mercoledì

VERITA' E NICHILISMO

Quello che state leggendo non è uno dei miei soliti articoli, che in genere trattano un tema basandosi su una serie di prove, documenti o testimonianze. Questo è un articolo che ho deciso di scrivere in seguito a numerose e-mail di lettori, che mi dicevano di essere d'accordo con quello che scrivo ma di sentirsi demoralizzati e in preda al pessimismo circa quello che sarà il futuro dell'Italia o del mondo. Dato che secondo me tale pessimismo parte da premesse errate, ho ritenuto importante scrivere un articolo che argomentasse quello che a mio avviso potrebbe essere il giusto modo di rapportarsi alla realtà una volta che si è raggiunta una più elevata consapevolezza.
Questo articolo, dunque, non può avere il rigore degli altri, perché dovrò, per forza di cose, esprimere idee che nascono dalla mia esperienza, e che dunque potrebbero essere relative. Tuttavia, ritengo sia molto importante anche scambiarsi idee ed esperienze su come vivere una condizione che probabilmente non si è mai presentata prima nel panorama storico di questo pianeta. Mi sto riferendo allo stato di coscienza che sempre più persone raggiungono quando si accorgono di essere frodate dalle banche e da istituti economici detti "corporation", quando apprendono che dietro il sistema di potere basato su questi istituti ci sono sempre le stesse persone, poche centinaia, che decidono la vita o la morte di tutti noi; o nel momento in cui capiscono che le guerre possono essere evitate perché sono organizzate e volute dallo stesso gruppo di persone suddetto; o che le autorità locali sono a servizio sempre di quelle stesse persone, e che i mass media prendono per i fondelli, descrivendo una realtà di "democrazia" che non esiste affatto.
Il gruppo di persone smascherate, ovviamente, non avrebbe voluto che si sapessero queste cose e che venissero diffuse, ma grazie anche alla rete Internet ciò è avvenuto. Ora, in seguito a questo, cosa credete che l'élite dominante vorrebbe che avvenisse? L'ideale per loro sarebbe che ogni persona che sa pensi di non poter far nulla. Che si rappresenti come debole, incapace di fronteggiare la situazione, e che magari soffra per aver saputo, dicendo fra sé e sé: "siamo troppo pochi", "la realtà non potrà cambiare", "siamo costretti a subire", ecc.
In altre parole, ciò che giunge ad attanagliare molte persone che hanno raggiunto un alto livello di consapevolezza è una sorta di "nichilismo", ovvero quella sensazione di sfiducia che fa sentire, talvolta, anche una certa disperazione.
Il punto è: è proprio vero che non possiamo fare nulla? E se ciò fosse vero, allora non serve proprio a nulla acquisire un certo grado di consapevolezza? Sarebbe meglio rimanere nell'illusione che oggi esiste la "democrazia", che le autorità sono a servizio dei cittadini, e tutte le altre baggianate varie? Naturalmente, credo che non sia affatto così, credo che chi cede all'autocommiserazione stia seguendo, per così dire, la via di minore resistenza. Anzi, a ben vedere, ritengo proprio che scegliere la filosofia nichilista sia il metodo più confortevole per non affrontare gli aspetti sgradevoli della realtà. Quegli aspetti che hanno prodotto un certo turbamento, e da cui è derivata l'esigenza di assestare anche la propria interiorità per porla in linea con la maggiore consapevolezza raggiunta.
E' vero che la stragrande maggioranza di persone vive ancora senza una grande consapevolezza, non avendo idea di cosa stia facendo e del perché lo sta facendo, ma prima o poi tutti incapperanno in qualcosa che li risveglierà, magari in modo brusco. Esistono anche persone insoddisfatte, che si accorgono come in vari modi il sistema li frustra, e iniziano ad aggregarsi ai gruppi di denuncia (es: Beppe Grillo, ecc.) ottenendo una sorta di "gratificazione passiva". Cioè scaricano in una certa misura l'insoddisfazione ma poi concretamente fanno poco o pensano di poter cambiare il mondo senza cambiare se stessi.
E' certamente utile scambiarsi conoscenze e esperienze, ascoltare chi dice la verità, oppure leggere libri che possano permettere di acquisire maggiore conoscenza, ma oltre a capire il messaggio si deve scegliere di metterlo in pratica, e questa è la parte più difficile. Capire dovrebbe stimolare ad acquisire anche maggiori capacità operative. Pensare che ci si debba accontentare dell'effetto catartico che si ha attraverso l'ascolto delle denunce da parte di alcune personalità (come Grillo, Travaglio, Chiesa, ecc.) è errato. Lo si capisce non appena, poco tempo dopo, ritornano il senso di impotenza e la disperazione.
Formati all'interno di una società di massa, che scoraggia il libero pensiero e sostiene il gregarismo, alcuni credono sia importante cambiare gregge; per così dire, passare dal gregge ufficiale a quello "alternativo". Ma non è così che funziona: cambiato capo, il gregarismo rimane, e continua ad impedire una vera crescita interiore, nonostante le conoscenze possano accrescersi.
Molte persone (specie giovani) non hanno alcuna progettualità nell'esistenza, né un piano di crescita, né la necessaria autodisciplina per ottenere risultati concreti, e si rendono dipendenti dalla realtà sociale o esterna, credendo di poter risolvere i problemi con un'intelligenza estranea alla propria. Si tratta spesso di persone ricche dentro, ma che utilizzano palliativi per continuare a fuggire da se stessi. Mi da' un senso di desolazione vedere che il sistema criminale che ci domina riesce a sfornare soggetti che si possono riassumere in tre categorie: quelli che si sottomettono e si identificano col sistema, quelli che riconoscono la frode ma si reputano troppo deboli per reagire, e quelli che capiscono bene, cercano di reagire ma non sono in grado di contrastare le proprie tendenze autodistruttive potenziate dal sistema (ad esempio, quelli che pur avendo grandi potenzialità di avversare il sistema, si danno all'alcool, al disordine esistenziale, ecc.). A quest'ultimo caso appartengono coloro che credono che non sia necessario mettere in discussione se stessi per ottenere quel cambiamento di cui si diceva sopra, quello che dovrebbe permettere di elevare la propria esistenza al livello della consapevolezza raggiunta. Non si sta parlando di religione o di qualche ideologia trascendentale, ma del detto socratico "conosci te stesso", che riassume il potere che ogni individuo può avere sulla realtà: infatti, se non si è in grado di conoscere se stessi e di indirizzare la propria crescita è ovvio che si è impotenti anche verso la realtà esterna. Ora, la questione si fa difficile, perché se ogni individuo è unico, allora per ognuno c'è un percorso unico, che soltanto la persona stessa può trovare. Nessun altro può indicare tale strada, neppure il migliore imbonitore. Ciò vuol dire che ogni persona dovrebbe impegnarsi, così come tutti i giorni mangia, si lava o lavora, anche ad osservare se stessa per ricavare notizie su chi è, cosa vuole realizzare o di cosa si vorrebbe sbarazzare. Sembrerebbe un impegno insostenibile, ma l'alternativa è continuare ad appartenere al gregge, che è quello che l'élite dominante auspica caldamente, dato che spende miliardi di dollari per realizzare questo scopo. Insomma, non ci sono ricette precostituite, ma soltanto un impegno con se stessi, onesto, sincero e leale, per guardarsi in faccia e vedersi come si è realmente, fuori dall'idealizzazione che ci costruiamo. Ossia diventare capaci di vedersi con difetti atroci, che ci sembrano inaccettabili, quelli che temiamo ci facciano sprofondare senza pietà, e la cui consapevolezza, invece, può produrre effetti (nella nostra vita e all'esterno). Nel film La Storia infinita c'è una scena in cui uno dei protagonisti deve superare la prova più difficile: guardarsi in uno specchio che riflette la sua vera realtà. Forse per molti di noi è una prova che ancora non è stata superata, eppure rappresenta l'unico modo per comprendere che la realtà esterna è la proiezione di ciò che l'insieme di noi produce: se siamo gregari deve per forza corrisponderci una realtà in cui c'è il gruppo a cui noi, col nostro gregarismo, abbiano inconsciamente delegato il potere, e rimanendo gregari (anche se "alternativi") continuiamo a farlo. Viceversa, se riusciamo a percepire che anche dentro di noi c'è una parte malvagia o che deforma la verità perché ritiene più comodo rimanere com'è, allora iniziamo a sentirci meno impotenti verso la realtà, poiché ogni seppur piccolo cambiamento produce inevitabilmente anche cambiamenti nella realtà esterna. Siamo parte del mondo, se cambiamo noi anche il mondo cambia. Ovviamente, tutto è rapportato al grado di cambiamento e all'impegno che abbiamo verso il mondo esterno. Per fare qualche esempio, se anche soltanto il 30/40% dei cittadini italiani cessa di essere gregario e sceglie di coniare un propria moneta per liberarsi dalla schiavitù delle banche cosa credete possa succedere? Potrebbero condannarli tutti come fecero con Giacinto Auriti? Non credo. Quindi non è poi vero che siamo impotenti, anche se è vero che occorre estendere sempre più la consapevolezza, che grazie all'autoconoscenza può dare la necessaria fiducia a cambiare le cose.
Qualcuno potrebbe ancora obiettare che attualmente siamo troppo pochi per poter incidere sulla realtà. E' vero, ma all'inizio qualsiasi evento è sempre pionieristico, il punto è che se i pionieri, che dovrebbero estendere il fenomeno, si percepiscono deboli e impotenti allora incideranno ben poco sulla realtà attuale e futura. Se, viceversa, si acquista fiducia e si costruisce la propria esistenza non sul gregarismo ma sull'autoconsapevolezza e sul libero pensiero, allora l'efficacia emergerà nel tempo, sia nella propria vita che in quella degli altri. Ciò che conta, lo ripeto, è guardarsi dentro e chiedersi chi veramente siamo, cosa vogliamo realizzare e se vogliamo continuare a soccombere all'interno di un sistema che ci vuole sfiduciati, gregari e demoralizzati. E, possibilmente, anche impauriti e deboli, affinché quelle poche persone che non sono affatto così ci prendano in giro e facciano di noi ciò che vogliono. Vogliamo continuare a permettere che avvenga questo? La mia scelta potete inferirla. La vostra spero dipenda da un'approfondita conoscenza di voi stessi e non dai condizionamenti che subiamo tutti i giorni.
Ad ogni modo, nessuno è impotente e debole, se non vuole esserlo. Il nostro compito attuale potrebbe essere (oltre a quello di impegnarci a conoscere noi stessi in profondità e ad affrontare gli attacchi di sfiducia) quello di parlare del signoraggio, del sistema di dominio o di altri argomenti che conferiscono consapevolezza, senza svilirli con polemiche, aggressività o litigi, come fanno quelli che vorrebbero intralciare ogni cambiamento. Oppure ci si può rifiutare di acquistare i prodotti delle corporation che commettono crimini, o si possono divulgare i molteplici inganni dei politici, senza pretendere che da un giorno all'altro tutti capiscano e reagiscano. Qualcuno ha detto che è dalle piccole cose che possono derivare le grandi cose, e se si ha la necessaria fiducia e pazienza credo che ciò possa rappresentare la verità del mondo futuro. Tutto è in continuo movimento, perché la vita stessa si caratterizza come percorso mai uguale a se stesso, e dunque col tempo ciò che è oggi non sarà più. Forse i tempi sono difficili, o forse lo sono meno di quelli passati, dato che abbiamo maggiori possibilità di comunicare e dunque di conoscere e capire.
Saluto con affetto le persone che mi leggono, e spero sia facile per tutti noi ricordare sempre che ciò che si realizza può essere soltanto ciò che si ritiene possibile realizzare.

25 commenti:

Paolo ha detto...

Magari se ci fossero più leader e meno strombazzatori di verità occulte, fermo restando la preziosa opera di divulgatori scomodi quali Antonella e tanti altri, ci sarebbero meno nichilismo(del quale anche il sottoscritto un po' soffre) e veri movimenti popolari che si opporrebbero al sistema.
Tanta insoddisfazione ha bisogno di capi carismatici in grado di incanalarla e coalizzarla e la storia umana ce lo insegna...

Paolo Borin ha detto...

Ciao Antonella,
ho letto con interesse il tuo post perchè mi riconosco negli atteggiamenti passivi e nichilisti di cui hai parlato, sebbene nel mio quotidiano agisco seguendo quello che ritengo importante o necessario, dalle regole della strada alla raccolta differenziata alla correttezza sul lavoro alla trasparenza coi miei cari.
Sono i legami che ho col mondo, è il mio piccolo mondo, e su questo sento che posso fare qualcosa. Il senso di impotenza viene quando si affrontano problemi più ampi, che vanno al di là del singolo e della sua famiglia.
Basta cambiar famiglia e già c'è qualcuno che separa il rifiuto umido e chi no, perchè è una menata, perchè è inutile.
Rimproveri i vicini? S'incazzano. Appendi i cartelli su come usare i cesti dell'immondizia, se ne fregano.
Questo succede ogni giorno dove abito, non è un esempio vago.
Allora vai avanti per la tua strada, sapendo che più di tanto non puoi fare. L'impotenza eccola qua. Come influenzare gli altri? Divento un Grillo o un politico? Forse è una strada.
Ha senso educare gli altri? Sensibilizzarli? Siamo così ben imbozzolati nella nostra vita quotidiana, già abbastanza faticosa, che spesso questi "valori" sembrano un di più, forse, anche perchè in qualche modo estranei al pensiero che mira all'efficacia immediata delle attività, qualunque esse siano.
Si, ci si sente un po' soli, è così, si fà il nostro. Forse è davvero quello che basta per stare meglio, almeno noi.

Paolo Borin

Antonella Randazzo ha detto...

Non so se ha senso educare gli altri, dipende forse se sono i nostri figli oppure no, ma di sicuro ha senso educare se stessi.

Antonella Randazzo ha detto...

Finché ci saranno molti che chiederanno
"capi carismatici" non ci sarà il potere dei molti.

rocco ha detto...

Ammettiamo che ci siano parecchi che abbiano preso coscienza della situaziane e che conoscano se stessi senza delegare responsabilità ed aspettative ad altri, non vedo perchè non bisogna unire le forze e creare un movimento o un partito che abbia la forza di contare in Parlamento.
Gesù forse era da solo, Maometto lo era, per non parlare di altri famosi profeti e non.
Il partito noeuro per es. si è mosso per il problema signoraggio.
Perchè non dargli fiducia e allargarlo con la nostra presenza attiva?

raffaele ha detto...

carissima e stimatissima ANTONELLA

ho letto il suo libro DITTATURE: LA STORIA OCCULTA
e le faccio i miei piu sentiti complimenti...e' il libro piu utile che abbia mai letto su tanti libri utili che gia avevo letto! scusi il gioco di parole.
tramite il sito www.disinformazione.it
tramite il blog di PASCUCCI e di BENETTAZZO avevo gia sentito di queste cose ,ma devo dire che nel suo libro ho scoperto davvero fatti a me oscuri....
E' da tempo che nel mio piccolo pubbicizzo la divulgazione di queste notizie tramite appunto chi ho elencato e anche tramite il suo libro.
certo., molti se ne lavano le mani, molti ascoltano e si sentono impotenti altri che ascoltano e continuano il passaggio di informazione ad altri cercando di fare qualcosa nella loro vita.

basta volevo dirle questo...ha tutta la mia stima per il libro che ho letto.
cordiali saluti RAFFAELE

davide ha detto...

NO EURO si è candidato alle elezioni del 2006 scorso insieme a FORZA ITALIA, si sono giustificati dicendo che il centro sinistra non ha accettato una collaborazione, ma non l'ha prescritto il dottore che ci si bebba alleare con l'espressione di quei poteri liberali che fanno capo alle banchem si puo anche concorrere autonomamente.
Già questo non mi è piaciuto, se aggiungiamo che la critica di NO euro è solamente sul trattato di Mastriche come se il signoraggio fosse solo una bega europea, e aggiungiamo che la denuncia fatta a bankitalia è scomparsa nel nulla, e a richiesta di prove, scan o immagine del documento è stato tergiversato per poi cadere tutto nel vuoto,no, non credo sia una creatura politica "Pura", forse qualche simpatizzante in buona fede che ci orbita intorno, ma con quella dirigenza si sta solo perdendo tempo, tutti i cavalli sono buoni per chi cerca il suo posticino al sole, anche sfruttando tematiche cosi critiche.
daltronde questi finti movimenti e partitini hanno una duplice funzione 1) fanno perdere tempo a gli uomini di buona volontà 2) rovinano la tematica prima che possa essere affrontata da qualcuno dotato di vera etica.

piuttosto che accodarci alle ciofeche preconfezionate, studiamo il social networking, le reti sociali, la democrazia diretta, il movimento dal basso, tiriamoci su le maniche in prima persona, anche fra di noi, qui, adesso.

Diceva Bertolt Brecht "Sventurata è quella terra che ha bisogno di eroi"

Anche io penso che sia giunto il tempo di finirla con la delega nella politica, nella religione e, finanche del proprio pensiero.

Orazio ha detto...

Cara Antonella,

non mi conosci e mi presento.

Mi chiamo Orazio Fergnani e leggo "Disinformazione" da più di un anno, scrivo anch'io qualche articolo su un giornale on line che si chiama "www.gliscomunicati".

Ho letto alcuni tuoi articoli e li ho trovati lucidi, e pentranti all'essenza del problema.

Chiudo perchà l'ora è tarda e la mente ancora di più.

Prometto di riscriverti per affrontare altri temi di cui mi interessa trattare.

A presto

Orazio Fergnani.

S. ha detto...

Ciao Antonella,
grazie per aver condiviso le tue idee sulla risposta psicologica di tante persone alle news poco rassicuranti che circolano in rete.
Penso che un ottimo antidoto contro il nichilismo sia il fatto di non prendere tutto troppo sul serio. Qualcuno ruba, altri fanno guerre e uccidono, altri vogliono dominare sui loro simili. Altri ancora, un po' più raffinati, sono gentili, amichevoli, ed esercitano il loro dominio attraverso il proselitismo, la persuasione, attraverso la loro presunta superiorità morale o intellettuale. Tutti questi soprusi, però, per come la vedo io, non sono che onde dell'ego dell'uomo sull'oceano dell'esistenza. Restando in superfice siamo in balia dei flutti, ma immergendoci in noi stessi, nelle profondità dell'oceano, queste onde non hanno il minimo potere su di noi. Ogni volta che accettiamo un gioco dell'ego, che abusiamo della nostra libertà o che accettiamo per vera un'illusione veniamo riportati in superfice, dove siamo destinati a piccole gioie meschine e grandi sofferenze. Tutto ciò, però, a mio modo di vedere, non è altro che un gioco, un modo per conoscere meglio noi stessi, passando attraverso l'inganno prima dei sensi, poi della società, con la costante complicità del nostro ego posticcio.
Siamo qui, su questa Terra, lo scenario è quello che è. Forse la premessa della nostra esistenza qui è solo un grande inganno, che ci dà l'illusione di essere piccoli, limitati.
Talvolta alcuni intravedono uno spiraglio di luce, qualche cosa che ci eleva al di sopra del bruto animalesco a cui taluni dotti (Darwin & co.) vorrebbero ridurci. Questi ultimi sostengono la realtà dell'uomo-animale e dichiarano il lato spirituale dell'uomo un'illusione, io sostengo invece che questo spiraglio di luce potrebbe essere la punta dell'iceberg della nostra vera natura, e che l'uomo-animale possa essere solo uno stato transitorio che noi stessi, da esseri illimitati, liberi e senza paura, abbiamo abbracciato temporaneamente (autolimitandoci)al fine conoscerci meglio.
Ma è proprio in questa incertezza, in questa ambiguità che forse risiede il senso e l'amara bellezza del gioco a cui stiamo giocando, e che rende interessante e coinvolgente e vera la nostra vita su questo pianeta. Comunque sia, non c'è proprio bisogno di prendere il tutto troppo sul serio, il che non vuol dire essere superficiali, frivoli e rinunciatari, anzi, forse proprio il contrario.

fedeshoe ha detto...

leggo con piacere i tuoi articoli, grazie ad internet posso arricchirmi anche dall'Argentina. Conosci te stesso è un bel motto, peccato che le persone lo intendano come posizione sociale. Quindi un operaio, di fronte al politico di rifondazione o al sindacalista che va in tv si sente ovviamente piccolo. Bisognerebbe cambiare visione. Noi persone normali, tutte quelle persone che i mezzi di comunicazione di massa vogliono farci credere normali e frustrate perchè troppo normali, dovremmo ribellarci, renderci conto che senza di noi il sistema non esisterebbe. Così il nichilismo va a farsi fottere e l'uomo si riprende la propria vita. Basta poco per essere felici, ma la felicità è tale solo se è reale. E di realtà, tra pubblicità ed informazione c'è n'è ben poca. Grazie per le tue parole che ci guidano verso la giusta direzione . Altruismo ed evoluzione. Questa è la vera ricchezza...

Sandro Pascucci ha detto...

Non fidatevi dei noeuro, di beppegrillo, di colimo né di etleboro.. non fanno gli interessi del popolo ma solo di loro stessi.

sul sito ho messo vari articoli a riguardo di questi bei tomi!

FATE ATTENZIONE!
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sandro

Paolo ha detto...

Allora senza capi carismatici vorrei proprio vedere come tutti i singoli insoddisfatti potrebbero opporsi al sistema individualmente.
Ma il vecchio detto "l'unione fa la forza" è ancora valido o no?
Signora Randazzo, mi spieghi concisamente cosa intende per potere dei molti se devono agire in un contesto individuale(e chi lo fa?) piuttosto che per mezzo di un movimento popolare con "capi carismatici".

Paolo Baldassarre

Damiano ha detto...

Ciao Antonella,
mi piace molto e condivido la tua visione circa ciò che dovremmo fare per cambiare le circostanze attuali. Il cambiamento deve e ripeto deve avvenire prima in noi.
Ti ringrazio per il tuo impegno e le tue parole....e buon lavoro (su sè stessi) a tutti

Antonella Randazzo ha detto...

Risposta a Paolo:
Intendo il potere di sapere chi si è e di agire di conseguenza. Un'organizzazione può esistere, ma non deve togliere alcun potere agli individui, cioè non li deve rendere "massa" come avviene adesso.

Antonella Randazzo ha detto...

Risposta a S. :

Qualcuno molto conosciuto ha detto che la verità è come un seme, che curato con impegno può dare frutti. La crescita interiore la si riconosce dalla fiducia e dalla sicurezza che genera, altrimenti non è tale. La nostra cultura ci ha abituati a ritenere che l'esistenza sia essenzialmente insicurezza e sofferenza, ma io ritengo che non sia così: la vera esistenza è gioia, fiducia e certezza. Guardare davvero dentro se stessi non è facile, perché tutti noi ci costruiamo un'immagine ideale di noi stessi e ci ostiniamo a crederla vera anche quando la realtà ci mostra chi siamo veramente. La sofferenza spesso è prodotta dalla nostra incapacità di vederci come siamo veramente.

Paolo ha detto...

Certo sig.ra Randazzo, però la sua idea(che sa un po' di idealismo) contempla l'unione dei tanti per opporsi al sistema.
Il suo timore è che la massa si sostituisca al singolo, ma è difficile che un'organizzazione di milioni di individui agisca secondo la volontà di un singolo individuo, e con questo non intendo il leader.
Di solito, come lei sa bene, si cerca una linea di azione comune ai tanti per portarla avanti.
Semmai la priorità è combattere, all'interno dei partiti o dei movimenti, la corruzione e la collusione con le lobbie economiche e criminali(o sono la stessa cosa?), il vero grande problema della società civile.
Se è così malridotta oggi e se esistono gli insoddisfatti nichilisti dei blog, è proprio per questo.
Saluti

Paolo Baldassarre

Carlo ha detto...

Ciao Antonella,
ho avuto modo di leggere i tuoi articoli su disinformazione.it e li ho trovati chiari e ricchi di argomentazioni interessanti. Concordo con la tua visione del futuro: è impossibile prevedere cosa succederà, ma è sempre possibile fare qualcosa perchè accada ciò che è desiderabile o per evitare il male, posto che si abbia un'idea di cosa fare. La passività fatalista, o peggio ancora cinica, è l'equivalente di una profezia che si autoavvera, perciò, a mio modo di vedere, il pensiero positivo è alla base di ogni progresso umano (a questo punto mi considero un ex-pessimista). Nessuno ha la verità in tasca né può conoscere completamente la realtà umana, ma possiamo condividere idee, valori, obiettivi comuni, così come riconoscere illusioni, errori, pericoli, imbrogli piccoli e grandi. L'illusione che qualcun altro risolverà i nostri problemi (le istituzioni, il mercato, la tecnologia, ecc.) unita alla costante promozione dell'individualismo e dell'edonismo radicale ci ha portato alla passività mentale e allo smarrimento per sopravvenuta atrofia del pensiero e dell'immaginazione. Chi riesce a uscire da questa camicia di forza, smettendo di agire e pensare unicamente in base a riflessi condizionati, può creare una vita migliore per sè e per chi gli è vicino. La libertà di ogni persona dipende molto da se stessa.

Ancora complimenti per i tuoi scritti.

Ti saluto cordialmente.

Carlo

Antonella Randazzo ha detto...

Risposta a Paolo:
Non ho alcun timore che la massa si sostituisca al singolo, semplicemente perché la massa è la somma dei singoli, che per libera scelta (consapevole o meno) disconoscono il proprio potere e lo delegano ad altri, con tutto ciò che ne deriva.
Senza dubbio occorre contrastare la corruzione, ma, a mio avviso, anche l'incapacità del singolo di prendersi responsabilità di se stesso, perché ciò permette ad un potere centrale di sottrargli la libertà. Ad ogni modo, credo che ogni persona debba scegliere liberamente se fare parte della massa o intraprendere un percorso di libertà.

Paolo ha detto...

Cosa può fare il singolo per seguire un percorso di libertà?
Denunciare, come fa lei, le porcherie della classe politica asservita alle lobbie economiche è una buona strategia, ma aldilà di questo non ci sono altre opzioni convenienti, salvo unirsi ad altri che la pensano allo stesso modo.
Io la vedo così.
Saluti.

Paolo Baldassarre

Peppi Littera ha detto...

Ciao Antonella,
prima di tutto ti mando un grazie grande e bello come tutta la liberta'. Io per curare il nichilismo con cui sono cresciuto (sono uno di quelli che si davano all'autodistruzione) ho iniziato a parlare, moltiplicare la conoscenza, non m'interessa che il mondo cambi domani ma che il cambiamento sia ancora possibile....domani.
Uno in piu' che si e' svegliato,
ciao

Anonimo ha detto...

A proposito di progetti concreti che coinvolgano "l'inversione di rotta", cosa ne pensa Lei del progetto di decrescita (cfr. www.decrescita.it)? Lo ritiene una teoria, un programma fondato ed attuabile?

Antonella Randazzo ha detto...

Ci hanno ossessionato col concetto di crescita o di sviluppo, e dunque per riprendere noi stessi abbiamo anche bisogno di non essere più resi insicuri o in ansia dall'idea di non produrre crescita o profitti. Il percorso umano dovrebbe essere reso "fluido" cioè libero da queste ossessioni. La crescita deve essere anche naturale e spontanea, e l'idea del profitto non dovrebbe avere un peso così rilevante e così condizionante come accade oggi. Dunque condivido parte delle idee sulla "decrescita", che intendo come concetto che ci dovrebbe far prendere le distanze dalle ossessioni dello "sviluppo" economico come "profitti infiniti". E' un programma sicuramente a misura d'uomo, di gran lunga migliore di quello attuale. Potrebbe essere attuabile, il problema è sempre quello di togliere il potere dalle mani del gruppo criminale e insensato che attualmente lo detiene.

io sono nessuno ha detto...

Quello che ho letto in questo articolo è straordinario, perchè è esattamente quello che, da mesi a qeusta parte, sto provando coscientemente.
Sono un ragazzo di appena 20 anni che ha in se questo sentimento di vivere una vita non mia, di avere solo l'apparenza di decidere cosa fare e perchè farlo, e soprattutto l'incertezza più totale per il futuro.
Nel mio blog, che a molti sembrerà stupido, sto cercando le parole giuste per esprimere questo rigetto per il capitalismo mondiale.
Ok, ora smetto; comunque se vuoi dare un'occhiata ai miei pensieri (non volgio assolutamente farmi pubblicità) il mio sito è: www.filospicciola.altervista.org

Grazie di tutto,

Andrea

albo82 ha detto...

ciao ho letto solo ora il tuo articolo intitolato "verità e nichilismo", che dire...una bella fotografia della realtà.

ora però vorrei sapere da te qualcosa di + concreto....io ho 24 anni, laureando in design, un po d esperienze lavorative e "di vita"...è da 2 o 3 anni che mi sento estraneo al mondo, ma non per malessere o depressioni, sono sempre molto solare e ottimista in tutto!
il problema è che il sogno è ancora quello di cambiare il mondo, proprio per i motivi che leggo nei tuoi articoli, o in quelli di disinformazione.it oppure su etleboro...ma praticamente per non sottostare alla elite di oggi cosa posso fare, io penso e spero di viaggiare cercando, forse illudendomi, che da qualche parte nel mondo ci sia un paese dove non ci sia ipocrisia, crudeltà ecc....o se no isolarsi da qualke parte, in qualche monte sperduto, e cercare di non dipendere da niente e da nessuno...o andare a vivere nei villaggi ecologici o comunque in quelle comunità indipendenti(esistono anche in italia)...o altrimenti fare il volontario per aiutare le persone che stanno meno bene, aiutare chi nel 2007 non ha ancora acqua e cibo ogni giorno, tanto da portare alla morte 1 bambino ogni 2 o 3 secondi...
ad esempio tu penso che viva in italia, pagherai le tasse, ti connetterai ad internet con una multinazionale ecc....quindi in sostanza per te basta la consapevolezza? ma in questo modo a parer mio non si raggiungerà mai nulla

bhe spero di ottenere comunque una risposta, sognando magari la soluzione che risolverà il corso della mia vita...
grazie ciao

Antonella Randazzo ha detto...

Ti consiglio di leggere anche la seconda parte di "Verità e nichilismo" e di continuare a seguire disinformazione.it perché saranno pubblicati altri miei articoli che risponderanno alle tue domande.