Di Antonella Randazzo
La nota vicenda dell'infame tentativo del ministro di Giustizia Clemente Mastella di far trasferire il Procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris è da inserire in un contesto assai più ampio. Da sempre l'attuale sistema ha utilizzato diversi metodi per rendere inoffensive le persone (magistrati, autorità militari, giornalisti, ecc.) non corruttibili. I metodi sono sempre gli stessi: la persona viene trasferita o rimossa dall'incarico; viene posta sotto il controllo di un superiore che la intralcia; viene calunniata attraverso i mass media per fare in modo che non abbia l'appoggio dell'opinione pubblica; oppure, quando i precedenti metodi falliscono, viene uccisa.
Già nel 1871, il magistrato Diego Tajani denunciò coraggiosamente le collusioni dello Stato con la mafia. Egli era stato mandato in Sicilia come procuratore generale, e aveva trovato una situazione gravissima: i soprusi, le torture e le ingiustizie venivano commessi dalla mafia in connivenza con le autorità governative. Tajani ordinò l’arresto del questore di Palermo Giuseppe Albanese e aprì un’inchiesta sul prefetto garibaldino Giacomo Medici. Spiega lo storico Napoleone Colajanni:
"Le autorità governative, in connivenza spesso con la mafia, esercitavano ingiustizie, ricatti, soprusi e torture indicibili, arrivando ad organizzare, esse stesse, delitti, furti, cospirazioni ed agguati. Il Tajani ne era esterrefatto, e per porre un freno a quella situazione, arrivava a procedere, per omicidio ed altri reati, persino contro il Questore di Palermo, accusandolo di avere agito in pieno accordo con lo stesso generale Medici".(1)
Il governo italiano era stato smascherato come "re della mafia", e per questo Tajani sarà costretto a dimettersi. Consentirgli di proseguire le indagini avrebbe aperto la strada alla distruzione del potere mafioso, e dunque anche del sistema iniquo che lo reggeva.
Falcone dovette subire tutti i metodi del regime contro gli incorruttibili. Egli annotò nel suo computer diverse riflessioni su come alcuni suoi colleghi ostacolavano il suo lavoro. Ad esempio, scriveva: "Al tribunale di Palermo sono stato oggetto di una serie di microsismi, fattisi via via più intensi con il passare del tempo. Davo fastidio".(2)
Anche altri magistrati impegnati a lottare contro la mafia sono stati preda di numerosi tentativi di discredito e indotti a creare distanza fra il loro lavoro e la gente comune. A questo scopo saranno utilizzati giornalisti, intellettuali e altri magistrati. Il pentito Buscetta aveva avvisato Falcone di ciò che sarebbe accaduto: "Non credo che lo Stato italiano abbia veramente l'intenzione di combattere la mafia... L'avverto signor giudice, dopo questo interrogatorio lei diventerà una celebrità. Ma cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente".(3)
Alla sorella Maria, dopo aver subito calunnie, persecuzioni e sabotaggi, Falcone disse: "Tu non capisci che io ormai sono un cadavere ambulante".
Come si è appreso il 21 settembre scorso, Mastella ha chiesto al Csm di aprire un'inchiesta disciplinare e di avviare la pratica di trasferimento cautelare d'ufficio del sostituto Procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris e del capo della Procura Mariano Lombardi. Anche il sostituto Procuratore di Potenza Vincenzo Montemurro sarebbe oggetto di una pratica di trasferimento cautelare.
Se Mastella ha agito in modo così impopolare (De Magistris è conosciuto in tutto il paese per la sua bravura nel condurre indagini senza guardare in faccia nessuno), significa che si tratta di una misura dettata da motivi considerati assai gravi dal governo. Anche se bisogna osservare che Mastella non sembra tanto perspicace: ha aperto un blog e si lamenta di ricevere tanti insulti e che gli scrivono "ti odio". Si aspettava che gli scrivessero "Ti amo"?
Se la richiesta di Mastella verrà accolta dal CSM, De Magistris dovrà abbandonare diverse inchieste, che di sicuro saranno messe nelle mani di un magistrato "controllabile".
Il comportamento di Mastella rientra all'interno delle strutture tipiche dell'attuale apparato spacciato per "democrazia". La faccenda dovrebbe far aprire gli occhi su quello che davvero accade nelle istituzioni. Dopo "Tangentopoli" hanno parlato di "Seconda Repubblica" per farci credere che qualcosa era cambiato, ma si trattava, com'è ormai evidente, di specchietti per le allodole.
Il sostituto Procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris stava svolgendo le inchieste "Why not" e "Poseidone", che vedono coinvolte lobby di potere e associazioni massoniche, e nel registro degli indagati c'è anche il presidente del Consiglio Romano Prodi. L'indagine "Why not" stava portando alla luce un presunto comitato d'affari politico-massonico con sede a San Marino, che si occupa della gestione di fondi comunitari destinati alla Calabria, mentre l'indagine chiamata "Poseidone" si occupa degli appalti per la depurazione in Calabria.
Anziché preoccuparsi per la 'Ndrangheta e per la grave situazione di "malaffare" che opprime i calabresi, il governo si preoccupa di nascondere la propria corruzione, colpendo i magistrati non corruttibili.
Vedi la casualità: proprio il magistrato che stava indagando su Prodi e altri personaggi eccellenti viene trovato a commettere "irregolarità", e proprio quando stava valutando l'iscrizione dello stesso ministro Mastella nel registro degli indagati.
Si tratta di evidenti tentativi del governo di ostacolare o bloccare l'emergere dalle indagini di reti mafiose e massoniche. Da diverso tempo De Magistris, alcuni suoi collaboratori e diversi giornalisti erano nel mirino del governo perché si temeva che smascherassero il sistema corrotto e criminale che domina il paese.
Nel luglio scorso sono state effettuate strane perquisizioni delle abitazioni, uffici e autovetture di alcuni giornalisti, accusati di una presunta "fuga di notizie sull'inchiesta sulle Toghe Lucane". Persino i PC dei figli furono posti sotto sequestro. Fra questi giornalisti c'erano Carlo Vulpio, del "Corriere della Sera" e Chiara Spagnolo del "Quotidiano della Calabria". Guarda caso, questi giornalisti si erano occupati delle indagini condotte da De Magistris. Era un chiaro segno di intimidazione della stampa e di controllo di tutti coloro con cui il De Magistris parlava.
Chiara Spagnolo era stata la giornalista che il 15 luglio aveva scritto l'articolo pubblicato sul "Quotidiano della Calabria" in cui si rendeva nota l'iscrizione di Prodi nel registro degli indagati. E' preoccupante dover constatare come i giornalisti possano essere duramente perseguitati se dicono la verità, e come i personaggi più in vista del panorama politico, come Prodi, abbiano così paura che la gente sappia che sono indagati. Da questo comportamento si deve presumere che questi personaggi siano tutt'altro che "puliti".
Si vuole far credere che gli imputati debbano essere i giornalisti che danno le notizie, e non chi è indagato per aver presumibilmente appoggiato illegalità e truffe. La presunta "violazione di segreto istruttorio" è diventata un reato più grave della corruzione, del saccheggio di denaro pubblico e dell'associazione a delinquere di stampo mafioso.
Il provvedimento contro De Magistris è stato chiesto "con provvedimento d’urgenza", ma sono molti mesi che il magistrato e tutti coloro che egli avvicina (compresi i giornalisti) vengono tenuti d'occhio in modo ossessivo.
Dopo aver appreso del comportamento di Mastella, De Magistris si è sfogato dicendo a un amico: "E´ impossibile, mi sembra una cosa enorme ma io sono sereno anche se l´unica cosa che mi preoccupa è il messaggio che passerebbe in questa terra: chi tocca i potenti alla fine viene messo ko".(4)
Il principale imputato dell´inchiesta "Why Not" è l'imprenditore Antonio Saladino, che è stato intercettato per mesi, e in alcune conversazioni parlava con Mastella. Saladino è accusato di associazione per delinquere, truffa aggravata e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.
In particolare, sono state oggetto di indagini diverse schede telefoniche SIM GSM intestate alla DELTA S.P.A. e altri cellulari sequestrati a Saladino. Una di queste SIM sembra fosse utilizzata dallo stesso Prodi. Dalle telefonate di Saladino emerge una sorta di "comitato d'affari" che coinvolge numerose persone, molte delle quali personaggi della politica.
Le reti affaristiche creavano un sistema clientelare, che permetteva lucrosi introiti, ma anche il controllo e l'assoggettamento politico di molte persone. Era un sistema di raccomandazioni, clientelismo e forte condizionamento morale. Ad esempio, in una conversazione, avvenuta il 9 marzo del 2006 fra il Vescovo di Lamezia Terme e Saladino, quest'ultimo rassicura il prelato circa il licenziamento e la riassunzione in un'altra società di una ragazza che avrebbe insidiato un uomo sposato. Un testimone raccontò persino che Saladino spingeva i propri dipendenti all'assunzione di psicofarmaci, per poterli controllare meglio. Questo personaggio aveva molti rapporti nel mondo della finanza, della politica, del clero, del sindacato, delle logge massoniche, della magistratura, dei Servizi di Sicurezza, della Guardia di Finanza, dell'imprenditoria, ecc. Era tenuto in grande considerazione da molti personaggi di potere, come testimoniano le numerose segnalazioni di raccomandazioni di poliziotti, finanzieri e carabinieri.
Saladino scambiava strani SMS col Generale della Guardia di Finanza Walter Cretella Lombardo (andati avanti fino al gennaio 2007), in cui si parlava di conoscenze comuni. Nel cellulare sequestrato al Cretella Lombardo è stato trovato il numero riconducibile a Luigi Bisignani, che è stato iscritto alla loggia P2 e risulta condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione nel processo per la maxi tangente Enimont. Sia il Bisignani, che Mastella e Cretella Lombardo avevano in comune numerose conoscenze. Oltre che con Saladino, il Bisignani avrebbe avuto stretti rapporti con Mastella, con collaboratori di Romano Prodi e col deputato Sandro Gozi.
Il 16 marzo del 2006, Mastella chiama Saladino e gli chiede un incontro, ma quest'ultimo gli dice che non può raggiungerlo e che gli farà incontrare un amico "grande costruttore.. amico del generale... e amico suo e mio".(5) Nelle intercettazioni c'era spesso il riferimento ad "amici" comuni, o "amici generali", come si trattasse di una confraternita con attività e interessi comuni.
Fra il 2004 e il 2006 Prodi e altri personaggi del suo entourage ebbero diversi contatti con gli indagati. Nell'agenda di Saladino, oltre ai numeri di personaggi già indagati (i generali della Guardia di Finanza, Walter Cretella e Paolo Poletti, Luigi Bisignani e il senatore di Fi, Gianfranco Pittelli) c'era anche il numero di Sandro Gozi (ex funzionario dell'Unione europea, assistente politico di Prodi e attualmente suo sostituto in commissione Affari Costituzionali della Camera), di Pietro Scarpellini e di Romano Prodi.
Il De Magistris aveva anche lavorato all'indagine detta "Toghe lucane", in cui aveva indagato su cinque magistrati lucani: i procuratori della Repubblica di Potenza e Matera, Giuseppe Galante e Giuseppe Chieco; il sostituto procuratore di Potenza, Felicia Genovese; il presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese; e sul giudice del Tribunale di Matera, Rosa Bia. Era emerso che Chieco avrebbe evitato di indagare su presunti illeciti. Il De Magistris iniziò ad essere perseguitato dalla stessa magistratura, appoggiata dal governo, mentre le "toghe" indagate furono in diversi modi protette.
La cosa certa è che in Calabria (e non solo) esistono gravissime irregolarità nelle amministrazioni pubbliche e nella realtà economica, e queste irregolarità vengono coperte in tutti i modi dall'attuale governo, che si mostra disposto a colpire magistrati, giornalisti e persino siti web pur di proteggere le reti illegali.
Mastella e l'attuale governo avevano già attuato diversi interventi per ostacolare la lotta alla 'Ndrangheta e alla corruzione in Calabria. Il ministro della Giustizia, proprio quando le indagini sull'omicidio Fortugno erano a un punto importante e stavano emergendo i rapporti tra mafia e politica, ha rimosso dall'incarico il giudice titolare delle indagini Giuseppe Creazzo. Mastella ha stranamente spostato la Scuola di Magistratura da Catanzaro a Benevento e non ha dato alcun peso all’ispezione al Tribunale di Vibo Valentia, durante la quale è stata arrestata la presidente della sezione civile Patrizia Pasquin, sospettata di essere vicina al clan della ‘Ndrangheta dei Mancuso di Limbadi. Allo stesso tempo il ministro mostra di non essere per nulla interessato a risolvere il problema delle carenze di organico, di strutture e di mezzi nel sistema giudiziario calabrese e non solo.
Il governo cerca così di togliere alla Calabria ogni speranza di un futuro migliore.
Da tempo De Magistris denuncia la presenza in Calabria di gruppi di persone ben inserite nel sistema finanziario ed economico, che organizzano operazioni per controllare il traffico di droga e sottrarre finanziamenti pubblici. Spiega il magistrato:
"Mentre per quanto riguarda la droga si tratta di un settore che è appannaggio della criminalità organizzata, come dire, di tipo tradizionale, se invece parliamo di finanziamenti ed erogazioni pubbliche c'è una nuova forma di criminalità organizzata, la criminalità organizzata dei colletti bianchi, cioè formata da pezzi importanti delle istituzioni, della politica, delle professioni, del mondo finanziario, dell'impresa. E' un sistema che tenta di controllare tutti i finanziamenti pubblici, in particolare quelli che provengono dall'Unione Europea... E' un sistema che fa comodo a molti. A parole si vuole cambiare ma con i fatti, per lo meno per la mia esperienza di magistrato, ma anche di cittadino e di uomo non calabrese che ha deciso di vivere in Calabria, è una situazione veramente allarmante. Dalle indagini chiuse quello che è venuto fuori è che la trasversalità appare sempre di più essere una regola. Io credo che sia in gioco lo stato di diritto in Calabria. Viviamo una situazione di isolamento, come me altri colleghi. Ma l'isolamento potrebbe anche essere un dato neutro. Ciò che ci inquieta di più è il contrasto che perviene da settori delle istituzioni e che per quanto mi riguarda ho denunciato anche nelle sedi competenti".(6) De Magistris stava svelando un fenomeno più grave di "Tangentopoli", poiché coinvolge tutti gli schieramenti politici. Spiega il magistrato: "Fino a poco tempo fa, si parlava di singoli che deviavano. Ora invece "deviati" sono considerati quelli che cercano di contrapporsi a quella che ormai è una metastasi".(7)
La testimone chiave dell'inchiesta "Why not", Caterina Merante, ha scritto una lettera aperta al ministro della Giustizia, in cui dice:
"Se la Procura di Catanzaro è un verminaio non posso pensare che lei creda davvero a ciò che ha detto, che è colpa del De Magistris, perché qualora i suoi ispettori le avessero riferito questo sarebbe gravissimo. Tutto il popolo calabrese conosce fin troppo bene la verità su quel palazzo. Il magistrato di cui lei ha chiesto il trasferimento, semmai, è stato l'unico ad avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, di spiattellarci in faccia la realtà. A smuovere le coscienze, certo, si potrebbe obiettare che non è compito di un magistrato, intanto però lo ha fatto lui, piaccia o no... sono mesi che viviamo io e i miei familiari, calunniati, pedinati, spiati nel tentativo di trovare qualcosa che non va, attenzionati da ricattatori di professione, in combutta con imprenditori senza scrupoli, decisi ad eliminare da processi testimoni scomodi e dal mercato imprese oneste. Mi sono detta in questi mesi che il dottor De Magistris ha fatto bene ad usare i media come abilmente ha fatto, perché è vero che è necessaria una rivoluzione culturale, ma i tempi sono diventati lunghi, eccessivamente lunghi. Lei, con il suo gesto ha legittimato la chiusura senza esito delle indagini, ha legittimato una nuova bufera mediatica e al momento di prendere quella insana decisione doveva tenerne conto, per rispetto dei cittadini che rappresenta, della giustizia che rappresenta, ma anche per rispetto di se, visto che lei stesso è in quei fascicoli. Tutto quel che accadrà da ora in poi avrà il sapore della ritorsione, non potremo più guardare con fiducia alcun magistrato, perché avremo davanti a noi, l'immagine di una persona intimorita dalle leggi del sistema, dai poteri occulti, dalle logiche circolari che vanno bene solo a chi è dentro al cerchio e guai, guai se si decide di uscirne".(8)
Il caporedattore del periodico "Il Resto", Nicola Piccenna, in una denuncia-querela al PG della Corte di Cassazione ha chiesto l'arresto di Mastella. Ma credo che moltissimi parlamentari andrebbero arrestati per corruzione e associazione a delinquere.
Su uno striscione esibito in una manifestazione a Catanzaro a favore di De Magistris c'era scritto: "E adesso trasferiteci tutti", parafrasando lo slogan diretto alla mafia "E adesso ammazzateci tutti". I cittadini parlano al governo nello stesso modo in cui parlano alla mafia. Questo la dice lunga su quanti hanno ormai compreso cos'è realmente l'attuale sistema.
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NOTE
1) Colajanni Napoleone, "Nel regno della mafia. La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi", Ila Palma, Palermo 1971.
2) Falcone Giovanni, "Cose di Cosa Nostra", Rizzoli, Milano 1991, p. 45.
3) Falcone Giovanni, op. cit., p. 44.
4) "La Repubblica", 22 settembre 2007.
5) Rapporto del Consulente tecnico del Pubblico ministero De Magistris Gioacchino Genchi, Relazione 12, Palermo 25 luglio 2007.
6) Fonte: Apcom, 16 luglio 2007.
7) Intervista di Luigi De Magistris al "Corriere della sera", 17 luglio 2007.
8) Fonte: Ansa, 26 settembre 2007.
10 commenti:
Cara Antonella mi permetto di chiamarti cara perchè vale molto quello che scrivi. Come al solito hai radiografato il problema, la gente come vedi inizia ad averne abbastanza e tramite internet si organizza. La tv tra poco avrà sempre meno share e questo finchè parlerà il linguaggio morto della politica corrotta. Mastella e gli altri furbetti stanno sparando le loro cartucce ma bisogna avere pazienza e non mollare. Ora è il momento per tutti quelli che hanno alzato il loro livello di coscienza di unirsi mettendo le proprie capacità a disposizione per un programma di base comune che serva veramente alla ns. società e non ad una minima parte.
In tutte le Regioni, molti fanno incetta di promesse quando ci sono le elezioni, molti cercano di diventare almeno consigliere della circoscrizione etc. perchè sanno che in politica il pane è sicuro.
Però la domanda che vorrei porti è il perchè ancora non si discute pubblicamente del problema che per me dovrebbe essere in cima alla lista di tutti i problemi:
Signoraggio Bancario.
Ormai credo che il popolo debba conoscere chi gli frega la vita a prescindere dagli altri problemi. Non lo dico per scaricare tutto su un problema ma credo che se non si affronta la testa del problema tutti gli altri che ne sono una metastati anche se vengono distrutti al momento come può essere Mastella o Andreotti o Berlusconi o Prodi o D'Alema o D'Amato o Ciampi o Fazio o Fassino o etc. etc. diventano recidivi perchè purtroppo tutti collegati alla testa del tumore e tra di loro in un gioco di potere che tende a proteggere se stesso.
Attendo quel giorno con impazienza, nel frattempo faccio passaparola con tutti quelli che incontro e conosco poichè purtroppo presi dalla quotidaneità ci si perde dietro a cose futili ma che sono uno sfogo inconscio del malessere sociale che ci prende tutti.
Ciao Antonella..volevo chiedere se puoi inserire un articolo sulla ex birmania..dicendo chi controlla la produzione d'oppio,chi sostiene il regime e chi appoggia un eventuale cambio al potere,ecc..grazie per la tua attenzione..
Sono felice :ieri sono stato assunto a tempo indeterminato come facchino d'albergo.Il resto del mondo non m'interessa ormai, Roma e i suoi politici sono lontani. Io invece dal mio posto di lavoro vedo la vallata impunturata da paesi e strade, le macchine sono formiche e i pensieri soffi di vento. Non so dove mi porterà questa vita, ma ora non voglio pensare più a niente : il sole è splendido, è bello, è puro, e io so che sono parte di Lui.
Rsposta a Rocco:
Caro Rocco, anch'io ti chiamo "caro" perché per me quelli che seguono questo blog sono come amici. Alla tua domanda risponderò presto con un articolo proprio sull'attuale sistema finanziario, che come tu hai compreso è il punto centrale per capire il sistema di potere.
Risposta a Paolo Russo:
Ti ho accontentato più che volentieri!
Per Otorongo:
Sono davvero molto felice per te!
ottima analisi
Ma si può essere felici per un posto da facchino ? Il mio intervento era provocatorio, ma oggigiorno in Italia bisogna essere felici se si ha un lavoro, qualunque esso sia.Anch'io come Rocco vorrei che fosse noto al maggior numero possibile di persone il meccanismo perverso del "signoraggio bancario".Un'ultima cosa : se dormo svegliatemi per favore.....
La felicità è una condizione interiore e si può essere felici facendo i facchini o gli spazzini o quant'altro. Trovare un lavoro sicuro è per molti una fonte di soddisfazione, data la rarità dell'evento.
Continua a seguire il blog e in futuro troverai trattati gli argomenti più importanti, lavoro compreso.
la giustizia,nn come la felicità,nn è una cosa soggettiva.(nn fare agli altri ciò che non vuopi sia fatto a te).viviamo in una societa cpitalistica dove incentiviamo il lavoro per far soldi e poi vivere bene...è ,se si può dire, normale che prima o poi venga fuori qualcuno che voglia far soldi senza lavorare,e quindi sulle spalle degli altri.ed è altrettanto normale che quel qualcuno trascini, con i suoi comportamenti, altre persone a essere ingiuste.ed è qui che io mi interrogo... è l'intero sistema sbagliato(ovvero che porta le persone ad essere sbaglaite) o solo è solo il sistema che c'è in italia?
in ogni caso sappiamo che cio che avvinene in italia è sbagliato e che qualcosa va fatto...ma sta volta partendo dal basso...
Fino ad oggi la POLITICA è stata manifestata dai ns. governanti con la reiterata ricerca di sottomissione del volere della collettività ai fini dell’ottenimento della SIMILMONARCHIA di coloro i quali ambivano alla sola “SETE DI POTERE”.Siamo un gruppo sempre più ampio di persone che vogliono ottenere il rispetto dei propri diritti, in quanto riguardosi dei propri doveri, e la difesa e promozione del proprio territorio, sino ad oggi sempre da tutti bistrattato.Un insieme di persone che condividono gli stessi ideali e che perorano la causa per la riscoperta dei valori ormai dimenticati proprio da coloro che avrebbero dovuto insegnarceli con il proprio esempio quotidiano.Non siamo professionisti della politica bensì professionisti, giovani universitari, commercianti e cittadini; ognuno di noi, quotidianamente, lotta con le sofferenze del proprio lavoro e contro ciò che di MALAFFARE esiste intorno a noi, non per arricchirsi ma per SOPRAVVIVERE.Il ns. impegno, principalmente, nasce dal basso, senza deleghe ed in modo diretto per programmare ed attuare una campagna di pressione volta a costringere i ns. politici a cambiare il proprio operato che annichilisce i ns. diritti di uomo e cittadino.Il ns. obiettivo è quello di ricercare una vera DEMOCRAZIA, dal linguaggio NON POLITICHESE, che promuove l’evoluzione della civiltà moderna secondo i PERSI concetti di LIBERTA’, UGUAGLIANZA, PARI OPPORTUNITA’, LEGGE UGUALE PER TUTTI, TUTELA DEL PROPRIO PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE, LIBERA INIZIATIVA, RINNOVAMENTO DI UNA CLASSE POLITICA VETUSTA E TROPPO PRIVILEGIATA.May Day Calabria non vuole cadere nel POPULISMO SPICCIOLO o DEMAGOGIA, troppo spesso sbandierato da chiunque oggi cavalca l’onda della “Rivoluzione Politica” (comprendiamo i “vecchi volti” della politica che oggi riappaiono previo “maquillage” di schieramento), ma DESIDERA affermare il concetto delle REGOLE ed il relativo RISPETTO da parte di tutti.E’ per noi INACCETTABILE che solo nel 2007 i privilegi della classe politica centrale siano aumentati del 4%, su una base già economicamente cospicua, rispetto ai precari, agli anziani o ai giovani laureati che fuggono dalla propria terra per sperare in un lavoro “a tempo indeterminato” sognando invano l’acquisto della propria casa (che dovrebbe essere uno dei primi diritti della popolazione italiana) poiché quelle a buon prezzo di mercato, offerte sul mercato dalla dismissione degli ex enti statati, sono stati acquistati con Mutui superagevolati dai ns. politici e quella popolari consegnate alle persone senza patria che molto spesso rappresentano un rischio per la ns. civiltà in quanto vivono di espedienti quale lo spaccio di sostanze stupefacenti ovvero di furti ovvero di sfruttamento della prostituzione.Addirittura, i ns. politici si sono espressi positivamente circa il diritto di voto anche a quest’ultima categoria di soggetti; non vogliamo, con questo, essere classisti ma riteniamo impossibile assicurare il diritto alla sanità, allo studio, alla casa e al lavoro anche a coloro i quali non pagano le tasse e vivono di espedienti ai ns. danni poiché al “Danno aggiungeremmo la beffa”.Essere un comitato APOLITICO ed APARTITICO vuol dire discernere il BENE dal MALE e, per tale progetto chiamiamo chiunque voglia opporsi alla prevaricazione sino ad oggi perpetrata ai ns. danni.Vogliamo i ladri ed i truffatori NON NELLE GALERE ma al lavoro come operai, sotto il controllo dei militari, per la costruzione delle infrastrutture al fine di ottenere il molteplice aspetto positivo del progresso strutturale e la riduzione dei costi delle aziende operanti nell’edilizia, senza ricorrere allo sfruttamento del lavoro in nero e maggiore risparmio per la spesa pubblica con un potenziale reintegro in società del reo; ulteriore vantaggio è quello della corresponsione della pensione, a raggiunta età del detenuto, per “effettivo” lavoro; eviteremmo il sovraffollamento delle galere ed una reale reintegrazione in società del condannato che potrebbe redimersi in quanto, potenzialmente, avrebbe la capacità di garantirsi un futuro lavoro.Diciamo BASTA all’immunità parlamentare. LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI (almeno così è scritto nei tribunali italiani !!!)Diciamo BASTA ai privilegi dei politici. Le autovetture di servizio devono essere dismesse poiché costano allo stato circa 90 miliardi di euro (450.000 autovetture blu di cui molte BLINDATE; il costo di una autovettura blindata è di circa € 200.000,00 cadauna) senza contare i costi di carburante (consumano quasi 3 volte rispetto alle “normali”) poiché basterebbe il RIMBORSO chilometrico a tariffe ACI; se va bene per un “normale” cittadino può tranquillamente andar bene per un POLITICO poiché, per come spesso ci si dimentica, è uno come noi che deve rappresentare e “parlare” dei ns. bisogni, non quelli suoi privati o dei suoi amici !!!I biglietti aerei devono essere pagati specialmente da loro poiché più di tutti conoscono i reali bisogni di un’azienda di trasporto aereo: ALITALIA ricorda qualcosa o ci devono pensare i soli azionisti BEFFATI !!!
Quando vanno a mangiare nei ristoranti DEVONO PAGARE e, semmai, lasciare un pasto pagato per chi non ha la possibilità economica.
Devono pagare i teatri e i cinema.
Le guardie del corpo devono pagarseli soli se gli occorrono e non noi contribuenti, caso mai diamoli a quei "santi" magistrati che lottano contro la ndrangheta.
I politici devono diminuirsi lo stipendio e non aumentarseli; solo il senato costa 1 Mld all'anno !!!
Vogliamo l'I.V.A. al 4% al 12% e al 32% a seconda se si parla di beni o servizi obbligatori, necessari e VOLUTTUARI (l'I.V.A. sui beni dei RICCHI deve ritornare al 32% per avvantaggiare le fasce più deboli).
Diminuiamo le MAXIPENSIONI e realizziamo il sogno per i poveri anziani o disabili, che sono sempre più poveri, l'auspicato e sempre realizzato AUMENTO !!!
Aumentiamo le professionalità all'interno degli uffici pubblici, in modo da eliminare la voce di bilancio "CONSULENZE SPECIALIZZATE".
Eliminiamo la legge regionale della CALABRIA che provvede a far ottenere il posto di lavoro A VITA per i "PORTABORSE" dei politici calabresi.
Eliminiamo le società che fungono da "panacea" dei politici = "STRETTO DI MESSINA S.p.A." che BRUCIANO ogni anno 300 Mld all'anno; con questi soldi si potrebbe rinnovare la AUTOSTRADA A3 e la S.S. 106 (Tanto il presidente della predetta S.p.A. e dell'ANAS è sempre lo stesso !!! Pietro Ciucci ndr).
Riduciamo i deputati ed i senatori per accelerare i tempi legislativi è diminuire i costi; pensare che solo nell'anno scorso sono stati spesi quasi € 3.000.000,00 per i corsi dedicati ai politici (corsi per sommelier, per le lingue estere, ecc. non potrebbero pagarli loro o guadagnano NON MOLTO ???).
La pensione dei politici deve essere conquistata dopo almeno 20 anni di lavoro poichè il loro lavoro NON E' LOGORANTE.
Se sei d'accordo con tutto questo aiutaci a manifestare tutto ciò con vigore nelle piazze per dimostrare che noi calabresi NON ABBIAMO L'ANELLO AL NASO.
Grazie a tutti coloro i quali aiuteranno la ns. causa
Come potrei non essere d'accordo?
Mi farà piacere se organizzerete proteste in ogni piazza d'Italia (Milano compresa) e se riuscirete ad informare tutti gli italiani sulle questioni da voi trattate. Nessun italiano ha l'anello al naso ma ormai ci trattano peggio che se fossimo schiavi: ci trattano da ritardati mentali.
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