /><br />1) Moreau Emile, Memorie di un governatore della Banca di Francia, Cariplo-Laterza, Roma-Bari 1986. www.centrostudimonetari.org <br />2) New York Transfer, 24 Aprile 2002.<br />3) Intervista a Thomas Dawson, responsabile delle relazioni esterne del Fondo Monetario Internazionale. http://italy.indymedia.org/news/2002/08/76632.php <br />4) http://italy.peacelink.org/latina/articles/art_19896.htmlAntonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com25tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-58551549935599274172008-10-26T03:11:00.000-07:002008-10-28T02:02:41.234-07:00LIBERALE IN PUBBLICO, OSCURANTISTA IN PRIVATO - I due volti di Marco Travaglio -Di Antonella Randazzo<br /><br /><br />In questo articolo non si vuole denigrare nessuno, e tanto meno creare un clima di antagonismo. <br />Tuttavia, in seguito ad alcune mail ricevute da un attento e preparato lettore, mi sento in dovere di informare i lettori del blog su ciò che il giornalista Marco Travaglio scrive in privato. Essendo Travaglio un personaggio pubblico, che gode della fiducia di molte persone, credo sia un dovere dare maggiori informazioni su questo personaggio. Ciò risulta importante perché egli sembra essere una sorta di Giano Bifronte, ovvero un personaggio profondamente ambiguo: tanto gentile e liberale in pubblico, quanto scortese e intollerante in privato, specie quando l’interlocutore gli fa notare le sue contraddizioni. <br />Per rispetto della privacy del lettore, lo chiamerò con lo pseudonimo di “Mario Bianchi”. Ovviamente, sono in grado di provare l’esistenza delle mail originali. <br />Tutto prese inizio nel luglio scorso, quando, in seguito alla pubblicazione del mio articolo “Castronerie varie” (http://antonellarandazzo.blogspot.com/2008/07/castronerie-varie.html), Bianchi mi inviò una mail in cui scriveva: <br /><br />Gentile signora<br />ho molto apprezzato e La ringrazio per il Suo articolo pur essendo un costante lettore di Travaglio e condivisore di molte sue denuncie civili e politiche (…) <br />Al piacere di leggerla le invio, unitamente alla mia stima, i piu'cordiali saluti.<br />Mario Bianchi<br /><br />Qualche giorno dopo ricevetti, sempre dallo stesso Bianchi, un'altra mail che diceva:<br /><br />Gentile signora,<br />voglio informarla che in successive corrispondenze con Travaglio a proposito dei Suoi scritti, mi è giunta inaspettata dalla stesso Travaglio la seguente affermazione:<br />“quelli di destra sono contro Israele e a favore dei palestinesi”.<br />Una grande cultura in affari internazionali!<br />I piu'cordiali saluti.<br />Mario Bianchi<br /><br /> Al che risposi: <br /><br />Gentile Mario Bianchi,<br />grazie per l'informazione.<br />Lo scorso anno mi è capitato di sentire con le mie orecchie frasi dette da Travaglio che mostravano davvero parecchia ignoranza circa la situazione palestinese e lo Stato d'Israele.<br />D'altra parte, egli sa bene che non gli sarà richiesto di trattare tali argomenti, specie in modo storicamente corretto.<br />Cordiali saluti<br />Antonella Randazzo<br /><br />Mario Bianchi rispose:<br /><br />Gentile signora,<br />La ringrazio per il riscontro e preciso che la <br />questione è nata da un mio invito a Travaglio di approfondire la politica internazionale invitandolo a leggere per esempio il Suo Blog rammentandogli che il mondo non è fatto di soli processi a Berlusconi. Mi ha risposto che non ha bisogno di tali consigli e che alla questione ci pensa lui che pensa "diametralmente all'opposto della signora Randazzo".<br />Cordiali saluti<br />Mario Bianchi<br /><br />A questo punto, dato che Travaglio aveva fatto un preciso riferimento a me, e che cercava di spacciare le mie denunce per “opinioni”, la questione si faceva alquanto sgradevole. Così risposi al lettore:<br /><br />Gentile Mario Bianchi.<br />se ha modo di parlargli ancora, chieda a Travaglio se evitare di dire verità che un'altra persona dice significa essere "all'opposto" di quella persona o piuttosto essere disposti a scendere a compromessi per continuare a lavorare all'interno di un sistema criminale che esige che non si dica tutta la verità.<br />E' davvero troppo comodo per personaggi del genere dire "non la penso così", quando sanno benissimo il motivo per cui non dicono certe cose. Si chiama corruzione anche questo.<br />Cordiali saluti<br />Antonella Randazzo<br /><br />La risposta fu:<br /><br />Gentile signora,<br />abbiamo chiuso il rapporto epistolare perché l'ho <br />definito estremista di destra e lui si è offeso.<br />Cordialmente.<br /><br />In un momento di rabbia, Mario Bianchi aveva dato a Travaglio dell’ignorante, e quest’ultimo aveva così risposto:<br /><br />“ignorante lo dica a qualcun altro. Israele è un paese democratico, come non lo è nessun paese arabo, e nemmeno la sedicente autorità palestinese, che vota elezioni truccate e poi sfocia immediatamente in guerra civile per bande. la prego, visto il suo tono arrogante, di non disturbarmi mai più sulla mia mail privata. stia bene”.<br /> mt<br /><br />In poche parole, Travaglio ritiene che le autorità israeliane siano superiori agli arabi, che i trucchi elettorali siano prerogativa dei paesi arabi (sarebbero assenti nei paesi “democratici”), e che lo "spirito bellicistico" sia caratteristica degli arabi. Evidentemente ignora persino i noti brogli che hanno permesso l’elezione di Bush junior. Senza contare la possibilità di provare l’esistenza di numerosi trucchi e brogli in molti paesi controllati dagli stegocrati, e di come questi ultimi siano esperti nell'organizzare guerre. <br /><br />Bianchi fece notare che perlomeno egli non era preparato sulla questione mediorientale, al che Travaglio rispose:<br /><br />“sono informatissimo su israele e dintorni, grazie, non dubiti. solo, la penso all'opposto di lei. quando i palestinesi e i paesi arabi raggiungeranno i livelli di democrazia di israele, ci risentiremo, se saremo ancora vivi.<br />stia bene”.<br />mt<br /><br />Il punto è: Travaglio si spaccia per una sorta di paladino dell’informazione e della giustizia, denunciando la disinformazione imperante e la corruzione di politici e imprenditori. Ma la verità è ben diversa: egli è attento soprattutto alla sua immagine pubblica e alla carriera, e cerca appoggi politici, essendo pronto a scendere a compromessi per arrivare ai suoi scopi. Questo spiega perché egli è gentile e sorridente con chi gli fa i complimenti o gli chiede di scrivere la dedica sul suo libro, ma diventa arrogante e maleducato con chi gli chiede conto delle sue "lacune" e contraddizioni.<br />Travaglio è pronto a definire “opinione” il massacro di migliaia di palestinesi, e a chiudere scortesemente ogni comunicazione con chi non è d’accordo con lui. <br />Concludo con una breve lettera aperta a Travaglio:<br /><br />Caro Marco, <br />fino a quando porterai avanti questa sceneggiata? E non dire “sono fatti miei”, se volevi che le persone non si interessassero a quello che dici e non scrivessero alla tua "mail privata", anziché il giornalista avresti dovuto fare l’impiegato o il fruttivendolo. <br />Non avresti di certo guadagnato quello che guadagni oggi, ma almeno avresti salvato la faccia.<br />Migliaia di morti innocenti, donne, vecchi e bambini, sono per te una questione di “opinioni”. E’ davvero troppo comodo appoggiare o cercare di insabbiare i crimini del gruppo dominante e al contempo volersi spacciare per paladino della verità e della giustizia. Questo è semplicemente immorale. Non dimentichiamo che chi non denuncia i crimini diventa complice dei criminali. <br />Pensi di dover continuare ad approfittare del fatto che la TV (dove appari come un giornalista serio, paladino della verità) è seguita da milioni di persone, mentre i siti di informazione indipendente (dove sei smascherato) sono seguiti soltanto da poche migliaia di persone? <br />E’ questa le legge dei media di massa: pochi saranno informati correttamente e moltissimi saranno disinformati. <br />Pensi che durerà in eterno un sistema basato sul crimine e sull’inganno? E pensi che possa essere plausibile far carriera e guadagni occultando la verità del sistema? Nel tuo caso, rispetto ai giornalisti di regime come Bruno Vespa, le cose sono assai più gravi perché tu, come Grillo, cerchi di ingannare chi ha capito cos’è realmente il sistema attuale. E non si tratta di gridare “al complotto” o di aver manie di persecuzione. Se ti prendi la briga di leggere qualche articolo dei grandi scrittori e giornalisti indipendenti, come ad esempio John Pilger o William Blum, potrai capire che a questo mondo non esistono soltanto i reati commessi da Berlusconi & C. ma c’è molto di più. Non basta dire: "non sono ignorante sul Medio Oriente", occorre provarlo nei fatti. Se non sbaglio proprio tu hai denunciato allarmato la "scomparsa dei fatti". Alludevi anche a te stesso?<br />Informati prima di informare, altrimenti la tua informazione sarà gravemente lacunosa.<br />Cordialmente<br />Antonella Randazzo<br /><br /><br /><br /><br />Copyright © 2008 - all rights reserved.<br /><br />Tutti i diritti sono riservati. Per richiedere la riproduzione dell'articolo scrivere all'indirizzo e-mail giadamd@libero.itAntonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com31tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-29824244788905305452008-10-18T11:35:00.000-07:002008-10-18T12:36:32.944-07:00LA DISEDUCAZIONE CIVILE - PARTE PRIMA - Il ritorno emotivo alle caverneDi Antonella Randazzo<br /><br /><br />Come molti sanno, il gruppo egemone attuale non basa il suo potere soltanto sul controllo economico, politico e finanziario, ma anche sul creare una realtà gravemente involuta, che mette in crisi il necessario rispetto fra gli esseri umani e il senso civico. Si tratta di creare un clima di “diseducazione civile”, in cui prevalga l’insulto sul dialogo, il pettegolezzo sull’informazione e l’insinuazione sulla verità.<br />I metodi per creare tale realtà sono tanti. Ad esempio, da alcuni anni è stata promossa una politica-spettacolo, basata non su giudizi sensati o analisi dei contenuti, ma sull’impeto a denigrare o esaltare i candidati e a catturare emotivamente. Questo è reso possibile dal controllo sui mass media, che fungono da canali primari per diffondere e far accettare questi metodi. Come osserva l’ex redattore del New Yorker James Wolcott: “Il metodo di Fox News e dei conservatori consiste non tanto nell’affermazione delle proprie ragioni, quanto nell’infangare entrambi i contendenti, un pareggio equivale ad una vittoria perché impedisce anche all’avversario di vincere”. <br />In tal modo si crea una realtà di degrado, in cui tutti sono additati come avidi, traditori, in malafede, falsi, ecc. Si incoraggia un’immagine meschina degli esseri umani, come se non potesse esistere sincerità, onestà o integrità. I candidati politici degli attuali partiti hanno anche la funzione di propagandare questa immagine della realtà umana e della politica. Infatti, tutti i politici promettono “cambiamenti” ma poi tutto rimane come prima (o peggiora), e i cittadini si ricorderanno del fango che durante la campagna elettorale si gettavano gli uni contro gli altri, e si convinceranno che non possa esistere una realtà diversa da quella. <br /> L’effetto sarà quello di scoraggiare il senso di rispetto e di provocare disillusione, frustrazione e alienazione, in un contesto in cui mancheranno le minime regole atte a creare un giusto assetto politico e civile. <br /><br />Uno dei casi più eclatanti di diseducazione civile è stato quello dell’enorme propaganda che si ebbe riguardo al tradimento sessuale di Bill Clinton, a cui i mass media statunitensi dettero così tanto risalto da creare appositi canali monotematici, come quello titolato “tutto su Monica giorno e notte”.<br />Osserviamo che Clinton non fu messo mai alla gogna per i reali crimini commessi, ma per un fatto sessuale privato, che avrebbe dovuto interessare soltanto alla moglie. Potendo formulare l'accusa di spergiuro, Clinton è stato indotto a rispondere a domande molto personali, a cui, per evidenti motivi, egli non poteva rispondere con sincerità. Aveva tutto il diritto di sottrarsi a tali domande, poiché non riguardavano i suoi compiti da presidente, ma soltanto la sua vita privata, eppure fu sollevato un caso giudiziario clamoroso, e i media si dettero molto da fare per gonfiarlo oltre misura. Questo è un segno di diseducazione civile molto grave, che induce a credere che sia legittimo processare un personaggio politico non già per le vite umane che ha spezzato ma perché ha negato pubblicamente un tradimento sessuale. <br />Dobbiamo ricordare che all'epoca anche tutti i nostri giornali fecero a gara per dare notizie sulla Lewinsky, trascurando notizie assai più serie e importanti.<br />Le notizie "trash", essendo date anche da giornali considerati affidabili e seri, e occupando anche in questi pagine principali, generano confusione su ciò che dovrebbe essere la vera informazione rispetto alla spazzatura mediatica. <br /><br />Il metodo dello scandalo sessuale è stato utilizzato parecchie volte dal gruppo dominante statunitense per mettere fuori gioco personaggi ritenuti “pericolosi” o per intimidire. Persino Martin Luther King fu spiato a lungo, fino a quando riuscirono a documentare un suo tradimento sessuale. Lo scandalo non scoppiò, evidentemente perché il personaggio era considerato talmente “pericoloso” da indurre a pianificare un ben altro trattamento. All’epoca, fu lo stesso direttore dell’Fbi, il famigerato Edgard Hoover a custodire un nastro che documentava il tradimento sessuale del leader nero. Il fatto fu reso noto soltanto venti anni dopo (la registrazione risaliva al 1964), all’interno di un’inchiesta che documentava tutte le “campagne” fatte contro Martin Luther King.<br />Il metodo è sostanzialmente quello di controllare la persona per trovare qualcosa che possa consentire di tenerla in pugno, in modo tale da condizionare il suo comportamento. Qualora non vi si riuscisse o si considerasse il personaggio troppo nocivo per il sistema, si ricorrerà ad altre tecniche o, in alcuni casi, all’eliminazione fisica. <br /><br />Da recente la vittima è stata l’ex governatore dello Stato di New York Eliot Spitzer, che è stato controllato a lungo e infine identificato come frequentatore di una squillo.<br />Da tempo Spitzer era un personaggio alquanto scomodo per il potere dell’èlite. Egli aveva addirittura trascinato in tribunale, nel 2003, l’allora presidente della Borsa di New York, Richard Grasso, accusandolo di aver preso denaro non dovuto da un “Comitato retribuzioni della Borsa di New York”, capeggiato dagli stegocrati di Wall Street. Nel 2005, Spitzer farà altre battaglie legali contro i vertici di Merrill Lynch, i mutual fund, e diverse grandi società assicurative. Indagherà anche sul Carlyle Group e su altre grandi banche, come il Credit Suisse First Boston, Deutsche Bank, Goldman Sachs, J.P. Morgan e Lehman Brothers. Con le sue indagini, Spizter fece emergere che il sistema finanziario aveva caratteristiche "fondamentalmente corrotte" e chiedeva urgenti "riforme strutturali". Le banche Merrill Lynch e Citigroup furono condannate al pagamento di multe per 400 milioni di dollari (avevano fatto profitti illeciti per oltre 15 miliardi di dollari).<br />Grasso cercherà di vendicarsi accusando pubblicamente Spitzer di “voler fare la campagna elettorale sulla sua pelle”, ma Spitzer riuscirà comunque a vincere le elezioni nel 2006. Gli stegocrati però avevano un asso nella manica nell’utilizzo dello scandalo sessuale.<br />Quando i media dettero la notizia dello “scandalo” non misero in evidenza le indagini di Spitzer fatte negli anni precedenti, risultate indigeste ai banchieri. Soltanto fonti non ufficiali (ovvero non controllate dai banchieri) diranno che il Governatore era stato volutamente allontanato dalla politica perché era diventato un’evidente minaccia al sistema economico e finanziario e perché aveva trovato prove che collegavano l'attentato alle Torri Gemelle agli ambienti economici statunitensi di alto livello. <br />In sintesi, gli scandali sessuali sortiscono l’effetto voluto e dunque risultano utili a proteggere il sistema. Essi nascondono dietro il facile moralismo intrallazzi e crimini ben più gravi. <br />Senza dubbio, non è un comportamento moralmente irreprensibile tradire la moglie o andare a prostitute, tuttavia, occorre mettere in chiaro che, nonostante le critiche che si possono sollevare, tali comportamenti non sono gravi quanto impoverire i popoli, massacrare bambini, organizzare guerre, torturare o far morire di fame milioni di persone. <br />Dunque, occorrerebbe capire che sollevare questioni morali per creare uno scandalo e mettere fuori scena chi sta facendo qualcosa per smascherare i criminali, è comunque inaccettabile. Mettendo in piazza i fatti sessuali dei politici, si distoglie l’attenzione da cose ben più gravi, oppure si mette fuori gioco un avversario o un personaggio che cerca di sfuggire alle regole di regime. <br />I cittadini dovrebbero cercare di capire quando lo scandalo è creato apposta per spodestare chi sta sollevando gli altarini al gruppo di potere, e anziché unirsi al coro che solleva il chiacchiericcio, dovrebbero identificare i veri motivi del fatto. Ovvero occorre andare oltre la cultura di massa e saper vedere quello che i media cercano di nascondere. Ciò risulta difficile perché richiede impegno.<br /><br />Anche i media italiani spesso danno notizie piccanti per distrarre i cittadini, dirottando l’attenzione su particolari non pericolosi per il sistema. Ad esempio, di tanto in tanto sentiamo notizie sulle performance sessuali di Berlusconi, e c’è stato anche il caso della lettera accorata della consorte. Queste notizie vengono enfatizzate dai più importanti quotidiani, come fossero informazioni, facendo capire che i media sono diventati spettacolo, intrattenimento, pettegolezzo di provincia, più che seria informazione. <br />L’attuale governo è un esempio lampante di grave diseducazione civile. In esso si trovano soggetti che fanno del “format” di bassa lega la loro specialità. Ad esempio, c’è la ministra che di fronte alle proteste ragionevoli contro i tagli alla scuola, già duramente provata, risponde “stanno facendo uso politico della scuola”. I “cattivi”, anziché i ministri corrotti, diventano gli insegnanti scolastici e tutti quelli che protestano e chiedono il rispetto dei diritti. <br />Le frasi fatte, le etichette, l’esibizione televisiva sguaiata, il gesto provocante e molte altre cose, fanno parte del piano per involvere la società, in modo tale che essa diventi insensibile, ignorante e sorda ai suoi stessi diritti. <br />L'insinuazione, la frase maliziosa e altri modi di comunicare che potrebbero andar bene al bar dell'angolo in una chiacchierata fra avventori, assurgono a notizia, assumendo la dignità di "informazione". Con tutto ciò che ne deriva in termini di confusione fra ciò che è importante sapere e ciò che, invece, disinforma e diseduca. <br />Creare beghe su contenuti di poco conto, distrae l’attenzione da quei contenuti pericolosi per il sistema, e induce a rimanere agli aspetti viscerali dell’esistenza. <br />Inoltre, potenziare la politica come pettegolezzo o spettacolo serve a creare realtà paradossali, in cui gli interessi di tutti cadono nell’oblio a favore di eventi piccanti, tradimenti o fatti privati che nulla c’entrano con le mansioni politiche.<br /><br />Il metodo dell’attacco personale è oggi promosso dal sistema in ogni campo. Ad esempio, quando numerosi cittadini statunitensi sollevarono la questione dell’illegittimità della loro tassa sul reddito (istituita dai banchieri nel 1913 e imposta senza alcuna legge perché anticostituzionale), le autorità iniziarono a calunniare e ad insultare le persone che chiedevano di vedere la legge che li obbligava a pagare la tassa. <br />Non sapendo come giustificarsi, le autorità utilizzarono metodi diffamatori e involuti, che miravano a screditare e intimidire la persona, in modo tale che essa fosse indotta ad abbandonare la battaglia o ad abbassare la sua autostima. Coloro che sollevavano la questione si videro attaccare etichette come “tassifascisti” o “fanatici”, che dovevano servire a spostare l’attenzione sul “carattere” delle persone per sottrarla alla vera questione. Facendo diventare la questione “emotiva”, ossia basata su comportamenti assurdi, come colpire l’individuo, ci si voleva sottrarre dall’affrontare la questione razionalmente. <br /><br />Questi stessi metodi vengono utilizzati contro tutti coloro che sollevano questioni pericolose per il regime. Ad esempio, l’attore Charlie Sheen, nel 2006, in televisione disse che la versione ufficiale sull’11 settembre era assurda e andava rivista attraverso una commissione realmente indipendente. L’attore era preparato sul fatto che sarebbero state adottate tecniche per infamarlo, piuttosto che rispondere razionalmente ai dubbi sollevati, e disse: “amo il mio paese e i miei figli così tanto da fare questo”. Da lì a poco i media iniziarono a riportare notizie che lo mettevano in cattiva luce, e sembrava quasi che ogni fatto negativo fosse dovuto a lui. Egli fu etichettato come “clown” e accusato di essere arrogante. Per timore delle persecuzioni molti personaggi noti (attori, politici o giornalisti) non sollevano dubbi persino su questioni importanti come le guerre e il terrorismo. <br />Il problema è che molte persone comuni non sono coscienti dell’uso diseducativo e disinformativo dei media e di come le questioni importanti possano essere insabbiate o non adeguatamente considerate attraverso tecniche e metodi praticati ampiamente. Tale “ignoranza” rende questi metodi efficaci, e trasforma una persona coraggiosa e onesta in una vittima del sistema mediatico. Questo funge da deterrente per coloro che vorrebbero denunciare i crimini delle autorità. <br /><br />L’uso delle parole come etichette è molto efficace per impedire ulteriori approfondimenti o per denigrare una persona o un gruppo. Ad esempio i prefissi “anti” o “contro” creano un senso di negatività e dunque vengono utilizzati spesso per indicare persone o gruppi che cercano di far emergere i crimini del sistema. Troviamo la parola “antiamericano”, “controinformazione”, “antiglobalizzazione”,<br /><br />Le etichette servono anche a dare l’impressione di aver capito tutto e di non aver bisogno di approfondire. Le parole usate come etichette hanno un potere propagandistico enorme, e possono infamare senza dire nulla della vittima. Osservano gli studiosi Anthony R. Pratkanis e Elliot Aronson: “Le parole e le etichette che usiamo giungono a definire e a creare il nostro mondo sociale. Questa definizione della realtà dirige i nostri pensieri, i nostri sentimenti e la nostra immaginazione, e in tal modo influenza il nostro comportamento”.(1) <br /><br />Secondo molti esperti, una tecnica di persuasione efficace è quella di far circolare e far ripetere dai media falsità sull’avversario. Talvolta si tratta di accuse fatte con la “tecnica proiettiva”, cioè si accusa l’altro di cose che in realtà riguardano il proprio candidato. Ad esempio, durante l’ultima campagna di Bush junior, gli operatori cercavano di far apparire John Kerry come poco propenso a combattere per il proprio paese, mentre di fatto era Bush ad aver evitato persino il servizio militare. <br />Un altro esempio di “tecnica proiettiva” è l’accusa fatta all’Iran di voler scatenare una guerra nucleare, mentre in realtà sono le autorità dello Stato d’Israele, sostenute da Washington, a preparare una guerra nucleare, aggiungendo al loro già cospicuo arsenale altre testate nucleari. Si accusa colui che si vuole mettere fuori gioco di voler fare quello che nei fatti è progettato da chi accusa. <br />Anche nella politica “spicciola” si può ricorrere all’accusa proiettiva, lanciando accuse che in realtà riguardano l’accusatore.<br />Chi ha maggiore potere mediatico ha più potere di infamare o mettere in cattiva luce chi ne ha meno o non ne ha. Questo spiega perché i gruppi minoritari o dissidenti, come le associazioni per i diritti umani o i no-global appaiono negativamente a chi non ha approfondito le questioni trattate da queste persone, mentre le “forze dell’ordine” o le autorità che si sono macchiate di delitti come la repressione e la partecipazione a guerre in paesi esteri appaiono come autorevoli. <br />Oggi non esistono media di massa che possano esprimere il punto di vista della dissidenza o di chi contrasta l’attuale sistema denunciandone i crimini. Da ciò si può inferire chi mediaticamente apparirà migliore e chi peggiore, a prescindere dai reali crimini o meriti. <br />In altre parole, anche se c’è la libertà di stampa o di opinione, se uno ha il controllo delle reti televisive e il possesso di molti giornali e l’altro non ha nulla, la libertà va a vantaggio soltanto di chi ha potere mediatico, e l’altro, di fatto, è come se non l’avesse.<br />I mass media potrebbero essere utilizzati in modo positivo, ad esempio proponendo modelli prosociali e costruttivi, ma ciò oggi non può avvenire perché questo non è conveniente a chi detiene il potere. Un sistema fondato sulla guerra e sulla sopraffazione non può insegnare empatia, solidarietà e condivisione ma potenzierà la violenza e i modelli antisociali per impedire empatia e fiducia nella soluzione pacifica dei conflitti. Attraverso i programmi televisivi si potenzia il razzismo, l’aggressività e la diffidenza sociale. <br /><br />Un altro metodo per infamare le persone è quello di attribuire loro caratteristiche del sistema stesso, come la “censura”, la disinformazione, la faziosità o l’avidità. I gatekeepers del sistema talvolta creano confusione fra “moderazione” e “censura” facendo apparire la prima uguale alla seconda. Ma la differenza fra i due concetti è molto netta: mentre la moderazione serve a tenere “pulito” il sito dalla spazzatura degli insulti o di post non pertinenti, la censura ha lo scopo di tenere nascosti alcuni argomenti scottanti che il sistema ha interesse a non trattare. Ad esempio, sui siti di Grillo e di Travaglio vengono censurati argomenti come il Signoraggio o i crimini dello Stato d’Israele, che non saranno mai esclusi dai blog indipendenti, pur moderati. In altre parole, la censura si riconosce perché colpisce i contenuti non graditi al gruppo di potere. La moderazione serve a proteggere il sito ( o blog) mentre la censura serve a proteggere il sistema. Confondere i due concetti è tipico del gatekeeper, pagato per farlo e per mettere tutti nello stesso calderone, al fine di nascondere la pesante censura attuata dal gruppo di potere. <br /><br />Nel sistema attuale chi pensa con la sua testa viene accusato proiettivamente di essere “ideologizzato”, o di “fare politica”, di essere “fazioso” o di essere pagato da qualcuno. Spiega la scrittrice Viviane Forrester: “Non esiste attività più sovversiva. Più temuta… più diffamata (del solo fatto) di pensare… Da qui la lotta insidiosa, sempre più efficace, condotta oggi, come mai prima, contro il pensiero. Contro la capacità di pensare”.(2) <br /><br />Un altro modo per screditare contenuti pericolosi per il sistema o per tentare di svalutare ciò che viene detto in maniera del tutto indipendente e sganciata dal potere, è quello di lasciare commenti su video pubblicati su YouTube o su siti che ospitano tali contenuti. Di solito questi commenti si riconoscono perché puntano a destabilizzare con mezzi emotivi, senza porre una seria critica. <br />Ad esempio queste persone di solito scrivono: “Questa persona è un ciarlatano”, senza spiegare perché, oppure accusano la persona in questione delle stesse cose che essa sta denunciano. Se sta denunciando la massoneria viene accusata di essere un massone, se sta denunciando i media disonesti viene accusata di essere un disinformatore, se sta denunciado la censura viene accusata di censurare, se sta denunciando guadagni illeciti viene accusata di essere pagato da qualcuno, ecc.<br />Ovviamente, le accuse non vengono supportate da fatti, analisi o critiche sensate, ed è questo che caratterizza il “franco tiratore”, che ha il compito di sminuire, deridere e screditare le verità che circolano su Internet. <br />Ciò è reso possibile dall’anonimato e dal “gioco” delle identità multiple che Internet offre. Infatti, potersi registrare con uno pseudonimo o un nome falso e poter acquisire molte identità permette di agire in modo sgradevole, ambiguo o fuorviante, fino a creare confusione ed impedire che emerga la verità su ciò che si sta discutendo. <br />Certamente, non tutti i commenti emotivi e insensati sono fatti da coloro che sono assoldati dal regime, ma soltanto una parte. Questa attenzione a screditare ciò che circola su Internet contro il sistema non appare strana se si pensa a quanto, coloro che dominano oggi, siano interessati a controllare la mente dei cittadini, e a quanto spendono per tenere fuori dalla portata della maggior parte delle persone alcune conoscenze. <br />I commenti infamanti dei gatekeepers potrebbero apparire “normali” perché siamo abituati dalla “cultura” di massa a comportamenti irrazionali, emotivi e insensati. <br />In un certo senso anche Internet esprime la forza impari fra chi ha potere e chi non ce l’ha. Infatti, nei media di regime non è possibile interagire e lasciare critiche e commenti, mentre su Internet, unico luogo in cui i cittadini comuni possono scrivere, il regime può scrivere attraverso i suoi “scagnozzi” denigrando e disprezzando in modo disonesto chi cerca soltanto di far emergere la verità non detta dai media di massa. <br />Lo scopo principale è quello di isolare chi sta esibendo libertà di pensiero, per evitare che gli altri facciano lo stesso, facendo crollare un sistema che si basa sulla “massificazione” ovvero sulla incapacità di pensare con la propria testa. <br />Come accade spesso anche nei media, queste persone intendono seminare sospetti, divisioni e diffidenza verso coloro che hanno l’unico intento di prendere le distanze da un sistema criminale, e di acquisire forza per migliorare se stessi. <br />Chi vuole infamare utilizzando metodi truffaldini di solito fa ricorso alla drammatizzazione, comportandosi come se egli avesse notizie importanti sulla sua vittima. Egli farà leva sul fatto che nell’attuale società di massa le persone sono abituate a questi metodi e di solito cadono nei tranelli poiché non cadervi significherebbe essere liberi dal condizionamento mediatico e cercare di ragionare in modo autonomo e verificare direttamente, senza utilizzare etichette o credere a facili insinuazioni. <br />Chi è integro e onesto nel valutare persone ed eventi dovrebbe, di fronte a tali casi, chiedersi: “come mai viene sollevato tutto questo polverone contro questa persona?”, “Qual’è il motivo per cui questa persona può risultare ‘scomoda?”, “Chi ha interesse a che questa persona venga messa in cattiva luce?”, “le accuse sono reali o costruite "ad oc"?<br /><br />Un altro modo per controllare e impedire il libero pensiero è quello di porre fazioni, allo scopo di stimolare una scelta che condizionerà dogmaticamente il pensiero o il comportamento. Ci viene detto dai media di regime che non esistono più ideologie, ma al contempo veniamo spinti a patteggiare o a schierarci per l’uno e per l’altro. In tal modo molti sono indotti a fare scelte irrazionali, ad esempio, se è di destra non aderisce alle iniziative promosse dalla sinistra, e viceversa. Lo scopo è quello di seminare irrazionali divisioni, anche su importanti aspetti che sarebbero vantaggiosi per tutti. E’ sufficiente dire che un’iniziativa o una battaglia è “di destra” per allontanare quelli che si professano “di sinistra”, e viceversa, senza riflettere autonomamente su ciò che si sta proponendo per decidere razionalmente anziché condizionati dagli schieramenti. <br /><br />Ormai molto spazio nei telegiornali viene dedicato proprio alle interviste ai politici, e pochissimo alle vere questioni che sarebbero da trattare. Le questioni vengono poste in termini “La sinistra dice questo e la destra ribatte quest’altro” come se nella realtà non potesse esistere un percorso favorevole a tutti e si dovesse stornare l’attenzione sui contrasti piuttosto che sui percorsi che potrebbero migliorare il paese. Ad esempio, ormai molti si sono accorti del potere concesso dalle banche di determinare sviluppo o involuzione economica, e che una questione importante per la crescita economica è l’approvvigionamento di energia. Dunque, i veri politici dovrebbero discutere il modo per rivoluzionare il settore finanziario e cercare nuove fonti di energia rinnovabile e a basso costo. Se gli attuali politici non lo fanno è perché essi sono a servizio dei banchieri e dei grandi gruppi petroliferi ed economici, che perderebbero potere se si dovessero mettere in discussione gli attuali parametri finanziari ed energetici. Di conseguenza, vengono utilizzate tecniche incivili per confondere i cittadini, e per far credere che la politica è un settore “sporco”, in cui non ci sono altro che beghe, intrallazzi, calunnie, cattiverie e polemiche. <br /><br />A questo proposito si parla di "ideologia della notizia" ad intendere "una caratteristica talmente pervasiva della comunicazione da travolgere anche la distinzione tra stampa popolare e stampa di qualità".(3) <br />Un meccanismo tipico dell'ideologia della notizia è la "dittatura del desk", ovvero uno stampo rigido precostituito che fornisce la base tecnica ed espressiva adottata dai giornalisti. La dittatura del desk nasce per esigenze propagandistiche e commerciali, le quali impongono la produzione di un effetto, che può andare dal convincere lo spettatore che un determinato paese o personaggio è "nemico", al persuadere che oggetti tecnologici nuovi siano affascinanti e necessari. Nell'ideologia della notizia c'è l'esigenza di condizionare lo spettatore, di esercitare su di lui una pressione emotiva forte, efficace, in modo tale che egli apprenda dall'esterno ciò che deve ritenere riguardo ad un fatto o ad un crimine. Per ottenere tali risultati si può anche fare uso di "Gatekeeping", ovvero di alcuni criteri e logiche che avvantaggeranno una notizia e ne faranno occultare un'altra. <br />I Gatekeeping escludono ciò che potrebbe svelare aspetti sgradevoli del sistema o mettere in cattiva luce il sistema partitico o di potere, su cui si basa l'attuale regime. In tale contesto, ovviamente passa in secondo piano l'esigenza di informare correttamente o di dare notizie su fatti realmente importanti, per questo motivo oggi l'informazione non può dirsi tale. Addirittura non ci sarebbe più bisogno degli inviati, come spiega il giornalista Enrico Morresi:<br />"Molto spesso i corrispondenti o gli inviati si autocensurano per poter continuare a lavorare in condizioni difficili... La rinuncia all'inviato (o al corrispondente) non è mai senza conseguenze, in quanto sposta il punto di equilibrio dalla parte del desk, lasciando prevalere il gioco di specchi in cui la redazione spesso si rinchiude e impedendo di spezzare il cerchio delle idee preconcette".(4) <br /><br />Grazie a queste caratteristiche il giornalismo attuale è un "guardiano del potere", ovvero sostiene il potere nel non far trapelare verità scomode e utilizza tecniche per impedire una vera presa di coscienza dei cittadini sulla realtà finanziaria, politica, economica e mediatica. Si cerca persino di addolcire tutto questo facendo diventare l'informazione uno spettacolo attraente, emozionante oppure raccapricciante, ma comunque sempre emotivamente "forte", e quanto possibile spettacolare. Gli obbiettivi principali sono la disinformazione, la distrazione e il condizionamento necessario ad integrarsi nel sistema. Spiega il giornalista Ignacio Ramonet: (Il telegiornale) "è strutturato per distrarre, non per informare... la successione di notizie brevi e frammentate ha un duplice effetto di sovrinformazione e di disinformazione: troppe notizie e troppo brevi... pensare di informarsi senza sforzo è un'illusione vicina al mito della pubblicità più che all'impegno civico".(5) <br /><br />Oltre ad infamare, per mantenere il sistema occorre “vendere” paura, e dunque esistono anche i venditori di paura, ovvero coloro che vedono il futuro catastrofico, denso di problemi, e non propongono nulla per uscire da tale situazione, come se la catastrofe fosse inevitabile e non vi fossero precisi responsabili. Attraverso la paura si produce affezione al sistema, facendo credere che le attuali autorità vogliano proteggere la popolazione. <br />La paura serve anche a farci sentire insicuri e diffidenti, fino ad arrivare a credere che il nostro prossimo è un nemico, soltanto perché professa un’altra religione o ha un altro colore di pelle. Presentare, attraverso i media, gli immigrati come assassini, stupratori e ladri significa creare un “Far West”, in cui tutti sono nemici di tutti, senza capire le cause dell’immigrazione né le motivazioni che spingono le nostre autorità a farci diventare razzisti. <br />Altri metodi di involuzione civile sono quelli che fanno leva sul senso di colpa. Si fa credere che i disastri politici, ecologici o finanziari siano responsabilità di tutti, mentre invece sono stati creati dal gruppo di potere, e la sola responsabilità dei popoli è quella di ignorare ciò e credere di non poter abbattere il potere iniquo attuale. <br />Il sistema punta a suscitare reazioni emotive anche attraverso la proiezione di colpe derivanti dalla gestione criminale del potere. I media, spesso in modo indiretto, tendono a colpevolizzare tutti, ad esempio con titoli come “gli italiani sono ultimi in Europa”, “Italia fanalino di coda in Europa, “La Ue accusa l’Italia…”.<br />Ci vengono date notizie sullo stato di inquinamento, di degrado e di involuzione economica, come se tutto ciò fosse di esclusiva responsabilità degli italiani. Ovviamente, questa propaganda non dice che il nostro paese è occupato militarmente dalla potenza egemone, ed è costretto ad un graduale impoverimento dal potere di un gruppo di banchieri, che impongono il riconoscimento di un valore a pezzi di carta su cui stampano simboli e cifre. Non viene detto che i personaggi che popolano i mass media sono sottomessi al sistema, e mistificano la realtà facendoci credere che i nostri aguzzini siano personaggi rispettabili. Non viene detto che per anni il nostro paese ha avuto industrie che hanno prodotto un grave degrado ambientale e che oggi sono andate via senza risanare l’ambiente e senza dare un adeguato risarcimento alle vittime. <br />Il metodo del senso di colpa fa credere che i guai di un paese dipendano esclusivamente dall’operato dei suoi cittadini, insabbiando il potere di un gruppo di persone che in virtù del loro livello di ricchezza hanno prodotto problemi la cui responsabilità si cerca di attribuire ad altri. <br />Avendo raggiunto un alto potere di controllo politico e dei media, gli stegocrati fanno in modo che non appaiano le loro responsabilità per i crimini commessi. <br />I problemi da loro creati appaiono senza alcun responsabile, oppure sembra che la responsabilità debba essere di tutti. I media talvolta parlano dei problemi ambientali come dovuti alla "responsabilità dell'essere umano". Ma in realtà nessuno di noi ha scelto liberamente di creare un sistema basato quasi esclusivamente sulle energie inquinanti e nessuno di noi ha mai creato industrie chimiche altamente inquinanti e mortifere. Allora chi è stato? I media faranno in modo che tutti si sentano responsabili e intimamente in colpa per ciò che di negativo succede, e i veri responsabili vengono tenuti nascosti. <br />I nostri stessi carnefici, attraverso i media cercano di abbassare l’autostima degli italiani, potenziando il senso di impotenza. Osservano Anthony R. Pratkanis e Elliot Aronson: “Una volta sopraffatti dalla colpa, i nostri pensieri e il nostro comportamento sono finalizzati a sbarazzarci di tale sentimento. Il risultato finale è, nel caso migliore, la manipolazione del nostro comportamento e, nel caso peggiore, un danno permanente alla stima che abbiamo per noi stessi o persino la perdita della nostra libertà”.(6) <br /><br />La diseducazione civile e le diverse tecniche di spettacolarizzazione della sofferenza mirano a generare cinismo e indifferenza. <br />La pseudo-cultura di massa ha interesse ad alimentare cinismo e indifferenza verso la sofferenza. Quando c’è frustrazione e rabbia, dovute ai molteplici aspetti iniqui del sistema, i media fanno in modo che siano indirizzate irrazionalmente verso i più deboli (poveri, Rom, immigrati, ecc.), che non hanno potere politico e mediatico per potersi difendere.<br />Dato che l’attuale gruppo al potere vuole produrre un certo grado di sofferenza e paura, si cura anche di indicare i capri espiatori contro i quali si avventeranno le loro vittime. Per creare tale realtà occorre produrre degrado morale, ignoranza e lontananza fra i popoli, che in tal modo non si percepiranno come simili, ma come potenziali nemici. Paradossalmente, le vittime del sistema vengono dirette le une contro le altre, tenendo ben nascoste le ragioni delle ingiustizie e i loro responsabili. <br />Il contesto mediatico produce dunque non soltanto paura, ma anche razzismo e talvolta indifferenza e cinismo. <br />Molti studiosi hanno accertato che in casi di sovraesposizione informativa o in cui le informazioni date stimolano l'accettazione di fatti criminali assai gravi, le persone, per salvaguardare l'equilibrio psichico, iniziano ad alimentare l'indifferenza e talvolta anche il cinismo. Osserva la scrittrice Viviane Forrester: <br />"L'indifferenza è feroce. Costituisce il partito più attivo, senza dubbio il più potente... è, in verità, l'indifferenza che consente le adesioni massicce a certi regimi; se ne conoscono le conseguenze... Disattenzione... Disinteresse, mancanza di osservazione ottenuti senza dubbio attraverso strategie silenziose, tenaci, che lentamente hanno insinuato i loro cavalli di Troia e hanno saputo talmente bene fondarsi su ciò che diffondono - la mancanza di qualsiasi vigilanza -... Talmente efficaci che i paesaggi politici, economici hanno potuto cambiare pelle sotto gli occhi di tutti senza aver risvegliato l'attenzione, meno ancora l'inquietudine... Il nuovo schema planetario ha potuto invadere e dominare le nostre vite senza essere preso in considerazione, se non dalle potenze economiche che l'hanno voluto... Il senso stesso di qualsiasi protesta è stato svuotato... la nostra passività ci lascia prigionieri nelle maglie di una rete politica che copre il paesaggio planetario per intero".(7) <br /><br />Oppure si erge la sofferenza a spettacolo. I vissuti emotivi delle persone diventano spettacolo, la donna che deve abortire perché non ha un lavoro, l'uomo sulla sedia a rotelle, il malato terminale, la donna che subisce violenza, ecc. diventano personaggi televisivi, facendo così raggiungere due importanti obiettivi a chi controlla la Tv: risparmiare il denaro che i professionisti della televisione chiederebbero e attrarre emotivamente il pubblico. Inoltre, portare in Tv il disoccupato o il precario serve a far dimenticare che le istituzioni esistono per proteggere i diritti dei cittadini, e non dovrebbe essere necessario andare in Tv per suscitare compassione allo scopo di essere aiutati. <br />Usurpare il potere delle istituzioni pubbliche significa anche questo: far apparire i diritti dei cittadini come “optional”, e fare in modo che essi vadano a piangere disperati in TV, piuttosto che rivendicarli con la giusta protesta e ribellione. <br />Fanno parte della diseducazione civile anche quelle trasmissioni televisive che mirano a seminare dubbi e a non informare correttamente. Ad esempio, programmi Rai come “Cominciamo bene” o “L’Italia sul due” spesso trattano argomenti come la contraffazione alimentare o il caro vita. Tuttavia, le questioni vengono trattate in modo non corretto: ad esempio viene formulata la domanda “I cibi che compriamo sono genuini?” ponendo la questione in modo “aperto”. In altre parole, non si fa capire che almeno l’80% degli alimenti venduti nei supermercati contiene sostanze potenzialmente nocive, e si lascia nel dubbio per evitare che le persone capiscano come stanno veramente le cose. In queste trasmissioni non appare mai nessun responsabile dei problemi, e sembra che anche la realtà più paradossale debba essere considerata ambivalente e, tutto sommato, da accettare. Questo accade perché i nostri media non sono a servizio dei cittadini, ma hanno la funzione di proteggere il sistema e di tutelare gli interessi delle grandi corporation e delle banche.<br />(CONTINUA – PARTE SECONDA)<br /><br />Copyright © 2008 - all rights reserved.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-38766667072998363852008-10-18T11:05:00.000-07:002008-10-18T13:08:28.627-07:00LA DISEDUCAZIONE CIVILE - PARTE SECONDA - Giornalisti e regime -Di Antonella Randazzo<br /><br />Negli ultimi anni, sull'onda dell'informazione-spettacolo, si è tentato di svilire lo stesso giornalismo, organizzando momenti di litigio e beghe di vario genere, in cui i personaggi appaiono in preda all'ira o presi dal più vanaglorioso egocentrismo. Racconta il giornalista e scrittore Paolo Murialdi: "(Negli anni Novanta) In un giornalismo già contrassegnato dal nervosismo, gli scontri... assumono un linguaggio e toni esasperati. Un campionario di vocianti che sbraitano dai teleschermi o sulle pagine dei giornali, come fanno Vittorio Sgarbi e Giuliano Ferrara, non si era ancora visto nel giornalismo italiano... In sostanza, sta crescendo la politicizzazione partigiana del giornalismo stampato e televisivo che è diventato più nevrotico, con eccessi di sensazionalismo e di fracasso".(8) <br /><br />Questo tipo di giornalismo, purtroppo, si è affermato perché è conveniente al sistema dare spazio a chi non è interessato ad informare correttamente, ma a mettersi in mostra, ad apparire di frequente nei media di massa, per acquisire credibilità sulla base della familiarità. <br />Occorre anche ricordare che esistono sempre meno giornalisti che vanno sul "campo" o che commentano in modo autonomo le notizie. Oggi le notizie vengono fornite dalle agenzie di stampa accreditate, e spesso i giornalisti non verificano le fonti e non le mettono in discussione anche quando appaiono dissonanti o illogiche. I giornalisti di regime, sono interessati, oltre che al guadagno, anche all'apparire i migliori, i "vincitori" delle beghe mediatiche che essi stessi innescano. Le beghe sono alimentate dalla creazione di un "centro-destra" e di un "centro-sinistra", che permettono sempre nuove occasioni di scontro, facendo in modo che i reali interessi degli italiani cadano nel dimenticatoio. Questi giornalisti diventano agitatori faziosi, arroganti e aggressivi, come se per informare si dovesse lottare gli uni contro gli altri e non basarsi sulle conoscenze e sui fatti. Si applica la legge del più forte anche ai media, e chi ostenta vanagloria, egocentrismo, cinismo, disinteresse assoluto verso i criteri dell'informazione corretta, diventa personaggio mediatico, promosso e divulgato come un prodotto funzionale al sistema, e dunque "giusto". Al contrario, chi non ha mire egocentriche, e tiene fede ai vecchi valori dell'informazione, risulta non adattato alla nuova corrente e dunque destinato a raggiungere un pubblico esiguo, o a cambiare mestiere. <br />In un contesto in cui la politica e il giornalismo vengono personalizzati, i media stimolano gli elementi emotivi, affinché i personaggi proposti vengano accolti sulla base della loro immagine mediatica, e non su fatti o competenze reali. In altre parole, se un politico non mantiene le sue promesse o viene messo sotto indagine, o un giornalista di regime non dice tutta la verità o evita argomenti scottanti, all'interno del clima emotivo questi individui non perderanno il loro ruolo, e a loro favore potranno esserci nuove suggestioni o altre "promozioni" mediatiche. <br />Oggi anche i ruoli tendono ad essere confusi, e un giornalista può diventare, direttamente o indirettamente, un promotore politico. Osservano Paolo Murialdi e Nicola Tranfaglia: "(La professione giornalistica in Italia) ha subito pesantemente - e anche accettato, grazie alla sua contiguità con la politica - una pratica lottizzatrice, o di appartenenza, da parte dei partiti, soprattutto di governo, che ha sostituito alla qualità dei candidati la loro fedeltà ai referenti politici con risultati disastrosi".(9) <br /><br />E' diventato normale che un giornalista abbia una tessera di partito, in quanto servitore di una determinata fazione politica. Coloro che si rifiutano di aderire ad una precisa area politica non hanno più posto nel panorama mediatico ufficiale. Anche Travaglio, che è conosciuto come colui che denuncia le magagne politiche, durante l'ultima campagna politica, si è affrettato a precisare che avrebbe votato per "l’Italia dei Valori", gruppo che poi sarebbe stato inglobato nel Partito Democratico. <br />Certo, un giornalista può anche avere le sue opinioni politiche, ma, quale personaggio mediatico, egli non dovrebbe diventare un'esca per influenzare politicamente i suoi "fans". Se lo diventa è legittimo pensare che egli non sia così "neutrale" come vorrebbe far credere. <br /><br />Il sistema attuale ha interesse a che le persone non riconoscano ciò che è a loro favore e ciò che non lo è. <br />Il problema più grave è che le persone si abituano al clima di esternazioni politiche, rissa, di prevaricazione e di cinismo che sta dilagando nel mondo mediatico e politico, e prendono per buono tutto quello che accade, svalutandone la gravità e il danno prodotto. <br />In tal modo viene accettato il giornalista che informa a metà o che mistifica, e il politico che in campagna elettorale crea suggestioni e promette tutto a tutti, senza sentirsi in dovere di spiegare concretamente cosa farà e come. <br />Negli anni Novanta c'era ancora qualcuno che attraverso i media ufficiali denunciava tale degrado. Ad esempio, scriveva sul "Corriere della sera" del 29 novembre 1994, Franco Fortini: "chi finge di non vedere il ben coltivato degrado della qualità informativa... nella stampa e sul video, è complice di quelli che lo sanno, gemono e vi si lasciano dirigere… Come lo fu nel 1922 e nel 1925. Non fascismo. Ma oscura voglia, e disperata, di dimissione e servitù; che è cosa diversa. Sono vecchio abbastanza per ricordare come tanti padri scendevano a patti, allora, in attesa che fossero tutti i padri a ingannare tutti i figli. Cerchiamo almeno di diminuire la quota degli ingannati. Ripuliamo la sintassi e le meningi”. <br />Oggi purtroppo tale degrado non è raccontato quasi mai dai canali ufficiali, se non in modo generico e retorico, senza mai andare a vedere quanto sia grave tale situazione per la democrazia, e quali siano le origini. Nei canali ufficiali di solito vengono assunti i giornalisti meno critici, e più disposti ad obbedire al "capo", che fingono di denunciare la disinformazione ma di fatto la propugnano. <br />In alcuni casi i giornalisti fanno a gara per proteggere il sistema, anche a costo di perdere ogni dignità professionale e di mettersi gli uni contro gli altri. Ad esempio, un gruppo di giornalisti che lavora per giornali come “Il Foglio”, “Il Giornale” e “La Repubblica” si è attivato per difendere uno dei tanti politici in odore di mafia, contro il loro collega Marco Travaglio. <br />Quest’ultimo, durante la trasmissione “Che tempo che fa” aveva detto che Schifani “era amico di mafiosi“, sollevando un vespaio. Dato che ormai nessun giornalista solleva tali questioni, sembrava quasi “normale” scagliarsi contro Travaglio senza approfondire se quello che stava dicendo fosse vero. <br />L’asserzione era veritiera. Renato Schifani, oggi diventato Presidente del Senato, in passato si sarebbe occupato del piano urbanistico del comune di Villabate (fino alla seconda metà degli anni ’90), progetto che lo vide attivo nell’appoggiare Nino Mandalà. Il pentito Francesco Campanella, braccio destro di Mandalà e Provenzano, all’epoca presidente del consiglio comunale di Villabate sostiene, suffragato da alcune intercettazioni, che “Le 4 varianti al piano regolatore… furono tutte concordate con Schifani”. In parole semplici, Mandalà si era accordato con Schifani e La Loggia per attuare un determinato piano urbanistico che avrebbe penalizzato gli interessi della famiglia mafiosa avversaria. <br />Schifani ha sempre avuto soci mafiosi: Nel 1979 iniziò a far parte di una società di brokeraggio assicurativo insieme a personaggi (Nino Mandalà e Benny D'Agostino) che nel 1990 saranno incriminati per associazione mafiosa o concorso esterno in associazione mafiosa. Successivamente, fondò una società insieme ad Antonino Garofalo, che sarà rinviato a giudizio nel 1997 per usura ed estorsione. Schifani, oltre ad associarsi “casualmente” con mafiosi, ha mostrato anche di stare dalla loro parte e di non prendere molto sul serio l’esigenza di allontanarli dalla politica. Ad esempio, auspicava che Totò Cuffaro restasse al suo posto anche se condannato per mafia. Inoltre, ha cercato di proteggere gli interessi dei mafiosi presentando nel 2005 il progetto di legge numero 600, allo scopo di modificare la legge sulle confische e sui sequestri. Schifani è tanto generoso con i mafiosi quanto poco lo è con coloro che sinceramente combattono la mafia. Ad esempio, non perde occasione per tentare di screditare persone come Maria Falcone e Rita Borsellino, accusandole di fare “uso politico del loro cognome”.<br />Insomma, in linea con la sua affiliazione partitica, e fedele alle sue ambizioni, Schifani è interessato a non contrariare gli “amici”, e per questo la sua carriera politica si è fatta alquanto brillante.<br />Gli unici a non capire il passato non pulitissimo di Schifani sembrano essere i giornalisti che si sono accaniti contro Travaglio, mostrando uno zelo perlomeno sospetto nell’intento di far capire che esser stato amico di mafiosi non vorrebbe dire nulla, accusando lo stesso Travaglio di aver avuto amicizie del genere. A questo scopo è stato creato una specie di gossip su Travaglio. <br />Da bravi servi del potere, pur di difendere un personaggio di regime diventato "importante" miravano a far apparire Travaglio come colui che intratterrebbe rapporti con mafiosi, sminuendo il significato dei rapporti con i mafiosi dell’attuale Presidente del Senato. E’ saltato fuori che Travaglio aveva trascorso una vacanza nella villa di Pippo Ciuro, condannato successivamente per favoreggiamento alla mafia (precisamente del clan mafioso di Michele Aiello). Egli avrebbe trascorso le vacanze come ospite nel suo residence, e per questo è stato accusato dal giornalista de “La Repubblica” Giuseppe D'Avanzo di avere amicizie non tanto pulite. Per difendersi, Travaglio tirò fuori gli assegni con i quali avrebbe pagato la vacanza, sostenendo di non essere stato ospite del mafioso. A questo punto il giornalista Filippo Facci disse che Travaglio aveva mostrato soltanto le ricevute emesse nel 2002 e non quelle della vacanza fatta nel 2003. Di conseguenza, Travaglio si affrettò a precisare che avrebbe mostrato anche le ricevute del 2003. <br />Molti si sono resi conto che Travaglio non è così obiettivo come vorrebbe fra credere (a questo proposito si veda: http://antonellarandazzo.blogspot.com/2008/07/castronerie-varie.html), ma questo non vuol dire che bisogna colpirlo pur di difendere un politico in odore di mafia. <br /><br />Il punto è: i giornalisti servi del potere volevano mettere sullo stesso piano Travaglio e Schifani, cercando di nascondere che Schifani ha poteri e grandi responsabilità politiche, mentre Travaglio è soltanto un giornalista. Inoltre, esistono prove dei legami fra Schifani e alcuni mafiosi, mentre non ne esistono riguardo a Travaglio e i presunti "amici" segnalati dai suoi colleghi. <br />Tutti sanno che i politici attuali non sono lì a difendere gli interessi del popolo, che hanno la funzione di proteggere il sistema, e dunque anche la mafia che ne fa parte. Di conseguenza, Schifani, avendo intessuto rapporti con mafiosi, fa quello che prima di lui hanno fatto Andreotti, Ciancimino e moltissimi altri. Nel sistema attuale è un “dovere” dei politici che stanno più in alto quello di proteggere la mafia, e dunque di entrarvi in contatto. Politica e mafia vanno a braccetto, e lo testimoniano i numerosi casi di “amicizia” fra i politici del passato e quelli attuali, e i personaggi che prima o poi vengono inquisiti per mafia. Sarebbe dovere di tutti i giornalisti non nascondere questa tragica realtà, ma molti di quelli che fanno “carriera” e che presenziano ai programmi televisivi lo fanno. <br /><br />Nel contesto attuale persino la manipolazione dell'informazione può essere spacciata come "normale". Lo scrittore Bruno Ballardini osserva che addirittura nei settori specifici possono essere utilizzati termini come "disinformazione costruttiva" per indicare i metodi di manipolazione delle informazioni. Un manuale statunitense che tratta tali metodi prende il titolo: "Come manipolare i mass media: metodi di guerriglia per far passare le vostre informazioni alla TV, alla Radio, nei giornali",(10) facendo credere che l'informazione richieda, più che abilità giornalistiche, capacità aggressive e manipolatorie.<br /><br />Come osserva lo studioso Luciano Canfora, c'è il pericolo di "una vasta, capillare ed efficace diseducazione di massa, resa possibile nelle società cosiddette avanzate o complesse dalla potenza, oggi illimitata, degli strumenti di comunicazione e manipolazione delle menti".(11) <br /><br />Per determinare un contesto di civiltà atto a creare una vera democrazia bisognerebbe fare tutto il contrario di ciò che fa il sistema attuale. Ossia bisognerebbe riportare l’ambito politico alla serietà che dovrebbe avere, evitando spettacoli, esibizioni e attacchi personali. Bisognerebbe discutere i veri problemi delle persone: il lavoro, la crescita economica, la sovranità finanziaria, ecc. Bisognerebbe porre le giuste priorità, e attribuire responsabilità a coloro che ricoprono cariche istituzionali. Bisognerebbe valutare attentamente e obiettivamente le notizie che ci vengono date, senza appioppare etichette o limitarsi a stabilire chi è “anti” e chi è “pro”. Andrebbero valutati i contenuti senza stabilire fazioni. <br />In una società realmente democratica non c'è bisogno di creare un clima di diffidenza, divisioni e beghe. <br />Creare un clima gravemente involuto si rende necessario nei sistemi in cui non c’è libertà e gli individui vengono mentalmente modellati secondo schemi provenienti dall’alto.<br />Per difendersi da tutta questa spazzatura mediatica e politica occorre cercare di capire le varie strategie di diseducazione che ogni giorno subiamo. Non c’è nessuna vera civiltà che possa basarsi su una politica-spettacolo o su un’informazione manipolata e congegnata per rendere passivi e sottomessi al potere. <br />Un modo per difendersi è comprendere appieno quello che sta accadendo, senza sentirsi al di sopra di tutto questo, e abituarsi a fare cose “sane”, come leggere buoni libri, utilizzare fonti informative indipendenti, avere una vita sociale ricca e praticare attività costruttive. <br />L’involuzione civile è la morte di un futuro umano degno di essere vissuto. <br /><br /><br /><br />Copyright © 2008 - all rights reserved.<br /><br />Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale di questo articolo, inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta dell’autore. Per richiedere la riproduzione dell'articolo scrivere all'indirizzo e-mail giadamd@libero.it<br /><br /><br />NOTE <br /><br />1) Pratkanis Anthony R., Aronson Elliot, “L’età della propaganda”, Il Mulino, Bologna 2003, p. 112.<br />2) Forrester Viviane, “L’orrore economico”, Edizioni Ponte alle Grazie, Firenze 1997, p. 84.<br />3) Morresi Enrico, "Etica della notizia", Edizioni Casagrande, Bellinzona 2003, p. 149.<br />4) Morresi Enrico, op. cit.,, pp. 154-155.<br />5) Cit. Morresi Enrico, "Etica della notizia", Edizioni Casagrande, Bellinzona 2003, p. 182.<br />6) Pratkanis Anthony R., Aronson Elliot, “L’età della propaganda”, Il Mulino, Bologna 2003, p. 302.<br />7) Forrester Viviane, "L'orrore economico", Edizioni Ponte alle Grazie, Firenze 1997, pp. 51-52.<br />8) Murialdi Paolo, "La stampa italiana dalla liberazione alla crisi di fine secolo", Laterza, Bari 2003, pp. 265-276.<br />9) Murialdi Paolo, Tranfaglia Nicola (a cura di), "La stampa italiana nell'età della TV, 1975-1994", Laterza, Roma-Bari 1994, p. 54. <br />10) Alexander D., "How You Can Manipulate the Media: Guerrilla Methods to Get Your Story Covered by TV, Radio and Newspapers", Paladin Press, Boulder, Colorado 1993, cit. Ballardini B , “Manuale di disinformazione. I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realtà" Castelvecchi, Roma 1995.<br />11) Canfora Luciano, "Critica della retorica democratica", Laterza, Roma-Bari 2002, p. 68.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-15193058425960773782008-10-16T04:30:00.001-07:002010-05-06T10:13:41.851-07:00SE IL FUTURO E' NERO - L'AFRICA CHE NESSUNO RACCONTA<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S-L4ivA4z2I/AAAAAAAAACw/ifqW2jrNOQs/s1600/LIBRO_AFRICA_COPERTINA_WEB.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 400px;" src="http://3.bp.blogspot.com/__L67zoIvlW8/S-L4ivA4z2I/AAAAAAAAACw/ifqW2jrNOQs/s400/LIBRO_AFRICA_COPERTINA_WEB.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5468206173200633698" /></a><br /><br />Antonella Randazzo<br />"Se il futuro è nero<br />L'Africa che nessuno racconta"<br /><br />Non si può capire completamente la situazione attuale del mondo se non si comprendono le vicissitudini del continente africano e le relative implicazioni di potere e ricchezza.<br />“Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta” è un testo che nasce da un'accurata ricerca storica, volta a cogliere le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo europeo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa di oggi.<br />La maggior parte delle persone prova oggi un senso di sconforto e di profondo smarrimento di fronte agli orrori delle guerre, alle carestie, alla fame e all'estrema povertà che sembrano condannare l'Africa ad una deriva senza speranza. Ma perché questo continente ha un così tragico destino? Chi o cosa ha fatto in modo che questa terra giungesse all'attuale inquietante situazione? Il futuro dell'Africa è nero?<br />Il libro, percorrendo tutta la Storia coloniale e neocoloniale dell'Africa, cerca di rispondere a queste domande, giungendo a conclusioni realistiche e possibili circa il futuro del continente. <br />Dallo "Scramble in Africa" (cioè della spartizione del continente, avvenuta nel 1885, in aree di dominio europeo, senza tener conto dei suoi abitanti), fino alle tappe più importanti del processo di decolonizzazione, l'opera spiega in modo chiaro perché gli abitanti del continente più ricco di risorse naturali sono costretti a vivere in miseria, e il vero significato delle attuali guerre africane. <br />Oggi i sistemi di comunicazione di massa ignorano sempre più i fatti che avvengono in Africa. Ma questo non deve indurre all'inganno: l'Africa è ignorata per ciò che riguarda i suoi abitanti, ma per quanto riguarda le sue ricchezze essa non è mai stata lasciata libera. Nell'ordine del giorno dei paesi occidentali, ieri come oggi, appaiono le sue risorse naturali, e non la sua gente. <br />L'Africa, paradossalmente, è condannata a causa della sua ricchezza. E' il continente più ricco di risorse minerarie. Possiede numerosissimi giacimenti di combustibili fossili, petrolio, carbone e gas naturale. L'Africa è ricca di oro, diamanti, rame, bauxite, manganese, nichel, platino, cobalto, radio, germanio, litio, titanio, minerali ferrosi, cromo, stagno, zinco, piombo, torio, zirconio, vanadio, antimonio e berillio.<br />Lungo le coste africane occidentali viene estratto il petrolio, e ricchissimi giacimenti di uranio si trovano in Congo, in Sudafrica, nel Niger, nel Gabon e nella Repubblica Centrafricana. Nel Congo si trova anche la più grande riserva mondiale di radio. Il 20% delle riserve mondiali di rame si trovano nello Zambia, in Congo, in Sudafrica e nello Zimbabwe. In Congo e nello Zambia si trova il 90% dei giacimenti di cobalto del pianeta. Ben tre quarti dell'oro mondiale provengono dall'Africa.<br />Quasi tutta questa ricchezza viene gestita da grandi corporation occidentali. In altre parole, anche oggi l'Occidente depreda quasi tutte le risorse africane, e tiene sottomesso il continente grazie alla corruzione e all'enorme debito che è costretto a pagare alle nazioni ricche. <br />Questo libro si pone l'obiettivo principale di cogliere le caratteristiche più significative del colonialismo e del neocolonialismo europeo, nel tentativo di trarre una maggiore comprensione dei problemi dell'Africa. Nel primo capitolo si affronta il tema dello 'scramble for Africa' (mischia per l'Africa), cioè della spartizione del continente, avvenuta nel periodo 1884-1885, in aree di dominio europeo, senza tener conto dei suoi abitanti. Il secondo capitolo tratta dell'atteggiamento etnocentrico che caratterizzò la cultura occidentale nel periodo coloniale. Il terzo capitolo percorre le tappe più importanti del processo di decolonizzazione, con brevi riferimenti a situazioni di guerra, che alcuni popoli dovettero affrontare per ottenere la libertà. Il quarto capitolo spiega il perché di tante guerre nell'Africa di ieri e di oggi, facendo emergere le vere motivazioni e i responsabili. L'ultimo capitolo affronta il problema dei diritti umani nelle terre coloniali, spiegando i paradossi delle autorità europee, che si ergono a paladini dei diritti umani ma che massacrano senza pietà nelle terre su cui dominano.<br />Occorre capire perché il popolo di un continente così ricco debba esser costretto a morire di fame. E perché l'Occidente, che professa alti valori morali e religiosi, non possegga istituzioni che permettano di tradurre tali valori in realtà. Ci chiediamo anche noi, come gli intellettuali e gli storici francesi, se non sia necessario "un chiarimento sui valori che tengono insieme la nostra società. (...) Chiederci quali procedimenti giudiziari permetterebbero di risanare la percezione delle giovani generazioni su ciò che è lecito e ciò che è criminale". <br />I crimini commessi nelle colonie sono rimasti tutti impuniti. Le guerre coloniali non erano considerate nemmeno guerre, e i patrioti venivano trattati come banditi, "ribelli", sovversivi, o terroristi. <br />La globalizzazione ha dato il colpo di grazia finale ad un continente già sfruttato e devastato. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale hanno concesso crediti in cambio della privatizzazione delle imprese nazionali, e dell'attuazione di "ristrutturazioni economiche", che prevedevano tagli alla spesa pubblica, licenziamenti e svalutazione della moneta. A causa di queste politiche, il debito si è accresciuto in modo abnorme, e lo scarso reddito dei paesi africani serve a malapena a pagare gli interessi. La popolazione, che non può contare su aiuti statali né sulle risorse locali, è costretta a morire di stenti e di malattie infettive.<br />Intanto le guerre africane vedono impegnati i gruppi economici e finanziari più potenti del pianeta: negli anni Novanta gruppi francesi e belgi contro Usa e oggi gruppi cinesi contro gruppi Usa.<br />Dall’analisi del libro appare un’Africa ben diversa da quella raccontata in televisione, e dai fatti esposti senza alcuna reticenza emerge anche una fondata speranza per il futuro dell’Africa e del mondo. Un mondo migliore non può esserci senza ridare futuro e speranza all'Africa. Siamo tutti africani.<br /><br />QUESTO LIBRO SARA’ INVIATO IN OMAGGIO AGLI ABBONATI ANNUALI A NUOVA ENERGIA.<br />ABBONATI PER UN ANNO VERSANDO EURO 50,00Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-91493098394665967602008-10-13T08:36:00.001-07:002008-10-13T08:36:55.088-07:00COME I GIORNALISTI DI REGIME PROTEGGONO IL POTERE DEI BANCHIERI.<div xmlns='http://www.w3.org/1999/xhtml'><p><object height='350' width='425'><param value='http://youtube.com/v/w1XLJYy_BhQ' name='movie'/><embed height='350' width='425' type='application/x-shockwave-flash' src='http://youtube.com/v/w1XLJYy_BhQ'/></object></p><p>Personaggi che molti considerano "obiettivi" in realtà concorrono a proteggere il potere stegocratico, non parlando mai di argomenti che smascherano l'usurpazione del potere dei popoli da parte di pochi, e deridendo (o etichettando) chi lo fa. Questo video è soltanto un esempio di come ciò avviene. </p></div>Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com23tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-48930775110875413382008-10-10T08:36:00.000-07:002008-10-10T09:15:40.019-07:00IL TERRORISMO DELLE AUTORITA’ OCCIDENTALI - Scopi e obiettivi del terrorismo occidentale -Di Antonella Randazzo<br /><br /><br />Molte persone, che hanno approfondito in modo onesto le tematiche inerenti agli attentati dell’11 settembre e del 7 luglio, comprendendone le vere dinamiche, si sono chieste perché mai i governi Bush e Blair avrebbero voluto un attentato terroristico sul loro proprio territorio. <br />Molti hanno messo in evidenza l’esigenza di imporre leggi che restringono le libertà civili, ma tale motivo non sarebbe l’unico.<br />Le autorità occidentali hanno bisogno di additare un nemico, e per provare concretamente la sua esistenza organizzano attentati terroristici. Anche in Iraq, molti degli attentati di cui i nostri media ci danno notizia sono in realtà organizzati dallo stesso esercito anglo-americano. <br />Lo scopo principale del terrorismo è quello di far emergere dai pensieri dei cittadini l’idea che esista un nemico feroce, malvagio, crudele, e che per questo motivo, le “democratiche” autorità occidentali devono sostenere una guerra che, come da loro stesse dichiarato, potrebbe anche durare 100 (cento) anni. Il nemico “terrorista” viene descritto come fosse un pazzo che odia e distrugge senza motivo.<br />Un altro scopo del terrorismo occidentale è quello di alimentare la paura. La paura è un’emozione dell’impotenza, dunque se abbiamo paura non lottiamo per i nostri diritti, ma ci sottomettiamo a chi professa di volerci “proteggere”. Di fatto, chi promette “sicurezza” e protezione appartiene allo stesso gruppo che crea e alimenta la paura. <br />Il terrorismo è anche utilizzato per criminalizzare i dissidenti. Spesso chi denuncia i crimini e lotta contro il sistema viene etichettato come "terrorista" o "antiamericano", e accusato di perseguire una sorta di "teoria del complotto" contro il potere “libero e democratico” degli Usa. In questo modo si offuscano pericolosamente gli intenti di difesa dei diritti umani, e si cerca di criminalizzare chi denuncia il crimine e non chi lo fa. <br />Le autorità occidentali sperano in un mondo in cui i poveri accettino passivamente di farsi sfruttare, senza lottare e senza reagire. Sognano un mondo in cui le masse rimangono passive verso i crimini e le ingiustizie, sorrette dalla fede religiosa, che dona una speranza ultraterrena, l'unica loro concessa.<br />Il terrorismo è utilizzato per giustificare ogni guerra e ogni crimine. Come molti sanno, la guerra in Iraq, da tutti i media, venne strettamente collegata alla "lotta al terrorismo", e venne definita da molti quotidiani occidentali "guerra giusta", "inevitabile" "necessaria" e "difensiva".<br /><br />Il nemico di oggi, il "terrorista islamico", viene descritto dagli Usa con disgusto e disprezzo assoluto, egli non appartiene alla religione cristiana, e per questo è facile identificarlo con la "bestia" biblica contro cui lottare senza pietà. <br />L'immagine del nemico viene gravata da significati trascendentali e diventa l'immagine stessa del Male o del demonio, per questo la "crociata" non è per convertire ma per sterminare. Il nemico assume tutto il male su di sé permettendo alla controparte di acquisire caratteristiche di pura "bontà". Il disprezzo per il nemico è quindi totale e senza altre vie d'uscita che non la lotta diretta a distruggerlo. <br />Nel tradizionale discorso sulla Stato dell'Unione del 29 gennaio 2002, Bush espresse chiaramente la "dottrina" dell""asse del male" e della necessità di lottare contro nemici della "civilizzazione":<br />“La nostra causa è giusta, e va avanti… Migliaia di pericolosi sicari, addestrati ad uccidere in vari modi, spesso con l’appoggio di regimi fuorilegge, sono ora sparsi per il mondo come bombe ad orologeria pronte ad esplodere senza preavviso... Questi nemici vedono il mondo intero come un campo di battaglia, e noi dobbiamo dar loro la caccia ovunque si trovino... L’Iran è alla ricerca frenetica di queste armi e esporta terrore, mentre una minoranza non eletta reprime le speranze di libertà del popolo iraniano… La nostra guerra contro il terrorismo è cominciata bene, ma è solo all’inizio... I costi di questa guerra sono alti. Abbiamo speso più di un miliardo di dollari al mese – oltre 30 milioni di dollari al giorno – e dobbiamo essere pronti ad affrontare gli impegni futuri… Decisi nel nostro obiettivo, ora andiamo avanti. Abbiamo imparato il prezzo della libertà e abbiamo mostrato la sua forza. E in questo grande conflitto, cari concittadini, assisteremo al trionfo della libertà".(1) <br /><br />Bush elenca i paesi nemici senza spiegare il perché essi vanno inseriti nella lista nera, gli basta dire che sono "terroristi" o che "si stanno dotando di missili e armi di distruzione di massa". Ovviamente, non c'è nessun cenno agli interessi economici o alle questioni petrolifere, e nemmeno all'addestramento dei mujaheddin da parte della Cia. Non viene certo detto che “i pericolosi sicari pronti ad uccidere” sono stati addestrati dagli stessi servizi segreti statunitensi, inglesi o israeliani. <br /><br />Gli Usa cercano di proteggere la figura del nemico inspiegabilmente crudele, a tal punto da avversare ogni tentativo dell’Onu di comprendere meglio cos’è realmente il terrorismo. Ad esempio, nel dicembre del 1987, gli Usa (con Israele) avversarono una risoluzione dell'Onu contro il terrorismo. La Risoluzione prevedeva, oltre alle misure per la prevenzione del terrorismo internazionale, anche un tavolo di studio che facesse luce sulle cause politiche ed economiche del terrorismo, e che definisse cosa si deve intendere per "terrorismo", per poterlo distinguere dalle lotte dei popoli per i diritti. Si trattava cioè di affrontare concretamente e razionalmente il problema, senza vederlo come un male misterioso e oscuro. <br />Peraltro, diversi paesi dell’America Latina da tempo accusano le autorità statunitensi di terrorismo, avendo finanziato diversi dittatori e addestrato numerosi torturatori e criminali. <br />Nel 1986 gli Usa furono condannati dalla Corte Internazionale di Giustizia per terrorismo o "uso illegale della forza" contro il Nicaragua. Essi dichiararono che non avrebbero riconosciuto la giurisdizione della Corte. Il Nicaragua si rivolse al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per chiedere una risoluzione che costringesse tutti gli Stati a rispettare il diritto internazionale. Gli Usa si opposero, rifiutandosi di accettare la giurisdizione internazionale. <br /><br />Nel film-documento “Terrorstorm” si riportano prove schiaccianti circa le responsabilità dei governi occidentali negli attentati terroristici avvenuti nel loro paese e in paesi esteri. Tale documentario, di Alex Jones, descrive i cosiddetti “false flag”, ovvero gli attentati terroristici spacciati per “terrorismo islamico” ma in realtà voluti e organizzati dagli stessi governi occidentali. Jones raccoglie elementi sugli attentati di Madrid e Londra e intervista due ex-agenti del MI6 e diverse altre persone autorevoli, che svelano numerose prove contro i governi occidentali. I diversi attentati terroristici possono essere collegati fra loro o presentare caratteristiche analoghe, che fanno risalire ad un’unica strategia. <br />Spiega Jones: “Per capire gli attentati di Londra e chi li ha commessi bisogna per forza guardare all’11 marzo 2004, agli attentati di Madrid. Un anno dopo gli attentati, il governo ammette l’assenza di legami con Al-Qaeda. Ognuno dei supposti attentatori aveva legami stretti coi servizi segreti spagnoli, incluso il capo degli attentatori. Il capo degli attentatori, che ha dato la dinamite ai terroristi, era connesso alla squadra artificieri di Madrid, e vediamo le stesse caratteristiche negli attacchi di Londra. Il mattino del 7 luglio 2005, 3 treni e un bus sono stati dilaniati da quattro esplosivi di tipo militare… nonostante il fatto che tre vagoni stessero bruciando, pieni di londinesi morti e morenti, Scotland Yard per un’ora e mezzo affermò che tutte le interruzioni erano dovute solo ad un black out… Poi, misteriosamente, dopo gli attacchi, il Dipartimento di polizia londinese ordina al bus n° 30… di abbandonare la sua strada normale e di parcheggiare all’angolo con Woburn Square e Tavistock Place… Fra centinaia di bus in servizio quella mattina, il bus n° 30 è l’unico a cui viene cambiato il percorso e che viene diretto a Tavistock Place. Ricordate, mentre tutto sta avvenendo la polizia è in televisione e sta dicendo che si tratta di un black out. Nel frattempo… testimoni oculari descrivevano le esplosioni… Dopo che gli investigatori di Scotland Yard ebbero la possibilità di parlare con alcuni testimoni oculari… dichiararono ufficialmente che credevano che gli attentatori non sapessero di avere esplosivi nei loro zaini… L’edizione delle “News Fox” del 29 luglio rivela che la cosiddetta mente degli attentati, Haroon Rashid Aswat è un collaboratore dei servizi inglesi. L’ex pubblico ministero e esperto di terrorismo per l’Fbi, John Loftus, disse che Aswat era protetto dall’MI6 ed era sotto il loro controllo… dopo poche ore dagli attentati del 7 luglio, la radio militare israeliana riportava la notizia che Benjamin Netanyahu, ex primo ministro di Israele, era stato avvertito di non lasciare il suo hotel quel mattino per partecipare ad un incontro a meno di 100 metri da una delle stazioni che è stata attaccata… in seguito il ministro Sharon ha dato istruzioni agli incaricati israeliani di non rilasciare interviste a giornali stranieri a proposito del preavviso… Per la convenienza delle autorità le telecamere dell’autobus malfunzionarono… qualcos’altro fu utile alle bugiarde autorità: tutti e quattro le carte d’identità degli “attentatori” hanno resistito alle esplosioni. C’è solo un problema: in un caso uno degli ID degli attentatori fu trovato in 2 posti diversi… E’ cristallino che… elementi criminali nel governo hanno inscenato l’attacco e poi hanno coperto il tutto”.(2) <br />Secondo Jones la pianificazione delle operazioni terroristiche viene tenuta nascosta a quegli elementi che pensano sinceramente di servire la propria patria attraverso l’appartenenza ad un corpo militare. A tale scopo sarebbero utilizzate diverse tecniche per creare confusione, come ad esempio esercitazioni o simulazioni militari allo stesso momento e nello stesso posto (o vicino) un cui si avrà l’attentato. Le simulazioni ricalcheranno gli eventi reali, a tal punto che la confusione generata impedirà un corretto intervento da parte di coloro che sono all'oscuro di tutto. Ciò è avvenuto durante l’11 settembre, il 7 luglio e in altri casi di attacchi terroristici. Proprio una simulazione ha impedito agli agenti del Norad di inviare i caccia, poiché confusero la simulazione con la realtà. <br /><br />Alcuni agenti sono usciti inorriditi dai servizi segreti inglesi, quando hanno scoperto che lo stesso governo aveva pianificato attacchi terroristici. Racconta Annie Machon, ex agente dell’MI5: “Ho deciso di uscire allo scoperto e denunciare, insieme al mio partner, perché avevamo visto troppe cose orrende… e abbiamo creduto che gli inglesi meritassero maggiore protezione… il crollo delle torri (gemelle) mi è sembrato essere una demolizione controllata, e anche il crollo dell’edificio 7 del WTC. (E’ strano) Anche il fatto che le difese aeree rimasero a terra quel giorno… Tutta una serie di prove rende molto sospetto quello che accadde il 9/11… dobbiamo esporre il coinvolgimento del governo nel 9/11, perché se non lo facciamo, loro continueranno a farlo nel futuro”.<br /><br />Un ex agente dell’MI5, David Shayler spiega: “Per il 7 luglio c’è stato un testimone respinto, intervistato da un giornale locale… (l’uomo) dice che era in una delle carrozze colpite e non vide nessun uomo con lo zainetto… quello che vide fu un metallo che puntava verso l’alto da sotto la carrozza. Ciò indicherebbe che la bomba non era dentro la carrozza, ma attaccata fuori, al di sotto di essa… nessuno… sta seguendo questa pista… Ho appreso di operazioni in cui l’MI6 e il servizio segreto inglese esterno… stavano finanziando il terrorismo in territorio nemico senza il permesso del governo”. <br /><br />Gli agenti che decidono di uscire dall’organizzazione e di parlare vengono perseguitati, e talvolta imprigionati o esiliati. Persone che si sono semplicemente limitate a constatare i tentativi del governo di limitare le libertà dei cittadini sono state inserite nella lista dei terroristi. In poche parole, non è perseguito chi organizza attentati terroristici, ma chi denuncia i responsabili di tali crimini.<br />Esistono anche altri personaggi autorevoli, come il parlamentare inglese Michael Meacher, che denunciano il terrorismo di Stato e i suoi scopi. Dichiara Meacher: “Gli attentati… del 7/7 (servivano ad) assicurare paura (e) controllo”.<br /><br />Il film documento di Jones è importante per capire la crudeltà delle autorità statunitensi contro gli esseri umani. Esse giustificano ogni azione criminale, chiamando “pressioni” la tortura e agendo senza alcun rispetto della libertà e della dignità umana. Com’è evidente, sono colpevoli di crimini contro l’umanità e dovrebbero essere processate per questo. Se non avviene è perché attualmente manipolano anche l’Onu e i Tribunali Internazionali, curandosi di renderli inoperativi o di disconoscerne l’autorità quando si tratta di porre sotto processo personaggi del proprio establishment. <br /><br />Quando in Italia i media annunciano che potrebbe avvenire un attentato terroristico, in realtà ci stanno minacciando, e stanno cercando di accrescere in noi la paura, allo scopo di renderci impotenti e sottomessi. La buona notizia è che se lo fanno significa che temono il popolo, temono le nostre reazioni perché sanno che nel momento in cui la maggior parte degli italiani non fosse più disposta a farsi ingannare e a sottomettersi, il loro potere crollerebbe. <br />E’ ovvio che se preparano attentati o minacciano il popolo, significa che il nemico per loro non è il “terrorismo” ma il popolo stesso. Infatti, sono i popoli a poter distruggere il loro potere, se soltanto vincessero la paura e lo volessero. <br /><br />Il terrorismo, dunque, è oggi l’arma del gruppo al potere, che è disperato perché molte cose gli sono sfuggite di mano, prova ne sia che voi state leggendo uno dei tanti articoli che li smaschera, e che era impensabile leggere anche soltanto pochi decenni fa. Questo significa che il percorso di consapevolezza sta andando avanti, e dipende da ogni persona attuarlo e alimentarlo. La consapevolezza, automaticamente, rende inefficace la loro propaganda. <br /><br />Il fulcro del terrorismo sarebbe a Washington e a Londra, appoggiato dai servizi segreti di moltissimi paesi (compreso il nostro). Dunque se questo gruppo di criminali decidesse di organizzare un attentato in Italia, piuttosto che in Francia o in Belgio, le autorità e i servizi segreti locali si attiveranno affinché questo possa avvenire, e dopo l’attentato faranno in modo che le verità ufficiali possano insabbiare ogni responsabilità dei veri organizzatori. Com’è noto, nel nostro paese abbiamo avuto attentati terroristici durante il periodo detto della “strategia della tensione”, in cui le autorità statunitensi volevano reprimere fino alla soppressione l’impulso dei cittadini italiani a rivendicare diritti e libertà. Oggi non avvengono più attentati terroristici perché tali autorità hanno ormai occupato il nostro parlamento e i nostri media, insediando soltanto determinati elementi e dando potere (politico e mediatico) a personaggi come Berlusconi. Negli ultimi decenni la maggior parte dei cittadini italiani si è fatta “ipnotizzare” dalla televisione, e non legge più o legge pochissimo, non ha più un’esistenza culturalmente e creativamente attiva, e crede sempre più di essere impotente di fronte al sistema attuale. Questo è il risultato che le nostre autorità volevano ottenere, ed è per questo che non sono più avvenuti attentati terroristici, fatte salve le minacce che ci arrivano di tanto in tanto per mantenerci nella paura. <br />I media, “educando” alla passività, sottraggono a poco a poco ai cittadini il potere di chiedere spiegazioni ai governi circa fatti che proverebbero la loro natura criminale. Senza la capacità di chieder conto ai propri rappresentanti politici e senza la giusta informazione, una democrazia non può esistere. <br /><br />Non bisogna per forza citare Orwell per capire che la realtà attuale è perlomeno ambigua, e che ogni persona dovrebbe attivarsi per capire, poiché siamo giunti alla fase in cui l’attuale gruppo dominante non si farà scrupolo di agire contro chiunque per salvaguardare il suo potere. Illudersi che non sia così significa assecondare il potere di questi criminali, mentre prendere coscienza della realtà può significare cambiarla. <br /><br />Nel documento di Jones vengono intervistati diversi cittadini inglesi, che mostrano di non essere consapevoli del livello di controllo dei loro governi (ci sarebbero 4 milioni di telecamere soltanto a Londra ma loro non se ne accorgono) e credono che per essere “protetti” occorra accettare una restrizione alle libertà. In altre parole, la maggior parte delle persone crede alla propaganda delle autorità, facendo in modo che esse continuino ad avere potere e ad attuare crimini. Ad una donna inglese è stato chiesto se “avrebbe voluto sacrificare la libertà per la sicurezza” e la risposta è stata “si, sacrificherò la libertà per la libertà”. La donna non si rendeva conto del paradosso, essendo come “narcotizzata” dalla propaganda dei mass media di regime. Anche i cittadini statunitensi, per la maggior parte, sarebbero dello stesso avviso, non avendo acquisito la necessaria consapevolezza per accorgersi che i media e le loro autorità li stanno ingannando. <br /><br />Per concludere, gli attentati terroristici trovano la loro ragion d’essere nella disponibilità dei popoli a credere nella propaganda di regime, e a creare un “nemico” straniero, rendendosi incapace di vedere che i propri governi sono il vero nemico, e che se mancherà la consapevolezza essi faranno altre guerre e organizzeranno altri crimini. Il potere di queste persone si basa sulla manipolazione mentale, e anche gli atti terroristici fanno parte di questa manipolazione, agendo sulle emozioni e sulle convinzioni politiche o ideologiche. <br />Se la Storia fosse raccontata nel giusto modo si capirebbe che è sempre stata storia delle persone comuni che volevano liberarsi dal potere tirannico, e oggi non c’è alcuna diversità rispetto al passato. <br />Non c’è arma che possa costringere alla schiavitù un popolo libero, per questo le attuali autorità creano paura, nemici e sottomissione, attraverso i media e il terrorismo. Finché la maggior parte delle persone sarà incline a credere nell’autorevolezza delle loro autorità e a non comprendere i loro molteplici inganni, la democrazia rimarrà una chimera. <br />Spiega Jones: “Il 90% dei loro piani si basa su fattori psicologici… In termini semplici si tratta di indurre la popolazione ad amare la propria schiavitù… Le èlite stanno facendo guerra ai popoli… Siamo truffati nel credere che l’establishment è il nostro protettore e non il nostro padrone parassitico. Gli architetti del Nuovo Ordine Mondiale sono pazzi maniaci per il controllo… hanno reso schiava l’umanità e sono disperati di tenere il controllo del gregge… L’èlite è minacciata da umani liberi e indipendenti che controllano il loro destino. Sono minacciati dalla loro intelligenza, bellezza, onore, famiglia. Cercano di controllare il destino dell’umanità in una direzione che assicura il loro monopolio di potere per sempre . Sono sadici, codardi, non hanno nessun senso umano… (vogliono) solo il controllo e il mantenimento di quel controllo. Il mondo intero sta per essere programmato per essere un pianeta prigione, una griglia di controllo sull’umanità libera, dove il dissenso non è tollerato. Quando realizzerai che il potere costituito ti sta deridendo comincerai a cercare la verità e a combattere. Quando capisci il loro piano, è molto facile sconfiggerlo. Conoscere chi è il tuo nemico ti porta a metà della battaglia, reagire è l’altra metà. Devi solo liberare la tua mente, e sconfiggere i globalizzatori sarà facile”.(3) <br /><br />Articolo correlato: <br />“Origine e significato del concetto di terrorismo”<br />http://www.disinformazione.it/significato_terrorismo.htm<br /><br />Copyright © 2008 - all rights reserved.<br /><br />Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale di questo articolo senza previa autorizzazione scritta dell’autore. Per richiedere la riproduzione dell'articolo scrivere all'indirizzo e-mail giadamd@libero.it<br /><br /><br />NOTE <br /><br />1) Bush George, Discorso sullo Stato dell'Unione, 29 gennaio 2002.<br />2) Terrorstorm, film-documento di Alex Jones prodotto nel 2006.<br />3) Terrorstorm, film-documento di Alex Jones prodotto nel 2006.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-3943568619204693912008-09-23T10:23:00.000-07:002008-09-29T08:22:32.851-07:00IL MARKETING DELLE MALATTIE - Come creare malattie e malati -Di Antonella Randazzo<br /><br /><br />Negli ultimi anni sono proliferati gli operatori del marketing che utilizzano la sensibilizzazione ai problemi sanitari come uno strumento potente per vendere farmaci. Sono aumentate a dismisura anche le pubblicità dei farmaci. Ad ogni ora del giorno vengono trasmessi spot per incrementare le vendite di prodotti farmaceutici contro il mal di testa, mal di schiena, mal di gola, raffreddore, ecc. Per rendere più accattivante il messaggio pubblicitario, le aziende farmaceutiche talvolta utilizzano i camici bianchi o, nelle campagne promozionali, anche personaggi noti, che diventano testimoni del "vissuto di malattia". Ciò tende a suscitare fiducia, che poi viene ad essere fiducia nel farmaco. Talvolta vengono organizzate vere e proprie campagne di promozione di alcuni farmaci.<br />Il fenomeno è stato definito "commercio di malattie" (disease mongering), e consiste nella diffusione di informazioni riguardo a malattie o a presunte malattie, con lo scopo di vendere farmaci. Si tratta di promozione commerciale camuffata da campagna d'informazione sanitaria. Sempre più spesso queste campagne sono organizzate e finanziate direttamente dalle industrie chimico-farmaceutiche. <br />La portata del fenomeno è assai più ampia di quanto si possa credere. Si tratta di diffondere ansia e timori rispetto alla salute, e poi di proporre l'acquisto del farmaco come un risolutore del problema. <br />Alcune delle "malattie" propagandate sono la depressione, l'Adhd, il mal di testa e i disturbi dell'alimentazione. <br />Le campagne del "commercio delle malattie" non mirano a far comprendere davvero le radici del problema, ma a vendere farmaci. <br />Oggi il settore farmaceutico rappresenta uno dei settori di maggiore profitto per le industrie, e proprio grazie alla pubblicità e ad altre iniziative di marketing, il mercato si sta espandendo notevolmente. <br />Si tratta di un mercato che vuole continuare ad estendersi e ad imporsi, anche a discapito della salute umana. Spiega Roberto Satolli, presidente di Zadig (agenzia di giornalismo scientifico): <br /><br />“Tutti gli attori in gioco hanno interessi solidali: gli specialisti, che possono aumentare i pazienti e di conseguenza il reddito... gli amministratori dei centri di diagnosi o di cura, che reclutano un maggior numero di assistiti e fatturano un maggior volume di prestazioni; i produttori di apparecchiature diagnostiche... non ultime le case farmaceutiche, che... agiscono come il vero motore di tutta la catena... in realtà a ben scavare, nascosto dietro il paravento di una società di pubbliche relazioni, si trova spesso il finanziamento di una o più aziende, soprattutto farmaceutiche. E lo scopo è quasi sempre lo stesso: amplificare l'importanza (per la gravità, diffusione, implicazioni economiche e sociali eccetera) di questa o quella malattia per assoldare pazienti, moltiplicare le prestazioni, potenziare le strutture, sviluppare l'attività... vale la pena di sezionare e smontare il meccanismo, per analizzarlo in tutti i suoi dettagli, al fine di difendersi meglio dalle pericolose distorsioni che può produrre sulla vita e sulla salute delle persone e della popolazione”.(1) <br /> Addirittura, data la mole degli affari e il livello ormai altissimo di mistificazione, c’è chi si chiede se venga prima prodotto il farmaco e poi inventata e “divulgata” la malattia. Il “lavoro” dovrà consistere nel rendere patologico ogni sintomo o piccolo problema, per convincere ad usare tutta una serie di farmaci. In altre parole, si tratta del "disease mongering", ovvero delle tecniche per accrescere il numero delle persone che si sentono malate, al fine di vendere più farmaci. Spiega la rivista “PLoS Medicine”:<br /> “Sotto l'etichetta di disease mongering vengono raggruppate tutte quelle strategie che puntano ad aumentare il numero di malati e di malattie con il solo scopo di allargare il mercato della salute. Anche se di questa pratica scorretta sono accusate principalmente le multinazionali del farmaco, tecniche analoghe possono essere messe in atto, per esempio, dagli specialisti, quando rivolgono improvvisamente la loro attenzione a particolari patologie, fino a quel momento "sottovalutate". Sono tante le tecniche a disposizione di un aspirante disease monger per creare più pazienti: trasformare uno stato da fisiologico a patologico (come nel caso della menopausa); inventare di sana pianta una sindrome, definendola in maniera ambigua (disfunzione sessuale femminile); cambiare la definizione di una patologia, esagerandone l'incidenza e sfumando volutamente la differenza tra casi gravi – da trattare con farmaci – e quelli più lievi che non necessitano di cure (Adhd); abbassare le soglie di riferimento sopra le quali sono consigliate terapie farmacologiche (livelli di colesterolo, pressione arteriosa); sponsorizzare un'associazione di pazienti per lanciare una campagna di sensibilizzazione su una malattia etichettata come "trascurata”.(2) <br /><br />Ovviamente, ai gruppi farmaceutici non interessa la salute delle persone, anzi, più malati ci sono e più guadagnano, dunque interessa molto di più che le persone si sentano malate e, soprattutto, che credano di risolvere i propri problemi attraverso i farmaci. Le società farmaceutiche sono ormai diventate esperte nell’organizzare campagne “pro-malattia”, in cui assoldano “esperti” o persone che si presumono guarite dalle loro medicine. Per promuovere la malattia usano diversi mezzi: le riviste scientifiche e non, le associazioni, i medici, gli sponsor di vario tipo, ecc. Lo scopo è quello di convincere che è opportuno utilizzare i farmaci per ogni minimo disturbo. <br />La rivista "Pharmaceutical Marketing" ha spiegato in una “guida pratica all'educazione medica” come si debba creare il bisogno di cura prima di produrre il farmaco. A tale scopo occorre attivare scienziati di spicco, che durante i congressi parlino della “malattia”, della diagnosi e della cura.<br /><br />Altre tecniche sono state spiegate da Philippe Pignarre, che per molti anni ha lavorato nell’industria farmaceutica. Egli sostiene che il settore farmaceutico è il “gioiello della corona del capitalismo” e che per mantenere alti i profitti si è disposti a tutto. Pignarre spiega alcune strategie impiegate di sovente: “si pubblica uno stesso articolo, sotto firme diverse, per aumentare la notorietà di una nuova molecola e suggerire ai medici che i suoi vantaggi sono stati davvero confermati; poi la si può addirittura commercializzare sotto due nomi diversi per imporla più rapidamente (strategia detta di co-marketing); infine si fa pressione per farla prescrivere in prima battuta, ecc. … C’è anche la ‘strategia di nicchia’: i laboratori propongono il loro medicinale nel sottodominio limitato di una patologia e in seguito ‘lavorano per allargare questa nicchia, preparando i medici al depistaggio e sensibilizzando sia la stampa che il grande pubblico. Si sono così visti nascere alcune ‘nuove’ turbe psichiatriche’, come certe forme di depressione breve o di schizofrenia precoce… Davanti alla difficoltà di trovare nuovi medicinali, i laboratori si accingono dunque a inventare nuovi pazienti per vendere i loro vecchi prodotti. A questo fine, essi ricorrono a tutti gli stratagemmi del sistema pubblicitario, utilizzando le tattiche di comunicazione che si indirizzano direttamente alle masse per il tramite dei media”.(3) <br /> In una società in cui si semina paura, insicurezza e complessi estetici non è difficilissimo convincere qualcuno che c’è qualcosa che non va nel proprio organismo, e che dunque c’è bisogno di assumere farmaci. <br />Lo scrittore Ray Moynihan e il ricercatore Alan Cassels hanno scritto un libro dal titolo “Farmaci che ammalano e case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti” (Ed. Nuovi Mondi Media, 2005), in cui raccontano dell’intento delle società farmaceutiche, espresso dal direttore generale della Merck, Henry Gadsen, di “creare farmaci per le persone sane, così da poter vendere proprio a tutti”.<br />Altri studiosi, come H. Gilbert Welch, autore del libro “Should I Be Tested for Cancer? Maybe Not and Here's Why” ("Devo fare un controllo per sapere se ho un cancro ? Forse no, ed ecco perché"), parlano di "epidemia di diagnosi", ovvero la smania di fare analisi e di capire se abbiamo qualche malattia. Si tratta di un'epidemia che coinvolgerebbe anche persone perfettamente sane o con disturbi che non richiederebbero alcuna cura farmacologica. <br /><br />Il marketing delle malattie punta a renderci tutti malati, e a farci ritenere che la scienza possa risolvere anche gli scompensi psicologici che lo stesso ambiente mediatico ci spinge ad avere. Tale mercato tende ad ingigantire i problemi e a dare stime molto alte della loro diffusione (le cifre crescono di anno in anno), per far credere che facilmente si possa essere colpiti. La fonte da cui proviene l'informazione viene spacciata sempre per autorevole e "scientifica", per rendere l'informazione più persuasiva. Tuttavia, spesso i dati forniti e altri messaggi promozionali sulla malattia sono incontrollabili, perché non viene indicata precisamente la fonte. Il più delle volte si tratta di cifre approssimative o addirittura inventate. Gli sponsor delle campagne di marketing delle malattie tendono a nascondersi, per far apparire che l'informazione possa essere obiettiva in quanto non motivata da interessi economici. In molte campagne promozionali dei farmaci, gli sponsor (le case farmaceutiche) raggiungono i loro obiettivi grazie a programmi televisivi in cui l'informazione appare come dovuta a motivi di tutela sanitaria. Vengono utilizzati professionisti di marketing di alto livello, per rendere le campagne promozionali efficaci, e camuffare un'iniziativa di natura commerciale in uno spazio dedicato al bene comune. <br />Nel 2002, il British Medical Journal, a proposito del "commercio di malattie", scriveva che "si possono fare molti soldi dicendo ai sani che sono malati".(4) <br />Come osserva Satolli, l'apparato del marketing delle malattie è pronto a fornirci le sue soluzioni:<br />“La conclusione è in genere semplice, anzi semplicistica. Dopo aver ingigandito i rischi... si lancia in conclusione un messaggio rassicurante: niente paura, c'è qualcosa (un farmaco, un intervento, una cura) che risolve tutto senza difficoltà. A questo punto la comunicazione assume quasi invariabilmente una struttura retorica che si richiama alla funzione teatrale del "deus ex machina", cioè dell'intervento finale risolutore in chiave quasi miracolistica. Anzi si può dire che sia questa la struttura argomentativa tipica dei messaggi promozionali, nei quali l'informazione più importante (cioè quella che sta più a cuore a chi parla) anziché essere anticipata all'inizio, come nell'esposizione giornalistica, arriva spesso solo alla fine di un percorso che svolge la funzione di preparare all'apoteosi. Questo aspetto è talmente tipico, che può essere "patognomonico": quando si ha il dubbio che un messaggio abbia finalità promozionali, si può saltare in fondo: se nelle ultime righe è citato un farmaco risolutivo, probabilmente il sospetto è fondato”.(5) <br /><br />Nel settore della produzione dei farmaci, soltanto sei corporation (Bayer, Glaxo, Pfizer, Aventis, Novartis e Roche) controllano il 70% dell'intero mercato mondiale, controllando anche la ricerca scientifica. <br />I cartelli farmaceutici hanno oggi un notevole potere di creare farmaci e di metterli in commercio senza accertarne i rischi per la salute di chi li assumerà. Gli effetti collaterali sono spesso talmente pesanti da generare vere e proprie patologie o da compromettere gravemente la salute del paziente. <br />L'industria del farmaco deve di tanto in tanto lanciare nuovi farmaci o sostituire quelli che sono stati identificati come gravemente nocivi. Per vendere i nuovi farmaci, deve suscitare nuovamente fiducia, e ha bisogno di sollevare un notevole battage mediatico. Un mezzo efficace è quello di utilizzare le riviste più autorevoli del settore scientifico. I lettori di queste riviste credono che gli articoli siano "obiettivi" e invece sempre più spesso sono sponsorizzati dalle case farmaceutiche allo scopo di sostenere un nuovo prodotto che metteranno presto in commercio.<br />Il Direttore Generale di United Health Europe, Richard Smith, in un discorso fatto presso la Medical Society di Londra nell'ottobre del 2004, spiegò il meccanismo di propaganda delle industrie farmaceutiche attraverso le riviste scientifiche:<br /><br />"Le pubblicità possono essere spesso ingannevoli e i profitti nell'ordine dei milioni, ma le pubblicità stanno lì in bella vista, sotto gli occhi della critica... Il vero problema, ben più importante, ha a che fare con gli studi originali, in particolare i test clinici, pubblicati dalle riviste. Ben lungi dal far loro la tara, i lettori considerano i test controllati a distribuzione casuale come una delle più alte forme di evidenza. Un test su vasta scala pubblicato su una delle maggiori riviste possiede il marchio d'approvazione della rivista (a differenza della pubblicità), sarà distribuito in tutto il mondo e può ben ricevere una copertura globale dai media, specialmente se promosso allo stesso tempo dai lanci di stampa sia della rivista sia della costosa società di pubbliche relazioni, assoldata dalla compagnia farmaceutica che ha sponsorizzato lo studio. Per un'industria farmaceutica, un test dall'esito favorevole vale quanto migliaia di pagine di pubblicità, ragion per cui una compagnia arriva a spendere talvolta oltre un milione di dollari in ristampe dello studio da distribuire in tutto il mondo. I medici che ricevono le ristampe possono non leggerle, ma rimarranno impressionati dal nome della rivista sulla quale compaiono. La qualità della rivista consacrerà la qualità del farmaco... C'è una forte evidenza che le compagnie stiano ottenendo i risultati che vogliono, e ciò è tanto più preoccupante perché dai due terzi ai tre quarti degli studi pubblicati sulle maggiori riviste - Annals of Internal Medicine, JAMA, Lancet e New England Journal of Medicine - sono finanziati dall'industria ... sono disponibili varie strategie di pubblicazione per assicurare la massima esposizione di risultati positivi. Alcune compagnie sono ricorse al tentativo di sopprimere gli studi negativi, ma si tratta di una strategia rozza, che tra l'altro dovrebbe essere ben raramente necessaria se la compagnia sta ponendo le "giuste" domande. Una strategia di gran lunga migliore consiste nel pubblicare i risultati positivi più di una volta, spesso in supplementi alle riviste, che sono altamente vantaggiosi per gli editori e si sono mostrati di dubbia qualità... E' inoltre possibile combinare i risultati provenienti da differenti centri in molteplici combinazioni. Queste strategie sono state smascherate nei casi del Risperidone e dell'Odansetron, ma è un lavoro immenso cercare di scoprire quanti test sono davvero indipendenti e quanti, invece, sono semplicemente lo stesso risultato che viene pubblicato più e più volte."(6) <br /><br />La fiducia acritica nella scienza e nella farmacologia è dovuta soprattutto alla propaganda mediatica che ogni persona subisce, e al prestigio di cui sono ammantati gli ambienti della scienza ufficiale. Eppure i fatti concreti rivelano che sia la farmacologia che la medicina ufficiale possono provocare malattie e morte. Oggi sarebbero circa 90 i morti al giorno in Italia per errori medici, per effetti collaterali dei farmaci o per malattie prese negli ospedali. Soltanto nel nostro paese dunque morirebbero almeno 30.000 persone all'anno a causa della medicina e di altri fattori correlati. <br />Peraltro, i cartelli farmaceutici sono oggi strettamente collegati alle maggiori aziende alimentari, come la Kellogg e la Nestlé. Tali società portano avanti ricerche sugli additivi alimentari, sui conservanti, sui coloranti o sugli "aromi". Negli ultimi decenni è aumentato considerevolmente sia l'uso di psicofarmaci, sia il fenomeno della sofisticazione alimentare, senza che le autorità abbiano mai sollevato il problema, nonostante le conseguenze drammatiche. Nessun cittadino viene mai avvertito dalle autorità circa i rischi che può correre assumendo un determinato psicofarmaco o consumando alimenti adulterati. Dunque, le nostre autorità rivelano anche in questo modo di essere sottomesse al potere del gruppo che controlla l'industria alimentare e farmaceutica, e di non avere alcun riguardo per la salute delle persone. <br /><br />Per fare in modo che ogni disturbo abbia la corrispettiva cura, si etichettano come malattie anche piccoli disturbi, sintomi passeggeri o comportamenti. Tutto questo viene reso realistico attraverso statistiche e ricerche false o fittizie. In tal modo nascono cure farmaceutiche per la “timidezza”, le gambe stanche, la "fobia sociale" o la distrazione. <br />Anche la tristezza temporanea, magari per un lutto o un divorzio, può diventare una malattia curabile con psicofarmaci. Entrare in uno studio medico significa quasi sempre ricevere cure farmacologiche, anche quando varrebbe la pena chiedersi se il disturbo dipenda da insane abitudini alimentari o da altre cause non patologiche e facilmente evitabili. <br />Tutti sanno che i farmaci possono creare effetti collaterali, e dunque sarebbe meglio non assumerne se non c’è un’effettiva necessità. Assumerli quando si è sani, soltanto perché attraverso tecniche mediatiche ci hanno convinto che non lo si è risulta un paradosso che mostra tristemente il livello di potere che l’attuale sistema ha raggiunto sulle singole persone. E’ come se l’attuale gruppo al potere provasse piacere nell’avere la possibilità di constatare quanto gli individui siano diventati condizionabili. Come scrisse Ivan Illich, “la civiltà industriale crea nuove malattie e il sistema medico stesso è ben lungi dall’essere sano: Una struttura sociale e politica distruttiva trova il suo alibi nel potere di appagare le proprie vittime con terapie che esse hanno imparato a desiderare. Il consumatore di cure diviene impotente a guarirsi o a guarire chi gli sta vicino”.<br /><br /><br /><br />Copyright © 2008 - all rights reserved.<br /><br />Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale di questo articolo, inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta dell’autore. Per richiedere la riproduzione dell'articolo scrivere all'indirizzo e-mail giadamd@libero.it<br /><br /><br />NOTE <br /><br />1) Latronico Nicola, Rasulo Frank, Candiani Andrea, “Brain. Brescia Anesthesia Intensive Care Neuroscience”, Madeia, Napoli 2006, p. 155.<br />2) "PLoS Medicine", volume 3, numero 4, aprile 2006.<br />3) Gruppo Marcuse, "Miseria umana della pubblicità: il nostro stile di vita sta uccidendo il mondo", Eleuthera, Milano 2006.<br />4) Latronico Nicola, Rasulo Frank, Candiani Andrea, op. cit., p. 157.<br />5) Latronico Nicola, Rasulo Frank, Candiani Andrea, op. cit., p. 158.<br />6) Brani tratti dal discorso che Richard Smith pronunciò presso la Medical Society di Londra nell'ottobre 2004. Il discorso fu riportato nel gennaio 2005 dal bollettino di HealthWatch.Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com36tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-79995407307149709712008-09-22T05:29:00.001-07:002008-09-22T05:29:28.642-07:00Daniele Luttazzi: La Parola a Carlo Rubbia<div xmlns='http://www.w3.org/1999/xhtml'><p><object height='350' width='425'><param value='http://youtube.com/v/k6P2oJ-mrx4' name='movie'/><embed height='350' width='425' type='application/x-shockwave-flash' src='http://youtube.com/v/k6P2oJ-mrx4'/></object></p><p>Dal blog di Luttazzi, il pensiero di Rubbia sul problema energetico. </p></div>Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-17500568326819708572008-09-16T04:40:00.000-07:002013-03-24T04:25:41.557-07:00I PARAUMANI, OVVERO LE CREATURE IBRIDEDi Antonella Randazzo<br />
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Premetto che questo articolo è molto duro da reggere, e ne sconsiglio la lettura a tutte le persone che hanno bisogno di credere che il sistema attuale possa essere tollerato o accettato con piccoli “aggiustamenti”, e che di solito non credono a quello che non proviene da fonti ufficiali (anche se è provato). <br />
L’intenzione non è certo quella di impressionare qualcuno o soltanto di attrarre l’attenzione su un argomento assai controverso. <br />
Si tratta di considerare fatti che suscitano un notevole sconcerto e producono un senso di repulsione, dando l’idea che gli attuali personaggi al potere non esprimono il loro livello di criminalità soltanto tramite le guerre e le torture, ma in molti altri modi, che riguardano da vicino tutti noi. <br />
Si tratta, se ce ne fosse bisogno, di un’ulteriore prova del fatto che siamo dominati da persone con squilibri mentali abissali, capaci di commettere qualsiasi crimine finché noi glielo permettiamo.<br />
L’argomento “esperimenti genetici” è trattato ormai da molte riviste, in modo più o meno corretto. Quello che di solito non si dice è il vero scopo di queste sperimentazioni e il livello che esse hanno raggiunto.<br />
<br />
Il concetto di "paraumano" indica un ibrido umano-animale, che oggi esiste in molti laboratori genetici. Infatti, numerosi scienziati, per loro stessa ammissione, hanno effettuato esperimenti mescolando geni umani e geni di specie diverse. Da questi esperimenti derivano esseri chiamati dagli stessi scienziati “paraumani”, ovvero "ibridi umani-animali."<br />
Questi esperimenti sono stati giustificati in vari modi. Ci viene detto che sono necessari per produrre organi da trapiantare, oppure per produrre medicine o cure più efficaci. <br />
<br />
Nel 1998 le società Stem Cell Sciences e la Biotransplant hanno richiesto alla European Patent Office (EPO), l’Ufficio europeo dei brevetti, di accettare il brevetto di una tecnica atta a creare nuovi animali (transgenici) agendo sui geni. Queste aziende, nel 2000, comunicarono che stavano utilizzando cellule di feti umani allo scopo di creare embrioni uomo-maiale. <br />
Ovviamente, dato che le leggi attuali vietano di clonare esseri umani o di creare ibridi umani, esse dichiarano di utilizzare poche cellule per produrre organi o tessuti per trapianti. Ma in realtà esiste un brevetto rilasciato dall’EPO (codice EP 380646 ) alla società Amrad, registrato dall’Ufficio brevetti europei il 20 gennaio del 1999, che consente la produzione di embrioni misti uomo–animale. La maggior parte degli scienziati sosterrebbe tali sperimentazioni, col pretesto che la scienza deve “andare avanti”.<br />
Ai militanti di Greenpeace, che stranamente furono gli unici a sollevare obiezioni sul brevetto EP 380646, il professore Joseph Straus, membro della "Social Sciences, Law and Economics", rispose: “L'ufficio brevetti non è una commissione etica… In America o in Giappone si è molto meno rigorosi, e l'Europa rischia di finire superata nella ricerca scientifica”.(1) <br />
<br />
Vi sono altre fonti che attestano l’esistenza di creazioni ibride umano-animali. <br />
La rivista National Geographic del 25 gennaio 2005 riportava la notizia che nel 2003 un gruppo di scienziati cinesi della Seconda Università di Medicina di Shanghai, diretti dalla dottoressa Huizhen Sheng, aveva creato embrioni di cellule umane e di coniglio. Gli embrioni erano chimere umano-animale, e dopo alcuni giorni sarebbero stati distrutti. Dopo un po’ di tempo si scoprì che in realtà l’esperimento sarebbe stato fatto qualche anno prima e tenuto segreto, e che gli scienziati cinesi avrebbero creato oltre 100 embrioni di uomini-coniglio. <br />
Nel 2004 i ricercatori della clinica di Mayo in Minnesota crearono maiali con sangue umano, e all’Università di Stanford in California, è stato fatto un esperimento per creare topi con cervelli umani. <br />
Il direttore della Stanford University’s Institute of Cancer/Stem Cell Biology and Medicine in California, Irv Weissman si oppone ad ogni divieto che possa riguardare questo genere di ricerche, invocando la solita frase del “salvare vite umane”. Ricordiamo che tutte le autorità statunitensi, quando vengono messe di fronte alle loro responsabilità nelle guerre, torture, ecc. dicono di doverlo fare per “salvare vite umane”. Questa frase sembra essere diventata una sorta di formula magica per assolvere tutti i crimini e le nefandezze commessi dagli attuali personaggi al potere e da chi li sostiene.<br />
<br />
Weissman ha creato topi con i cervelli che sono per circa l’uno per cento umani. Egli ha dichiarato di voler fare altri esperimenti, aumentando i geni umani immessi nei topi, fino a creare topi con cervelli di essere umano al 100 per cento, iniettando neuroni umani nel cervello di embrioni di topo.<br />
Weissman ha detto di non essere uno scienziato pazzo, ma anche gli scienziati che facevano esperimenti nei lager nazisti dicevano la stessa cosa. <br />
Guarda caso, questi esperimenti sono generosamente finanziati dai gruppi finanziari delle famiglie dei grandi banchieri “storici”, come il Rockefeller Group, il Rothschild Group, e il J.P. Morgan Group, che in passato finanziarono anche le ricerche eugenetiche. Queste persone hanno dato a Weissman ben 12 milioni di dollari, per creare ibridi umani.<br />
Per rendere la cosa più accettabile e persino auspicabile, l’èlite al potere ha addirittura creato una setta che propaganda la necessità di migliorare geneticamente gli esseri umani. Si tratta del World Transhumanist Movement (Movimento transumanista) che è un gruppo fondato da persone oggi potentissime, ovvero diversi multimiliardari statunitensi. Fra i leader di questa setta troviamo Nick Bostrum, docente di filosofia presso l’Università di Yale (l'università dove si formano i rampolli dell'élite) e Gregory Stock direttore del programma di Medicina, Tecnologia e Società presso la School of Medicine dell'University of California di Los Angeles. Quest’ultimo ha scritto un libro dal titolo assai eloquente: “Redesigning Humans” (Riscrivere gli umani). Infatti, secondo i transumanisti occorre portare avanti “l'evoluzione della specie umana” attraverso le tecnologie, per raggiungere la “perfezione”. Questa “perfezione” consisterebbe in un corpo perfetto e sempre giovane e in una personalità priva di emozioni. Occorrerebbe, dunque, per raggiungerla, anche una manipolazione genetica oppure un microchip. La setta, al fine di raggiungere i propri obiettivi, non esclude né la clonazione umana né gli esperimenti di manipolazione genetica di vario tipo. <br />
Com’è evidente, si tratta di un piano a dir poco sconcertante e pazzoide, ma purtroppo per alcuni diventa accettabile quando a propugnarlo sono personaggi di enorme potere, ovvero diversi miliardari e politici statunitensi. <br />
<br />
Alcuni scienziati denunciano che la maggior parte degli esperimenti di manipolazione genetica non ha nessuna utilità di tipo medico, e che ci sono rischi e pericoli che attualmente non vengono considerati con la necessaria attenzione. Il dottor Leo R. Kass, ricercatore all’Università di Chicago, nel giugno 2001, disse: "Io sono qui per testimoniare in favore di un bando nazionale sulla clonazione umana, e in particolare della HR 1644, ossia The Human Cloning Prohibition Act del 2001…Permettere la clonazione umana vorrebbe dire sì al pericolosissimo principio secondo cui noi saremmo autorizzati a determinare e ridisegnare l'aspetto genetico dei nostri bambini. Se noi non desideriamo scendere e percorrere tale via eugenetica, un bando effettivo sulla clonazione di esseri umani è necessario, subito, prima che tutti noi si finisca travolti dal rapido procedere degli eventi."(2) <br />
<br />
William Cheshire, professore di neurologia alla Mayo Clinic’s Jacksonville, in Florida, ammette: “Questo è territorio biologico inesplorato… Qualunque sia la soglia morale di sviluppo neurologico umano potremmo scegliere di stabilire il limite per esperimenti di questo genere, in quanto ci sarebbe un rischio considerevole di eccedere questo limite prima che possa essere riconosciuto… Dobbiamo essere prudenti nel non violare l’integrità della vita umana ed animale delle quali abbiamo la responsabilità di conservazione. I progetti di ricerca che generano chimere umano-animale rischiano di mettere in pericolo gli ecosistemi fragili, minacciano la salute ed insultano l’integrità delle specie”.(3) <br />
<br />
Altri scienziati ritengono di non dover avere limiti e vorrebbero creare esseri sub-umani mescolando i geni di scimmie e umani. Vi sembra pazzesco? Lo è. <br />
Ma ci hanno già provato nel 1997, quando il biologo Roger Pedersen, all’epoca ricercatore all'Università di San Francisco, capeggiò un gruppo che impiantò nuclei di cellule umane all'interno di ovociti di scimpanzè e gorilla. Secondo i ricercatori, l’esperimento sarebbe fallito a causa dell'incompatibilità fra il DNA umano e il DNA mitocondriale degli animali che si trasmette da un individuo all'altro per via materna. <br />
Nel luglio del 2003, un gruppo di scienziati guidato da Norbert Gliecher, attuò un esperimento presso i “Centri per la Riproduzione Umana” allo scopo di ottenere la fusione di due embrioni umani di sesso diverso per creare una “chimera ermafrodita”. L’esperimento venne reso noto durante il congresso della “"Società Europea per la Riproduzione Umana e l'Embriologia” (ESHRE). Secondo alcuni esperti, come Alan Trouson, al di là delle legittime obiezioni etiche, si tratta di “uno studio contro la logica” e completamente inutile dal punto di vista medico. <br />
<br />
Nonostante la scarsità di risultati, gli esperimenti per produrre paraumani sono stati diversi e continuano ad oggi. Gli animali transgenici manterrebbero in gran parte le caratteristiche della loro specie di appartenenza, rendendo inutili gli esperimenti. Ad esempio, nel 1988 negli USA fu brevettato il topo ibrido (oncotopo) in cui era stato inserito un gene umano in grado di fare sviluppare un tumore alla mammella. Dopo 10 anni si poté appurare che di fatto non c’era stato alcun progresso scientifico dovuto specificamente a quegli esperimenti. <br />
Bisognerebbe tener conto del fatto che esperimenti del genere immettono mutazioni non naturali, i cui effetti sono sconosciuti. Ma la maggior parte degli scienziati non sembra particolarmente interessata ai possibili danni causati alla specie umana e alla natura nel suo complesso. <br />
Per queste persone non dovrebbero esistere limiti di nessun tipo, e quando qualcuno solleva questioni morali assumono un atteggiamento come di minaccia, facendo credere che se si pongono limiti si “rimane indietro”. Per loro non è la direzione che conta, ma la ricerca in sé, e non sono interessate a chiedersi se alcune ricerche sono utili agli esseri umani oppure no. <br />
La maggior parte degli scienziati ignora o vuole ignorare l’esistenza di un gruppo di potere criminale, che utilizza la Scienza per i suoi scopi di dominio. <br />
<br />
Da qualche tempo sarebbero proposti all’acquisto strani “animali” chiamati Genpets, che la stessa ditta produttrice definisce “animali da compagnia geneticamente modificati”. Sarebbero prodotti in quantità limitata e venduti al prezzo di $ 1200 (765 €).<br />
Molti siti web ne parlano in modo controverso: chi li definisce “animatronic che ha le sembianze di un esserino di natura imprecisata”, chi esseri viventi creati in laboratorio. Se fossero soltanto robot sofisticati (animatronics, elettronici come i Tamagotchi di una volta), non si capisce perché siano stati prodotti da una società che si occupa di incroci genetici, ovvero di ingegneria genetica (vedi video sotto). <br />
Ci si augura che si tratti di uno scherzo, ma se così non fosse, chi li ha creati deve dare giuste spiegazioni. <br />
La compagnia che li produrrebbe, la Bio-Genica parla di mammiferi viventi che respirano e hanno una propria personalità, anch’essa selezionata geneticamente e disponibile in sette varianti (c’è quello più allegro, più vivace, più avventuroso, ecc.). <br />
La Bio-Genica, nel suo sito (http://www.genpets.com/index.php ) come per giustificarsi, parla di “esigenze di evoluzione di mercato”, come se qualche bambino avesse imposto loro di creare mostri genetici. <br />
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I bambolotti e gli orsacchiotti di peluche tradizionali, secondo la Bio-Genica, sarebbero ormai obsoleti, e occorre creare esseri viventi domestici (come se già non ci fossero) per fornire “novità” ai bambini. Per questo motivo avrebbe creato questi ibridi, presentandoli addirittura in due modelli a seconda della durata della loro vita (un anno o tre anni). La Bio-Genica starebbe ancora aspettando l’autorizzazione per un lancio in grande stile della loro “creazione” e per adesso si limiterebbe a pubblicizzarli e a vendere altri animali modificati geneticamente, come i pesci rossi fosforescenti.<br />
Chiediamoci: qual’è lo scopo di tutto questo? <br />
Vorrebbero farci credere che si possa accettare l'idea di creare esseri ibridati?<br />
Vorrebbero farci accettare come “normale” la sperimentazione genetica e la creazione di esseri che sono un incrocio fra animali e umani? <br />
Vorrebbero creare confusione fra ciò che è “naturale” e ciò che non lo è? <br />
Far accettare ogni tipo di manipolazione genetica, o rendere le manipolazioni così familiari e “simpatiche” a tal punto che prima o poi tutti non le vedranno più come un orribile modo per calpestare la natura e distruggerla.<br />
Far apparire “simpatica” la manipolazione genetica significa anche fare in modo che le persone si abituino alle assurdità dell’èlite dominante, conferendole ogni potere sulla natura e sull’uomo, senza limiti.<br />
Purtroppo ci sono molti esempi di cose che in un primo momento nessuno avrebbe voluto accettare, ma, divenute familiari, sono state accettate. Ad esempio, soltanto venticinque anni fa molti avrebbero protestato per il livello di invadenza della pubblicità, che oggi ormai appare persino sugli autobus e durante le trasmissioni televisive (in piccoli riquadri). Anche per gli psicofarmaci è successa la stessa cosa, pochi decenni fa non molti genitori avrebbero dato psicofarmaci ai loro figli, ma oggi, purtroppo, molti lo fanno, credendo che siano necessari.<br />
<br />
Un altro motivo per divulgare notizie bizzarre e fare accettare l’esistenza di ibridi animali-umani potrebbe essere quello di svilire il DNA umano, facendo vedere con chiarezza la possibilità di manipolarlo e di creare esseri con le caratteristiche che si desiderano, esaltando in tal modo la scienza a spese del valore dell’uomo. Si vuole calpestare la natura umana, relegandola a mero “materiale” genetico da utilizzare in laboratorio quando e come si vuole. Si vuole ridurre l’uomo ad un “corpo” “prodotto” dalla Scienza.<br />
<br />
La notizia della produzione in serie di esseri ibridati potrebbe persino avere scopi di indagine. A detta di alcuni, divulgare la notizia della prossima produzione di esseri ibridi che saranno venduti come “animali da compagnia” potrebbe essere un piano per effettuare una sorta di test allo scopo di vedere come le persone reagiscono a questo, se lo accettano, oppure se si rendono contro di dover chiedere spiegazioni sulla derivazione genetica di questi esseri. <br />
Se verranno accettati passivamente, gli stegocrati dedurranno di aver raggiunto un ottimo livello di potere, persino in materia di libertà di manipolazione genetica. <br />
I Genpets vengono mostrati sempre e soltanto impacchettati, come se anche la “confezione” facesse parte del test. In effetti, è un’immagine che può turbare: piccoli mammiferi che sembrano un incrocio fra umani e cani, impacchettati e esposti come giocattoli. E’ come dire: “E’ soltanto un corpo, su cui noi abbiamo potuto fare ciò che volevamo, abbiamo il potere di creare e di distruggere”.<br />
Sul sito della Bio-Genica c’è addirittura il catalogo illustrativo, e anche altri siti lanciano messaggi di tipo pubblicitario, come “Sono arrivati i Genpets!”. Ci si augura di cuore che si tratti di robot elettronici, altrimenti sarebbe davvero un fatto assai grave. <br />
I Genpets hanno occhi enormi, la testolina grande rispetto al corpo (come i neonati), e il muso piccolo, perché secondo numerosi studi di psicologia, gli occhi grandi, la bocca piccola e la dimensione della testa tipica dei neonati suscitano tenerezza, desiderio di accudire, affettività. In poche parole, farebbero emergere l’istinto materno. <br />
Se si dovesse trattare di una burla, com'è probabile, chiediamoci perché le autorità permettono queste cose. Perché non bloccano e sanzionano la Bio-Genica? E' un reato dichiarare falsità sui propri prodotti. <br />
Anche se viviamo in un contesto culturale in cui gli animali subiscono spesso gravi maltrattamenti, non dobbiamo perdere di vista il valore che ogni vita esistente ha, e non si dovrebbe permettere a nessuno di burlarsi della vita animale e umana. <br />
<br />
Considerando lo stato attuale della Scienza, ovvero in gran parte finanziata e controllata dallo stesso gruppo che detiene il potere finanziario, economico, politico e mediatico, i problemi morali da sollevare riguardo agli esperimenti genetici sono di vasta portata. <br />
Innanzitutto, se le persone che dominano sono capaci di uccidere persone inermi e di far morire di fame milioni di bambini, come potremmo credere che nel settore genetico agirebbero in modo corretto ed etico? <br />
Poi: gli esseri paraumani potrebbero essere destinati ad una sofferenza ben maggiore rispetto a quella che tocca agli umani e agli animali non ibridati, poiché solleverebbero gravissimi problemi di accettazione e di definizione della loro natura. Se già a questo mondo, fra umani, pur essendo geneticamente simili, esistono forme di feroce razzismo e discriminazione, immaginiamo cosa potrebbe accadere se dovessero essere creati esseri ibridati paraumani. <br />
<br />
Non è difficile capire che lasciare nelle mani di criminali il potere di agire anche sul Dna umano è pericolosissimo. La comunità internazionale dovrebbe chiedere conto di ciò che sta accadendo nei laboratori di ingegneria genetica, perché quello che vi accade riguarda tutti noi. Non bisogna accettare che gli stegocrati si prendano gioco di noi testando la nostra tolleranza alle loro mostruosità.<br />
Occorre svegliarsi e sottrarre il potere dalle mani di mostri che generano mostri. <br />
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Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale di questo articolo, inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta di Antonella Randazzo. Per la riproduzione integrale o di parti dell'articolo occorre richiedere l'autorizzazione scrivendo all'indirizzo e-mail giadamd@libero.it<br />
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NOTE <br />
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1) http://www.teresio.splinder.com/post/4981098<br />
2) http://www.terraeliberazione.org/terraeliberazionedoc.htm<br />
3) fonte: National Geographic News del 25 gennaio 2005<br />
http://news.nationalgeographic.com/...5_chimeras.html<br />
<br />
<br />
<b>P.S.</b> Per chi non ne fosse al corrente, si informa che QUESTO BLOG E' STATO CHIUSO NEL 2009, e dunque NON SI PUO' GARANTIRE LA PUBBLICAZIONE DI NUOVI COMMENTI nè su questo articolo nè su altri.<br />
Ad ogni modo, si prega di evitare (accade in particolare per questo articolo), di inviare commenti polemici o di sterile critica (si veda la netiquette (http://antonellarandazzo.blogspot.it/2008/08/comunicato-la-netiquette.html), che denotano una lettura non attenta, considerando che l'articolo riporta il fatto che potrebbe anche trattarsi di bambolotti o di robot. Quello che si argomenta non è tanto il tipo di prodotto, quanto la propaganda che in passato è stata fatta a tale proposito. Si consideri che questo è un articolo del 2008, e si consideri anche che gli esperimenti genetici esistono realmente, e gli esempi sono presenti anche in questo scritto, che non ha la pretesa di essere esauriente trattandosi di un semplice articolo.<br />
GrazieAntonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com37tag:blogger.com,1999:blog-1845032759814311176.post-72678723153724067562008-09-16T04:39:00.001-07:002008-09-16T04:39:37.553-07:00Mostri genetici, robot o test per valutare le reazioni delle masse?<div xmlns='http://www.w3.org/1999/xhtml'><p><object height='350' width='425'><param value='http://youtube.com/v/hbxO1vTK9KU' name='movie'/><embed height='350' width='425' type='application/x-shockwave-flash' src='http://youtube.com/v/hbxO1vTK9KU'/></object></p></div>Antonella Randazzohttp://www.blogger.com/profile/12450376632789563893noreply@blogger.com4