Di Antonella Randazzo
24 luglio 2007
Negli Stati Uniti si racconta che se un ranocchio viene messo nell'acqua calda per essere cotto, salta via e si salva, ma se viene messo dentro l'acqua fredda e si scalda l'acqua a poco a poco, rimane lì fino a morirne. La morale della storia è che ciò che non si può accettare immediatamente si potrà accettare a poco a poco, in mancanza di consapevolezza del risultato finale.
Utilizzeremo la storia del ranocchio come metafora del metodo utilizzato dall'attuale sistema di potere. Infatti, tale sistema non è stato attuato immediatamente e con chiarezza, altrimenti sarebbe stato rifiutato, esso è stato imposto a poco a poco, facendo in modo che nessuno si accorgesse di quanto potere stesse acquisendo col passare del tempo.
Ad esempio, l'istituzione di corporation fu avversata tenacemente nell'Inghilterra del XVII secolo, e per questo l'oligarchia dovette posticipare i suoi progetti. Non appena l'opinione pubblica distolse l'attenzione, alla fine del XVIII secolo (1), la corporation riapparì ancora più immorale e imbrogliona di prima. A quell'epoca, diverse corporation furono trascinate in tribunale per aver commesso una serie di frodi e di azioni illegali. Per cercare di non essere più citati in giudizio, i grandi imprenditori fecero pressioni affinché nei tribunali statunitensi le corporation venissero considerate "persone" giuridiche, con gli stessi diritti delle persone fisiche. La Corte suprema del New Jersey e del Delaware, nel 1886, stabilì che le corporation dovevano, come le persone, essere poste sotto la protezione del quattordicesimo emendamento. In tal modo esse assumevano un potere che i cittadini non avevano. Infatti, mentre tutti i cittadini sono responsabili personalmente delle loro azioni, le corporation assumevano diritti senza avere alcun dovere né alcuna responsabilità. Si trattava di porle al di sopra delle leggi: la corporation, per legge, doveva a tutti i costi (dunque anche infrangendo le leggi), perseguire il profitto.
Nel secolo successivo, i cittadini statunitensi ed europei, inizialmente recalcitranti, iniziarono ad accettare le corporation, anche se esse mantennero la cattiva fama: all'inizio del Novecento, la gente comune le vedeva come "mostri senz'anima - egoiste, impersonali e amorali." (2)
Per modificare questa realtà, l'élite attuò una serie di strategie che facevano apparire le corporation ciò che esse non erano: altruiste, socialmente responsabili e necessarie all'economia. Fu utilizzata la propaganda e furono finanziate squadre sportive e appuntamenti sportivi (olimpiadi e campionati). I personaggi più amati vennero pagati lautamente per associare la propria immagine al marchio dell'impresa, e furono elargiti milioni di dollari a enti di beneficenza e assistenziali, rendendo note tali iniziative. A poco a poco, la gente iniziò a perdere l'ostilità che aveva provato in passato verso queste istituzioni inique e nocive, e a sviluppare sentimenti positivi. La crisi economica degli anni Trenta riportò drammaticamente alla realtà di un sistema caratterizzato dall'avidità delle banche e delle grandi corporation. Il presidente americano Franklin D. Roosevelt dovette, per evitare il peggio, aprire la fase del New Deal, affinché i cittadini potessero riacquistare fiducia nel sistema finanziario ed economico. Negli anni Trenta, molte corporation furono trascinate in tribunale per truffa e altri reati. Il giudice della Corte suprema Louis Brandeis, in una sentenza del 1933, le definì "mostri simili a quelli di Frankenstein."(3) Nel 1939 almeno settanta delle più grandi corporation statunitensi erano state condannate per violazione dei diritti umani, frodi finanziarie e inganni pubblicitari. Tali corporation ebbero almeno tredici condanne ciascuna, dimostrando di essere recidive nei comportamenti criminali.
Dall'ultimo dopoguerra, l'élite dominante iniziò a diffondere l'idea che il sistema avrebbe portato tutti al benessere materiale, e dunque appoggiare le grandi imprese significava promuovere lo sviluppo economico e la modernizzazione. I crimini delle corporation vennero sempre più insabbiati, facendo prevalere l'immagine positiva di sviluppo economico e tecnologico. Veniva sempre più occultato che in realtà le corporation agivano motivate esclusivamente dal profitto, causando guerre, morte e miseria per la stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta. Esse avevano conquistato la fiducia degli occidentali a poco a poco, attraverso varie strategie. Se l'oligarchia avesse espresso chiaramente la sua ideologia devastatrice, nessuno avrebbe mai accettato il suo potere. A poco a poco, grazie all'impunità e alla mancanza di scrupoli, le corporation riuscirono a concentrare nelle loro mani un potere totalitario, e oggi poche centinaia di esse decidono l'economia dei paesi del mondo, decretando chi deve vivere e chi morire.
Lo stesso metodo graduale è stato utilizzato nel settore finanziario. Dal XVIII, e fino all'inizio del XX secolo, alcuni grandi banchieri erano considerati criminali. Ad esempio, nel 1905, si erano riunite a Boston diverse associazioni religiose, per raccogliere fondi da destinare a progetti di evangelizzazione. All'iniziativa partecipò anche John D. Rockefeller, che fece una donazione di centomila dollari. La congregazione si sollevò furiosa quando seppe della donazione: il denaro di un banchiere appariva come "denaro sporco" perché esso non proveniva dal lavoro ma da loschi traffici. All'epoca tutti sapevano che la fortuna di Rockefeller era dovuta a speculazioni ciniche e immorali. Il termine "denaro sporco" fu coniato in quell'occasione.
Per cambiare la situazione, gradualmente, i banchieri alimentarono una cultura che rivalutasse il loro modo di essere. Occorreva trasformare la realtà a loro immagine e somiglianza, facendo credere che la cosa più importante dell'esistenza fosse la ricchezza materiale, e che per denaro si potesse commettere qualsiasi azione, anche la più bieca e criminale. John D. Rockefeller aveva esattamente questa mentalità, come si può inferire da una sua frase: "La gente è semplicemente una merce trattabile e acquistabile quanto lo zucchero o il caffè. Io pago, per acquisti di questo tipo, molto più che per qualunque altro genere di merce sulla terra". (4)
Il gruppo di banchieri cercherà dunque di costruirsi un'immagine mediatica di successo, condizionando la cultura occidentale attraverso stereotipi. Ad esempio, creando e alimentando la figura dell'uomo che "si è fatto da solo", e che, anche se nasconde aspetti loschi e poco chiari, è da considerare positivamente. La giornalista Ida Tarbell scrisse diciotto articoli su "La storia della Standard Oil", che furono pubblicati a partire dal novembre del 1902. In uno di questi articoli si legge:
"Rockefeller ha raggiunto i suoi scopi ricorrendo alla forza e alla frode. Ma invece di suscitare disprezzo questi metodi vengono sempre più ammirati. È logico, del resto: celebrate il successo in affari, e gli uomini affermati come quelli della Standard Oil diventeranno eroi nazionali". (5)
Sarà introdotta anche l'idea che i poveri, i miserabili o i reietti, si trovano in quella condizione per colpa loro, e la classe ricca dimostrerà la sua superiorità morale attraverso l'elemosina o la carità. In seno alle religioni si impose l'importanza di assistere gli indigenti o di fare beneficenza, come unica via per migliorare le condizioni delle classi povere. L'élite, non essendo disposta a farsi carico delle responsabilità derivate dal sistema creato, riconosceva ai poveri l'unica possibilità di aiuto nell'opera caritatevole dei religiosi o dei filantropi. Miliardari come Andrew Carnegie, John D. Rockefeller e Henry Ford, si improvvisarono filantropi, istituendo associazioni di beneficenza attraverso le quali potevano magnificare la loro persona e nascondere di essere i responsabili della povertà.
Negli Usa, grazie alla legge Federal Reserve Act del 1913, un gruppo di banchieri, (Bernard Baruch, Otto Kahn, Jacob Schiff, J. P. Morgan, Paul Warburg, John D. Rockefeller, ecc.) acquisì, il potere di emettere moneta. Si fece in modo che i cittadini non si accorgessero della frode e che pensassero che la Federal Reserve fosse gestita dal governo, sulla base dell'interesse collettivo. Se ai cittadini fosse stata detta la verità sul sistema finanziario, non lo avrebbero accettato, per questo le banche agirono con gradualità e furbizia.
I mass media, soprattutto il cinema e la televisione, alimentarono (e alimentano) una cultura basata sul possesso di oggetti materiali, relegando in secondo piano i valori morali di solidarietà, di altruismo e di crescita interiore. Ne è derivata una società che vede nel ricco un esempio comunque positivo, oltrepassando i giudizi e le analisi su come è stata costruita quella fortuna.
Oggi le banche sembrano istituti "asettici" e "neutrali", e invece rappresentano il centro del sistema criminale che semina guerra e distruzione. Secoli fa la gente lo capiva facilmente, oggi è assai più difficile farlo capire a tutti. A poco a poco i banchieri hanno imposto il loro potere, senza dichiarare quali fossero i loro intenti, generando fiducia.
Lo stesso principio di gradualità è stato utilizzato nel sistema politico. Il sistema dei partiti fu accolto dagli europei con molta diffidenza sul finire del XX secolo. Dopo la Prima guerra mondiale la poca fiducia si era completamente esaurita. Moltissime persone si erano accorte che il sistema era facilmente manovrabile da parte di chi deteneva il potere economico-finanziario.
I principi social-comunisti avevano rafforzato l'idea che la democrazia non avesse bisogno di coalizioni o di gruppi di potere, al contrario, essa poteva esistere soltanto all'interno di una realtà in cui venisse posto come fine ultimo il benessere dell'intera popolazione. Gli storici Charles e Mary Beard, dopo la grande guerra, osservavano che nel sistema elettorale i partiti si erano "accampati" come un "esercito permanente". (6)
I gruppi social-comunisti erano nati come formazioni sociali motivate dall'obiettivo di combattere la miseria e l'ingiustizia. Laddove erano nati, in Gran Bretagna, rimasero sostanzialmente ciò che erano stati in origine, ossia formazioni di natura sindacale. Tali formazioni accoglievano persone di tutte le classi sociali, compresi diversi capitalisti, come Robert Owen. Nel 1920 nacque il Partito Comunista della Gran Bretagna (CPGB), che nel periodo della Guerra Fredda diventerà filo-sovietico, e successivamente socialista radicale, fino al suo scioglimento nel 1991. Ma l’organizzazione che più univa i lavoratori, in Gran Bretagna, rimase sempre il sindacato.
Alla fine del XX secolo le lotte sindacal-socialiste, in Gran Bretagna e negli Usa, stavano raggiungendo risultati concreti, grazie all'appoggio delle classi medie, che ritenevano giuste le rivendicazioni delle classi più deboli. Il termine "socialista" venne utilizzato a partire dal 1830, in riferimento ai gruppi politici che mettevano al centro la cooperazione sociale. Il termine "comunista", nacque intorno al 1840, da governo locale o la "comune"; il termine avrebbe indicato i sistemi basati sull'idea di proprietà collettiva e di beni comuni. Alla base di questi concetti c'era il bisogno dei lavoratori di dare vita ad un sistema più equo e più "umano", eliminando lo sfruttamento e la violenza.
Le classi umili, ovviamente, non avevano alcuna intenzione di dare vita ad un sistema partitico controllato dall'alto, ma avevano l'obiettivo di migliorare le condizioni economiche e culturali. Samuel Gompers, fondatore del movimento sindacale americano, spiegava chiaramente cosa volevano i lavoratori: "Vogliamo più scuole e meno prigioni, più libri e meno arsenali, più istruzione e meno vizi, più giustizia e meno vendetta; vogliamo più opportunità di coltivare la nostra natura migliore, di rendere l'uomo più nobile".
Realizzare tali obiettivi significava far crollare un potere basato sulla violenza, che opprimeva con lo sfruttamento lavorativo e non riconosceva a tutti gli stessi diritti. L'oligarchia dominante, timorosa di perdere il potere, cercò un modo per creare divisioni fra le classi e per evitare che le lotte pacifiche andassero avanti: appoggiò e rafforzò l'ideologia marxista, facendo in modo che prevalesse durante la Prima internazionale, nel 1864, e che il comunismo si affermasse come partito di lotta armata. La rivoluzione russa sancì definitivamente il principio di lotta di classe armata, e i proletari europei si illusero che prima o poi l'oligarchia sovietica avrebbe organizzato una grande lotta armata per portare al potere le classi deboli.
L’élite egemone inglese sostenne finanziariamente il lavoro di Marx, per indurre gli operai alla guerra e distoglierli dalla pericolosa collaborazione con industriali filantropi come Owen. Attraverso il marxismo essa puntava a mettere in primo piano la "Storia" e non i bisogni delle persone povere, la "lotta armata", e non la possibilità che ogni individuo potesse guardare al bene collettivo, senza divisioni. Nel marxismo c’è un nemico che ispira odio, e c’è la “necessità storica”, come una sorta di principio assoluto divinizzato. Tale ideologia imponeva dogmi fissi, propagandati come verità assolute, ad esempio, che il capitalismo fosse nelle mani di una classe precisa e che spodestare tale classe equivaleva a distruggerlo.
In Gran Bretagna, a metà dell’Ottocento, erano nate le Trade Unions, su impulso di un gruppo di operai qualificati. Si trattava di associazioni ispirate da Robert Owen e dai "Pionieri di Rochdale", che erano propense ad attuare cambiamenti favorevoli ai lavoratori, collaborando con i proprietari, e non attraverso lotte o rivoluzioni. La cooperativa dei consumatori chiamata la Società dei Probi Pionieri di Rochdale (cittadina inglese) era nata nel 1844, ad opera di un gruppo di operai tessili e artigiani, che investendo una sterlina ciascuno formarono uno spaccio cooperativo, in cui, con pochissimo denaro, si potevano acquistare generi di prima necessità come farina e zucchero. Era un modo per sopravvivere con dignità nonostante i salari da fame. L'oligarchia dominante, dalle Trade Unions, ricavò il Partito Laburista, che aveva l'obiettivo principale di cooptare le lotte dei lavoratori all’interno del sistema politico. Inserirlo nel sistema dei partiti significava poterlo finanziare e quindi controllare.
Attraverso il marxismo e la creazione di partiti social-comunisti controllati dall'alto, l'élite riuscì a distruggere l'era dell’attivismo sindacale su larga scala e degli accordi pacifici fra lavoratori e industriali.
Dopo la Seconda guerra mondiale molti cittadini europei e americani capirono che il sistema basato sui partiti e sulle periodiche elezioni non era realmente democratico, anche perché i risultati potevano essere manipolati attraverso diverse strategie. Ciò era stato appurato in diverse occasioni, in cui i risultati avevano deluso la popolazione. Ad esempio, nella Francia del 1958, a causa della nuova legge elettorale, i comunisti ridussero i propri seggi da 150 (del 1956) a 10. Anche in Italia, negli stessi anni, le elezioni vennero manipolate in modo tale da impedire ai partiti di sinistra (che avevano la maggioranza di seggi) di andare al governo. Nel 1948, la Cia, valendosi della mafia, manipolò le elezioni in Sicilia, in modo tale da impedire la vittoria dei comunisti. Fu dato denaro al fine di corrompere i votanti, e don Calò Vizzini dette istruzioni su come truccare le urne. Senza le operazioni concordate fra mafia e Cia, i comunisti avrebbero avuto la maggioranza di seggi all'Assemblea Costituente. A questo scopo, i funzionari della Cia raccolsero sovvenzioni da parte delle grandi banche e imprese. I versamenti erano deducibili dalle tasse.
A poco a poco, la propaganda occidentale indusse ad associare il sistema elettorale partitico alla democrazia e al pluralismo, escludendo la possibilità che si potesse attuare un sistema alternativo. Si sorvolava sul fatto che il sistema partitico è basato sulle sovvenzioni private, e per questo è nelle mani del gruppo di potere, che ha più denaro per fare spazio ai propri partiti e ai propri candidati.
Negli ultimi decenni il sistema elettorale è addirittura diventato un'"industria elettorale", con agenzie di pubblicitari (spin doctors) che promuovono il candidato come fosse un prodotto da vendere.
Per concludere, un sistema basato sul crimine, sul saccheggio e sull'inganno politico è stato imposto a poco a poco, avendo cura che le vittime non si accorgessero di ciò che stava accadendo, o che lo accettassero perché divenuto familiare e propagandato come l'unica realtà possibile.
Come nella storiella del ranocchio, rimanere passivi costituisce il comportamento peggiore.
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Note
1) Osserva Joel Bakan che "tra il 1781 e il 1790, il numero di Corporation aumentò di circa dieci volte, da 33 a 328". Bakan Joel, "The corporation. La patologica ricerca del profitto e del potere", Fandango, Roma 2004, p. 13.
2) Bakan Joel, op. cit., p. 21.
3) Bakan Joel, op. cit., p. 24.
4) Gozzoli Sergio, "L'America: i plutocrati 'eletti da Dio'", http://www.paginadelleidee.net/7_politica/politica24.htm
5) Tarbell Ida, “The History of Standard Oil Company”, New York, 1904.
6) Cit. Testi Arnaldo, "Trionfo e declino dei partiti politici negli Stati Uniti, 1860-1930", Otto Editore, Torino 2000, p. 2.
3 commenti:
Gentilissima Antonella, credo di aver letto quasi tutti i suoi articoli apparsi on-line e mi sono procurato il libro "Dittature", purtroppo non posso girare le pagine essendo completamente paralizzato.
È possibile avere i suoi testi, ovviamente al prezzo dei testi scritti, su un disco DVD? Sicuro della sua comprensione le invio il mio indirizzo e il mio telefono:
Enzo Piffer; via San Giuseppe 26, 38060 Besenello (Trento).
Va da sé che pagherò alla consegna.
Caro Enzo,
scusa se ti rispondo così in ritardo ma è che avrei voluto darti una risposta privata, dato che nel tuo post riporti alcuni dati personali (indirizzo), che non sapevo se volevi che fossero pubblicati. Non trovando la tua mail sul messaggio ho dovuto pubblicare il post per poterti rispondere.
Purtroppo devo dirti che per il momento non esistono dischi DVD con i miei testi.
Non escludo che in futuro ci possano essere. In tal caso sarai prontamente informato.
Carissima Antonella,
ti ringrazio infinitamente per la tua cortesia.
Ho visto che anche tu fai parte della compagnia della quale cerco di far parte anch'io "La compagnia della pace". Sono felice che abbiamo questo punto in comune.
Ecco il mio indirizzo di posta elettronica:lisistrata3@alice.it
un abbraccio di pace
Enzo Piffer
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