lunedì

QUELLO CHE I TELEGIORNALI NON DICONO SULLA BIRMANIA

Di Antonella Randazzo

Sempre più persone si accorgono che le notizie date dai telegiornali non spiegano le cause dei fatti raccontati, e non indicano i veri responsabili. Nel caso del Myanmar (Birmania), raccontano di una dittatura "comunista" talmente feroce da uccidere persino monaci buddisti che protestano pacificamente contro la situazione di miseria e di vessazione in cui il popolo si trova da molto tempo. Quello che non dicono è che la dittatura è soltanto un fantoccio, dietro il quale si nasconde chi davvero detiene il potere.
Perché non ci dicono chi arma il regime birmano? Perché non ci spiegano come mai le autorità statunitensi, che avevano tanto a cuore l'abbattimento della dittatura di Saddam, adesso tacciono? Chi ha davvero ridotto il popolo birmano alla miseria e alla disperazione?
Volontariamente, i TG non fanno alcun collegamento fra le autorità angloamericane e le autorità birmane, attuando una colossale disinformazione su quello che davvero è la situazione del Myanmar.
Eppure è facile trovare l'informazione (sul web e su molti libri) che sono proprio gli angloamericani a fornire le armi per uccidere monaci, donne, bambini e comuni cittadini.
Da tempo sono gli Stati Uniti a controllare la produzione e il traffico di droga nel cosiddetto "Triangolo d'Oro" (Birmania, Laos e Thailandia). Per poter continuare il controllo, le autorità statunitensi attuano crimini di ogni genere contro coloro che cercano di contrastarlo. Ad esempio, nel 1992, il capo della tribù Wa dello Stato Shan (Myanmar), U Saw Lu, decise di eliminare la coltivazione dell'oppio. Egli fu immediatamente arrestato e torturato dalla polizia di regime, e salvò la vita soltanto grazie alla minaccia di sollevazione della tribù Wa. Divenuto libero, U Saw Lu preparò un progetto che presentò ad un agente della Dea (Drug Enforcement Administration, un'agenzia statunitense che dovrebbe occuparsi di contrastare la produzione e il traffico di droga) Richard Horn. A questo punto, la Cia decise di attuare feroci persecuzioni anche contro Horn. Alla fine, l'agente denunciò la Cia, insieme ad altri agenti della Dea. I documenti giudiziari furono segretati, e il regime birmano intervenne con la forza, armato dagli Usa, per impedire ogni tentativo di porre fine al traffico di oppio.
La Birmania (o Myanmar), dal 1948, è sotto il potere militare. Le libertà fondamentali sono impedite, e contro la popolazione viene commesso ogni tipo di crimine. Il governo militare è sostenuto e finanziato dai paesi occidentali, soprattutto dagli Usa e dalla Gran Bretagna. Come in altri paesi ex coloniali, anche in Birmania un potere coloniale è stato sostituito con un potere occulto ancora più crudele e tirannico.
Il popolo birmano è da sempre disposto a lottare per la libertà. Già nel 1930, i contadini birmani, oberati dalla forte tassazione coloniale, capeggiati dal giovane Aung San, si sollevarono contro gli inglesi. La sollevazione fu brutalmente repressa nel sangue, ma Aung San continuò la lotta nel Partito Comunista Birmano fino al 1945, anno in cui il paese diventò indipendente. Verrà ucciso due anni dopo. Egli aveva posto le basi di un sistema realmente democratico, che nasceva da una elaborazione fra idee buddiste e socialiste. Aung San sognava di realizzare una "società equa, spirituale e pacifica", in cui tutti i gruppi etnici avrebbero avuto libertà e indipendenza. Erano speranze antitetiche rispetto alla feroce dittatura militare di Ne Win, che sarà insediata dopo la sua morte.
Nel marzo del 1962 gli studenti birmani si sollevarono ancora una volta, per riportare il paese alla democrazia, ma l'esercito attuò l'ennesima feroce repressione.
Dopo anni di dittatura, l'8 agosto del 1988, tutto il popolo birmano, determinato al cambiamento, scese in piazza gridando "Do-a-ye! Do-a-ye!" (il nostro paese ci appartiene). Donne, bambini, studenti, contadini e monaci manifestarono in molte parti della Birmania, chiedendo il rispetto dei diritti umani e la libertà. Una città dopo l'altra riusciva a liberarsi dalla dittatura e ad istituire sindacati, riportando la libertà di parola e di stampa. La gente comune credette di essersi ripresa la libertà. Un giovane di diciotto anni raccontò:

"Credevamo di aver vinto. Il 23 agosto era accaduta una cosa straordinaria; i soldati avevano sbarrato il nostro percorso e un ufficiale ci avvertì che se avessimo superato le barricate ci avrebbero sparato. Ci lanciò una sfida. Ci disse: 'Se sette uomini coraggiosi avanzeranno verso di noi, sceglieremo sette soldati per sparargli. Se credete che ciò che state facendo sia giusto fatelo'. Sette persone del nostro gruppo, incluse tre giovani donne, avanzarono. Quando superammo la prima barricata i soldati caricarono il colpo in canna. Alla seconda barricata presero la mira. Alla terza, quando eravamo molto vicini, l'ufficiale ordinò ai soldati di abbassare il fucile. Quindi mi mise il braccio intorno al collo e mi disse che quello che avevamo fatto era giusto e che era fiero di noi. Disse che capiva quanto stava accadendo nel paese ma che doveva obbedire agli ordini. Mi disse: 'Ora ne subirò le conseguenze'. Quindi ritirò le truppe". (1)

Iniziò una durissima repressione: l'esercito sparava su chiunque e infilzava con la baionetta quelli che cadevano. Molte persone furono bruciate, e altre seppellite vive insieme ai morti. I sopravvissuti furono arrestati e torturati. Il popolo birmano era disarmato, ad eccezione di qualche mazza o bottiglia molotov, mentre l'esercito era ben armato dalle potenze occidentali. I massacri avvenuti in Birmania, che videro la morte di almeno 10.000 persone, non ebbero alcuna risonanza nei media occidentali. Le false dichiarazioni del regime venivano prese come vere: il 18 settembre del 1988 il regime dichiarò di aver ripreso il potere contro un tentativo di colpo di stato. Il nuovo capo di governo, Saw Maung, era un personaggio fedelissimo a Ne Win, che a sua volta obbediva agli Usa. Con questo regime sanguinario gli americani, gli inglesi, i francesi, i giapponesi e altri, iniziarono a concludere grossi affari. L'americana Unocal, insieme alla Total, costruì un gasdotto per portare gas naturale birmano dalle Andamane alla Thailandia. Per realizzare questo progetto occorreva anche costruire una ferrovia per i controlli via terra. La ferrovia fu costruita utilizzando manodopera schiavizzata. La dittatura birmana costringeva chiunque, anche bambini e donne incinte (costrette a partorire sul posto di lavoro), a lavorare in condizioni terribili, fino allo sfinimento e alla morte.
Un rapporto del 1995 di Amnesty International sulla Birmania diceva:

"Le condizioni dei campi di lavoro sono così dure da aver prodotto la morte di centinaia di prigionieri. Nel più grande centro di detenzione vengono tenuti almeno 800 prigionieri politici. Il personale dell'Intelligence Militare li interroga regolarmente fino a che non perdono coscienza. Anche il possesso di quasi ogni cosa sia leggibile, è passibile di punizione. I prigionieri politici possono essere facilmente rinchiusi nelle "gabbie dei cani della polizia", che ospitano abitualmente i cani poliziotto. I vecchi, i malati e persino i disabili vengono incatenati alle caviglie e costretti a lavorare. La Birmania è una prigione a cielo aperto".(2)

In quello stesso anno, il Dipartimento del Commercio e la Camera di Commercio di Londra erano talmente entusiasti dei profitti che le imprese ottenevano in Birmania, che organizzarono un seminario dal titolo: "Un'introduzione alla Birmania - l'ultimo Cucciolo di Tigre".
La figlia di Aung San, Aung San Suu Kyi, tornata da Londra dopo i terribili fatti del 1988, fu condannata agli arresti domiciliari. Il 27 maggio del 1990, ben l'82% degli elettori votò per la Lega Nazionale per la Democrazia, il partito sostenuto da San Suu Kyi, ma i generali ripresero il potere e arrestarono i candidati eletti. Successivamente, il governo legittimo verrà mandato in esilio.
I media si occuparono della Birmania quando Aung San Suu Kyi, nel 1991, ricevette il Premio Nobel per la pace. Tuttavia, si parlò della dittatura oppressiva del suo paese senza fare alcun cenno sulla responsabilità dei paesi occidentali. Questi ultimi, continuarono ad investire in Birmania, nonostante Aung San Suu Kyi, nelle molte interviste rilasciate dopo il Nobel, avesse chiaramente detto che investire in Birmania significava rafforzare e legittimare un sistema criminale e sanguinario.
Gli studenti birmani non hanno mai perso la speranza di liberare il loro paese, anche se la situazione birmana peggiora sempre più.
Oggi la Birmania è uno dei paesi più poveri del mondo, il 40% della popolazione è costretto a vivere con dieci dollari all'anno, mentre i generali svendono le enormi risorse naturali del paese. Ufficialmente la prostituzione e il gioco d'azzardo sono fuori legge, ma di fatto vengono ampiamente praticati e coperti dalla corruzione e dalla massiccia militarizzazione del paese.
Nonostante venga potenziato il turismo, la maggior parte della popolazione non ne può trarre alcun vantaggio. Aung San Suu Kyi invita al boicottaggio turistico, in quanto i vantaggi del turismo vanno soltanto al governo corrotto e alle imprese occidentali che lo sorreggono e lo armano. Il turismo viene proposto agli occidentali attraverso viaggi organizzati, che hanno l'obiettivo di mostrare soltanto alcuni aspetti del paese, e di tenere il turista lontano dai luoghi dove è chiara l’effettiva condizione di miseria e degrado in cui è costretta a vivere la popolazione.
Nel 1997, lo Slorc (Consiglio di Stato per il Ripristino della Legge e dell’Ordine, la giunta militare) ha cambiato nome in Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo (Spdc), ma nulla è cambiato, e le persone al potere sono sempre le stesse.
La situazione è peggiorata dal 2003. Il 30 maggio di quell'anno, mentre Aung San Suu Kyi si trovava a Monywa, con un convoglio di venti auto della Lega per la Democrazia, subì un vero e proprio agguato. Un gruppo di militari aprì il fuoco contro le automobili, uccidendo diverse persone (almeno 65). Aung San Suu Kyi riuscì a salvarsi grazie ai riflessi pronti del suo autista, ma venne ferita alla testa. Ritornò agli arresti domiciliari, dove si trova a tutt'oggi.
La Birmania è un paese con 50 milioni di abitanti, che non ha nemici, eppure possiede un esercito potentissimo. La guerra è contro lo stesso popolo, che viene massacrato ogni volta che mostra di rifiutare la dittatura. Chi si ribella viene chiamato "terrorista". Il Paese è pieno di mine antiuomo, disseminate soprattutto lungo il confine con la Thailandia, dove si trovano le piantagioni di oppio.
I gruppi in lotta contro la dittatura sono diversi: l’Esercito dello Stato di Shan (SSA), l’Unione Nazionale Karen (KNU) e il Partito Progressista Nazionale Karenni (KNPP). Come accade in Africa e in altre parti dell'Asia, i gruppi di guerriglia sono quasi tutti armati dagli Usa e da altri paesi occidentali, che intendono costringere il popolo a vivere nel terrore, per contendersi i vantaggi della dittatura e le risorse che il paese offre.
La Birmania è il secondo produttore di oppio al mondo (il primo è l’Afghanistan), e ha più di 60 mila ettari di piantagioni di papavero. Tale mercato è oggi controllato dai servizi segreti occidentali (come la Cia), che utilizzano i proventi per fomentare altre guerre e per l'arricchimento personale delle autorità fantoccio. Per mantenere tale produzione, e per costringere la popolazione a vivere in miseria e nel degrado, vengono utilizzate anche forze militari mercenarie, pronte a commettere torture, violenze e ogni sorta di crimine.
Oggi gli Usa e la Gran Bretagna sono gli investitori più importanti in Birmania. Sono anche i maggiori fornitori di armi al regime birmano. Dall'Occidente arrivano molte armi, nonostante l'embargo deciso nel G8 francese (2003). La popolazione viene costretta a vivere nella paura, anche a causa della "guerra al terrorismo", che permette di spacciare le stragi di regime per attentati di al Qaeda. Da tutto questo si può capire bene la situazione di oggi: la disperazione ha spinto i monaci buddisti a protestare attuando un corteo pacifico, e le repressioni nel sangue non sono state risparmiate nemmeno a loro.
E' tipico delle dittature nascondere la verità sul potere. Se i nostri TG hanno così tanto bisogno di mistificare la realtà è perché devono imporre agli italiani qualcosa che essi rifiuterebbero se comprendessero appieno la verità. Questa, se ce ne fosse bisogno, è un'ulteriore prova che l'attuale sistema non può essere accettato poiché corrisponde ad una dittatura mascherata, che ci regala soltanto l'illusione di essere liberi. Accettarla significa accettare di essere trattati da imbecilli e, cosa ancora più grave, equivale ad appoggiare i massacri che queste persone attuano nel Terzo Mondo.


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PER APPROFONDIMENTI

Gaja Filippo, "Il Secolo Corto - la filosofia del bombardamento. La storia da riscrivere", Edizioni Maquis, Milano 1994.
Kleeves John, "Un paese pericoloso - storia non romanzata degli Stati Uniti D'America", Società editrice Barbarossa, Milano 1999.
Pasquinelli Mauro, "Il libro nero degli Stati Uniti d'America", Massari Editore, Bolsena (VT) 2003.
Pilger John, "Agende nascoste", Fandango Libri, Roma 2003.
Pilger John, "I nuovi padroni del mondo", Fandango Libri, Roma 2002.
Randazzo Antonella, Dittature. La Storia occulta", Edizioni Il Nuovo Mondo, Padova 2007.
Randazzo Antonella, "La nuova democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia USA", Zambon Editore 2007.



NOTE

1) Pilger John, "Agende nascoste", Fandango Libri, Roma 2003, pp. 216-217.
2) Pilger John, op. cit. p. 171.

24 commenti:

Walter Angelucci ha detto...

Si dice che per uccidere un serpente bisogna tagliargli la testa, ma come si fa a trovarla ? Il caos che si vuole fomentare nel mondo secondo te è da imputare alla massoneria o ai grandi banchieri ebrei, ammesso e non concesso che parliamo di due cose diverse....Ciao

Uyulala ha detto...

Spero davvero che tu lo segnali su OKNOtizie, e spero di accorgermene subito per poterti votare...

S. ha detto...

Grazie per le informazioni riportate nel tuo articolo.
Come al solito nei TG si vedono solo scene di violenza senza analizzare le cause e l'origine della violenza stessa.
Quello che tu dici sulla droga (il fatto che i servizi segreti di vari paesi controllino in pratica questo business) l'ho già letto da svariate fonti, che reputo, purtroppo, attendibili, e la politica estera di molti paesi (Italia compresa, v. guerra e occupazione in Afganistan) sembra seguire questa logica perversa.
Riflettendo su queste questioni ho elaborato una teoria, che per ora è solo tale ma che, per quello che so, ritengo essere quella più plausibile.
La mia teoria è questa: più che di un complotto su scala mondiale ordito dall'elite per sfruttare il resto del mondo, io suppongo che esista una sorta di congiura del silenzio.
Voglio fare un esempio. Io ritengo che sia molto probabile che l'11 settembre sia stato un attentato organizzato da alcuni esponenti dei servizi segreti statunitensi. Perchè, e con quali modalità?
Penso che le cose possano essere andate così: la CIA è interessata al traffico di droga in Afganistan. Alcune corporation vogliono incrementare utili e fatturato (società petrolifere, di armamenti, edilizia ecc.) Alcuni esponenti del governo e della CIA organizzano l'attentato per giustificare la guerra di fronte all'opinione pubblica, col finanziamento di alcune corporation, ma pochi sanno come stanno le cose, e POCHI VOGLIONO SAPERE. Anzi, meno gente sa meglio è (c'è meno rischio di essere scoperti, si guadagna di più e la coscienza è più tranquilla). Gli amministaratori delegati delle multinazionali interessate sapranno (forse, se necessario) che l'11 settembre succederà qualcosa (es. vendite costanti in borsa prima dell'11 settembre), ma poi saranno ben contenti di sfruttare la situazione, guarda caso, vantaggiosa che la tragica circostanza offrirà. Allo stesso tempo non saranno complici del crimine, o solo in minima parte. Tutto quello che dovranno fare è non fare troppe domande e non dare fastidio ai loro soci, che gli procurano affari d'oro.
Sembra che il giorno prima dell'attentato Condoleeza Rice abbia ricevuto una telefonata che la consigliava di non viaggiare in aereo il giorno successivo. Bush, prima di ricevere la notizia del primo dirottamento, stava leggendo con un certo interesse un libro per babini tenuto a rovescio. Dopo la notizia del secondo attentato a New York, un suo collaboratore gli disse qualcosa del tipo: "America is under attack" e per circa dieci minuti non fece assolutamente nulla, era incapace di prendere decisioni, sembrava non avere un'idea di cosa fare, forse non sapeva neppure se doveva fare qualcosa (forse gli avevano detto troppo poco?)
Orwell, in un suo romanzo (1984), ipotizzava una società uno dei cui slogan era: "ignorance is strenght" (l'ignoranza è forza). A me sembra che si possa applicare molto bene alla nostra società occidentale attuale.
Notizie generiche, fumose, parziali, fiducia cieca nei propri soci e collaboratori, un maggior rispetto per le istituzioni piuttosto che per gli individui ed il gioco è fatto.
Ritengo che lo stesso possa essere accaduto a proposito dell'intervento di Ciampi in merito ai disordini del G8, e di Napolitano in altre occasioni.
Mi ricordo che, a suo tempo, feci più o meno le stesse considerazioni di Ciampi in merito ai disordini. Dopo aver visto i TG, ragionai in questo modo: sono proprio imbecilli quei pacifisti che esprimono il loro dissenso rompendo vetrine e incendiando macchine, e mi sentivo indulgente nei confronti del duro intervento della polizia per sedare i disordini...
Basta non informarsi troppo e non voler scavare per trovare le cause vere degli eventi.
Si ragiona in modo automatico: c'è un attentato, bisogna trovare il colpevole. Dicono che il colpevole è in Afganistan, bisogna invadere l'Afganistan. Dicono che Saddam ha chissà quali armi di distruzione di massa, bisogna "disarmare" Saddam. Bush potrebbe avere anche agito, secondo coscienza, da perfetto ibecille.
Ma se io alzo la voce e gli dico che è un criminale, lui dirà che sono un calunniatore, e ci crederà anche, e crederà che esistono persone malvage che diffondono falsità sul suo conto (io, nel caso specifico).
L'astuzia dei manipolatori sta proprio nel dividere la responsabilità di un certo crimine, diluirla, renderla incerta o camuffarla con espedienti vari in qualcosa di diverso.
Io rubo le caramelle dalla dispensa, e mio fratello mi sorprende. Allora per prima cosa gli offrirò una caramella, poi dirò che le ho solo "prese in prestito" ma che è meglio non dirlo alla mamma. Se decide di dirlo comunque alla mamma lo minaccerò, poi cercherò di dire che è stato lui a rubarle, magari nasconderò una caramella nel suo cassetto...
E' difficile capire dal di fuori chi è il vero artefice di certi crimini. L'unico crimine del "sistema" nel suo complesso, per come la vedo io, è quello di sonnecchiare e bersi tutte le falsità che circolano.
Tornando alla Birmania, forse Bush è sincero nella condanna del regime al potere, ma senza indagare le cause sarà incapace di fare qualcosa di buono per il popolo birmano.

Antonella Randazzo ha detto...

Ufficialmente tutte le autorità occidentali condannano le dittature. Cos'altro potrebbero fare?
Dire che dietro i loro governi si nascondono gruppi di persone pronte a massacrare e a torturare pur di continuare a sottomettere i popoli?

Gennaro ha detto...

vedi i vari Musharraf, Moubarak...
Gennaro Carotenuto

paolo russo ha detto...

Grazie Antonella..Nel tempo dell'inganno universale,dire la verità è un atto rivoluzionario.G.Orwell

ggg ha detto...

quasi mi vergono di dirti che fino ad oggi non ti conoscevo


dico questo dopo aver letto soltanto i tuoi ultimi 3 post. bellissimi.

mi piacerebbe molto conoscere la tua opinione sulle cose su cui stiamo lavorando per riconquistare la sovranità perduta (se mai la abbiamo avuta)

la metodologia è quella che noi definiamo con le parole "democrazia diretta", ma sappiamo bene che è semplice democrazia. e tuttavia non è facile, ma ci proviamo.

in ogni caso... grazie di esistere

Antonella Randazzo ha detto...

Grazie per l'apprezzamento che esprimi.

La democrazia diretta può essere l'unica vera democrazia.
Scegliere da noi stessi poche centinaia di persone che si occupino per un certo periodo (a rotazione fra tutti i cittadini) delle questioni collettive e tenerle sotto controllo affinché ci rappresentino veramente non solo è possibile ma non è nemmeno tanto difficile.
Quando la maggior parte degli italiani lo crederà possibile si avvererà.
Attualmente c'è una propaganda massiccia finalizzata a convincere che non è possibile un sistema politico diverso dall'attuale, e purtroppo la maggior parte di persone ci crede.

Antonella Randazzo ha detto...

Ovviamente, il fatto che alcune persone possano avere incarichi specifici non esclude la possibililtà, da parte di tutti, di deliberare sulle questioni più importanti. La sovranità rimane sempre al popolo, questa credo sia la democrazia diretta.
Adesso il potere è in mano ad un gruppo che si nasconde dietro forme politiche spacciate per "democratiche" e la sovranità del popolo è completamente negata. Per questo abbiamo la mafia, la povertà, la corruzione, le guerre, ecc.

Antonella Randazzo ha detto...

Le autorità occidentali, per indurre a credere di essere estranee alle dittature, talvolta approvano quelle che potremmo chiamare "sanzioni-beffa", ossia sanzioni che non sono realmente tali perché non vengono sanzionate le infrazioni. Ad esempio, dopo che, nel 1995, Amnesty International e Human Rights Watch, diffusero alcune informazioni su come molte Corporation stavano sostenendo il governo tirannico birmano, si formò un'opinione pubblica occidentale assai ostile alle società che facevano affari con lo Slorc. Il governo americano dovette fare qualcosa che mostrasse la sua "attenzione" verso i diritti umani. Nel settembre del 1996, Clinton firmò il Foreign Operations Appropriations Bill, una legge che avrebbe dovuto limitare gli investimenti in Birmania, ma che non dette molti effetti concreti. L'anno successivo venne ratificata un'altra legge che vietava alle società americane di fare investimenti in Birmania. Anche in questo caso, si trattava di una legge che aveva lo scopo principale di calmierare l'opinione pubblica, dando segni che dovevano indurre a credere che per il governo erano importanti i diritti umani. Ma in realtà il comportamento del governo americano era notevolmente ipocrita e palesemente ambiguo. Infatti, non vennero affatto proibiti gli investimenti già in corso (quelli più imponenti, ad esempio della Unocal, che stava costruendo un grande gasdotto). Inoltre, molte Corporation che non si attennero alla legge non subirono alcuna penalizzazione. La Pepsi, la Nike e altre Corporation che lasciarono la Birmania, lo fecero soprattutto perché i consumatori americani stavano boicottando i loro prodotti. Questo prova che i cittadini, con le loro scelte, possono costringere le Corporation a rispettare i diritti umani. Il governo americano mostrava una condanna di facciata, ma continuava a vendere armi e a sostenere il governo birmano.
Le vere sanzioni sono state approvate contro i paesi che hanno cercato di opporsi alla globalizzazione o che non si sono sottomessi completamente all'oligarchia dominante. Si tratta in questo caso di paesi che si vogliono distruggere uccidendo parte della popolazione e riducendo al collasso l'economia.
La globalizzazione economica è stata imposta come l'unica strada possibile, e chi non accettava veniva messo nel libro nero, e prima o poi riceveva una serie di sanzioni o di persecuzioni militari e terroristiche. In nome della lotta al "terrorismo" sono state uccise centinaia di migliaia di persone in Afghanistan e in Iraq, anche attraverso misure punitive come sanzioni e embarghi.
Ad esempio, nell'ottobre del 1999, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, su richiesta degli Usa, approvò una serie di sanzioni economiche contro il regime di Kabul. Qualche giorno prima che le sanzioni diventassero operative, centinaia di persone scesero in piazza nelle maggiori città afghane per protestare contro le sanzioni dell'Onu e per chiedere aiuto ai Paesi islamici. Nel 2000 gli Usa chiesero l'inasprimento delle sanzioni, col pretesto di indebolire il regime talebano. Le organizzazioni umanitarie avvertirono l'Onu dei rischi che la popolazione avrebbe corso, in un paese in cui la gente era ormai allo stremo. Ciò nonostante, il Consiglio di Sicurezza inasprì le sanzioni contro l'Afghanistan, con la motivazione che i talebani si rifiutavano di consegnare bin Laden e di porre fine al traffico di droga. Nel gennaio del 2001 vennero applicate le nuove sanzioni dell'Onu, che contribuirono, con l'ondata di freddo, ad uccidere centinaia di persone, soprattutto vecchi e bambini.
Dunque, le "sanzioni" o sono finte oppure mirano ad indebolire il paese in questione, devastando l'economia e massacrando le persone più deboli.
Miei cari lettori, è il momento di svegliarsi e non essere più disposti a cadere nelle loro trappole.
Credete che chi ogni giorno massacra bambini iracheni, afghani o africani, dicendo di "difendere la democrazia", si faccia scrupoli ad uccidere inermi monaci buddisti e a dire di voler sanzionare chi lo ha fatto, pur avendolo segretamente comandato?
Si tratta di verità agghiaccianti, me ne rendo conto, ma cosa vogliamo fare? Illuderci che non è così? Si può essere efficaci nella lotta soltanto se si conosce bene l'avversario e non si cede all'ingenuità.

paolo russo ha detto...

Ben detto..bisogna lottare strenuamente contro questo sistema malvagio e contro coloro che lo appoggiano.. non si puo' in nessun modo rimanere indifferenti alle urla di sofferenza che si alzano ogni giorno...Antonellla volevo porti una domanda:quali sono le migliori associazioni per la difesa dei diritti umani a cui una persona puo' aderire..ci sono differenze sostanziali o tutte si equivalgono?grazie per la tua attenzione

Antonella Randazzo ha detto...

C'è un metodo infallibile per capire quali organizzazioni sono serie nel difendere i diritti umani e quali no: capire chi li finanzia.
Purtroppo, specie negli ultimi anni, alcune organizzazioni, come Amnesty International, sono state inficiate dal gruppo dominante, che oggi le finanzia in gran parte, e dunque permette che agiscano ma fino ad un certo punto.
Per ciò che so, esistono diverse organizzazioni e movimenti seri, come Attac Italia, la Rete Lilliput e varie organizzazioni no-global. Si capisce con certezza che stanno agendo contro il sistema quando i media ufficiali non ne parlano oppure ne parlano con tono non rispettoso. Spesso tali organizzazioni vengono denigrate in modo sottile, facendole passare per fanatiche o "anti" qualcosa (antiamericane, antioccidentali, ecc.). Come se chi accusasse un serial killer di nome Sempronio fosse accusato di essere un "antisempronio" per permettere a Sempronio di farla franca e continuare ad uccidere.

paolo russo ha detto...

Grazie mille per le indicazioni,hai confermato quelle che erano le mie sensazioni..volevo chiederti se scrivi qualcosa a proposito di Anna Politkovskaya e delle differenze che ci sono tra chi fa' vera informazione e chi e' servo del potere....Avevo ordinato il tuo ultimo libro su IBS ma non sono riusciti a reperirlo ,dove posso trovarlo? ciao

Antonella Randazzo ha detto...

I miei libri sono di solito reperibili su internetbookshop oppure su disinformazione.it
se non li trovate potete provare su www.macrolibrarsi.it
oppure potete farli ordinare dalle vostre librerie direttamente all'editore.
Il discorso su Anna Politkovskeya e in generale sull'uccisione dei giornalisti che si interessano alle situazioni di guerra è assai complesso. Ogni anno centinaia di giornalisti vengono uccisi nelle zone di guerra (oltre 200 soltanto quelli arabi uccisi in Iraq). In particolare l'omicidio della Politkovskeya nasconde retroscena assai scottanti e del tutto incredibili. In futuro di sicuro tratterò l'argomento.

Walter Angelucci ha detto...

Ciao Antonella, sono ancora io.Ti chiedo : " Che ne pensi, se giudichi opportuno pensarne qualcosa, di David Icke e della sua teoria sui rettiliani ? "

Antonella Randazzo ha detto...

David Icke a mio avviso è un autore che va letto perché nei suoi libri ci sono moltissime cose interessanti anche se non sempre è rigoroso nelle fonti. Riguardo alla teoria dei "rettiliani" io penso che non possiamo sapere se il gruppo dominante è diverso nei geni o nella razza, ma possiamo sapere con certezza che è diverso da me e da voi rispetto ai valori e a ciò che si intende per bene collettivo e diritto a vivere senza frustrazioni e crimini. Questo mi basta. So con certezza che la maggior parte degli esseri umani non uccide, non tortura e vuole vivere in serenità con i propri cari, potendo anche avere possibilità di crescita interiore. Invece queste persone si occupano di organizzare guerre, genocidi, torture, inganni, ecc. Senza alcun dubbio per me le persone che si comportano così sono mostri.
Icke li vuole chiamare "rettiliani", alcuni li chiamano "illuminati", altri in altri modi. Non è importante il nome, l'etichetta ma i fatti. Queste persone sono innanzitutto criminali, e come tali andrebbero processati e non tenuti al potere. Questo dipenderà da tutti noi, dalla crescita interiore che riusciremo ad avere, perché questi criminali non avrebbero potuto fare tutto ciò che hanno fatto se la gente comune non fosse stata passiva, ingenua o accondiscendente. Quando saremo liberi dentro lo saremo anche fuori e capiremo che non possiamo accettare che un gruppo di persone imponga il proprio dominio criminale sul pianeta.

Antonella Randazzo ha detto...

Quello che posso aggiungere è che alcune teorie sono strumentalizzate per svilire la consapevolezza che molte persone stanno acquisendo dell'attuale dominio centralizzato che è rimasto nascosto a lungo. Icke è stato deriso, e le sue teorie sono state male interpretate da persone che i suoi libri nemmeno li avevano letti. Pochi sanno che la teoria dei rettiliani non è stata certo creata da Icke ma è nata addirittura nella seconda metà dell'Ottocento. In seguito alla scoperta dei dinosauri alcuni scienziati fecero emergere l'idea che non fosse possibile che i rettili, vissuti per milioni di anni in numerose forme, non si fossero evoluti e avessero raggiunto l'autocoscienza come i mammiferi. Esistono molti libri a questo proposito, che utilizzano a supporto della teoria documenti di civiltà antiche, come fa Icke. Il gruppo dominante quando si trova di fronte ad autori che creano teorie epistemologiche o scientifiche alternative alle loro tirano fuori alcuni aspetti per ridicolizzarli, nel tentativo, spesso, purtroppo riuscito, di far ignorare molte altre cose che questi autori dicono e che sarebbero interessanti da capire.
Occorre sempre utilizzare l'intelligenza e non farsi traviare da chi ha tutto l'interesse a deridere chi cerca di capire il sistema di potere attuale.

paolo russo ha detto...

Sugli scritti di David Icke concordo con quello che affermi se e' vero che da una parte alcune cose sembrano poco credibili o comunque fantasiose quello che conta e' il messaggio e le verita' che contengono..i suoi libri ci mostrano come "l'elite"dominante sia all'apice di una piramide che semina morte e distruzione..bisogna anche ricordare che i riferimenti a creature simili a rettili non siano certo nuove nel panorama storico-letterario basta citare il famoso versetto biblico che ci dice come Satana sia" l'originale serpente"..

Walter Angelucci ha detto...

Sono contento nel constatare che anch'io la penso come te. Comunque li si chiami, "vampiri, diavoli o rettiliani", rimangono sempre e solo, passami l'espressione per favore,dei fìi de' 'na mignotta.Ciao carissima

Walter Angelucci ha detto...

.......Senza per questo voler offendere coloro che, sfortunatamente o meno, sono effettivamente figli di mignotta (capita.....).

ponghina ha detto...

Grazie Antonella per le informazioni... sono state molto utili per la stesura della mia tesina (La Democrazia rinnegata in Birmania).
Ahimè io non avevo ideata che i generali venivano finanziati o armati dagli Occidentali e grazie al tuo blog potrò "denunciare" il ruolo degli occidentali ed approfondire meglio l'argomento...
GRAZIE MILLE!!!!!

Antonella Randazzo ha detto...

Sono felice di esserti stata utile.
Purtroppo i media occidentali non dicono la verità sulla Birmania e su moltissimi altri paesi del mondo, in cui l'élite occidentale impone feroci dittature, che sui media sembrano create da altri.
Per approfondire ti consiglio di leggere i libri di John Pilger e il mio libro "La nuova democrazia", che offre un quadro completo della situazione attuale ad egemonia statunitense.

ponghina ha detto...

Ciao Antonella...
volevo altra informazione riguardo la protesta pacifica dei monaci...
si è detto che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la soppressione delle sovvenzioni al carburante. Potresti spiegarmelo meglio, dato che l'argomento non è proprio tra i più semplici.
Ciao e grazie!

Antonella Randazzo ha detto...

In realtà la situazione non è poi così complicata. E' vero che possono esserci eventi che fanno precipitare le cose, ma in realtà è la situazione dittatoriale ad essere sempre più insopportabile. Tieni presente che tutti i birmani sono costretti a subire un sistema che restringe la libertà e costringe la maggior parte a vivere nella miseria. Ovviamente, c'è anche un fortissimo controllo sulla religione, e dunque anche sui monaci. Ricordo che tutto questo è stato creato per tutelare gli interessi delle banche e delle corporation controllate da quelle stesse persone che controllano i nostri media e la nostra politica.